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SARS-CoV-2 501.V2

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Stati con casi confermati della variante 501.V2 al 29 gennaio 2021

     100 - 999 casi confermati

     50 - 99 casi confermati

     10 – 49 casi confermati

     5 - 9 casi confermati

     2 - 4 casi confermati

     1 caso confermato

     Stato con casi confermati, ma di cui non si hanno cifre precise

     Casi sospetti

     Nessun caso o nessun dato

SARS-CoV-2 501.V2, anche nota come variante Beta,[1][2] corrisponde a una variante mutata di SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19. La variante è stata rilevata per la prima volta in Sudafrica ed è stata segnalata dal dipartimento sanitario sudafricano il 18 dicembre 2020.[3]

Ricercatori e funzionari hanno riferito che la prevalenza della variante era più alta tra i giovani senza condizioni di salute sottostanti e, rispetto ad altre varianti, in questi casi si traduce più spesso in una malattia grave.[4] Il dipartimento della salute sudafricano ha anche indicato che la variante potrebbe guidare la seconda ondata della pandemia di COVID-19 nel paese a causa della diffusione della variante a un ritmo più veloce rispetto alle precedenti varianti del virus.[3][4]

Gli scienziati hanno notato che la variante contiene diverse mutazioni che le consentono di legarsi più facilmente alle cellule umane a causa di tre mutazioni nel dominio di legame del recettore (RBD) nella glicoproteina S (spinula) del virus: N501Y[5] (un passaggio da asparagina (N) a tirosina (Y) posizione dell'amminoacido 501), K417N e E484. Di queste mutazioni (E484K e N501Y) rientrano nel motivo di legame del recettore (RBM) del dominio di legame del recettore (RBD).

La nuova variante è stata scoperta mediante sequenziamento dell'intero genoma. Diverse sequenze genomiche di questo lignaggio sono state inviate al database di sequenze SIGSIDA, ad esempio, adesione di sequenza[non chiaro].

  1. ^ Ministero della Salute - FOFI (PDF), su fofi.it.
  2. ^ Variante Alfa, Beta, Delta e Gamma: caratteristiche, trasmissibilità, pericoli ed efficacia vaccino. Cosa sappiamo (e cosa no), su ilmessaggero.it. URL consultato il 28 novembre 2021.
  3. ^ a b (EN) Sheri Fink, South Africa announces a new coronavirus variant., in The New York Times, 18 dicembre 2020. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  4. ^ a b (EN) Lesley Wroughton e Max Bearak, South Africa’s second coronavirus wave is fueled by a new strain, teen ‘rage festivals’, in Washington Post. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  5. ^ Full Presentation by SSAK - 18 Dec | Virus | Mutation, su Scribd. URL consultato il 10 gennaio 2021.

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