Barite
Barite | |
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Classificazione Strunz | 7.AD.35 |
Formula chimica | BaSO4 |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | trimetrico[1][2] |
Sistema cristallino | ortorombico[1][2] |
Parametri di cella | a = 8.884(2) Å, b = 5.457(3) Å, c = 7.157(2) Å[1][2] |
Gruppo puntuale | 2/m 2/m 2/m[1][2] |
Gruppo spaziale | Pbnm[1], Pnma[2] |
Proprietà fisiche | |
Densità | 4,5[1][2] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 3[1], oppure 3-3,5[2] |
Sfaldatura | perfetta[1][2] |
Frattura | irregolare[1][2] |
Colore | incolore, bianco, grigio, marrone chiaro, marrone scuro, giallastro[1][2] |
Lucentezza | vitrea[1][2], perlacea[2] |
Opacità | trasparente, traslucida, opaca[1][2] |
Striscio | bianco[1][2] |
Diffusione | diffusa[3] |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La barite (conosciuta anche come Baritina, nome in disuso[4]) è un minerale di bario appartenente al gruppo della celestina; consiste di solfato di bario, ha densità relativa 4,5 e durezza 3 nella scala di Mohs. È un solido cristallizzante nel sistema ortorombico, si presenta generalmente incolore o bianco allo stato puro, può essere anche colorato in giallo o azzurro. Costituisce la ganga di vari metalli.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Deriva dal termine greco barys (pesante), in riferimento al suo elevato peso specifico.[5]
Abito cristallino
[modifica | modifica wikitesto]Si presenta in cristalli con abiti molto diversi, spesso ricchi di facce, tabulari, fibrosi, oppure in cristalli prismatici da tozzi a lunghi, oppure ancora in forma lamellare con cristalli appiattiti e concresciuti.[1][6]
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]Si trova come ganga di filoni idrotermali di media e bassa temperatura.[3] Si trova anche in vene e cavità di sostituzione nei calcari e nelle dolomie, associata a minerali metalliferi, calcite e quarzo.[3] Compare anche in depositi chimici di sorgenti termali e in depositi chimici dei diaspri ferro-manganeisici e nelle cavità di rocce basaltiche.[3]
Forma in cui si presenta in natura
[modifica | modifica wikitesto]I cristalli della barite sono prevalentemente tabulari, limpidi o variamente colorati, ma può anche presentarsi in aggregati crestati (che ricordano un profilo montagnoso), in rosette o aggregati granulari.[6] Si riconosce facilmente per l'elevato peso specifico, la mancanza di effervescenza al contatto con gli acidi e per la sfaldatura in forme di parallelepipedo.
Utilizzi
[modifica | modifica wikitesto]Principale fonte di bario nel mondo. Usato anche per la preparazione di altri composti di bario.[3]
In forma granulare viene mischiata al cemento allo scopo di migliorarne le proprietà schermanti nei confronti delle radiazioni (Calcestruzzo Baritico); In forma polverulenta con dimensioni di 70 micron viene utilizzata insieme alla bentonite per formare i fanghi delle perforazioni petrolifere; impiegata anche come mezzo di contrasto, somministrati oralmente o per via rettale per aumentare il contrasto degli esami medici radiografici del sistema digestivo; usata anche nella produzione di carta e gomma e per la produzione di pigmento bianco pregiato (ad es. litopone).[3]
Note storiche
[modifica | modifica wikitesto]La barite, una volta macinata e calcinata, si trasforma in solfuro di bario, di cui all'inizio del secolo XVII si osservò la capacità di trattenere la luce solare e riemetterla per un certo tempo; questa scoperta, avvenuta a Bologna, rappresenta la prima osservazione del fenomeno della fosforescenza[7]. In seguito a questa scoperta, la barite divenne nota come Pietra di Bologna o, meno frequentemente, come pietra luciferina, pietra di luna, spongia lucis (spugna di luce), lapis illuminabilis (pietra illuminabile), lapis lucifer e pietra fosforica (in entrambi i casi, "portatrice di luce") e phosphorus. Alla barite già baritina o solfato di bario si riferisce probabilmente Blaise Pascal quando parla di Spongia Solis nei "Pensieri": cap V Miseria e Grandezza dell'Uomo, par 2 Le facoltà ingannatrici, lett c) l'immaginazione, n. 246.
Varietà
[modifica | modifica wikitesto]La radiobarite è una varietà di barite contenente radio.
Luoghi di ritrovamento
[modifica | modifica wikitesto]Cristalli ben formati provengono da Alston (Cumbria, Inghilterra), Baia Sprie (Romania), Příbram (Repubblica Ceca), Freiberg (Germania), Elk Creek (Dakota del Sud) e altrove negli USA, nel Sahara.[3][6]
In Italia si ritrova a Storo (Trento), in una miniera a Catanzaro con linarite e connellite, Cortabbio (Lecco), In Sardegna nelle località di Nuxis (nella varietà "mielata"), Guspini, Villamassargia (varietà a punta di lancia) e Fluminimaggiore. Nei pressi di Bologna (Parco di Monte Paderno), nella Riserva naturale Calafuria (Livorno) e nell'Appennino piacentino.[3]
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Nel romanzo autobiografico della Ginzburg Lessico famigliare, una parente dell’autrice è soprannominata in famiglia “la barite” perché ripete spesso cosa aveva appreso sulla presenza, ubiquitaria e massiccia, della barite in qualsiasi composto (secondo lei, persino nel pane).
Note
[modifica | modifica wikitesto]https://www.calabrianews.it/scoperti-2-nuovi-minerali-in-calabria/ Archiviato il 21 ottobre 2020 in Internet Archive.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Scheda tecnica del minerale su webmineral.com
- ^ a b c d e f g h i j k l m n Scheda tecnica del minerale su mindat.org
- ^ a b c d e f g h Annibale Mottana, Rodolfo Crespi, Giuseppe Liborio, "Minerali e rocce", Mondadori Editore, 1977"
- ^ Scheda sul nome baritina ormai in disuso
- ^ Mineralogia, Cornelis Klein, Zanichelli (2004)
- ^ a b c Ole Johnsen, Guida ai minerali del mondo, Zanichelli editore, 2006.
- ^ La Pietra e le ampolle che resero famosa Bologna — UniboMagazine
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su barite
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) barite, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN, FR) Barite, su Enciclopedia canadese.
- (EN) Webmin, su webmineral.com.
- Minerali, su minerali.it. URL consultato l'11 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2006).
- Minerali del Piemonte (Brosso), su digilander.libero.it.
- Minerali Val Trompia, su valletrompia.it. URL consultato l'11 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2006).
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 34124 · LCCN (EN) sh85011844 · GND (DE) 4144082-1 · BNF (FR) cb125462600 (data) · J9U (EN, HE) 987007283150605171 · NDL (EN, JA) 00575509 |
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