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Da Romano

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Da Romano
Stato
Titoli
Fondatore
  • Arpone (leggendario)
  • Ecelo (primo membro attestato)
Ultimo sovranoAlberico da Romano[N 1]
Data di fondazioneXI secolo
Data di estinzione1260[N 2]

I da Romano, altrimenti detti Ezzelini, furono un'antica famiglia feudale, di probabili origini germaniche, che segnò la storia dell'odierno Veneto tra il XII e il XIII secolo.

Il loro più celebre esponente fu Ezzelino III (1194-1259), abile uomo politico ma anche spietato condottiero che, sfruttando l'alleanza con Federico II di Svevia, riuscì a costituire un esteso dominio personale che andava dall'Oglio e dal Po fino a Trento e alla Marca Trevigiana[1]. Con la sua fine la famiglia cadde in rovina: morto mentre era prigioniero degli avversari guelfi, la sua eredità fu raccolta dal fratello Alberico che, tuttavia, fu massacrato poco dopo assieme ai figli[2].

La tradizione, riferita dalla Cronica di Rolandino da Padova, crede che il capostipite dei da Romano fosse un certo Arpone, un modesto soldato (ab uno equo "con un solo cavallo") sceso in Italia nel 1036 al seguito di Corrado II il Salico[3][4]. Il primo membro storicamente accertato è invece Ecelo (o Ezzelo), citato, spesso accanto alla moglie Gisla, in alcuni documenti a partire dagli anni 1070[4].

Verosimilmente gli antenati di Ecelo erano di origini germaniche, ma non è possibile dire in che periodo fossero giunti in Italia[4]. Certamente dovevano esservisi radicati da tempo: nel 1085 lo stesso Ecelo fece una cospicua donazione al monastero di Sant'Eufemia di Villanova, dimostrando come la sua famiglia dovesse essere dotata di un patrimonio consistente, che non poteva aver accumulato in soli cinquant'anni. Gina Fasoli ha ipotizzato che un avo degli Ezzelini potrebbe essere un certo Azeli, missu domini Ottonis citato in un documento del 998[3].

In uno scritto del 1076 Ecelo si autodefinì come "da Onara e da Romano", due località fortificate in posizione strategica lungo il corso del fiume Brenta. Romano, in particolare, rappresentava un insediamento di una notevole importanza, posto ai piedi delle Prealpi Venete e all'inizio del percorso Canale del Brenta-Valsugana che consentiva i collegamenti tra i due versanti delle Alpi[3][4]. A questi feudi se ne aggiunsero molti altri nei decenni successivi: la curtis di Godego (citata tra i loro possedimenti dal 1159), i castelli di Zumelle, Mussolente e Oderzo (1193), Marostica (1218), Maser (1221)[3].

In quest'area di influenza convergevano, in modo non sempre preciso, i confini di Treviso, Vicenza e Padova e transitavano le loro principali vie di comunicazione. Queste città, a partire dalla metà del XII secolo si diedero delle istituzioni di tipo comunale, inserendosi come nuove entità politiche nello scontro che opponeva Papato e Impero. Numerose famiglie nobili, e così anche i da Romano, furono attratte da questi nuovi centri di potere e si avvicinarono sempre più alla vita pubblica cittadina[3][4].

Il secondo esponente di rilievo è Ezzelino I (detto "il Balbo") figlio di Alberico di Ecelo. Viene citato per la prima volta nel 1135, quando fu presente alla vendita di una massaricia da parte di due coniugi di Mestre - allora sottoposta a Treviso - al monastero veneziano dei Santi Secondo ed Erasmo[4].

Ezzelino I divenne sempre più potente in terre e ricchezze, e fu un sostenitore e uno dei capi della Lega Lombarda, fondata per contrastare Federico I Barbarossa in Italia.

Da Ezzelino I nacque Ezzelino II (o Ecelino II). Costui (poi noto come il Monaco per essersi nel 1221 ritirato a vita religiosa), tosto della gloria paterna, fu podestà di Treviso nel 1191, di Verona nel 1200, di Vicenza nel 1211. Fu sotto di lui che venne distrutto Onara, il castello storico di famiglia.

Dopo ben tre matrimoni, da Ezzelino II e dalla quarta moglie nacquero molti figli, tra cui tre dei più noti esponenti: Ezzelino III, Alberico II e Cunizza, quest'ultima ricordata da Dante Alighieri e da lui posta nel suo Paradiso (Divina Commedia).

