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Lista dei campi di concentramento nazisti

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Mappa dei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale

Questa pagina riporta una lista dei campi di concentramento creati dalla Germania nazista prima e durante la seconda guerra mondiale.

Significato del termine

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Il termine campo di concentramento è stato usato inizialmente per descrivere campi costruiti dal Regno Unito nella seconda guerra boera in Sudafrica. Tuttavia, il termine ha perduto molto del suo significato originale dopo la scoperta dei campi di concentramento nazisti e da allora il suo significato preciso è stato quello di luogo di patimenti e sofferenza, lavoro forzato e, soprattutto, di morte.

I dati contenuti nella tavola sottostante sono desunti dal libro di Lucy Dawidowicz.[1] Va precisato che il numero delle vittime riportate si riferisce quindi ai soli prigionieri ebrei, e non alla totalità degli internati.

I primi campi

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Lo stesso argomento in dettaglio: Primi campi nazisti.
Internati nel Campo di concentramento di Oranienburg nell'aprile 1933. Si possono intravedere sulla destra normali passanti per le strade della cittadina.

Poco dopo la presa di potere da parte di Hitler del 1933 vennero istituiti in maniera non sistematica e spesso in luoghi provvisori i primi campi di prigionia chiamati dagli storici wilde (selvaggi) o frühe (primi o precoci) Konzentrationslager.

Venivano utilizzati principalmente per gli avversari politici del partito nazionalsocialista, soprattutto i comunisti del KPD. Si potevano trovare anche all'interno di una città ed essere facilmente visibili all'interno o addirittura in certi casi visitabili dalla popolazione civile. Questi campi rimasero in funzione al massimo sino al 1936 (sebbene vi fosse stata un'amnistia abbastanza generale già a Natale del 1933), sotto il controllo delle SA, delle SS, della Gestapo o del Ministero dell'Interno del Reich (RMI) (l'ispettorato per i campi di concentranto delle SS. Un caso particolare fu quello di Dachau, attivo dal 1933 ed in servizio sino al 1945. Fu il prototipo dei successivi Lager.

Campi di sterminio

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I campi di lavoro maggiormente rilevanti per estensione e numero di deportati sono evidenziati con lo sfondo celeste, mentre i campi di sterminio sono identificati con lo sfondo rosa. Questi ultimi furono costruiti in particolare nella fase della soluzione finale della questione ebraica. I corpi delle vittime vennero abitualmente cremati o inumati in fosse comuni.

Molti di questi campi vennero distrutti dagli stessi nazisti prima del sopraggiungere dei soldati alleati. È stato calcolato che 15.000 campi furono installati nell'Europa occupata dalla Germania nazista, non tenendo conto dei piccoli campi creati ad hoc per la popolazione locale[2] (nota: le cifre riportate si riferiscono a stime; lo stato indicato è quello attuale; per dettagli vedi riferimenti bibliografici).

Stima del totale dei prigionieri uccisi

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La tabella - basata su stime molto approssimative - tende a far rientrare nei morti dei campi di sterminio anche le centinaia di migliaia di ebrei uccisi nelle città e nei villaggi di Polonia, Ucraina, Bielorussia, Russia, i morti del ghetto di Varsavia e altri. Questo significherebbe far salire il conto delle vittime dello sterminio a 7-8 milioni, il doppio di quanto si calcolava fino al 1963 (v. Memoria, di L. Meneghello). Il totale delle vittime riportate nella tabella precedente ammonta a circa 6 milioni di morti dal 1933 al 1945 (la somma dei dati qui sopra riportati, tenuto conto delle note, dà 5.919.482). Queste morti sono concentrate per la stragrande maggioranza dal 1939 al 1945; infatti se si contano le vittime dei campi già attivi prima del 1939 si arriva "solo" a 370.000 (ed è anche da notare che questa è una cifra totale, che riguarda strutture attive ad esempio dal 1933 al 1945: nella cifra in sé non c'è indicazione se queste vittime siano state uccise prima del 1939 o dopo).

