Issogne
Issogne comune | |
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(IT) Comune di Issogne (FR) Commune d'Issogne | |
Panorama. Sullo sfondo, il vallone di Beaucqueil. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Provincia | Non presente |
Amministrazione | |
Capoluogo | La Place |
Sindaco | Patrick Thuégaz (lista civica Pé Issouègne, Pour Issogne, Per Issogne - Uniti) dal 23-9-2020 |
Lingue ufficiali | Francese, italiano |
Territorio | |
Coordinate del capoluogo | 45°39′N 7°41′E |
Altitudine | 387 m s.l.m. |
Superficie | 23,61 km² |
Abitanti | 1 289[2] (30-04-2024) |
Densità | 54,6 ab./km² |
Frazioni | Barmet, Clapeyas, Favad, Fleuran, Follias, La Colombière, La Place, La Ronchaille Dessous, La Ronchaille Dessus, Les Garines, Les Genot, Les Magaret, Les Mariette, Les Magot, Les Perruchon, Mure, Pied-de-ville, Sommet-de-ville |
Comuni confinanti | Arnad, Champdepraz, Champorcher, Pontboset, Verrès |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 11020 |
Prefisso | 0125 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 007037 |
Cod. catastale | E371 |
Targa | AO |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 786 GG[4] |
Nome abitanti | (FR) Issogneins[1] |
Patrono | santa Maria Assunta |
Giorno festivo | 15 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di Issogne all'interno della Valle d'Aosta | |
Sito istituzionale | |
Issogne (pron. fr. AFI: [isɔɲ] - Issoueugne in patois locale, Issinji nella variante walser Töitschu[5]) è un comune italiano sparso di 1 289 abitanti[2] della Valle d'Aosta sudorientale.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Territorio
[modifica | modifica wikitesto]Posto sulla destra orografica del fiume Dora Baltea esso si estende su una superficie di 23,77 km², per la maggior parte occupata da boschi. Il capoluogo (località La place) ha un'altitudine di 387 m s.l.m.
A monte del capoluogo si estende il vallone di Brenve, solcato dal torrente Beaucqueil.
- Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa)[6]
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Storia
[modifica | modifica wikitesto]Da Issogne, in epoca romana, passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.
In epoca fascista, il comune fu accorpato a quello di Castel Verres.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica dell'11 giugno 1997.[7]
«Semitroncato partito: nel PRIMO, d'argento, al capo di rosso, alla banda sul tutto di nero, caricata in capo dalla moscatura d'ermellino, d'oro; nel SECONDO, d'azzurro, al ricciolo di pastorale, d'oro; nel TERZO, d'oro, alla fontana formata dalla vasca ottagonale di pietra al naturale, colma d'acqua dello stesso, cimata dall'albero di verde, fogliato con ventitré foglie di quercia, di verde, e fruttato con diciotto melegrane di rosso, munito in basso di due rami tronchi, arcuati verso la punta, con due getti d'acqua al naturale, fluenti in palo nella vasca. Ornamenti esteriori da Comune.»
La prima partizione riprende lo stemma di Giorgio di Challant, priore di Sant'Orso, canonico della primaziale di Lione e signore del feudo d'Issogne; il pastorale ricorda che, prima di essere ceduta agli Challant, la signoria d'Issogne dipendeva dai vescovi di Aosta — in condominio con i signori di Verrès (De Verrecio) —, ai quali si deve la concessione, verso la metà del Duecento, della prima carta di franchigie che costituisce la più antica testimonianza dell'esistenza della comunità locale. Nella parte sinistra dello scudo è riprodotta la fontana del melograno in ferro battuto, che si trova al centro del cortile del castello e ne costituisce la maggiore attrattiva artistica.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di nero.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Il paese si è sviluppato attorno al castello. Si segnala anche la presenza della Tour de la Colombière, del XV secolo, a sud-est del castello.
