Utente:Michele859/Sandbox25
La 53ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 6 al 16 febbraio 2003, con il Theater am Potsdamer Platz come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il secondo anno Dieter Kosslick.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film britannico Cose di questo mondo di Michael Winterbottom.
L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato all'attrice Anouk Aimée, alla quale è stata dedicata la sezione "Homage", mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata all'imprenditore e produttore Artur Brauner, al compositore Peer Raben e alla drammaturga Erika Richter.[2]
A partire da questa edizione un'apposita giuria internazionale ha assegnato il premio riservato ai migliori cortometraggi in concorso e nella sezione "Panorama".[3]
Il festival è stato aperto da Chicago di Rob Marshall ed è stato chiuso da Gangs of New York di Martin Scorsese, entrambi fuori concorso.[4][5]
La retrospettiva di questa edizione è stata dedicata al cineasta tedesco Friedrich Wilhelm Murnau.[6]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]«Faccio parte della Vecchia Europa». (Anouk Aimée, premiata con l'Orso d'oro alla carriera)[1]
La Berlinale del 2003 è stata oscurata dalla seconda guerra del Golfo, che all'epoca sembrava eminente e dominava la politica. Frasi come "Asse del male" e "Vecchia Europa" erano sulla bocca di tutti. Le star americane, in particolare, hanno usato la Berlinale come piattaforma per esprimere la loro disapprovazione per le politiche di George Bush e dei suoi alleati. Spike Lee, Martin Scorsese, Spike Jonze e Oliver Stone hanno usato parole forti e dure, guadagnandosi una grande simpatia tra la stampa e il pubblico.[1]
Nell'atrio del Cinemaxx gli attivisti dei media hanno allestito uno "Speaker's Corner" dove si potevano esprimere i propri pensieri sulla crisi in Iraq davanti a una telecamera. Il giorno della cerimonia di premiazione ha visto la più grande manifestazione per la pace che Berlino avesse visto dalla prima guerra del Golfo e la sua protesta pacifica è stata ascoltata anche nelle sale del festival di Potsdamer Platz. L'apparizione di più alto profilo è stata quella di Dustin Hoffmann che era arrivato alla Berlinale con il film Moonlight Mile - Voglia di ricominciare (nel Panorama). Sorprendentemente, è salito sul podio a un ricevimento alla Konzerthaus e ha chiarito che non era necessario essere antiamericani per opporsi alle politiche dell'amministrazione Bush.[1]
L'apparizione della star di Hollywood ha ricevuto molta attenzione dalla stampa americana ed è giunta alla conclusione che la Berlinale del 2003 era la prova che il festival era ancorato alla cultura politica della "Vecchia Europa", che non è sempre stata intesa come un complimento. «Faccio parte della Vecchia Europa», ha annunciato Anouk Aimée, che ha ricevuto l'Orso d'oro alla carriera. Era inteso come un complimento: la Vecchia Europa potrebbe essere contenta.[1]
Chissà cosa sarebbe accaduto se Fidel Castro avesse accettato l'invito di Oliver Stone e fosse salito sul palco del Panorama alla premiere di Comandante. Ma sembrava essere più politica di quanto il festival potesse gestire e non sono state solo le guardie di sicurezza a tirare un sospiro di sollievo quando Castro ha annullato il suo viaggio in considerazione del cancelliere Gerhard Schröder. Il ritratto rispettoso di Oliver Stone dell'anziano leader rivoluzionario è stato tra i film del Panorama che hanno ricevuto più attenzione. A causa del clima politicamente carico, molti film hanno ricevuto ulteriore intensità. Notevole è stata anche la prontezza ad affrontare "verità scomode", che sono spesso considerate gioie mortali nell'industria dello spettacolo. Non solo nel Forum e nel Panorama, ma anche i film in concorso si sono occupati di migrazione e fuga, crescente disuguaglianza di ricchezza, paura del futuro, ma anche morte e questione della morte dignitosa. Son frère di Patrice Chéreau, La mia vita senza me di Isabel Coixet, Luci lontane di Hans-Christian Schmid e The Hours di Stephen Daldry sono stati tutti film che a loro modo hanno portato una nuova serietà al cinema.[1]