Ma fu proprio tramite Ezzelino III che la famiglia raggiunse l'apice della potenza e grazie al quale essa stessa è maggiormente nota. Egli, al contempo alleato e nemico di Federico II di Svevia, fu il più distinto tra i ghibellini e la sua ambizione lo fecero divenire un personaggio potente e temibile, tanto da arrivare ad assumere gli atteggiamenti propri di un tiranno; tutto ciò, infatti, gli valsero il soprannome di Ezzelino III il Terribile. Ferito dai crociati di papa Alessandro IV, venne poi fatto prigioniero e rinchiuso a Soncino, ove morì. Sempre Dante lo pone nel suo Inferno.

Dopo la morte del Terribile, la Marca Trevigiana si ribellò alla sua famiglia e Alberico fu costretto con la sua famiglia a fuggire e rifugiarsi nel castello di San Zenone, ma, tradito, venne fatto prigioniero. Così, condannati a morte, gli ultimi esponenti della casata furono trucidati il 26 agosto 1260.

Stemma del comune di Romano d'Ezzelino (a sinistra) e spilla trecentesca con lo stemma di Luigi d'Ungheria.

A causa della damnatio memoriae perpetuata dopo la fine della famiglia, lo stemma dei da Romano non è noto.

Nel 1779 Giambattista Verci inserì nella sua Storia degli Ecelini la riproduzione di uno stemma che attribuì con sicurezza ai da Romano basandosi, a suo dire, su testimonianze dell'epoca o di poco posteriori. Era scolpito a bassorilievo su una lapide collocata nella loggia della corte maggiore del castello di Padova. Le teorie del Verci furono accolte dal genealogista Pompeo Litta che, nel suo Famiglie celebri italiane, riportò una versione a colori dell'arma con tanto di blasonatura.

Queste rappresentazioni furono subito adottate dalla pittura ottocentesca a tema storico (la stessa che raffigurava Ezzelino III come un uomo barbuto e arcigno) e ad esse si ispirarono i comuni di Romano d'Ezzelino e di San Zenone degli Ezzelini per realizzare i rispettivi stemmi.

L'arma descritta dal Verci non ha però nulla a che vedere con quello dei da Romano, come dimostrato sin dal 1896 da Francesco Franceschetti. Si tratta infatti dello stemma di re Luigi d'Ungheria, derivante a sua volta dallo stemma degli Arpadi (partito con le fasce) e degli Angioini (partito con i gigli). Il sovrano fu alleato e amico di Francesco il Vecchio da Carrara e il suo blasone ricorre varie volte nel castello, che fu restaurato proprio dal signore di Padova[5].

La dinastia degli Ezzelini è, ad oggi, completamente estinta.[6]

Albero genealogico essenziale

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 Arpone
capostipite
 
 
 Ecelo I
 
  
Ecelo II
Alberico I
 
 
 Ezzelino I, detto "il Balbo"
 
 
 Ezzelino II, detto "il Monaco"
 
  
 Ezzelino III, detto "il Terribile"
Alberico II

Albero genealogico completo

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 Arpone[N 3]
capostipite
 
 
 Ecelo I[N 4]
† post 1091
cavaliere di ventura
⚭ Gisla
 
  
 Ecelo II[N 5]
⚭ Aica
 Alberico I[N 6]
† ante 1154
⚭ Cunizza
  
   
 donna ignota
⚭ Giacomo del Corvo, nobile di Treviso
donna ignota
⚭ Geremia da Limena, nobile di Padova
Ezzelino I, detto "il Balbo"[N 7]
† post 1182
condottiero e podestà
⚭ Auria di Riccardo da Baone
 
    
 Giovanni[N 8]
⚭ Beatrice di Albertino da Baone
Ezzelino II, detto "il Monaco"
condottiero
Agnese d'Este
Speronella Dalesmanni
Cecilia da Baone e Abano
Adelaide da Mangona
 Cunizza
1191
⚭ Tiso da Camposampiero
Gisla[N 9]
⚭ Guecello, conte di Porzia e Prata (?)
  
           

Palma
1218
⚭ Valpertino da Cavaso, o detto "di Onigo"

Agnete
⚭ Giacinto de' Guidotti

Cunizza[N 10]
† post 1279
Riccardo di Sambonifacio
Aimerio da Breganze
uomo ignoto da Verona

Emilia o Imigla[N 11]
1289
⚭ Alberto de' Conti

Soffia
Enrico II da Egna
Salinguerra Torelli
 
Ezzelino III, detto "il Terribile"
† 27 settembre 1259
podestà e condottiero
Zilia di Sambonifacio
Selvaggia di Svevia
Isotta Lancia
Beatrice di Buontraverso de' Maltraversi
 
Alberico II
† 26 agosto 1260 (ucciso)
podestà, condottiero e trovatore
Beatrice da Vicenza
Margherita

Palma Novella
⚭ Alberto, conte di Baone
Adelasia[N 12] [illegittima]
Fioramonte[N 13] [illegittimo]
1255
Gherardo da Camposampiero
    
