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Luson

Coordinate: 46°44′47.28″N 11°45′39.9″E
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Disambiguazione – Se stai cercando il torrente omonimo, vedi Rio Luson.
Luson
comune
(IT) Luson
(DE) Lüsen
Luson – Stemma
Luson – Veduta
Luson – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Provincia Bolzano
Amministrazione
SindacoCarmen Plaseller (SVP) dal 22-9-2020
Lingue ufficialiItaliano, Tedesco
Territorio
Coordinate46°44′47.28″N 11°45′39.9″E
Altitudine962 m s.l.m.
Superficie74,41 km²
Abitanti1 557[2] (31-8-2020)
Densità20,92 ab./km²
FrazioniMonte/Berg, Valletta/Flitt, Masi/Huben, Croce/Kreuz, Pezzè/Petschied, Ronco/Rungg
Comuni confinantiBressanone, Marebbe, Naz-Sciaves, Rodengo, San Lorenzo di Sebato, San Martino in Badia
Altre informazioni
Cod. postale39040
Prefisso0472
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT021044
Cod. catastaleE764
TargaBZ
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 4 011 GG[4]
Nome abitanti(IT) lusonesi
(DE) Lüsner[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Luson
Luson
Luson – Mappa
Luson – Mappa
Posizione del comune di Luson nella provincia autonoma di Bolzano
Sito istituzionale

Luson (Lüsen in tedesco) è un comune italiano di 1 557 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige.

Geografia fisica

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Il comune è compreso nella valle del rio Luson, che ha una particolare forma a mezza luna, che abbraccia il massiccio della Plose, terminando con il Sass de Putia. A nord-est il territorio del comune è costeggiato dalla catena dell'alpe di Rodengo, che lo separa dalla val Pusteria.

Il paese, che viene documentato storicamente per la prima volta nell'893 come Lusina, consiste di ben sette località, che sono situate quasi sempre sul lato destro della Valle di Luson, nelle montagne che portano lo stesso nome.

Le frazioni di Croce, Masi e Monte sono poste nella parte anteriore della valle, quelle di Valletta e Pezzè nella posteriore, mentre il villaggio di Luson e la frazione di Ronco si trovano nel punto centrale del comune, su di un grande conoide alluvionale.

Circa tre quarti del territorio comunale sono occupati da estesi pascoli alpini e superfici boschive.

Origini del nome

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Il toponimo è attestato come Lusina nell'893, come Lusena nel 1142 e come Lysen nel 1265 e probabilmente ha un'origine preromana.[5][6]

L'origine del nome di "Luson" non può oggi essere stabilita con chiarezza, ma è da accettare la modifica nel tempo delle parole dell'alto tedesco antico "Lase" (strisce) e "Ache" (fiume), dalla cui combinazione tematica di "Lasache" potrebbe essere derivata nella lingua parlata l'odierna denominazione di Luson.

Il piccolo insediamento fu donato da re Arnolfo di Carinzia nell'893 ai vescovi di Bressanone[7]. Durante il Medioevo esso era luogo giurisdizionale episcopale. A Luson il ladino era parlato e conosciuto da parte della popolazione ancora alla fine del seicento e si è estinto definitivamente intorno alla metà del settecento.

Lo stemma ritrae un cavaliere con armatura, a viso aperto con pennacchio e lancia in resta su un cavallo rivoltato a sinistra, entrambi di colore argento su sfondo rosso. Lo stemma, adottato nel 1967, riprende un motivo usato dall'amministrazione dei vescovi di Bressanone dal 1607.[8]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Ripartizione linguistica

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La sua popolazione è per la quasi sua totalità di madrelingua tedesca:

% Ripartizione linguistica (gruppi principali)[9]
97,77% madrelingua tedesca
1,39% madrelingua italiana
0,83% madrelingua ladina

Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[10]

Etnie e minoranze straniere

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Al 31 dicembre 2015 gli stranieri residenti nel comune sono 60, ovvero il 3,96% della popolazione. Di seguito è riportato il gruppo più consistente[11]:

Geografia antropica

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Croce (ted. Kreuz) è la frazione più avanzata o esterna nella valle del rio Luson, in direzione per Rodengo, e dal 1975 c'è una strada la quale collega la località con il capoluogo, dove ha sede il comune.[12]

La frazione di Masi (ted. Huben) è posta tra le Fosse di Costa (ted. Gostgraben) e le Fosse di Rio Cavo (ted. Gfasegraben).

Si ritiene che il suo nome derivi probabilmente dai resti dei tanti antichi servizi funerari rinvenuti nella località e i due masi che vi si trovano.[12]

Le fattorie di Monte (ted. Berg) si trovano sopra le frazioni di Croce e di Masi, e arrivano fino ai prati dell'Alpe di Luson.

Nel 1954 fu realizzata una teleferica per il trasporto delle merci, che collegava la località di Monte con il capoluogo comunale di Luson.