Tutto sommato, il concorso della Berlinale 2003 è stato giudicato uno dei migliori degli ultimi anni. La stampa ha riconosciuto che il festival è stato all'altezza del difficile compito di riunire sotto lo stesso tetto intrattenimento, politica, atmosfera del festival e consapevolezza contemporanea. Sebbene molti non ritenessero che l'odissea dei rifugiati Cose di questo mondo di Michael Winterbottom fosse il miglior film in concorso, la giuria guidata da Atom Egoyan si è congratulata per aver assegnato l'Orso d'oro al film, e non è stato trascurato quanto bene il titolo del film fosse servito da slogan: "In questo mondo"... in cui tutti viviamo. Un rispettabile vincitore del premio principale in un festival che non ha permesso che il tappeto venisse strappato da sotto i suoi piedi dagli eventi politici. Sulla Berliner Zeitung, Anke Westphal ha concluso: «Con questa Berlinale il film contemporaneo non solo ha fatto uso del suo diritto di intervenire e di commentare il mondo, ma ha anche cercato di riconoscere ciò che è importante per le persone in questi giorni, andando oltre l'onnipresente metafore della malattia».[1]
Alla sua seconda Berlinale, Dieter Kosslick ha gettato le basi per la futura politica del festival. Il programma del concorso ha mostrato i suoi veri colori con un profilo chiaramente contemporaneo. Lo slogan del festival "Verso la tolleranza" non era solo aria calda, ma ha assunto peso attraverso i film. Con un totale di 60 film al festival, il cinema tedesco ha goduto di una presenza ancora più forte rispetto all'anno precedente. Con Good Bye, Lenin!, Luci lontane e Der alte Affe Angst tre film tedeschi hanno partecipato in concorso. Nel suo secondo anno la sezione Perspektive Deutsches Kino stava già esplodendo e molti film tedeschi sono diventati successi del pubblico e hanno trovato distributori all'European Film Market.[1]
Infine, ma non meno importante, la Berlinale del 2003 ha visto il debutto del Berlinale Talent Campus, un'iniziativa congiunta con il Medienboard Berlin-Brandenburg sponsorizzata da oltre 50 partner nel campo della cultura e del business. 500 giovani talenti provenienti da tutti i settori del cinema e da ogni angolo del mondo sono stati invitati ad apprendere competenze professionali da registi esperti in workshop, conferenze ed escursioni e per discutere di idee. Il Talent Campus è stato ben accolto da tutti i soggetti coinvolti. È stato accolto favorevolmente dalla stampa internazionale ed è stato giudicato davvero l'impulso innovativo che doveva essere. La Berlinale del 2003 è stata una prova acida per Dieter Kosslick e la sua squadra. La stragrande maggioranza dei commentatori ha convenuto di aver superato il test a pieni voti.[1]
George Clooney insulta un critico turco che durante la conferenza stampa aveva definito "noioso" il suo Solaris: «Esci fuori come un topo di fogna e cerchi di farmi a pezzi. Cerchi di dire solo delle cose schifose. Lo hai mai fatto un film in vita tua? Comincia farne uno prima di parlare, pezzo di imbecille!»[7]
L'11 febbraio, mentre sta partecipando al festival, è morto a Berlino in seguito a un attacco cardiaco il produttore francese Daniel Toscan du Plantier, presidente di Unifrance, organizzazione per la promozione del cinema francese.[8]
Wim Wenders ha aperto l'omaggio a Yasujirō Ozu con la proiezione di Viaggio a Tokyo.[9]
Anna Galiena: «Fin dall'inizio si è stabilito nel gruppo un bel clima di collaborazione e di reciproco rispetto, merito soprattutto del presidente Atom Egoyan che ci ha messo subito sulla strada giusta, eliminando pericoli di censure e auto-censure. Quando i pareri sono stati discordi abbiamo deciso di far sedimentare le idee, di prendere un po' di tempo per riflettere. In passato, in un'altra occasione come questa, mi è perfino capitato di essere insultata da un regista americano che la pensava in modo diverso da me. Stavolta, invece, ho avuto modo di imparare tante cose».[10]
Fidel Castro ha declinato l'invito del festival a partecipare alla presentazione del film di Oliver Stone Comandante, a lui dedicato. «Visto che Cuba sembra essere rimasta l'ultima alleata della Germania», ha commentato scherzosamente Dieter Kosslick, «sono stato particolarmente felice di ricevere da Castro un messaggio personale in cui, oltre a manifestare il dispiacere per non poter essere presente, augurava alla Berlinale un gran successo»[11]
Giurie
[modifica | modifica wikitesto]Giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Atom Egoyan, regista e sceneggiatore (Canada) - Presidente di giuria[12]
- Humbert Balsan, produttore e attore (Francia)
