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Salorno sulla Strada del Vino

Coordinate: 46°14′N 11°12′E
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Salorno sulla Strada del Vino
comune
(IT) Salorno sulla Strada del Vino
(DE) Salurn an der Weinstraße
Salorno sulla Strada del Vino – Stemma
Salorno sulla Strada del Vino – Veduta
Salorno sulla Strada del Vino – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Bolzano
Amministrazione
SindacoRoland Lazzeri (SVP) dal 10-5-2015 (2º mandato dal 22-9-2020)
Lingue ufficialiItaliano, tedesco
Territorio
Coordinate46°14′N 11°12′E
Altitudine224 m s.l.m.
Superficie33,13 km²
Abitanti3 782[3] (31-7-2023)
Densità114,16 ab./km²
FrazioniCauria/Gfrill, Pochi/Buchholz
Comuni confinantiAltavalle (TN), Capriana (TN), Cembra Lisignago (TN), Cortina sulla Strada del Vino, Egna, Giovo (TN), Magrè sulla Strada del Vino, Mezzocorona (TN), Montagna, Roveré della Luna (TN)
Altre informazioni
Cod. postale39040
Prefisso0471
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT021076
Cod. catastaleH719
TargaBZ
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[4]
Cl. climaticazona E, 2 740 GG[5]
Nome abitanti(IT) salornesi[1], salorneri
(DE) Salurner[2]
PatronoSant'Andrea apostolo, san Giuseppe
Giorno festivo30 novembre, 19 marzo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Salorno sulla Strada del Vino
Salorno sulla Strada del Vino
Salorno sulla Strada del Vino – Mappa
Salorno sulla Strada del Vino – Mappa
Posizione del comune di Salorno sulla Strada del Vino nella provincia autonoma di Bolzano
Sito istituzionale

Salorno sulla Strada del Vino (Salurn an der Weinstraße in tedesco, Salórn in dialetto trentino[6]) è un comune italiano di 3 782 abitanti della provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige, situato in Bassa Atesina (Bozner Unterland).

Nei pressi del paese la valle dell'Adige si restringe, formando la Chiusa di Salorno (Salurner Klause). Negli ultimi due secoli la chiusa ha costituito una barriera simbolica tra la parte germanofona e italofona (oggi Trentino) del Tirolo storico e viene tradizionalmente considerata il confine linguistico tra l'area di lingua germanica e quella di lingua italiana in Val d'Adige. Oggi la maggioranza dei salornesi è di lingua italiana.

Geografia fisica

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La piana attorno a Salorno vista dal castello

Si trova all'estremità meridionale dell'Alto Adige al confine con il Trentino, presso il fiume Adige a 224 m s.l.m.

Presso la "Stretta di Salorno" la Valle dell'Adige si restringe a circa 2-3 km, chiusa tra il Monte Alto (Geiersberg, 1083 m) a est (direttamente a sud dell'abitato di Salorno) e il Monticello (Wiggerspitz, 1857 m) a ovest sopra l'abitato di Roveré della Luna, già in provincia di Trento.

Sulle pendici a est si trovano le frazioni Pochi (Buchholz) e Cauria (Gfrill). Buona parte del suo territorio comunale fa parte del Parco naturale Monte Corno. Un'altra area protetta è il biotopo Paludèl.

In cima al paese scende la cascata di Salorno che da alcuni anni porta acqua soltanto dopo intense piogge. Questo è dovuto a lavori dell'ufficio "Bacini montani" della Provincia autonoma di Bolzano che ha rimosso per errore uno strato di terreno stagno durante dei lavori nel greto del torrente che alimenta la cascata.

A nord confina con Laghetti (Laag), frazione del comune di Egna, il cui centro dista circa 12 km. A nord-ovest, sull'altro lato del fiume Adige si trova Cortina sulla Strada del Vino, mentre direttamente a ovest (sempre sul lato opposto del fiume) si trova Roverè della Luna.

Lungo la strada statale 12 del Brennero che passa nei pressi del centro cittadino avvengono spesso degli smottamenti di terra che superano anche le barriere di contenimento.[7]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Bolzano.

Salorno appartiene alla zona climatica E[8].

Secondo la Classificazione sismica, il comune appartiene ad una zona con sismicità molto bassa[8].

Origini del nome

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Il toponimo è attestato come Salurnis nella seconda metà dell'VIII secolo[9], come Salurne nel 1184-1186[10] e - nell'urbario territoriale di Mainardo II di Tirolo-Gorizia - come Salurn nel 1288[11] e deriva probabilmente da un tema preromano sala col significato di "palude"[12][13]. Un'altra possibile teoria fa derivare il nome di questo paese da "Solis Urnae", tomba del sole. Questa tesi è avvalorata dal fatto che effettivamente Salorno vede il sole molto raramente d'inverno.

