Passeggiando fianco a fianco in una Piazza San Pietro deserta, al tramonto, Papa Francesco e Mark Zuckerberg dialogano sul significato dell’esistenza umana e sul valore della vita.
Papa Francesco: Quanto vale la vita di un uomo?
Mark Zuckerberg: Non credo esista un misura per quantificare il valore della nostra stessa esistenza, ma va osservato che la vita ha come ultimo e massimo fine l’accrescimento del valore della vita stessa. Con un approccio prettamente fisico[1], si può riconoscere che la vita di un neonato, appena iniziata, non abbia alcun valore se non quello potenziale, dato da tutti gli anni che si prospettano davanti a lui per migliorarsi sempre più; al contrario, la vita di un uomo anziano, sul punto di morte, in quell’istante ha più valore di ogni altra vita sulla terra: egli ha avuto la possibilità di trascorrere ogni giorno della propria esistenza conferendo sempre più valore alla vita, consumando tutto il potenziale in suo possesso con lo scorrere del tempo.
Papa Francesco: Tu parli della vita mondana. Come sai, tuttavia, secondo la fede cattolica la vita reale è la vita eterna[2], in cui Dio ci accoglie al termine dei nostri giorni terreni.
Mark Zuckerberg: Sono stato cresciuto come ebreo, poi sono divenuto ateo, ma ora sto rivalutando l’importanza della fede e della religione[3]. Non saprei dunquedialogare su una vita remota, per me ignota, definita unicamente da innumerevoli riferimenti generali sui testi sacri. La vita di cui universalmente si può trattare, con persone di ogni pensiero o credo, è quella che stiamo vivendo. Quanto vale, allora, la vita terrena degli uomini?
Papa Francesco: Il valore della vita è dato dal prodigio della vita stessa. Esistere è un dono di Dio[2:1], nulla è più importante. Ammesso, come tu dici, che il suo valore non sia quantificabile, di sicuro di può affermare che nulla può valere più di essa. Per questo motivo, è assurdo e pericoloso ritenere accettabile che una vita possa subordinarsi ad un’altra, o, ancora peggio, che più vite si trovino subordinate ad una sola. Da questo pensiero di superiorità e subordinazione, che attribuisce valore differente a vite diverse, scaturisce ogni male esistente in terra.
Mark Zuckerberg: Come allora la vita di un singolo assume sempre più valore? È difficile, se non impossibile, accrescere il valore di una vita senza metterla in relazione con tutte quelle con cui essa entra in contatto, come ad esempio quelle che incontra ogni giorno o quelle con cui ha a che fare solo pochi minuti, ma sufficienti a sconvolgerla.
Papa Francesco: Vita e amore sono strettamente e perennemente legati. Il valore di un’esistenza è direttamente proporzionale alla sua capacità di amare. La capacità di amare, conseguentemente, determinerà l’apertura di ogni uomo a ricevere amore. Chi riceve immenso amore ma non sa amare, vivrà una vita priva di amore. Come dunque si può veicolare l’amore? A livello pratico, nel mondo di oggi, esso sta assumendo le più svariate sfumature: con lo stesso termine[4] si possono definire la passione carnale, il legame fraterno di due consanguinei, l’attrazione di una coppia, l’ammirazione di un fan per una superstar. Delicato quanto importante è scindere e comprendere la valenza di ogni sua diversa declinazione.
Mark Zuckerberg: La condivisione è la chiave dell’amore, si può allora affermare che la condivisione sia ciò che dà significato alla vita. È difficile per l’uomo tenere esclusivamente per sé un pensiero o un sentimento. Quando condivisa, anche solo con una persona, un’emozione diventa autentica, quasi tangibile[5]. Le piattaforme sociali virtuali hanno così grande successo e diffusione per questo: sono sufficienti alcune parole o un’immagine particolarmente significative per scatenare le più forti reazioni di amore o, all’opposto, di odio. Ogni piccolo gesto ha un potenziale infinito di amplificazione.
Papa Francesco: Cosa significa questo per la società e per il mondo? Come deve rapportarsi l’uomo a questa evoluzione della capacità di condivisione? È da notare che reti tanto accessibili e diffuse rischiano di risultare dannose, se non controproducenti.
Mark Zuckerberg: L’uomo capace di amare è anche in grado di discernere quando il suo sentimento è autentico o fasullo. È vero: le piattaforme sociali hanno lo scopo di produrre endorfine[6], cioè sostanze particolari prodotte nel nostro cervello, che forniscono una sensazione di piacere[7]. Chi osserva il mondo unicamente tramite il filtro virtuale, non conosce l’amore autentico fra persone; al contrario, chi sceglie di isolarsi e non utilizzare i social media perde occasioni di condivisione, ampliamento di orizzonti e informazione. Il valore dell’amore della vita possono essere riconosciuti solo da colui che trova un equilibrio fra virtuale e reale.
Ad opera di Tommaso Marmo, matricola S270110
, Esame di Filosofia dell’Ingegneria. Tema: Valore.
Dal Catechismo della Chiesa Cattolica, Compendio - 2012, Libreria Editrice Vaticana ↩︎ ↩︎
Informazione reale tratta da Former atheist Mark Zuckerberg finds religion ↩︎
Tributo e riferimento al film Into the Wild, in cui viene pronunciata la celeberrima frase:
Happiness is only real when shared
. ↩︎Da Has dopamine got us hooked on tech?, Simon Parkin - The Guardian, 4 marzo 2018 ↩︎