Alexander Van der Bellen
Alexander Van der Bellen | |
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Ritratto ufficiale, 2021 | |
9º Presidente della Repubblica Austriaca | |
In carica | |
Inizio mandato | 26 gennaio 2017 |
Capo del governo | Christian Kern Sebastian Kurz Brigitte Bierlein Alexander Schallenberg Karl Nehammer |
Predecessore | Heinz Fischer |
Portavoce dei I Verdi | |
Durata mandato | 13 dicembre 1997 – 3 ottobre 2008 |
Predecessore | Christoph Chorherr |
Successore | Eva Glawischnig-Piesczek |
Dati generali | |
Partito politico | SPÖ (fino al 1992) I Verdi (1992-2016) Indipendente (dal 2016) |
Titolo di studio | economista e Doctor of Economics |
Università | Akademisches Gymnasium Innsbruck, Università di Innsbruck e University of Innsbruck. 1669 - Wissenschafft Gesellschaft |
Firma |
Alexander Van der Bellen (AFI: [alɛˈksandɐ fan deːɐ̯ ˈbɛlən]; Vienna, 18 gennaio 1944) è un politico ed economista austriaco, esponente dei Verdi e Presidente della Repubblica Austriaca a partire dal 26 gennaio 2017.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Van der Bellen è nato a Vienna nel 1944, da padre russo nobile di origine olandese e madre estone, entrambi profughi a seguito dell'invasione dell'Estonia da parte dell'Unione Sovietica avvenuta nel 1940.[1] Egli stesso si è descritto come "figlio di profughi".[2]
Nel 1958 ha ottenuto la cittadinanza austriaca e nel 1962 si è diplomato presso il liceo umanistico "Akademisches Gymnasium" di Innsbruck. Ha studiato economia presso l'Università di Innsbruck, dove conseguì il dottorato nel 1970. Dal 1968 al 1970 ha lavorato come assistente presso l'Istituto di Economia Pubblica di Innsbruck e nel 1972-1974 presso l'Istituto Internazionale di Management di Berlino. Ha conseguito l'abilitazione in scienze finanziarie nel 1975 e nel 1976 è nominato professore straordinario presso l'università di Innsbruck, dove rimase fino al 1980, quando divenne professore presso l'Università di Vienna.
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Già membro del partito Socialdemocratico, Van der Bellen fu eletto nel Consiglio nazionale austriaco per il partito dei Verdi nel 1994. Nel 1997 è diventato il loro portavoce federale e nel 1999 presidente del gruppo parlamentare dei Verdi nel Consiglio nazionale, dalla cui carica si dimette a seguito della dura sconfitta del partito nelle elezioni parlamentari del 2008. Nel 2010 è diventato assessore della città di Vienna per l'università e la ricerca. Nel 2012 ha lasciato il Parlamento, per entrare poi nel consiglio comunale di Vienna.
Nel 2016 si è candidato alle elezioni presidenziali d'Austria come indipendente, nonostante il partito dei Verdi abbia dato piena fiducia e supporto alla sua candidatura. Al primo turno del 24 aprile ha ottenuto il 21,3% dei voti sfidando poi al ballottaggio Norbert Hofer candidato del partito della Libertà austriaco,[3] sconfiggendolo il 22 maggio con un margine minimo[4], ballottaggio però annullato per irregolarità nella conta dei voti. Il 4 dicembre 2016 vince anche la ripetizione del ballottaggio con il 53,8% delle preferenze, battendo il suo sfidante, Norbert Hofer, fermo al 46,2%.[5].
Alle elezioni presidenziali del 2022 si ricandida per un secondo mandato, ottenendo il 56,69% dei voti. Viene, per questo, riconfermato Presidente della Repubblica[6][7].
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Si è sposato in prime nozze con Brigitte Hüttner, dalla quale ha avuto due figli. In seguito si è sposato con Doris Schmidauer, ora baronessa Doris Van der Bellen. Vive tra Vienna e il Tirolo.