- Abderrahmane Sissako, regista e sceneggiatore (Mauritania)
- Anna Galiena, attrice (Italia)
- Geoffrey Gilmore, direttore del Tribeca Festival (Stati Uniti)
- Martina Gedeck, attrice (Germania)
- Kathryn Bigelow, regista, sceneggiatrice e produttrice (Stati Uniti)
Giuria "Cortometraggi"
[modifica | modifica wikitesto]- Andreas Dresen, regista e sceneggiatore (Germania)[12]
- Phyllis Mollet, direttrice della comunicazione della FIAPF (Francia)
- Thom Palmen, direttore del Festival Internazionale del Cinema di Umeå (Svezia)
Giurie del Kinderfilmfest
[modifica | modifica wikitesto]Kinderjury
[modifica | modifica wikitesto]Gli Orsi di cristallo sono stati assegnati dalla Kinderjury, giuria nazionale composta da undici membri di 11-14 anni, selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[12]
Giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]Il Grand Prix e lo Special Prize sono stati assegnati da una giuria internazionale composta dal regista Lars Berg (Norvegia), il cineasta Ricardo Casas (Uruguay), il regista, montatore e scrittore Martin Duffy (Irlanda), la regista, sceneggiatrice e produttrice Christina Schindler (Germania) e il regista Gaurav Seth (India).[13]
Selezione ufficiale
[modifica | modifica wikitesto]In concorso
[modifica | modifica wikitesto]- La 25ª ora (25th Hour), regia di Spike Lee (Stati Uniti)
- Alexandra's Project, regia di Rolf de Heer (Australia)
- Angst (Der alte Affe Angst), regia di Oskar Roehler (Germania)
- Blind Shaft (Mang jing), regia di Yang Li (Cina, Germania, Hong Kong)
- Confessioni di una mente pericolosa (Confessions of a Dangerous Mind), regia di George Clooney (Stati Uniti, Germania, Canada)
- Cose di questo mondo (In This World), regia di Michael Winterbottom (Regno Unito)
- Il fiore del male (La fleur du mal), regia di Claude Chabrol (Francia)
- Good Bye, Lenin!, regia di Wolfgang Becker (Germania)
- Hero, regia di Zhang Yimou (Cina, Hong Kong)
- The Hours, regia di Stephen Daldry (Stati Uniti, Regno Unito)
- Io non ho paura, regia di Gabriele Salvatores (Italia, Spagna, Regno Unito)
- Il ladro di orchidee (Adaptation.), regia di Spike Jonze (Stati Uniti)
- The Life of David Gale, regia di Alan Parker (Stati Uniti, Germania, Regno Unito)
- Luci lontane (Lichter), regia di Hans-Christian Schmid (Germania)
- Madame Brouette (L'extraordinaire destin de Madame Brouette), regia di Moussa Sene Absa (Canada, Senegal, Francia)
- La mia vita senza me (Mi vida sin mí), regia di Isabel Coixet (Spagna, Canada)
- Piccoli tradimenti (Petites coupures), regia di Pascal Bonitzer (Francia, Regno Unito)
- Solaris, regia di Steven Soderbergh (Stati Uniti)
- Son frère, regia di Patrice Chéreau (Francia)
- Spare Parts (Rezervni deli), regia di Damjan Kozole (Slovenia)
- The Twilight Samurai (Tasogare Seibei), regia di Yōji Yamada (Giappone)
- Yes Nurse! No Nurse! (Ja zuster, nee zuster), regia di Pieter Kramer (Paesi Bassi)
Fuori concorso
[modifica | modifica wikitesto]- Chicago, regia di Rob Marshall (Stati Uniti, Germania, Canada)
- Gangs of New York, regia di Martin Scorsese (Stati Uniti, Italia)
- Zhou Yu's Train (Zhou Yu de huo che), regia di Zhou Sun (Cina, Hong Kong)
Proiezioni speciali
[modifica | modifica wikitesto]- Ararat - Il monte dell'Arca (Ararat), regia di Atom Egoyan (Canada, Francia)
- Babij Jar, regia di Jeff Kanew (Germania, Bielorussia)
- Le forze del destino (It's All About Love), regia di Thomas Vinterberg (Danimarca, Svezia)
- Three Days of Rain, regia di Michael Meredith (Stati Uniti)
- Wilbur Wants to Kill Himself, regia di Lone Scherfig (Danimarca, Regno Unito, Svezia, Francia)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Araki: The Killing of a Japanese Photographer, regia di Anders Morgenthaler (Danimarca)
- (A)Torsion ((A)Torzija), regia di Stefan Arsenijevic (Slovenia)
- The ChubbChubbs!, regia di Eric Armstrong (Stati Uniti)
- Delores, regia di Adam Stevens (Nuova Zelanda)
- The Good Son, regia di Michael Sandoval (Stati Uniti)
- Guerra alle pietre, regia di Andreas Teuchert (Germania)
- In Absentia (En ausencia), regia di Lucía Cedrón (Argentina)
- Kala, regia di Jonathan Davies (Finlandia)
- Long Take (Plano-Seqüência), regia di Patrícia Moran (Brasile)
- Never Trust a Cow (Utes Ende), regia di Nathalie Percillier (Germania)
- La partita, regia di Ursula Ferrara (Italia)
- Rettet Berlin!, regia di Gerd Conradt (Germania)
- Savior (Mein Erlöser), regia di Athanasios Karanikolas (Germania)