            
 Ansedisio de' Guidotti[N 14]
1258
 
Enrico III da Egna
politico e militare
 Pietro[N 15] [illegittimo]

Alberico
† 26 agosto 1260
(decapitato)

Romano
† 26 agosto 1260
(decapitato)

Ugolino
† 26 agosto 1260
(decapitato)

Giovanni
† 26 agosto 1260
(decapitato)

Griseide o Lisia
† 26 agosto 1260
(bruciata)

Tornalasce
† 26 agosto 1260
(bruciata)

Amabilia o Palmeria
† 26 agosto 1260
(bruciata)
Ezzelino
1243
(in battaglia)
Adelaide[N 16]
1251
(avvelenata)
Rinaldo I d'Este

Personaggi illustri

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Ritratto di Ezzelino III da Romano, detto il Terribile, opera olio su tela di Cristofano dell'Altissimo, XVI secolo

Domini dinastici

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Oltre alle diverse località interessate dalle vicende storiche del casato degli Ezzelini è notevole l'elenco delle stesse dove, secondo recenti studi,[7] risultavano insediati i patrimoni immobiliari all'epoca del loro annientamento nel 1260; sono località che interessano diverse province della parte nord orientale della penisola italiana.

Località dell'attuale provincia di Vicenza

Proprietà immobiliari al 1260, secondo i confini comunali odierni

Località dell'attuale provincia di Treviso

Località dell'attuale provincia di Padova

Località dell'attuale provincia di Belluno

Località dell'attuale provincia di Venezia

  • Mussa, castello con curia scomparso, nell'area attualmente occupata dalla frazione di Mussetta di Sopra e dal quartiere di Mussetta di Sotto di San Donà di Piave; il castello amministrava i territori vicini di Fossalta di Piave, Croce, Losson di Meolo [senza fonte]
  • Croce, località di Musile di Piave
  • Meolo