Militanza massonica
[modifica | modifica wikitesto]Van der Bellen ha ammesso, in un'intervista del 2008, di essersi affiliato ad una loggia massonica di Innsbruck all'inizio degli anni '70 e di essere stato attivo nella Massoneria per almeno un decennio, prima di mettersi "in sonno" a metà degli anni '80.[8]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze austriache
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La famiglia Van der Bellen discende da un vetraio olandese emigrato nell'Impero russo intorno al 1763. In Russia, la famiglia Van der Bellen è stata nobilitata e il nonno di Alexander Van der Bellen, chiamato anch'egli con lo stesso nome, fu un politico liberale a capo del governo locale di Pskov prima della rivoluzione russa. Nel 1919 la famiglia Van der Bellen è fuggita dai rivoluzionari bolscevichi e si stabilì nella neoindipendente Repubblica di Estonia. Quando tuttavia l'Estonia fu invasa dall'Unione Sovietica nel 1940, i genitori di Van der Bellen fuggirono in Germania, dove finirono in un campo profughi. All'arrivo dell'Armata Rossa, la famiglia si trasferì a Vienna e quindi in Tirolo, dove Alexander Van der Bellen trascorse la sua infanzia.
- ^ (DE) Alexander Van der Bellen: Ein Flüchtlingskind, in Die Zeit, 28 marzo 2016.
- ^ Elezioni in Austria: trionfo estrema destra, in ANSA.it, 25 aprile 2016. URL consultato il 25 aprile 2016 (archiviato il 25 aprile 2016).
- ^ Danilo Taino, Austria, il verde Van der Bellen vince le elezioni presidenziali Sconfitto l’ultranazionalista Hofer, in Corriere.it, 23 maggio 2016. URL consultato il 24 maggio 2016 (archiviato il 24 maggio 2016).
- ^ Giovanni Gagliardi, Austria, Van der Bellen è il nuovo presidente. "Voglio un paese europeista, in Repubblica.it, 5 dicembre 2016. URL consultato il 5 dicembre 2016 (archiviato il 5 dicembre 2016).
- ^ Tonia Mastrobuoni, Austria, presidenziali: il verde Van der Bellen riconfermato al primo turno, La Repubblica, 10 ottobre 2022.
- ^ David Carretta, Il verde Van der Bellen confermato presidente in Austria, Il Foglio, 10 ottobre 2022.
- ^ http://www.meinparlament.alt/p/739/alexander-van-der-bellen/?site=question&&topic_id=4&p=2[collegamento interrotto]
- ^ (DE) Ehrenzeichen für verdiente Mandatarinnen, su parlament.gv.at, Parlamento austriaco, 4 maggio 2004. URL consultato il 18 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2011).
- ^ (DE) Risposta a un'interrogazione parlamentare circa la decorazione d'onore (PDF), su parlament.gv.at, p. 1644. URL consultato il November 2012.
- ^ https://president.ee/en/estonia/decorations/bearer/20209/alexander-van-der-bellen/
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Luxarazzi
- ^ http://www.ordens.presidencia.pt/?idc=154&list=1/
- ^ https://www.prezident.sk/en//
- ^ Order of Malta, su orderofmalta.int. URL consultato il 28 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2018).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Alexander Van der Bellen
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Sito ufficiale, su vanderbellen.at (archiviato dall'url originale il 19 marzo 2016).
- Alexander Van der Bellen (canale), su YouTube.
- Van der Bellen, Alexander, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Registrazioni di Alexander Van der Bellen, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (EN) Alexander Van der Bellen, su IMDb, IMDb.com.
- (DE) Biografia sul sito del Parlamento austriaco, su parlament.gv.at. URL consultato il 10 maggio 2016 (archiviato il 10 maggio 2016).
- www.almanachdegotha.org
- www.lanuovabq.it
Controllo di autorità | VIAF (EN) 84254539 · ISNI (EN) 0000 0000 7866 4115 · LCCN (EN) no93034230 · GND (DE) 123275075 |
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