Santuario di Maria Ausiliatrice
Basilica santuario di Maria Ausiliatrice | |
---|---|
![]() | |
Stato | ![]() |
Regione | Piemonte |
Località | Torino |
Indirizzo | Via Maria Ausiliatrice, 32, 10152 Torino TO, Italie |
Coordinate | 45°04′52″N 7°40′33.74″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Arcidiocesi | Torino |
Consacrazione | 9 giugno 1868 |
Architetto | Antonio Spezia |
Stile architettonico | Neoclassico |
Inizio costruzione | 1865 |
Completamento | 1868 |
Sito web | basilicamariaausiliatrice.it/home-3/?lang=en |

Il santuario di Maria Ausiliatrice è una basilica[1] cattolica della città di Torino.
Inaugurato il 9 giugno 1868, il santuario fu voluto da san Giovanni Bosco, ed è circondato da un vasto comprensorio, chiamato Valdocco, poiché situato nel quartiere omonimo; è anche chiamato comprensorio salesiano; qui sono presenti molte delle attività gestite dai salesiani e solitamente dedicate ai giovani, come scuole, attività sportive ed oratori.
La basilica principale fu progettata dall'ingegnere Antonio Spezia. Tale chiesa venne dedicata a Maria, invocata da don Bosco come Ausiliatrice. Negli anni '90 dell'Ottocento l'interno fu riccamente decorato con marmi dal successore, Michele Rua[2]. Il 28 giugno 1911 fu elevata alla dignità di basilica minore[3]. Tra il 1934 e il 1942, in concomitanza con la canonizzazione di don Bosco, le cui spoglie sono ospitate in una cappella finita nel 1938[4], la chiesa subì notevoli ingrandimenti progettati dall'architetto Giulio Valotti, salesiano[4].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Tettoia Pinardi e la chiesetta di San Francesco di Sales
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1841 la zona Valdocco di Torino si presentava piena di campi, e qualche cascina. Qui, don Giovanni Bosco, già in servizio nella città da alcuni anni, individuò l'antica cascina di Francesco Pinardi, in affitto, come sede per accogliere i giovani disadattati e disoccupati, soprattutto ragazzini che egli incontrava nella vicina Porta Palazzo.
Con l'aiuto di Giulia Falletti Marchesa di Barolo e dell'allora nascente congregazione salesiana, don Bosco riuscì a rilevare i terreni e ampliare così l'accoglienza dei giovani, in quella che, presto diventerà la nota "Tettoia Pinardi", adibita a oratorio già dalla primavera del 1846.
Ben presto, di fianco alla Tettoia fu aggiunta una piccola chiesa, adibita a cappella, e dedicata a San Francesco di Sales. Questa fu costruita su progetto del cavalier Blachier ed eretta nel periodo 1850-1852. La chiesetta, che i salesiani soprannominano la loro "Porziuncola Salesiana", è accessibile dal cortile interno, situata esattamente dietro la basilica e dalla parte nord della Tettoia Pinardi, quest'ultima inglobata nei porticati della manica centrale.[5].
Basilica e comprensorio
[modifica | modifica wikitesto]Negli anni le attività si moltiplicarono, e Valdocco divenne il centro propulsore della nascente congregazione dei salesiani.
Volendo affidare alla protezione di Maria tutti i suoi ragazzi e le sue attività, Don Bosco pensò, oltre che alla costruzione di un vero e proprio comprensorio, dotato di edifici per accogliere religiosi e pellegrini, di far costruire un santuario dedicato a lei (poichè la cappella dedicata a San Francesco di Sales non era più sufficiente ad accogliere i fedeli), affidandone i lavori all'architetto Antonio Spezia, che ne diresse la costruzione dal 1865 sino al termine dei lavori. La prima pietra del santuario venne posta il 27 aprile 1865 alla presenza del principe Amedeo di Savoia, duca d'Aosta, figlio secondogenito del re Vittorio Emanuele II; il 23 settembre 1866 venne terminata la cupola di 19 metri di diametro minore e nel 1867 la chiesa poté dirsi finita con il posizionamento della grande statua della Madonna al termine della cupola stessa. La consacrazione ebbe luogo il 9 giugno 1868.
