In “Breve storia della decrescita. Origine, obiettivi, malintesi e futuro” (2021), Serge Latouche, francese teorico della decrescita, dopo le accese polemiche che la sola parola ha suscitato, torna ad affermare che è proprio l’idea di una crescita infinita a mostrare sempre di più la corda. All’aumento del PIL non sembra corrispondere un incremento del benessere, anzi, l’aumento di alcuni consumi sembra aver diminuito la qualità della vita, soprattutto in termini di salute e benessere. La decrescita vuole recuperare una dimensione, anche spirituale, che sembrava perduta: “Un’arte [di vivere] sobria e dalle forme variegate, di volta in volta da inventare e da costruire, un’arte, soprattutto, volta a vivere bene: in accordo con se stessi e con il mondo.” La critica più forte e sfidante: ma la decrescita se la possono permettere solo i ricchi?