Le due frazioni sono attestate come Buchholcz nel 1547, e come Gaueril nel 1298 e ob Cafril nel 1340 e significano rispettivamente "faggeto" (Buche appunto in tedesco) e "stalla per capre" (caprile in latino)[14].

Fino all'11 ottobre 2019 la sua denominazione era soltanto Salorno/Salurn; con Legge Regionale n. 5 del 19 settembre 2019 si è aggiunta la dizione "sulla Strada del Vino - an der Weinstraße".

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Alto Adige e Storia del Tirolo.
La cascata di Salorno

In località Galgenbühel/Dos de la Forca sono stati fatti importanti rivenimenti archeologici risalenti ancora al mesolitico[15].

Salorno faceva anticamente parte della diocesi di Trento, ma sin dal Duecento i Conti del Tirolo ottennero il controllo del borgo.[16] È del 1403 l'importante Weistum (statuto di regola) che definisce i diritti della comunità verso il potere asburgico, redatto interamente in lingua tedesca (medio alto tedesco)[17]:

«Das ist was wir hernach geschriben gesworen des gerichts Salurnn haben erfunden auff vnser ayd, was mann der herschaft des gerichts dyenenn sol oder wye mann dienenn sol, auch was der gemeinschaft des gerichts herwider vonn der herschaft beschehen sol, das haben wir erfunden nach vnser gewissen.»

Fino alla prima guerra mondiale Salorno fece parte dell'Impero austro-ungarico (distretto di Bolzano), in seguito alla vittoria italiana suggellata dal Trattato di Saint-Germain-en-Laye venne annesso al Regno d'Italia[18].

Durante il Ventennio fascista il comune di Salorno fu aggregato alla provincia di Trento, assieme a tutta la Bassa Atesina, per facilitarne l'italianizzazione. L'uso del tedesco in pubblico e il suo insegnamento vennero vietati, ma la minoranza di lingua tedesca si organizzò istituendo classi clandestine in cui si insegnava la lingua tedesca (le cosiddette Katakombenschulen):[19] il salornese Josef Noldin fu tra i principali organizzatori e fu per questo deportato dal governo fascista sull'isola di Lipari[20].

Nel 1948 Salorno passò alla provincia di Bolzano secondo quanto stabilito dal primo statuto d'autonomia del Trentino-Alto Adige, vista anche la volontà manifestata dalla popolazione di lingua tedesca della Bassa Atesina.

Lo stemma è costituito da una pila azzurra, su sfondo argento, e da un capo azzurro. È l'insegna dei Signori di Graland che possedevano il villaggio nel XIII secolo.[21] Lo stemma è stato adottato nel 1971[22].

Monumenti e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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Castello di Salorno

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Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Salorno.
Haderburg, il Castello di Salorno

A sud del paese, sul fianco della montagna, poggia su uno sperone appuntito la Haderburg, il castello di Salorno. Il castello risale al XIII secolo: dopo essere stato in uno stato grezzo, tra il 2001 e il 2003 il Barone Ernesto Rubin de Cervin Albrizzi, ovvero l'attuale proprietario, ha voluto effettuare un restauro del castello, che è stato possibile anche grazie all'aiuto economico della Provincia Autonoma di Bolzano ed il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano. Al suo interno vengono sporadicamente allestite delle mostre d'arte.

La Haderburg è il luogo in cui recita la saga La vecchia cantina di vini vicino a Salorno, contenuta nella raccolta Deutsche Sagen (saghe tedesche) dei Fratelli Grimm (primo volume, saga numero 15)[24].

Il castello è raggiungibile a piedi in una ventina di minuti dal paese di Salorno lungo una comoda stradina.

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[25]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2015 gli stranieri residenti nel comune sono 814, ovvero il 21,66% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[26]:

Ripartizione linguistica

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% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[27]
37,74% madrelingua tedesca
61,85% madrelingua italiana
0,40% madrelingua ladina

La sua popolazione, secondo il censimento del 2011, è per il 61,85% di lingua italiana, per il 37,74% di lingua tedesca e per lo 0,40% di lingua ladina.[28]

Salorno è uno dei cinque comuni della provincia ad avere una maggioranza di popolazione italofona. La particolarità è che in buona parte non si tratta di discendenti delle immigrazioni organizzate dai governi italiani nel periodo 1919-1945, ma di gruppi di origine trentina che vivono nell'area da secoli. Nel censimento del 1921, due anni dopo l'annessione all'Italia, la popolazione si era dichiarata ancora di maggioranza tedesca, tanto era avanzato il processo di germanizzazione degli autoctoni italofoni. I dati furono successivamente rettificati da una commissione statale, modificando l'appartenenza del gruppo linguistico per le famiglie con nome italiano. Così a Salorno e in altri comuni della Bassa Atesina la precedente maggioranza tedescofona divenne minoranza[29][30].

