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Guglielmo Pepe

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Guglielmo Pepe

Comandante supremo dell'esercito costituzionale napoletano
Durata mandato6 luglio 1820 –
20 marzo 1821
Capo del governoGiunta provvisoria
PredecessoreCarica istituita
SuccessoreRepressione dei moti liberali

Dati generali
Partito politicoMurattiani
Partito Moderato
Titolo di studioAccademia militare
ProfessioneMilitare, storico
Guglielmo Pepe
Guglielmo Pepe al Ponte della Maddalena presso Napoli
NascitaSquillace, 13 febbraio 1783
MorteTorino, 8 agosto 1855
Luogo di sepolturaCimitero di Poggioreale a Napoli
ReligioneCristiana cattolica
Dati militari
Paese servito Regno di Napoli
Repubblica Napoletana
Francia (bandiera) Francia
Regno di Napoli
Regno delle Due Sicilie
Repubblica di San Marco
Forza armata Esercito del Regno di Napoli
Esercito delle Due Sicilie
Impero francese (bandiera) Grande Armata
ArmaEsercito
CorpoLegione Italica
GradoGenerale di divisione
ComandantiNapoleone Bonaparte
Gioacchino Murat
GuerreSeconda coalizione
Guerra d'indipendenza spagnola
Sesta coalizione
Guerra austro-napoletana
Moti del 1820-1821
Prima guerra d'indipendenza italiana
CampagneCampagna d'Italia (1800)
Campagna d'Italia (1813-1814)
BattaglieBattaglia di Varallo
Battaglia di Marengo
Battaglia di San Maurizio
Battaglia del Taro (1814)
Battaglia di Carpi (1815)
Battaglia di Rieti-Antrodoco
Studi militariScuola militare "Nunziatella"
PubblicazioniMemoria sui mezzi che menano all'italiana indipendenza (1833)
L'Italia militare (1836)
L'Italia politica (1839)
Memoria intorno alla sua vita e ai recenti casi d'Italia (1846)
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Guglielmo Pepe (Squillace, 13 febbraio 1783Torino, 8 agosto 1855) è stato un generale, patriota e storico italiano che servì nell'Esercito delle Due Sicilie, sposato con Marianna Coventry[1] e fratello di Florestano Pepe.

Entrò nell'esercito in giovane età, nella Scuola militare "Nunziatella" dove venivano formati gli ufficiali dell'esercito del Regno di Napoli; nel 1799 a Napoli si schierò a difesa della Repubblica Partenopea. A seguito della sconfitta della Repubblica contro le truppe borboniche del cardinal Ruffo, essendo stato ferito e catturato nella decisiva battaglia presso il ponte della Maddalena, venne liberato, in quanto ancora sedicenne, e poi esiliato in Francia, dove entrò nell'esercito di Napoleone, distinguendosi in molte battaglie, sia al servizio di Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, che di Gioacchino Murat.

Prese parte alla rivoluzione napoletana del 1820 e fu sconfitto al confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli dagli austriaci del generale Johann Maria Philipp Frimont in quella che è ricordata come la prima battaglia del Risorgimento, cioè la battaglia di Colle di Lesta (7-10 marzo 1821)[2]; ripiegando verso le gole di Antrodoco (allora appartenente alla provincia dell'Aquila, nel Regno di Napoli, oggi in provincia di Rieti), fu inseguito dagli austriaci, i quali, la mattina del 10 marzo, vinte le ultime resistenze napoletane nei pressi del santuario della Madonna delle Grotte, si portarono così verso L'Aquila, che occuparono alle sette della sera di quello stesso giorno.[3]

La mattina del 24 marzo, per la via Toledo, Frimont entrò trionfante in Napoli e tutte le conquiste della rivoluzione napoletana del 1820 vennero immediatamente soppresse.[4]

In seguito comandò il corpo spedito da Ferdinando II contro gli austriaci nel 1848, impegnandosi nella difesa di Venezia, affidatagli da Daniele Manin, nel 1848 e 1849. Nuovamente sconfitto ed esiliato, emigrò a Parigi; quindi rientrò in Italia, passando i suoi ultimi giorni a Torino. Fu una delle più significative figure del Risorgimento italiano, celebre anche perché, non solo si impegnò nei movimenti repubblicani, ma scrisse pure numerosi libri per raccontare gli eventi ed esortare alla lotta per l'Italia unita.

Targhe commemorative e monumenti dedicati a Guglielmo Pepe

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In molte delle principali città italiane, tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna, Modena, Campobasso ed altre, esistono vie o piazze intitolate a Guglielmo Pepe.

  1. ^ Mary Ann Coventry (Douglas, Scozia, 7 maggio 1789 – Taranto, 9 marzo 1865), era vedova del linguista scozzese John Gilchrist.
  2. ^ Angelo Sacchetti Sassetti, Rieti nel Risorgimento italiano, 1911.
  3. ^ Lino Martini, Sulla Battaglia di Rieti-Antrodoco 7-10 marzo 1821 Studio storico-critico.
  4. ^ (DE) Diplomatisches Archiv für die zeit-und Staatengeschichte das jahr 1821, Erster band, Stuttgart und Tübingen, 1850.
  • Relazione delle circostanze relative agli avvenimenti politici e militari in Napoli nel 1820 e 1821, diretta a S.M. il Re delle Due-Sicilie [...], Parigi, 1822;
  • Memorie del generale Guglielmo Pepe intorno alla sua vita e ai recenti casi d'Italia scritte da lui medesimo; prima edizione stampata a Parigi (Parigi, Baudry, Libreria Europea, 1847), della quale esiste una versione precedente in inglese; ne esiste anche un'edizione stampata a Lugano lo stesso anno di quella Parigina (l'edizione pubblicata a Parigi è precedente in quanto viene richiamata nell'introduzione dell'edizione Svizzera);
  • L'Italie politique et ses rapports avec la France et l'Angleterre, Venezia, 1848, già pubblicata in forma anonima nel 1839;
  • Casi d'Italia negli anni 1847, 48 e 49: continuazione delle memorie del generale Guglielmo Pepe, Genova, 1851; pubblicata in versione preliminare a Torino nel 1850.
  • La versione francese della precedente Histoire des révolutions et des guerres d'Italie en 1847, 1848 et 1849, Bruxelles, Meline, Cans et Compagnie, 1850
  • L'Italia militare e la guerra di sollevazione, 2ª edizione aumentata, Venezia, 1849 la prima è di Parigi L'Italia militare, Parigi, Delaforest, 1836 (anche in francese)
  • Luca Manfredi, L'uomo delle tre rivoluzioni. Vita e pensiero del generale Guglielmo Pepe, Foggia, Bastogi Editrice Italiana, 2009. ISBN 978-88-6273-162-1.
  • Francesco Carrano, Vita di Guglielmo Pepe, Torino, Tipografia Nazionale di G. Biancardi, 1857.
  • Agenore Gelli, Guglielmo Pepe per Agenore Gelli, Estratto dalle "Letture di Famiglia", Serie Novissima, Vol. 1, Firenze, Coi Tipi di M. Cellini e Co. alla Galileiana, 1865.
  • Lino Martini, Sulla Battaglia di Rieti-Antrodoco 7-10 marzo 1821, Rieti 2015, Studio storico-critico. ISBN 978-88-940765-0-9.

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