Castello di Issogne
[modifica | modifica wikitesto]Il castello di Issogne sorge sopra un'antica villa romana, ma i primi documenti, in cui si fa riferimento a una torre del Vescovo di Aosta, risalgono al XII secolo. Nel 1379 il territorio passa a Yblet de Challant, che mette mano alla costruzione e inizia a ingrandirla. Ma è solo con Georges de Challant che il castello assume l'aspetto e la fama attuale, grazie al famoso ciclo di affreschi delle lunette, alla celeberrima fontana del melograno e agli stemmi araldici dipinti sulle pareti esterne. Austero nella forma e nei colori all'esterno, ma ricchissimo all'interno, oltre ad essere residenza dei Conti di Challant ha ospitato nei loro passaggi imperatori (Sigismondo di Lussemburgo) e Re di Francia (Carlo VIII). Il massimo splendore raggiunto con René de Challant coincide con l'inizio del declino, che ha termine alla fine dell'Ottocento grazie al pittore torinese Vittorio Avondo, fine restauratore, che lo ha salvato dall'abbandono e donato allo Stato Italiano. Dal dopoguerra appartiene al patrimonio della regione autonoma Valle d'Aosta.
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- La torre La Colombière, colombaia a sud-est del castello, della fine del XV secolo
Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta
Chiesa di Saint-Solutor
[modifica | modifica wikitesto]Altro monumento di notevole importanza storica è la chiesa in stile romanico di Saint-Solutor, circondata dal cimitero e stretta fra la Dora Baltea e la roccia ai limiti di Fleuran. Gli elementi architettonici più antichi della chiesa risalgono, pare, al X secolo. Essa presenta un'anomalia tecnica nell'arte romanica: il suo orientamento è infatti spostato di 85° verso sud rispetto al classico asse est-ovest. Sulla facciata è visibile un affresco del XV secolo raffigurante San Cristoforo. All'interno si può ammirare un altare in legno scolpito.
Aree naturali
[modifica | modifica wikitesto]Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[8]
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Biblioteche
[modifica | modifica wikitesto]In località La Colombière 18 ha sede la biblioteca comunale.
Cucina
[modifica | modifica wikitesto]- La piata[9]
- Papaveri e patate in fricassea
- Frittata di luppolo selvatico (lavortén) con polenta
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Fa parte dell'Unité des Communes valdôtaines Évançon.
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
17 giugno 1985 | 18 maggio 1990 | Corrado Duguet | Partito Comunista Italiano | Sindaco | [10] |
18 maggio 1990 | 29 maggio 1995 | Corrado Duguet | Partito Comunista Italiano, Partito Democratico della Sinistra | Sindaco | [10] |
12 giugno 1995 | 8 maggio 2000 | Luciano Morelli | Progressisti | Sindaco | [10] |
8 maggio 2000 | 9 maggio 2005 | Luciano Morelli | lista civica | Sindaco | [10] |
9 maggio 2005 | 23 maggio 2010 | Luciano Morelli | lista civica | Sindaco | [10] |
24 maggio 2010 | 11 maggio 2015 | Battistino Delchoz | lista civica | Sindaco | [10] |
11 maggio 2015 | 23 settembre 2020 | Battistino Delchoz | Sindaco | ||
23 settembre 2020 | In carica | Patrick Thuégaz[11] | Lista civica | Sindaco |
Sport
[modifica | modifica wikitesto]In questo comune si gioca a palet, caratteristico sport tradizionale valdostano.[12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Joseph-Gabriel Rivolin, Les noms des familles valdôtaines, in Le Messager valdôtain - almanach illustré, Typographie valdôtaine, Aosta.
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2024 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Michele Musso, Imelda Ronco, D'Eischemtöitschu : vocabolario töitschu-italiano, Walser Kulturzentrum, Gressoney-Saint-Jean, ed. Musumeci, Quart, 1998, p. 299-300.
- ^ Le zone sismiche in Italia: Valle-Aosta, statistica 2006, www.abspace.it
- ^ D.P.R. di concessione 11 giugno 1997 (PDF).
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Le piate di Issogne. Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ a b c d e f http://amministratori.interno.it/
- ^ Patrick Thuégaz sindaco a Issogne. - bobine.tv
- ^ Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN 978-88-7032-878-3.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Abbé Louis Bonin, Vallée de Challand - Brusson - Guide et folk-lore, Mondovì, Mondovì Tipografia Commerciale, 1928.
- Omar Borettaz, Sandra Cout, Issouegne: histoire, lieux, personnages du vieil Issogne, Imprimerie Paroissiale, Issogne, 1990
- Guida Rurale della Valle d'Aosta. Comunità Montana Evançon, Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali - Regione Autonoma Valle d'Aosta, 2009.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Issogne
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, FR) Sito ufficiale, su comune.issogne.ao.it.
- Issogne, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 147935996 · LCCN (EN) n2001006265 · J9U (EN, HE) 987007494243005171 |
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