Nel 1967/68 venne costruita una funivia per il trasporto di persone, e nel 1968 si è portata a compimento una strada forestale, che è stata sempre più migliorata nel tempo e ampliata di continuo.[12]

Chiesa di S. Nicolò a Pezzè

Pezzè (ted. Petschied) è la frazione più arretrata o interna nella Valle di Luson, che si caratterizza per numerose abitazioni di discendenza romanica, e il toponimo della località deriva dal termine latina "picetum", che a sua volta proviene da "picea", nome latino dell'abete, equivalente cioè a 'pianta che produce pece', con il significato perciò di "bosco di abeti rossi".[12]

La frazione di Ronco (ted. Rungg) si trova sulla fertile conoide alluvionale di Lana di Gorghetto (ted. Gargitter Lahn).

Il toponimo deriva dal sostantivo latino "runcus", il cui nome significa "radura", e dal verbo all'infinito "runcare", che vuol dire "dissodare" la terra, da cui derivano i termini italiani di ronca, roncola e roncare con lo stesso senso.

Ronco è oggi composta da 14 masi chiusi, dacché il maso di Gargitt è stato abbandonato definitivamente verso il 1900.[12]

La frazione di Valletta (ted. Flitt) aveva in passato un solo unico casale, quello di Flitt, da cui prende il nome, e il toponimo deriva dal termine ladino o romancio dal reto-romanico "ovile, oviletto", che significa infatti stalla delle pecore.

Dal 1971, la vecchia strada mercantile di accesso alla località è stata ricostruita, ampliata e trasformata in una carrozzabile.[12]

La località principale della valle di Luson è chiamata semplicemente Villa (ted. Dorf), che sta per paese o borgo, ed è la più recente frazione del comune di Luson.

I nomi delle case sono quasi esclusivamente di origine tedesca e sono derivati da botteghe o negozi di artigianato.

Nel centro del villaggio, che è stato quasi completamente distrutto da un incendio nel 1921, si trovano la chiesa di San Giorgio e San Chiliano, l'asilo, la scuola e la casa comunale, la sede locale dei Vigili del Fuoco (Freiwillige Feuerwehr), le pensioni turistiche e gli agriturismi, i negozi, le abitazioni residenziali e la canonica della parrocchia.[12]

Amministrazione

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Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2005 2020 Josef Maria Fischnaller SVP Sindaco
2005 2020 Josef Maria Fischnaller SVP Sindaco
2020 Carmen Plaseller SVP Sindaco
  • Per l'avvento del Santo Natale 2010, il paese di Luson ha donato l'albero di Natale per la piazza San Pietro in Vaticano. L'albero, scelto tra altri 100 esemplari nella tenuta del maso Lengerei 1150 m) di Martin Ragginer, aveva 94 anni di età, era alto 34 metri, con un peso di circa 5 tonnellate, e con circa 300 stelle di paglia di decorazioni. Arrivato in Vaticano il 3 dicembre, veniva consegnato ufficialmente al Pontefice il 17 dicembre assieme a una cinquantina di piccoli arbusti per le decorazioni degli interni.[13][14][15]
  1. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 355.
  2. ^ Dato Istat. - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004
  6. ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 226s. ISBN 88-7014-634-0
  7. ^ Tiroler Urkundenbuch, sez. II: Die Urkunden zur Geschichte des Inn-, Eisack- und Pustertals, vol. 1: Bis zum Jahr 1140, a cura di Martin Bitschnau e Hannes Obermair, Innsbruck, Wagner, 2009, pp. 81s. n. 112 ("forestis ad Lusinam"). ISBN 978-3-7030-0469-8.
  8. ^ (EN) Heraldry of the World: Lüsen (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2012).
  9. ^ Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012
  10. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  11. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2015 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 18 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2016).
  12. ^ a b c d e f g Elenco frazioni sul sito comunale.
  13. ^ Arriva da Bressanone l'albero di Natale per piazza San Pietro, su Alto Adige, 25 novembre 2010. URL consultato il 29 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).
  14. ^ http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/trentino/2010/11/26/visualizza_new.html_1677095326.html
  15. ^ A San Pietro arriva l'abete di Natale - Photostory Primopiano - ANSA.it.
  • (DE) Georg Prosch, Die Hof- und Flurnamen in Lüsen (Schlern-Schriften, 5), Innsbruck, Wagner, 1924.
  • (DE) Ernst Delmonego (a cura di), Lüsen: Natur - Kultur - Leben. Dorfbuch, Luson, Comune di Luson, 1988.
  • (DE) Ernst Delmonego, Lüsen 1914-1945: Schicksale einer unseligen Zeit, Bressanone, Weger, 2005.
  • Ernst Delmonego, Luson - chiese e cappelle. Diocesi di Bolzano-Bressanone, Decanato di Bressanone, Parrocchia di Luson, Sudtirolo, Passau, Peda, 2009. ISBN 978-3-89643-740-2
  • (DE) Paul Detomaso, Wir Lüsner: unsere Kulturgüter, Bräuche, Ausdrücke und Sagenwelt, Luson, Bildungsausschuss, 2007.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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