- Spin, regia di Cath Le Couteur (Regno Unito)
- Tarry (Talmen), regia di Stijn van Santen (Paesi Bassi)
- The Toll Collector, regia di Rachel Johnson (Repubblica Ceca, Stati Uniti)
- The Tram #9 Was Going (Shyol tramvay N° 9), regia di Stepan Koval (Ucraina)
Panorama
[modifica | modifica wikitesto]- A Big Girl Like You (Une grande fille comme toi), regia di Christophe Blanc e Mercedes Cecchetto (Francia, Germania)
- The Bookstore (El kotbia), regia di Nawfel Saheb-Ettaba (Tunisia, Francia, Marocco)
- Bulgarian Lovers (Los novios búlgaros), regia di Eloy de la Iglesia (Spagna)
- Devotion (Devot), regia di Igor Zaritzky (Germania)
- The Event, regia di Thom Fitzgerald (Canada, Stati Uniti)
- Girl King, regia di Ileana Pietrobruno (Canada)
- Jagoda: Fragole al supermarket (Jagoda u supermarketu), regia di Dusan Milic (Serbia, Germania, Macedonia, Italia)
- Ledina, regia di Ljubiša Samardžić (Serbia)
- Mil nubes de paz cercan el cielo, amor, jamás acabarás de ser amor, regia di Julián Hernández (Messico)
- Mutti - Der Film, regia di Jörn Hartmann, Klaus Purkart, Biggy van Blond e Ades Zabel (Germania)
- My House (Bokunchi), regia di Junji Sakamoto (Giappone)
- The Old Testament (Jiu yue), regia di Zi'en Cui e Jiangang Wei (Cina)
- Poco più di un anno fa - Diario di un pornodivo, regia di Marco Filiberti (Italia)
- Die Ritterinnen, regia di Barbara Teufel (Germania)
- Shik - il vestito (Shik), regia di Bakhtyar Khudojnazarov (Russia, Germania)
- Three (San geng) – Episodio Going Home, regia di Peter Chan (Hong Kong, Corea del Sud, Thailandia)
- Vagabond, regia di György Szomjas (Ungheria)
- Yossi & Jagger, regia di Eytan Fox (Israele)
Panorama Special
[modifica | modifica wikitesto]- La doppia vita di Mahowny (Owning Mahowny), regia di Richard Kwietniowski (Canada, Regno Unito)
- Flower & Garnet, regia di Keith Behrman (Canada)
- Fureur, regia di Karim Dridi (Francia)
- Jonny Vang, regia di Jens Lien (Norvegia)
- Kamchatka, regia di Marcelo Piñeyro (Argentina, Spagna, Italia)
- Knafayim Shvurot, regia di Nir Bergman (Israele)
- Last Scene, regia di Hideo Nakata (Giappone, Corea del Sud)
- The Man of the Year (O Homem do Ano), regia di José Henrique Fonseca (Brasile)
- Monsieur N., regia di Antoine de Caunes (Francia, Regno Unito)
- Moonlight Mile - Voglia di ricominciare (Moonlight Mile), regia di Brad Silberling (Stati Uniti)
- Party Monster, regia di Fenton Bailey e Randy Barbato (Stati Uniti, Paesi Bassi)
- Pater familias, regia di Francesco Patierno (Italia)
- The Policewoman (A Mulher Polícia), regia di Joaquim Sapinho (Portogallo, Spagna, Francia, Brasile)
- Pure, regia di Gillies MacKinnon (Regno Unito)
- The Resurrection (Sungnyangpali sonyeoui jaerim), regia di Jang Sun-woo (Corea del Sud)
- A Tale of a Naughty Girl (Mondo Meyer Upakhyan), regia di Buddhadev Dasgupta (India)
- Wolfsburg, regia di Christian Petzold (Germania)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Aquí iba el himno, regia di Sergio Umansky Brener (Messico)
- Caravan, regia di Dag Mørk (Norvegia)
- Children's Palace, regia di Jouni Hokkanen (Finlandia)
- D.E.B.S., regia di Angela Robinson (Stati Uniti)
- Dess or Alaif, regia di Otu Tetteh (Germania)
- Flood, regia di Clio Barnard (Regno Unito)
- Fremragende timer, regia di Jan Dalchow e Lars Daniel Krutzkoff Jacobsen (Norvegia)
- Going Down, regia di Dominic Inzana (Stati Uniti)
- The Great Yiddish Love, regia di Diane Nerwen (Stati Uniti)
- Haçla, regia di Tariq Teguia (Algeria, Francia)
- I Could Have Been Human (Moglem byc czlowiekiem), regia di Barbara Medajska (Polonia)
- Innocent Criminals, regia di Udi Aloni (Israele, Stati Uniti)
- Un jour, la nuit, regia di Lysanne Thibodeau (Canada)
- Just Call Me Kade, regia di Sam Zolten (Stati Uniti)
- Karlchens Parade, regia di Michael Ester (Germania)
- Lapin intégral, regia di Cécilia Rouaud (Francia)
- Manipulator, regia di Wrik Mead (Canada)
- Misdemeanor, regia di Jonathan LeMond (Stati Uniti)
- Target Audience, regia di David Kittredge (Stati Uniti)
- Thespian X, regia di Gerald McMorrow (Regno Unito)
- Tystnadens röst, regia di Gunnar Bergdahl (Svezia)
- Underdog, regia di Eran Merav (Israele)
- Warum läuft Herr V. Amok?, regia di Dietrich Brüggemann (Germania)
- Wildfire, regia di Amy Greenfield (Stati Uniti)
Panorama Dokumente
[modifica | modifica wikitesto]- Bruno S. - Die Fremde ist der Tod, regia di Miron Zownir (Germania)