Località dell'attuale provincia di Verona

Località dell'attuale provincia di Pordenone

Località dell'attuale provincia di Trento

Località dell'attuale provincia di Mantova

Annotazioni

  1. ^ Dopo la morte di Ezzelino III il Terribile, la marca Trevigiana si ribellò contro la famiglia. Perciò Alberico, fratello di Ezzelino III, si rifugiò con la famiglia nel castello di San Zenone. Ma per tradimento fu fatto prigioniero. Così uno dopo l'altro tutti i suoi figli maschi vennero decapitati, mentre la moglie e le figlie femmine vennero arse vive, ed infine toccò a lui e il suo corpo, legato e trascinato da un cavallo, venne poi fatto a pezzi e bruciato. Con la morte sua e della sua prole si estinse la dinastia degli Ezzelini.
  2. ^ Alberico da Romano e tutta la sua famiglia vennero sterminati il 26 agosto del 1260 e con loro si estinsero gli Ezzelini.
  3. ^ Arpone era, per nascita e origini, di stirpe germanica e professava legge salica. La sua provenienza potrebbe essere individuata nelle terre della Germania ai confini con la Francia.
  4. ^ Ecelo I fu un cavaliere al servizio dell'imperatore Corrado II il Salico e, per i suoi servigi militari, ottenne da quest'ultimo i castelli di Onara e Romano nell'XI secolo. Dal primo di questi castelli derivò il cognome iniziale della dinastia, i cui membri furono noti come i Da Onara. Ecelo fu tra i più ricchi signori della Marca Trevigiana.
  5. ^ Ecelo II successe nei feudi il padre, insieme al fratello Alberico. Sempre con il fratello, fu tra i principali fautori del monastero di Campese, che divenne il mausoleo di tutta la sua stirpe (ad eccezione della sepoltura del primo e dell'ultimo degli Ezzelini).
  6. ^ Alberico successe nei feudi il padre, insieme al fratello Ecelo II. Sempre con il fratello, fu tra i principali fautori del monastero di Campese, che divenne il mausoleo di tutta la sua stirpe (ad eccezione della sepoltura del primo e dell'ultimo degli Ezzelini). Alla morte del fratello, privo di eredi maschi, si riunirono tutti i feudi familiari.
  7. ^ Ezzelino I, ricchissimo e potente, fu un condottiero e podestà ed uno dei sostenitori, nonché uno dei capi, della Lega Lombarda, fondata per contrastare Federico I Barbarossa in Italia.
  8. ^ Giovanni era il primogenito tra i figli di Ezzelino I e Auria.
  9. ^ Il matrimonio tra Gisla e Guecello, conte di Porzia e Prata, non è da tutti condiviso. Infatti, potrebbe essere stata la sorella stessa, Cunizza, a sposare e poi divorziare da Guecello.
  10. ^ La fama di Cunizza è indissolubilmente legata alle sue vicende amorose, passionali, avventurose: sposata a Riccardo di Sambonifacio, viene fatta fuggire dal poeta e cavaliere Sordello da Goito, poi scappò innamorata con Bonio da Treviso (rimasto ucciso nell'assedio cittadino durante la guerra tra i fratelli Ezzelino e Alberico), poi si sposò altre due volte. La memoria della sua storia è principalmente data dalla sua presenza nel Canto IX del Paradiso (Divina Commedia) di Dante Alighieri. Parlano di lei anche Rolandino da Padova e i trovatori Jaufre Reforzat de Trets, Uc de Saint Circ e Johanet d'Albusson, Peire Guilhem de Luserna.
  11. ^ Nel 1289 l'Inquisizione le tolse ogni bene, forse perché morta in eresia o semplicemente per l'odio verso la famiglia alla quale apparteneva.
  12. ^ Adelasia nacque illegittima dal rapporto di Ezellino II con Maria da Camposampiero, figlia di Gherardo da Camposampiero. Quest'ultimo era nipote di Ezzelino II poiché era figlio di sua figlia Cunizza da Romano e di Tiso da Camposampiero, facendo quindi di Maria la sua pronipote.
  13. ^ Fioramonte, nato illegittimo, venne fatto torturare e assassinare dal suo stesso padre, poiché quest'ultimo sospettava un suo possibile tradimento.
  14. ^ Ansedisio, figlio di Giacinto de' Guidotti e Agnete da Romano, fu un crudele ministro della volontà del nonno Ezzelino II in Padova. Venne fatto assassinare dal nonno stesso quando perse la città.
  15. ^ Pietro nacque illegittimo dal rapporto di Ezzelino III con Gisla, moglie di un gentiluomo della famiglia Bonici di Padova. Nel 1246 venne accusato di aver fatto parte di una congiura contro il padre stesso e quest'ultimo lo condannò a morte, ma dopo le suppliche della madre, la pena gli fu commutata nella prigionia perpetua nel castello di Angarano.
  16. ^ Adelaide sposò Rinaldo I d'Este nel 1235. Le nozze furono stabilite dal 1233 dal religioso Giovanni da Schio, nella speranza di conciliare le due stirpi, quella degli Ezzelini e quella degli Estensi. Nel 1239 i due sposi furono esiliati in Puglia da papa Gregorio IX, per timore dei guelfi. Sia lei sia il marito trovarono la morte per avvelenamento nel 1251, non lasciando eredi legittimi.

Fonti

  1. ^ Ezzelino III da Romano, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 12 gennaio 2023.
  2. ^ Romano, Alberico da, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 12 gennaio 2023.
  3. ^ a b c d e Guido Rosada, Il castello da Romano sul Colle Bastia ...intra Rialto e le fontane di Brenta e di Piava..., Treviso, Canova, 2000, p. 28, ISBN 88-87061-83-1.
  4. ^ a b c d e f Remy Simonetti, ROMANO, Ezzelino I da, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 88, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2017. URL consultato il 6 ottobre 2017.
  5. ^ Lo stemma di Ezzelino, su muradipadova.it. URL consultato il 13 gennaio 2023.
  6. ^ Famiglie celebri di Italia. Ecelini, già Onara poi Da Romano / Litta, Pompeo (1781-1851).
  7. ^ Gian Paolo Bustreo, rielaborazione da una cartina presente nel “Catalogo”, voce 1
  • Pompeo Litta Biumi, Famiglie celebri di Italia. Ecelini, già Onara poi Da Romano, Milano, 1820. Ospitato su https://gallica.bnf.fr.
  • Carlo Bertelli, Giovanni Marcadella (a cura di), Ezzelini, Signori della marca nel cuore dell'Impero di Federico II, Catalogo della mostra tenutasi a Bassano del Grappa, Palazzo Bonaguro, dal 16 settembre 2001 al 6 gennaio 2002, Comune di Bassano del Grappa, 2001.
  • Giovanni Battista Verci, Storia degli Ecelini, Codice Diplomatico Eceliniano, Bassano, St. Remondini, 1779.
  • Giovanni Battista Verci, Storia degli Ecelini, Venezia, St. Fontana, 1841.
  • Giovanni Battista Verci, Storia della Marca Trivigiana e Veronese, Venezia, Storti, 1786-1791, ristampa anastatica Bologna, Sala Bolognese Forni, 1980.
  • Rolandino, Vita e morte di Ezzelino da Romano (Cronaca), Flavio Fiorese (a cura di), Fondazione Lorenzo Valla (maggio 2010).

Voci correlate

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