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After (Elgar)

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After
Copertina
Musica
CompositoreEdward Elgar
Tonalitàfa minore
Tipo di composizioneCanzone
Numero d'operaOp.31 n.1
Epoca di composizione21 giugno 1895
Prima esecuzione2 marzo 1900
Pubblicazione1900: Boosey & Co.
Organicovoce, pianoforte
Testo inglese
AutorePhilip Bourke Marston

After è una canzone scritta dal compositore inglese Edward Elgar nel 1895, Op. 31, n. 1, con le parole di una poesia di Philip Bourke Marston.[1][2]

Il manoscritto è datato 21 giugno 1895.[1][2]

La canzone fu eseguita per la prima volta dal baritono irlandese Harry Plunket Greene nella St. James's Hall il 2 marzo 1900, insieme a A Song of Flight, Op. 31, n. 2.[1]

(EN)

«A little time for laughter,

A little time to sing,
A little time to kiss and cling,

And no more kissing after.

A little while for scheming

Love's unperfected schemes;
A little time for golden dreams,

Then no more any dreaming.

A little while 'twas given

To me to have thy love;
Now, like a ghost, alone I move

About a ruined heaven.

A little time for speaking

Things sweet to say and hear;
A time to seek, and find thee near,

Then no more any seeking.

A little time for saying

Words the heart breaks to say;
A short, sharp time wherein to pray,

Then no more need for praying;

But long, long years to weep in,

And comprehend the whole
Great grief, that desolates the soul,

And eternity to sleep in.[3]»

(IT)

«Un po' di tempo per ridere,

Un po' di tempo per cantare
Un po' di tempo per baciarsi e aggrapparsi,

E non più baci dopo.

Un po' per complottare

Schemi non perfetti d'amore;
Un po' di tempo per sogni d'oro,

Quindi non più sognare.

Un po' è stato dato

A me avendo il tuo amore;
Ora, come un fantasma, mi muovo da solo

Intorno a un paradiso in rovina.

Un po' di tempo per parlare

Cose dolci da dire e da ascoltare;
Un tempo per cercare e trovarti vicino,

Quindi non più alcuna ricerca.

Un po' di tempo per dire

Parole che il cuore si spezza nel dire;
Un breve, preciso momento in cui pregare,

Quindi non c'è più bisogno di pregare;

Ma lunghi, lunghi anni in cui piangere,

E comprendere l'intero
Grande dolore, che desola l'anima,

E l'eternità in cui dormire.»

  1. ^ a b c Michael Kennedy, Portrait of Elgar, Third, Oxford University Press, 1987, p. 342, ISBN 0-19-284017-7.
  2. ^ a b Jerrold Northrop Moore, Edward Elgar: A Creative Life, Oxford University Press, 1984, p. 190, ISBN 0-19-315447-1.
  3. ^ 2 Songs, Op.31, su imslp.org. URL consultato il 18 dicembre 2019.
  • Banfield, Stephen, Sensibility and English Song: Critical studies of the early 20th century (Cambridge University Press, 1985) ISBN 0-521-37944-X

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN182044514 · LCCN (ENno00022364
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