- Comandante, regia di Oliver Stone (Stati Uniti, Spagna)
- Denk ich an Deutschland - Herr Wichmann von der CDU, regia di Andreas Dresen (Germania)
- Fight Back, Fight AIDS: 15 Years of ACT UP, regia di James Wentzy (Stati Uniti)
- The Gift, regia di Louise Hogarth (Stati Uniti)
- Ich bin, Gott sei Dank, beim Film!, regia di Lothar Lambert (Germania)
- Local Angel, regia di Udi Aloni (Stati Uniti, Israele)
- Ottavio Mario Mai, regia di Alessandro Golinelli e Giovanni Minerba (Italia)
- Seville, Southside (Polígono Sur), regia di Dominique Abel (Spagna, Francia)
- The Song of the Millenium (Le chant du millénaire), regia di Mohamed Zran (Francia, Tunisia)
- Talk Straight: The World of Rural Queers (Ich kenn keinen - Allein unter Heteros), regia di Jochen Hick (Germania)
- Traces of a Dragon: Jackie Chan e la sua famiglia perduta (Long de shen chu: Shi luo de pin tu), regia di Mabel Cheung (Hong Kong)
Forum internazionale del giovane cinema
[modifica | modifica wikitesto]Programma principale
[modifica | modifica wikitesto]- 6th Street, No Number (Rua 6, Sem Número), regia di João Batista de Andrade (Brasile)
- 196 bpm, regia di Romuald Karmakar (Germania)
- All the Real Girls, regia di David Gordon Green (Stati Uniti)
- Bird-Man Tale (Aku ingin menciummu sekali saja), regia di Garin Nugroho (Indonesia)
- Black Ice (Gololyod), regia di Mikhail Brashinskiy (Russia)
- Blessing Bell (Kōfuku no kane), regia di Sabu (Giappone)
- Border Line, regia di Lee Sang-il (Giappone)
- Cala, My Dog! (Ka la shi tiao gou), regia di Xuechang Lu (Cina)
- Chinese Odissey (Tian xia wu shuang), regia di Jeffrey Lau (Hong Kong)
- Cine Piquetero, film collettivo (Argentina)
- A City with No Pity (Eer Lelo Rahamim), regia di Tsipi Reibenbach (Israele)
- Company, regia di Ram Gopal Varma (India)
- Cotton Candy, regia di Ernie Gehr (Stati Uniti)
- Day of the Wacko (Dzien swira), regia di Marek Koterski (Polonia)
- Dream Cuisine (Aji), regia di Ying Li (Giappone, Cina)
- Eclipse, regia di Orlando Mesquita (Mozambico)
- Edi, regia di Piotr Trzaskalski (Polonia)
- Eigentlich wollte ich Förster werden - Bernd aus Golzow, regia di Barbara Junge e Winfried Junge (Germania)
- Empathy, regia di Amie Siegel (Stati Uniti)
- Galoot, regia di Asher Tlalim (Israele, Regno Unito)
- Gina Kim's Video Diary (Kim Gina-eui bidio ilgi), regia di Gina Kim (Corea del Sud, Stati Uniti)
- Goff in the Desert (Goff in der Wüste), regia di Heinz Emigholz (Germania)
- Golden Lemons, regia di Jörg Siepmann (Germania)
- Heirate mich - Casate conmigo, regia di Uli Gaulke e Jeannette Eggert (Germania)
- Identity Kills, regia di Sören Voigt (Germania)
- Infernal Affairs (Mou gaan dou), regia di Wai-Keung Lau e Alan Mak (Hong Kong)
- The Key for Determining Dwarfs or The Last Travel of Lemuel Gulliver (Klíc k urcování trpaslíku podle deníku Pavla Jurácka), regia di Martin Sulík (Repubblica Ceca)
- Lettere dalla Palestina, film collettivo (Italia)
- Mango Yellow (Amarelo Manga), regia di Cláudio Assis (Brasile)
- Marie and the Wolf (Marie et le loup), regia di Ève Heinrich (Francia, Belgio)
- Mein Leben Teil 2, regia di Angelika Levi (Germania)
- Mercano the Martian (Mercano, el marciano), regia di Juan Antin (Argentina)
- Milae, regia di Byun Young-joo (Corea del Sud)
- Mimi, regia di Claire Simon (Francia)
- Mon voyage d'hiver, regia di Vincent Dieutre (Francia)
- Morning Sun, regia di Geramie Barmé, Richard Gordon e Carma Hinton (Stati Uniti)
- Mother (Mutter), regia di Miklós Gimes (Svizzera, Francia)
- Mr. Vendetta (Boksuneun naui geot), regia di Park Chan-wook (Corea del Sud)
- My Camera Doesn't Lie, regia di Solveig Klassen e Katharina Schneider-Roos (Cina, Germania, Austria)
- Night Stop, regia di Licinio Azevedo (Mozambico)
- One Night Husband (Kuen rai ngao), regia di Pimpaka Towira (Thailandia)
- Power Trip, regia di Paul Devlin (Stati Uniti, Georgia)
- PTU, regia di Johnnie To (Hong Kong)
- Rengeteg, regia di Benedek Fliegauf (Ungheria)
- Salt, regia di Bradley Rust Gray (Islanda, Stati Uniti)
- Something More Than Night, regia di Daniel Eisenberg (Stati Uniti)
- The Suit (El traje), regia di Alberto Rodríguez Librero (Spagna)
- Teknolust, regia di Lynn Hershman-Leeson (Stati Uniti, Germania, Regno Unito)
- This Very Moment (Milchwald), regia di Christoph Hochhäusler (Germania, Polonia)
- Two Hearts (Xin xin), regia di Zhimin Sheng (Cina)
