Vai al contenuto

do

Da Wikizionario, il dizionario a contenuto aperto.

do (Wikipedia approfondimento) m inv

  1. (musica) nome del primo grado della scala diatonica di Do
  2. segno che rappresenta tale nota sul pentagramma
  3. do (Wikipedia approfondimento) di petto: do acuto posto due ottave sopra il do centrale, cantato da un tenore con voce piena, cioè diversa dal registro di falsetto o falsettone

do

  1. prima persona singolare dell’indicativo presente attivo di dare

IPA: /ˈdɔ/

  • (prima nota musicale della scala armonica omonima) dubbia; nel latino ecclesiastico medievale si utilizzava ut per designare tale nota; il primo utilizzo attestato della notazione “do” si ha in un testo di Pietro Aretino (prima metà del XVI secolo), e potrebbe derivare dalla prima sillaba del latino Dominus, “Signore”, o semplicemente essere un suono più naturale da associare all’emissione di voce necessaria per produrre tale nota rispetto ad ut. Una teoria alternativa (Treccani) vuole che derivi dalla prima sillaba del cognome di Giovanni Battista Doni, ma il rinvenimento di attestazioni precedenti l’epoca di attività di tale musicista la smentiscono
  • (voce verbale) vedi dare
  • (prima persona singolare dell'indicativo presente di dare)
  • come prima persona singolare dell'indicativo presente di dare, do e sono entrambi formalmente corretti; tuttavia le regole ortografiche italiano non richiedono di esplicitare l'accento di una parola monosillabica, a meno che non possa insorgere confusione tra parole omografe, e nel caso di do questo non avviene, per cui la grafia senza accento è da preferire (fonte: Treccani, forum dell'Accademia della Crusca)
prima persona singolare dell'indicativo presente di dare

do

  1. a
  2. al

/do/

do sing (pl.: dos)

  1. (familiare) festa, festicciola
  2. (familiare) taglio di capelli, acconciatura (abbreviazione di hairdo)
  3. (obsoleto) confusione, travaglio, frenesia
  4. (obsoleto) impresa, gesto eroico

do (vai alla coniugazione) (3ª persona sing. presente does, participio presente doing, passato semplice did, participio passato done)

  1. fare, compiere
  2. fare, preparare, allestire, acconciare
  3. (di cibi) preparare, cucinare, fare
  4. fare (di lavoro), lavorare (come) (soprattutto nelle interrogative, nelle affermative si usa generalmente be)
  5. fare, avere come effetto
  6. trattare, accogliere, comportarsi nei confronti di
  7. impersonare (un ruolo, una persona), recitare nel ruolo di
  8. (gergale) punire, riprendere, multare
  9. (gergale) buggerare, fregare, frodare, ingannare
  10. (gergale) passare tempo in prigione, farsi degli anni di prigione
  11. (gergale) uccidere, ammazzare (si veda anche do for)
  12. (gergale), (volgare) fare sesso con, scopare con, fottere/fottersi (si veda anche do it)
  13. (gergale) assumere droghe, fare uso di droghe, farsi di

do (vai alla coniugazione) (3ª persona sing. presente does, participio presente doing, passato semplice did, participio passato done)

  1. stare (bene/male), passarsela, andare, procedere (in un certo modo)
  2. bastare, essere sufficiente
  3. servire allo scopo, andare bene, funzionare, essere sensato o ragionevole
  4. (gergale), (generalmente nelle domande pleonastiche) trovarsi (in luogo) per un certo scopo ("che ci fa...?")

do (vai alla coniugazione) (3ª persona sing. presente does, participio presente doing, passato semplice did, participio passato done)

  1. utilizzato per realizzare la forma interrogativa di tutti i verbi, tranne be e altri ausiliari
  2. utilizzato, in forma negativa, per realizzare la forma negativa di tutti i verbi, tranne be e altri ausiliari
  3. utilizzato come rafforzativo pleonastico nelle frasi affermative, nei modi indicativo, congiuntivo e imperativo
  4. utilizzato in sostituzione di un verbo precedentemente espresso, evitandone la ripetizione (anche ma non solo nelle risposte dirette ad una domanda)
Ascolta la pronuncia (US) :
Ascolta la pronuncia (AUS) :