La stretta di Salorno (Salurner Klause) è considerata tradizionalmente il confine tra area linguistica italiana e area linguistica tedesca, e così compare anche nel Südtirollied. Inoltre il paese viene spesso indicato come località più meridionale di lingua tedesca. Questa affermazione è inesatta, dal momento che Zermatt in Svizzera si trova 25 km più a sud.

A Salorno, come in tutta la regione, la religione principale è quella cristiano-cattolica; esistono tuttavia anche religioni minori quali: l'islam, i cristiani evangelici, i testimoni di Geova e altre minori.

Tradizioni e folclore

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La tradizione carnevalesca a Salorno è molto antica. Fino al XX secolo, come da tradizione secolare in Bassa Atesina, si svolgeva la sfilata dell'Egetmann. Nel 1949 ci fu una sfilata imponente che contava circa 400 partecipanti, all'insegna della fiaba "le 1000 e 1 notte". L'interesse dei paesani andò scemando fintanto che le manifestazioni carnevalesche decaddero.

Nel 2010, si provò a far rivivere il carnevale al paese. Tema principale della sfilata era il nano Perkeo, personaggio storico nato a Salorno, che dopo secoli passati a Heidelberg, in Germania, torna a casa. Qui riceve le chiavi del paese da parte del Sindaco il giovedì grasso, e regna su Salorno fino a martedì grasso. Il paese festeggia il ritorno del famoso nano e del suo seguito, ma soprattutto la fine della tirannia della vecchia amministrazione comunale, che nel sabato di carnevale, viene imprigionata durante la sfilata.[31]

Alcuni piatti caratteristici della cucina locale sono lo strudel, i canederli, i crauti, i Würstel, lo strauben e lo Speck.

Infrastrutture e trasporti

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Il centro di Salorno è attraversato dalla strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero. Per quanto riguarda i trasporti ferroviari, la località è servita dalla stazione di Salorno posta sulla linea del Brennero.

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2000 2015 Giorgio Marco Giacomozzi Lista civica Impegno per Salorno - Vorschlag für Salurn Sindaco
2015 in carica Roland Lazzeri SVP Sindaco

Ha sede nel comune la società di calcio U.S.D. Salorno, nata nel 1969, che ha disputato campionati dilettantistici regionali[32].

Nella frazione di Pochi ha sede una squadra di broomball[33].

Tra il paese di Laghetti e quello di Salorno è presente una falesia attrezzata per praticare l'arrampicata sportiva, con un totale di 18 vie.[34]

