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Nigel Hawthorne

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Nigel Hawthorne

Nigel Hawthorne CBE (Coventry, 5 aprile 1929Radwell, 26 dicembre 2001) è stato un attore e produttore cinematografico britannico.

Stella a Coventry

Dopo aver trascorso l'infanzia e la giovinezza in Sudafrica, tornò in Regno Unito negli anni cinquanta. Nei due decenni successivi si dedicò alla recitazione cinematografica e teatrale, mentre dagli anni ottanta fino alla sua morte solo ai film.

Per il film La pazzia di re Giorgio (1994), ottenne il BAFTA al miglior attore protagonista, oltre che la candidatura all'Oscar al miglior attore. Recitò in film come Gandhi (1982), Viaggio in Inghilterra (1993) e Amistad (1997). Nel Regno Unito è molto conosciuto per aver interpretato il ruolo del funzionario Sir Humphrey Appleby nelle serie di satira politica Yes Minister e Yes, Prime Minister. Nel 1997 conquistò un British Academy Television Award per il miglior attore per la serie The Fragile Heart.

Nel 1998 recitò in Madeline - Il diavoletto della scuola, in cui interpretò il ruolo di Lord Covington, l'anno successivo doppia Professor Archimedes Q. Porter in Tarzan.

Il suo ultimo lavoro risale al 2001 nel film Chiamatemi Babbo Natale.

Vita personale

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Vegetariano e omosessuale, nel 1995 è diventata di dominio pubblico la sua relazione con lo sceneggiatore Trevor Bentham.[1]

È morto il 26 dicembre del 2001, all'età di 72 anni, a causa di un arresto cardiaco.[2][3] È sepolto nel cimitero parrocchiale di Santa Maria a Thundridge, nell'Hertfordshire.

Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano dei suoi film Nigel Hawthorne è stato doppiato da:

Da doppiatore è sostituito da:

Riconoscimenti

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Premi Oscar 1995 – candidatura all'Oscar al miglior attore per La pazzia di Re Giorgio

  1. ^ (EN) Actor Sir Nigel Hawthorne dies, su The Guardian, 26 dicembre 2001. URL consultato il 7 settembre 2023.
  2. ^ (EN) Stewart Payne, Sir Nigel Hawthorne dies of heart attack aged 72, su The Daily Telegraph, 27 dicembre 2001. URL consultato il 7 settembre 2023.
  3. ^ (EN) Friends pay tribute to Nigel Hawthorne, su The Guardian, 10 gennaio 2002. URL consultato il 7 settembre 2023.

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