  1. ^ Lucy S. Dawidowicz, The War Against the Jews, 1938-1945, New York, Bantam, 1986, ISBN 0-553-34302-5.
  2. ^ Lista dei campi di concentramento: (EN) Concentration Camps: Full Listing of Camps, su jewishvirtuallibrary.org.; i nomi di 149 campi e 814 sottocampi suddivisi per paese ricavata da:
  3. ^ I dati si riferiscono all'intero complesso di Auschwitz composto da: Auschwitz (campo di concentramento), Birkenau (campo di sterminio), Monowitz (campo di lavoro) e 45 sottocampi.
  4. ^ a b (ENPL) Le statistiche, su en.auschwitz.org.pl (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2010). dal sito web del museo di Auschwitz.
  5. ^ a b c d e f Per i campi di sterminio (in lingua tedesca: Vernichtungslager) non si può parlare di numero di prigionieri internati perché erano concepiti per l'immediata eliminazione dei deportati. Solo piccole percentuali di prigionieri venivano selezionati all'arrivo per servire nei Sonderkommando, adibiti al funzionamento delle camere a gas e dei forni crematori. Queste speciali unità di lavoro venivano periodicamente sterminate a loro volta per preservare il segreto circa le operazioni in corso.
  6. ^ Per una disamina più approfondita sul numero delle vittime si veda la voce Campo di sterminio di Bełżec.
  7. ^ Il campo di Bergen-Belsen era originalmente destinato ad ospitare ebrei «privilegiati» da scambiare con cittadini tedeschi in mano agli Alleati, per questo le condizioni di vita nel lager furono inizialmente migliori di quelle riscontrate altrove. L'avanzata sovietica ad Est modificò questo assetto quando migliaia di deportati iniziarono a giungere nel gennaio 1945, dopo estenuanti marce, trovando un campo totalmente impreparato a riceverli. Circa 35.000 deportati morirono nel periodo gennaio-aprile 1945 a causa delle epidemie causate dal sovraffollamento, dalle inesistenti condizioni igieniche e dall'alimentazione insufficiente. Altri 28.000 morirono dopo la liberazione del campo, avvenuta il 15 aprile 1945, ad opera delle forze britanniche. La stima di 63.000 morti non tiene quindi conto dei decessi avvenuti nei due anni precedenti. Si veda: (EN) Bergen-Belsen[collegamento interrotto] dal sito web «Encyclopaedia Britannica Concise». Riportato il 7 marzo 2007.
  8. ^ Tale cifra, comunemente accettata, è probabilmente errata per difetto a causa dell'incompletezza dei documenti rimasti. Si veda: Giorgio Mezzalira e Cinzia Villani (a cura di), Anche a volerlo raccontare è impossibile Archiviato il 20 gennaio 2008 in Internet Archive., serie «I quaderni della memoria» 1/99. Circolo Culturale ANPI di Bolzano, 1999. Riportato il 7 marzo 2007
  9. ^ Rimane documentazione relativa all'uccisione di circa 60 internati, un numero probabilmente errato per difetto. Si veda: Il Lager di Bolzano-Gries Archiviato il 4 aprile 2007 in Internet Archive. dal sito web «A.N.P.I.». Riportato il 7 marzo 2007.
  10. ^ a b I numeri minimi riportati sono stati stabiliti in un rapporto dell'U.S. Army del 25 maggio 1945 sulla base dei documenti confiscati alla liberazione del campo e sono quindi probabilmente errati per difetto. Certamente i prigionieri di guerra sovietici inviati a Buchenwald per essere fucilati non vennero registrati come internati del campo e quindi sono esclusi dal conteggio effettuato dall'esercito statunitense. Gli altri numeri riportati rappresentano una media comunemente accettata, tratta da elaborazioni successive. Per approfondire si veda: (EN) Buchenwald Death Statistics Archiviato il 18 marzo 2007 in Internet Archive. dal sito web «Scrapbookpages.com». Riportato il 7 marzo 2007.