  1. ^ Adele Falasca, Trentino Alto Adige Südtirol, Vol. 25, Istituto enciclopedico italiano, 2007, p. 99.
  2. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 557.
  3. ^ Dato Istat
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli Etnici e dei Toponimi Italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
  7. ^ Frana a Salorno, chiusa la statale del Brennero su Alto Adige
  8. ^ a b Comuni Italiani.it Clima e dati geografici, su comuni-italiani.it. URL consultato il 14 dicembre 2011.
  9. ^ Paulus Diaconus, Historia Langobardorum, in Monumenta Germaniae Historica, Scriptores rerum Germanicarum, p. 118.
  10. ^ Alois Weissthanner, Die Traditionen des Klosters Schäftlarn, Monaco di Baviera, Beck, 1957, n. 258.
  11. ^ Oswald v. Zingerle, Das Urbar Meinhards II., in Fontes rerum Austriacarum, II/45, p. XXVIII n. 66ss.
  12. ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004
  13. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 37. ISBN 88-7014-634-0
  14. ^ Kühebacher, op. cit., p. 64 e 125.
  15. ^ Ursula Wierer et al., Living near the water. Environment, wetland economy and fishing techniques of the Mesolithicic site Galgenbühel/Dos de la Forca in the Adige Valley (South Tyrol, Italy), in Au cœur des sites mésolithiques : entre processus taphonomiques et données archéologiques. Actes de la table-ronde internationale de Besançon (Doubs, France) « Hommages au Professeur André Thévenin », 29-30 octobre 2013 (Annales Littéraires, 983; Série « Environnement, sociétés et archéologie », 24), a cura di C. Cupillard et al., Besançon, Presses universitaires de Franche-Comté, 2018, pp. 241-257.
  16. ^ O. Stolz, Neumarkt und Salurn, op. cit., pp. 292ss.
  17. ^ Testo completo del Weistum di Salorno del 1403 - A riguardo Hannes Obermair, Diritto come produzione sociale? Riflessioni su uno statuto rurale alpino della Val d'Adige del primo Quattrocento, in Corona Alpium II. Miscellanea di studi in onore di Carlo Alberto Mastrelli (Archivio per l'Alto Adige, 97/98), Firenze 2003-04, pp. 337–367, e in «Rivista Storica del Lazio», 21 (2005-06), pp. 171–191.
  18. ^ Antonio Scottà, La Conferenza di pace di Parigi fra ieri e domani (1919-1920), URL consultato in data 25 gennaio 2011
  19. ^ Milena Cossetto, Letizia Flaim, Scuole clandestine in Bassa Atesina 1923–1939, Labdoc, Bolzano, 2011.
  20. ^ Storia di Josef Noldin, su noldinhaus.org. URL consultato il 7 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009).
  21. ^ Martin Bitschnau, Burg und Adel in Tirol zwischen 1050 und 1300. Grundlagen zu ihrer Erforschung, Vienna, Österr. Akademie der Wissenschaften, 1983, sub voce Graland.
  22. ^ (EN) Heraldry of the World: Salurn-Salorno Archiviato il 1º agosto 2012 in Internet Archive.
  23. ^ Chiesa Parrocchiale di Salorno, su weinstrasse.com.
  24. ^ Deutsche Sagen
  25. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  26. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2015 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 17 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).
  27. ^ Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012
  28. ^ Censimento della popolazione 2011. Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige (PDF), su astat.provincia.bz.it, Istituto provinciale di statistica della Provincia autonoma di Bolzano, 2012. URL consultato il 20 agosto 2019.
  29. ^ Comune di Cortina (ed.), Kurtinig - Ein Dorf an der Sprachgrenze in Vergangenheit und Gegenwart, Bolzano, Athesia 1998. ISBN 978-88-7014-983-8
  30. ^ Storia di Josef Noldin, su noldinhaus.org. URL consultato il 7 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2009). "In seguito alla italianizzazione delle scuole della Bassa Atesina, molte famiglie sono costrette a mandare i propri figli nelle scuole italiane [...] Con la legge Gentile nel 1923-24 vengono abolite tutte le scuole in lingua tedesca, ha così inizio il progetto di italianizzazione dell'Alto Adige ad opera di Mussolini, Tolomei e del fascismo."
  31. ^ Perkeos su http://www.perkeo.org/
  32. ^ Home, su usdsalorno.it. URL consultato il 30 agosto 2022.
  33. ^ Pochi 89
  34. ^ Vertical-Life Climbing, su Vertical-Life Climbing. URL consultato il 10 marzo 2017.
  • (DE) Karl Finsterwalder, Die Flur- und Ortsnamen von Salurn, in «Veröffentlichungen des Museum Ferdinandeum», 18 (1938), pp. 643–694
  • (DE) Otto Stolz, Neumarkt und Salurn in ihren Beziehungen zur Tiroler Landesgeschichte, in «Der Schlern», 20 (1946), pp. 292–299
  • (DE) Raimund von Klebelsberg (a cura di), Salurner Büchl - Beiträge zur Heimatkunde von Salurn und Umgebung (Schlern-Schriften, 155), Innsbruck, Wagner, 1956.
  • (DE) Rudolf Noll, Das römerzeitliche Gräberfeld von Salurn (Archäologische Forschungen in Tirol, 2), Innsbruck, Wagner, 1963.
  • (ITDE) Albert Ceolan (a cura di), Salorno - la nostra gente, la nostra storia / Salurn - unser Volk, unsere Geschichte, Salorno, Biblioteca Comunale, 1994.
  • Hannes Obermair, http://fermi.univr.it/rm/biblioteca/scaffale/Download/Autori_O/RM-Obermair-Diritto.zip[collegamento interrotto], in Corona Alpium II. Miscellanea di studi in onore di Carlo Alberto Mastrelli (Archivio per l'Alto Adige, 97/98), Firenze 2003-04, pp. 337–367, e in «Rivista Storica del Lazio», 21 (2005-06), pp. 171–191
  • Walter Landi, Haderburg - il castello di Salorno, Ratisbona, Schnell & Steiner, 2010. ISBN 978-3-7954-2164-9
  • (EN) Ursula Wierer et al., Living near the water. Environment, wetland economy and fishing techniques of the Mesolithicic site Galgenbühel/Dos de la Forca in the Adige Valley (South Tyrol, Italy), in Au cœur des sites mésolithiques : entre processus taphonomiques et données archéologiques. Actes de la table-ronde internationale de Besançon (Doubs, France) « Hommages au Professeur André Thévenin », 29-30 octobre 2013 (Annales Littéraires, 983; Série « Environnement, sociétés et archéologie », 24), a cura di C. Cupillard et al., Besançon, Presses universitaires de Franche-Comté, 2018, pp. 241–257.

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