Importanti furono anche gli ingrandimenti e le decorazioni esterne, compresa l'area oratoriale nord, a seguito della canonizzazione di Don Bosco, a opera dell'architetto don Giulio Valotti, e operate dal 1935 al 1952. In particolare l'arch. Valotti progettò il nuovo altare di San Giovanni Bosco (seconda cappella a destra), una seconda cupola, il raddoppio della zona absidale con l'allungamento della parte presbiteriale e arretramento dell'altare, le due cappelle la fianco dei lati terminali del transetto[6], un ampio spazio retrostante l'altare. L'organo dal fondo fu trasferito accanto al presbitero e da qui fu elevato un matroneo per le celebrazioni affollate[7]. Il comprensorio salesiano di Torino raggiunge la sua estensione con altre palazzine e oratori fino a Via Sassari, più un piccolo teatro sul lato via Salerno.
Programma iconografico e ideologico
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa presenta un impianto iconografico molto preciso e dettagliato, con una serie di rifermenti storici e ideologici definiti da Don Bosco, e ripresi negli ampliamenti successivi. Le decorazioni interne ed esterne si riferiscono a Maria Ausiliatrice come aiuto dei cristiani, baluardo contro i nemici della Chiesa e del Papato, debellatrice degli scismi e delle eresie, protettrice degli eserciti che combattono per la fede cristiana. Forte è il riferimento alla lotta contro la Riforma e alla missione civilizzatrice della Chiesa[8]. Anche la scelta dello stile neo-rinascimentale per la facciata potrebbe collegarsi al Rinascimento della Controriforma, in controtendenza con lo stile neo-medievale spesso utilizzato per gli edifici ecclesiastici del periodo[9].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]
Esterno
[modifica | modifica wikitesto]La facciata è realizzata in stile neo-rinascimentale[10] sul modello palladiano della chiesa di San Giorgio Maggiore a Venezia. Sul timpano, retto da quattro colonne, sono poste le statue dei martiri Solutore, Avventore e Ottavio, considerati i primi martiri di Torino, che secondo le fonti agiogafiche sarebbero in parte stati uccisi nella zona di Valdocco[11] [12].
A lato del timpano vi sono le statue di due vescovi: san Massimo, primo vescovo di Torino e san Francesco di Sales, vescovo di Ginevra.
Sull'architrave sotto il timpano c'è la scritta: "Maria auxilium christianorum ora pro nobis" e sotto il rosone la statua in marmo di Gesù tra i fanciulli.
Le due parti laterali, dagli altorilievi della facciata alle sculture sui corpi laterali, obbediscono ad un programma iconografico teso a esaltare due precisi momenti storici collegati alla venerazione di Maria Ausiliatrice[2]. La parte sinistra si riferisce alla battaglia di Lepanto del 1517: nell'altorilievo tra le due colonne giganti vi è Papa Pio V annuncia la vittoria di Lepanto; al di sopra un angelo regge un cartiglio riportante l'anno 1571, data della battaglia; sulla sommità del campanile arretrato di sinistra l'arcangelo Michele sventola una bandiera su cui si legge "Lepanto". Successivamente alla vittoria della Lega Santa papa Pio V inserì nelle Litanie Lauretane anche una invocazione a Maria Ausiliatrice. La parte di destra si riferisce alla liberazione dalla prigionia napoleonica di Papa Pio VII: nell’altorilievo Papa Pio VII incorona Maria a Savona, al di sopra un angelo regge un cartiglio riportante l'anno 1815, data della liberazione del papa, sulla sommità del campanile arretrato di destra l'arcangelo Gabriele si libra in volo con in mano una corona (per incoronare la Madonna). Il papa era stato tenuto in ostaggio da Napoleone dopo l'occupazione di Roma prima a Savona e poi a Fontainebleau, e rilasciato il 24 maggio 1815. Successivamente Papa Pio VII proclamò il 24 maggio giorno dedicato a Maria Ausiliatrice[2].