- A Visit to Ogawa Productions (Ogawa puro hōmon-ki), regia di Jun'ichirō Ōshige (Giappone)
- Yan fen jie, regia di Wang Bing (Cina)
Proiezioni speciali
[modifica | modifica wikitesto]- The Border City (Kyung-gye Dosi), regia di Hong Hyung-sook (Corea del Sud)
- Südostpassage, regia di Ulrike Ottinger (Germania)
Tributo agli Shaw Brothers
[modifica | modifica wikitesto]- 36ª camera dello Shaolin (Shao Lin san shi liu fang), regia di Lau Kar Leung (Hong Kong)
- Hong Kong Nocturne (Xiang jiang hua yue ye), regia di Umetsugu Inoue (Hong Kong)
- Le implacabili lame di rondine d'oro (Dà Zuì Xiá), regia di King Hu (Hong Kong)
- Intimate Confessions of a Chinese Courtesan (Ai nu), regia di Yuen Chor (Hong Kong)
- The Kingdom and the Beauty (Jiang shan mei ren), regia di Li Han-hsiang (Hong Kong)
Kinderfilmfest
[modifica | modifica wikitesto]- Black & White Dad (Abba Shahor Lavan), regia di Eitan Londner (Israele)
- The Dangerous Lives of Altar Boys, regia di Peter Care (Stati Uniti)
- Drengen der ville gøre det umulige, regia di Jannik Hastrup (Danimarca, Francia)
- Elina (Elina - Som om jag inte fanns), regia di Klaus Härö (Svezia, Finlandia)
- Hotel Hibiscus (Hoteru haibisukasu), regia di Yūji Nakae (Giappone)
- Kahlekuningas, regia di Arto Koskinen (Finlandia, Svezia, Francia)
- A Little Monk (Dong seung), regia di Joo Kyung-jung (Corea del Sud)
- Miss Entebbe, regia di Omri Levi (Israele)
- Pelle the Police Car (Pelle politibil), regia di Thomas Kaiser (Norvegia)
- Saint Monica, regia di Terrance Odette (Canada)
- Someone Like Hodder (En som Hodder), regia di Henrik Ruben Genz (Danimarca)
- The Tenth Summer (Der zehnte Sommer), regia di Jörg Grünler (Germania)
- Il viaggio di Carol (El viaje de Carol), regia di Imanol Uribe (Spagna, Portogallo)
- Wallah Be (Kald mig bare Aksel), regia di Pia Bovin (Danimarca)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Abbie Down East, regia di Ellen-Alinda Verhoeff (Paesi Bassi, Stati Uniti)
- Ballerina, regia di Kunuk Platoú e Valerie Saunders (Danimarca)
- Birju, regia di Heeraz Marfatia (India, Stati Uniti)
- Bollongexpeditionen, regia di Anna Bengtsson (Svezia)
- The Elephant and the Snail (De olifant en de slak), regia di Christa Moesker (Paesi Bassi)
- L'envie, regia di Leonard Yip (Australia, Singapore)
- Family & Friends (Släkt & vänner), regia di Jonas Odell (Svezia)
- Firefly (Jantarpins), regia di Dace Riduze (Lettonia)
- Hasha'on Shel Pepe, regia di Michael Peretz (Israele)
- Houdini's Hound (Houdinis hund), regia di Sara Johnsen (Norvegia)
- Iracema's Sky (O Céu de Iracema), regia di Iziane F. Mascarenhas (Brasile)
- Jims Vinter, regia di Gun Jacobson (Svezia, Danimarca)
- Un momento, regia di Tim Geser (Svizzera)
- Nachmittag in Siedlisko, regia di Anne Wild (Germania)
- Pipsqueak Prince (Le trop petit prince), regia di Zoia Trofimova (Francia)
- The Wind Will Comb Your Tresses (Bad gisuanat ra shaneh khahad zad), regia di Saman Salur (Iran)
Perspektive Deutsches Kino
[modifica | modifica wikitesto]- Bernau liegt am Meer, regia di Martina Döcker (Germania)
- The Family Jewels (Eierdiebe), regia di Robert Schwentke (Germania)
- Fools (Narren), regia di Tom Schreiber (Germania)
- Grüsse aus Dachau, regia di Bernd Fischer (Germania)
- Hình bóng, regia di Robin von Hardenberg (Germania)
- Kiki+Tiger, regia di Alain Gsponer (Germania, Svizzera)
- Let It Rock!, regia di Igor Paasch (Germania)
- Liberated Zone (Befreite Zone), regia di Norbert Baumgarten (Germania)
- My First Miracle (Mein erstes Wunder), regia di Anne Wild (Germania)
- Science Fiction, regia di Franz Müller (Germania)
- They've Got Knut (Sie haben Knut), regia di Stefan Krohmer (Germania, Austria)
- Unternehmen Paradies, regia di Volker Sattel (Germania)
- We (Wir), regia di Martin Gypkens (Germania)
Retrospettiva
[modifica | modifica wikitesto]- Los 5 Faust de F.W. Murnau, regia di Luciano Berriatúa (Spagna)
- Camilla Horn Sees Herself as Gretchen in Murnau's Faust (Camilla Horn sieht sich als Gretchen in Murnaus Stummfilm Faust), regia di Hedda Rinneberg e Hans Sachs (Germania Ovest)
- Il cammino della notte (Der Gang in die Nacht), regia di Friedrich Wilhelm Murnau (Germania, Danimarca)
- Fantasma (Phantom), regia di F.W. Murnau (Germania)
- Faust (Faust: Eine deutsche Volkssage), regia di F.W. Murnau (Germania)
- Finanze del granduca (Die Finanzen des Großherzogs), regia di F.W. Murnau (Germania)