  11. ^ Questo è il numero riportato sul monumento che sorge sul sito del campo di Chelmno e differenzia in 160.000 ebrei polacchi, 20.000 ebrei tedeschi, austriaci e cecoslovacchi e 4.300 zingari. Si veda: Chelmno Death Camp dal sito web «Holocaust Education & Archive Research Team» (non linkabile). Riportato il 7 marzo 2007.
  12. ^ Questo numero venne fornito dal comandante del lager Hans Bothmann ad un altro ufficiale nazionalsocialista nell'estate 1942 parlando di 250.000 corpi già sepolti e altri 100.000 da seppellire a breve. Un numero comunemente accettato si aggira sui 300.000 - 340.000 morti.
  13. ^ Il dato è desunto dai registri ufficiali del campo durante i suoi 12 anni di esistenza. Bisogna però tenere conto che negli ultimi caotici mesi del conflitto molti deportati, trasferiti da altri campi, vennero internati a Dachau senza essere registrati regolarmente.
    • Un rapporto della 7ª Armata USA steso dopo poco la liberazione del campo parla di 229.000 internati nei dodici anni.
    • Si veda: (EN) Dachau Death Statistics Archiviato il 10 febbraio 2007 in Internet Archive. dal sito web «Scrapbookpages.com». Riportato l'8 marzo 2007.
  14. ^ Il dato che si riferisce al solo campo principale di Dachau (sono esclusi i campi satellite) è contenuto in un rapporto nel 1977 a cura dell'International Tracing Service, organismo che fa parte della Croce Rossa Internazionale.
    • Paul Berben, autore di Dachau 1933-1945. The Official History (Londra: The Norfolk Press, 1975. ISBN 0-85211-009-X), effettua una stima di 27.839 vittime solo per il periodo 1940-maggio 1945.
    • Subito dopo la liberazione del campo il generale Eisenhower fece apporre nei pressi del forno crematorio di Dachau un'insegna che riportava la stima di 238.000 morti, una cifra che venne corretta a 238.756 negli anni postbellici ad opera di Phillip Auerbach, un ex-internato. Tale stima eccede il numero totale di deportati transitati a Dachau (che risulta di 206.206) ed è quindi probabilmente errata.
    • Il sindaco di Dachau, Hans Zauner, riferì nel dopoguerra una stima di 20.600 vittime durante l'arco di 12 anni.
    • Si veda: (EN) Dachau Death Statistics Archiviato il 10 febbraio 2007 in Internet Archive., già citato.
  15. ^ (EN) Flossenburg dal sito web «United States Holocaust Memorial Museum». Riportato l'8 marzo 2007.
  16. ^ (EN) U.S. renews bid to banish Nazi suspect dal sito web «CNN.com». Riportato l'8 marzo 2007.
  17. ^ Il numero di «oltre» 74.000 è riportato sulla lapide commemorativa situata a Flossenbürg, anche se gli studi successivi concordano sulla cifra indicativa di 30.000 vittime. Si veda: (EN) Flossenbürg Concentration Camp Site dal sito web «Third Reich in Ruins». Riportato l'8 marzo 2007.
  18. ^ Campo Fossoli-La storia dal sito web «Fondazione Fossoli - Ex-Campo». Riportato l'8 marzo 2007.
  19. ^ Il 12 luglio 1944 vennero fucilati, in località Cibeno, 67 internati politici del campo di Fossoli (Eccidio di Cibeno) come ritorsione per l'uccisione, avvenuta a Genova, di alcuni soldati tedeschi. Si veda: I fucilati al Poligono di Cibeno Archiviato il 30 giugno 2013 in Internet Archive. dal sito web «ANED». Riportato l'8 marzo 2007.
  20. ^ David Silberklang, Yad Vashem Studies, vol. 31, 2003, p. 128, ISBN 965-308-181-0.
  21. ^ Lublin/Majdanek concentration camp : Areas of research, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 24 maggio 2020.
  22. ^ Lublin/Majdanek: Key Dates, su encyclopedia.ushmm.org. URL consultato il 24 maggio 2020.
  23. ^ Copia archiviata, su crdp.ac-reims.fr. URL consultato il 7 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2007).

Voci correlate

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