dal medio inglese do, derivato dall'anglosassone dōn, a sua volta dalla radice proto-germanica *dōną, "fare", (da cui anche il tedesco tun, l'olandese doen), discendente del proto-indoeuropeo *dʰeh₁-, "fare, collocare, porre, allestire, mettere in atto". Dalla stessa radice indoeuropea, attraverso varie variazione fonetiche, discendono anche il sanscrito दधाति (dádhāti), "collocare, porre, instaurare, fare"; la radice balto-slava *dēˀtei, da cui il lituano dėti, "collocare, porre"; il greco antico τίθημι (títhēmi), "collocare, porre, instaurare", θεσμός (thesmós), "regola, precetto", θετός (thetós), "collocato, stabilito", θεμέλιον (themélion), "fondamenta"; la radice proto-italica *fakiō da cui il latino facio, "fare"; e la desinenza -dos del latino (sacer)dos, "sacerdote"

l'utilizzo di do come ausiliare per la costruzione di interrogative e negative è peculiare dell'inglese, e non si riscontra niente di simile nelle lingue germaniche (ancora in anglosassone si utilizzava la particella ne per il negativo, poi caduta in disuso, di discendenza germanica e correlata al tedesco nein; si vedano anche none e no); potrebbe essere di derivazione celtica brittonica

la forma flessa moderna di terza persona singolare does era nel medioevo una variante nel dialetto della Northumbria; iniziò ad affermarsi in inglese nel XVI secolo, accanto alle forme più antiche doth/doeth e dost/doeth e (si veda la sezione "uso" per approfondimento), rimpiazzando poi queste ultime solo nel XVII secolo

come sostantivo, derivato dal verbo; originariamente con il significato (oggi obsoleto) di "disputa, confusione, conflitto, agitazione", divenuto poi, verso la metà del XVII secolo, "qualcosa da fare, avvenimento"

  • accanto alle forme flesse attuali, almeno fino al XVI-XVII secolo erano comuni anche le seguenti varianti:
    • doth o dost per la terza persona singolare, quando il verbo era impiegato come ausiliare (rimpiazzato poi da does)
    • doeth o doest per la terza persona singolare, quando il verbo era impiegato come verbo transitivo e intransitivo (rimpiazzato poi da does)
    • didst per il passato semplice (rimpiazzato poi da did)

do

do (vai alla coniugazione) prima coniugazione (paradigma: , dās, dedī, datum, dāre)

  1. dare (si vedano le definizioni seguenti per accezioni più specifiche)
  2. dare, consegnare, fare avere ad altri
  3. dare, porgere, tendere, offrire
  4. dare, donare, regalare, offrire, concedere
  5. (senso figurato) dare, produrre, generare
  6. (per estensione) concedere, permettere, dare il permesso o la facoltà di
  7. (con utilizzo riflessivo) darsi, dedicarsi, consacrarsi
  8. (per estensione) dare (la vita), sacrificare
  9. (di pene, dolori, punizioni etc.) dare, arrecare, infliggere
  10. (medicina), (di farmaci) dare, somministrare
  11. consegnare, affidare, inviare, fare recapitare (lettere, scritti, parole...)
  12. dare, assegnare, procurare, impartire
  13. (con un complemento di luogo espresso in dativo o con in/ad e accusativo) porre, mettere, collocare, spostare, gettare
  14. (per estensione) abbandonare, dare alla mercé altrui
  15. (diritto) emettere, pronunciare, deliberare (una sentenza, una giudizio...)
  16. (di suoni, parole) emettere, proferire, pronunciare
  17. (per estensione) dire, parlare, raccontare, narrare, recitare
  18. (con complemento oggetto e gerundivo o supino) assegnare a, destinare a, dedicare allo scopo di
  19. (filosofia), (matematica), (logica), (soprattutto al passivo) dare, porre, postulare
  • (pronuncia classica) IPA: /doː/
  • (pronuncia ecclesiastica) IPA: /do/

Ascolta la pronuncia (pronuncia classica) :

dal proto-italico *didō, discendente dell'indoeuropeo *dédeh₃ti, duplicazione con valore rafforzativo o frequentativo della radice *deh₃-, "dare"; dalla stessa radice derivano anche il greco antico δίδωμι (dídōmi), "dare, concedere"; il sanscrito ददाति (dádāti), "dare, concedere, offrire"; la radice balto-slava *dṓˀtei, da cui il lituano duoti, "dare", e il lettone dot, "dare"; sempre in latino la radice *deh₃- è inoltre all'origine del sostantivo donum e del verbo dono

la duplicazione d-d, presente nell'indoeuropeo e anche nella radice proto-italica, è venuta a mancare nel tema del presente del verbo latino, ma è ragione del tema ded- del perfetto (irregolare, per un verbo di prima coniugazione)

discendenti in altre lingue

do

  1. in (moto a luogo).

do m e f pl (ortografia classica)

  1. vedi ;