- Die Finanzen des Großherzogs, regia di Gustaf Gründgens (Germania)
- L'Isola dei Demoni (Insel der Dämonen), regia di Friedrich Dalsheim (Germania)
- Klassiker der deutschen Filmkunst: F.W. Murnau, regia di Ulrich Kasten e Fred Gehler (Germania Est)
- Legong (la danza delle vergini) (Legong: Dance of the Virgins), regia di Henri de la Falaise (Stati Uniti)
- Il mio primo amore (Der letzte Mann), regia di Harald Braun (Germania Ovest)
- Murnau's 4 Devils: Traces of a Lost Film, regia di Janet Bergstrom (Stati Uniti)
- Nosferatu, il principe della notte (Nosferatu: Phantom der Nacht), regia di Werner Herzog (Germania Ovest, Francia)
- Nosferatu il vampiro (Nosferatu, eine Symphonie des Grauens), regia di F.W. Murnau (Germania)
- Il nostro pane quotidiano (City Girl), regia di F.W. Murnau (Stati Uniti)
- Ombre bianche (White Shadows in the South Seas), regia di W. S. Van Dyke (Stati Uniti)
- Phantombilder, regia di Frieda Grafe e Enno Patalas (Germania Ovest)
- Satana (Satanas), regia di F.W. Murnau (Germania)
- Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story), regia di George Cukor (Stati Uniti)
- Settimo cielo (7th Heaven), regia di Frank Borzage (Stati Uniti)
- Tabù (Tabu: A Story of the South Seas), regia di F.W. Murnau (Stati Uniti)[14]
- Tabu: dernier voyage, regia di Yves de Peretti (Francia, Germania, Belgio)
- Tartufo (Herr Tartüff), regia di F.W. Murnau (Germania)
- La terra che brucia (Der brennende Acker), regia di F.W. Murnau (Germania)
- L'ultima gioia (Four Sons), regia di John Ford (Stati Uniti)
- L'ultima risata (Der letzte Mann), regia di F.W. Murnau (Germania)
- L'ultimo Eden (Moana), regia di Frances H. Flaherty e Robert J. Flaherty (Stati Uniti)
- La vedova allegra (The Merry Widow), regia di Ernst Lubitsch (Stati Uniti)
Homage
[modifica | modifica wikitesto]- 8½, regia di Federico Fellini (Italia, Francia)
- L'amante perduta (Model Shop), regia di Jacques Demy (Francia, Stati Uniti)
- The Birch-Tree Meadow (La petite prairie aux bouleaux), regia di Marceline Loridan Ivens (Francia, Germania, Polonia)
- La dolce vita, regia di Federico Fellini (Italia, Francia)
- Due volte donna (Mon premier amour), regia di Élie Chouraqui (Francia)
- Lola - Donna di vita (Lola), regia di Jacques Demy (Francia, Italia)
- Montparnasse (Montparnasse 19), regia di Jacques Becker (Italia, Francia)
- Salto nel vuoto, regia di Marco Bellocchio (Italia, Francia)
- Una sera, un treno (Un soir, un train), regia di André Delvaux (Belgio, Francia)
- Un uomo, una donna (Un homme et une femme), regia di Claude Lelouch (Francia)
Omaggio a Yasujirō Ozu
[modifica | modifica wikitesto]- Buon giorno (Ohayō), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Fiori d'equinozio (Higanbana), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Inizio di primavera (Sōshun), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Sono nato, ma... (Otona no miru ehon - Umarete wa mita keredo), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Storia di erbe fluttuanti (Ukikusa monogatari), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Tarda primavera (Banshun), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Tardo autunno (Akibiyori), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Il tempo del raccolto del grano (Bakushū), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
- Viaggio a Tokyo (Tōkyō monogatari), regia di Yasujirō Ozu (Giappone)
Premi
[modifica | modifica wikitesto]Premi della giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Orso d'oro: Cose di questo mondo di Michael Winterbottom
- Orso d'argento, gran premio della giuria: Il ladro di orchidee di Spike Jonze
- Orso d'argento per il miglior regista: Patrice Chéreau per Son frère
- Orso d'argento per la migliore attrice: Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore per The Hours di Stephen Daldry
- Orso d'argento per il miglior attore: Sam Rockwell per Confessioni di una mente pericolosa di George Clooney
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: Yang Li per la sceneggiatura e la regia di Blind Shaft
- Orso d'argento per la migliore colonna sonora: Majoly, Serge Fiori e Mamadou Diabaté per Madame Brouette di Moussa Sene Absa
- Premio l'angelo azzurro: Good Bye, Lenin! di Wolfgang Becker
- Premio Alfred Bauer: Hero di Zhang Yimou
Premi della giuria "Cortometraggi"
[modifica | modifica wikitesto]- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: (A)Torsion di Stefan Arsenijevic
- Orso d'argento, premio della giuria: ex aequo In Absentia di Lucía Cedrón e The Tram #9 Was Going di Stepan Koval
- Panorama Short Film Award: Misdemeanor di Jonathan LeMond
- New York Film Academy Scholarship: I Could Have Been Human di Barbara Medajska
- Menzione speciale: Underdog di Eran Merav
- Prix UIP Berlin: (A)Torsion di Stefan Arsenijevic
Premi onorari
[modifica | modifica wikitesto]Premi delle giurie "Kinderfilmfest"
[modifica | modifica wikitesto]Kinderjury
[modifica | modifica wikitesto]- Orso di cristallo: Elina di Klaus Härö
- Menzioni speciali: Miss Entebbe di Omri Levi e Il viaggio di Carol di Imanol Uribe
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: Pipsqueak Prince di Zoia Trofimova
- Menzione speciale: Birju di Heeraz Marfatia
Kinderfilmfest International Jury
[modifica | modifica wikitesto]- Grand Prix per il miglior lungometraggio: Wallah Be di Pia Bovin
- Menzioni speciali: Elina di Klaus Härö e Drengen der ville gøre det umulige di Jannik Hastrup
- Special Prize per il miglior cortometraggio: Pipsqueak Prince di Zoia Trofimova
- Menzione speciale: Houdini's Hound di Sara Johnsen
Premi delle giurie indipendenti
[modifica | modifica wikitesto]- Premio della giuria ecumenica
- Concorso: Cose di questo mondo di Michael Winterbottom
- Panorama: Knafayim Shvurot di Nir Bergman
- Forum: Edi di Piotr Trzaskalski - Premio FIPRESCI
- Concorso: Luci lontane di Hans-Christian Schmid
- Panorama: Wolfsburg di Christian Petzold
- Forum: Edi di Piotr Trzaskalski - Guild Film Prize: La mia vita senza me di Isabel Coixet
- Premio CICAE Art Cinema
- Panorama: Knafayim Shvurot di Nir Bergman
- Menzione speciale: Seville, Southside di Dominique Abel
- Forum: Mango Yellow di Cláudio Assis
- Menzione speciale: Power Trip di Paul Devlin - Premio Caligari: Salt di Bradley Rust Gray
- Premio Manfred Salzgeber: Pure di Gillies MacKinnon
- Menzione speciale: Harry Eden per l'interpretazione in Pure di Gillies MacKinnon
- Peace Film Prize: Cose di questo mondo di Michael Winterbottom
- Premio NETPAC: Blessing Bell di Sabu
- Menzione speciale: Bird-Man Tale di Garin Nugroho
- Premio Wolfgang Staudte: Rengeteg di Benedek Fliegauf
- Premio Don Quijote: Edi di Piotr Trzaskalski
- Teddy Award
- Miglior lungometraggio: Mil nubes de paz cercan el cielo, amor, jamás acabarás de ser amor di Julián Hernández
- Miglior documentario: Talk Straight: The World of Rural Queers di Jochen Hick
- Miglior cortometraggio: Fremragende timer di Jan Dalchow e Lars Daniel Krutzkoff Jacobsen
- Special Teddy Award: Friedrich Wilhelm Murnau (In Memoriam)
- Premio Else dei lettori di Siegessäule: The Event di Thom Fitzgerald
Premi del pubblico e dei lettori
[modifica | modifica wikitesto]- Panorama Audience Award: Knafayim Shvurot di Nir Bergman
- Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: The Hours di Stephen Daldry
- Premio dei lettori della Berliner Zeitung: Power Trip di Paul Devlin
- ^ a b c d e f g h i 53rd Berlin International Film Festival - February 6-16, 2003, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ Awards 2003, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Feb 11, 2003: Short Film Awards 2003, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ Dec 13, 2002: Chicago by Rob Marshall Opens Berlinale on February 6, 2003, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Lietta Tornabuoni, Berlino, musical e impegno, in La Stampa, 6 febbraio 2003.
- ^ Aug 02, 2002: Berlinale 2003: Retrospective Friedrich Wilhelm Murnau, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Fulvio Caprara, Clooney insulta critico turco, in La Stampa, 10 febbraio 2003.
- ^ Addio al Talleyrand del cinema, in La Stampa, 12 febbraio 2003.
- ^ Gianni Rondolino, Ozu, il pudore dei giapponesi, in La Stampa, 13 febbraio 2003.
- ^ Fulvio Caprara, Giurata Anna Galiena: e se vincesse Salvatores?, in La Stampa, 14 febbraio 2003.
- ^ Fulvio Caprara, «Il mio Fidel non è una caricatura», in La Stampa, 15 febbraio 2003.
- ^ a b c Juries - 2003, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ 53rd Internationale Filmfestspiele Berlin - Awards (PDF), su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
- ^ Sono state proiettate la versione originale e quella integrale distribuita successivamente, in cui sono state ripristinate le scene tagliate dalla Paramount prima dell'uscita del film nel 1931.