Nella parte bassa della facciata vi sono due bassorilievi che raffigurano due episodi di Gesù con i giovani: a sinistra Gesù guarisce un giovane sordomuto; a destra Gesù resuscita il figlio della vedova di Nain[2]
Nel 1867 la cupola venne ornata da una statua dorata della Madonna opera di Camillo Boggio: non è Maria Ausiliatrice ma Nostra Signora della Misericordia, venerata a Savona[2].
Infine, nel 1920 sulla rotonda di fronte alla chiesa venne collocato il monumento a don Bosco, di Gaetano Cellini.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa ha una pianta a croce latina e una decorazione in marmi policromi voluta dal beato Michele Rua, primo successore di don Bosco. Sopra il tabernacolo si trova il grande dipinto che rappresenta Maria ausiliatrice, voluto da san Giovanni Bosco e realizzato da Tommaso Lorenzone, mentre l'affresco della cupola è di Giuseppe Rollini. Il paliotto in bronzo dorato raffigurante l'Ultima Cena è opera di Gianni Remuzzi.[13] A Carlo Cussetti si devono i decori sulle volte delle gallerie che circondano le due cappelle che affiancano l'altare maggiore, e quelli della cupola minore costruita da Giulio Valotti[14].
L'interno della basilica custodisce, oltre a quello maggiore, quattro altari laterali: entrando dall'ingresso principale, sulla destra, si trova quello dedicato a santa Maria Mazzarello, cofondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, mentre di fronte quello intitolato a san Domenico Savio, giovane allievo di don Bosco e protettore dei ragazzi; proseguendo per la navata, superato l'accesso alla cosiddetta "cappella delle Reliquie" (si legga sotto), sulla destra si incontra l'altare di don Bosco, monumentale opera progettata dall'architetto Mario Ceradini che conserva le spoglie del Santo e, infine, di fronte, la cappella dedicata a san Giuseppe, l'unica rimasta come l'aveva voluta il fondatore, nel cui quadro, in basso, si vede il complesso della basilica come si presentava poco dopo la costruzione.
Dalla navata centrale una scala conduce alla cripta, la "Cappella delle Reliquie", dove, vi sono inumati: Giovanni Melchiorre Calosso (mentore di San Giovanni Bosco), Michele Rua, Filippo Rinaldi ed altri successori alla guida dei salesiani, fra cui tre provenienti dal cimitero salesiano delle Catacombe di San Callisto, a Roma, il 20 novembre 2017. Nella cripta, vi è inoltre conservata una reliquia del legno della Santa Croce; in questo luogo, progettato dall'architetto Giulio Valotti, salesiano[15], viene collocato il punto preciso che la Madonna avrebbe indicato per dare inizio alla costruzione del santuario.[16]
Organo a canne
[modifica | modifica wikitesto]
Sulla cantoria alla sinistra dell'abside si trova l'organo a canne Tamburini opus 227, costruito nel 1941 su progetto di Ulisse Matthey. Integro nelle sue caratteristiche foniche originarie, è a trasmissione elettrica e dispone di 65 registri; la sua consolle, anch'essa in cantoria, ha tre tastiere e pedaliera. Lo strumento dispone anche di una consolle ausiliaria ad unico manuale e pedaliera per la sola sezione corale (situata al disotto della stessa cantoria).
Culto
[modifica | modifica wikitesto]La festa del santuario cade il 24 maggio.[17]
In letteratura
[modifica | modifica wikitesto]Il poeta in lingua piemontese Nino Costa ha dedicato alla chiesa una poesia, pubblicata nella raccolta Fruta madura del 1931 con il titolo Maria Ausiliatris e il sottotitolo La Madòna 'd don Bòsch. Fa parte di un ciclo di cinque poesie dedicate ad altrettante chiese di Torino (le altre sono la chiesa sconsacrata dei Santi Simone e Giuda, i Santi Martiri, la Consolata e San Domenico). Nino Costa per questa chiesa si concentra sul problema sociale e sulla preghiera come richiesta di aiuto: protagonista è un'anziana madre, malata e prossima alla morte che afflitta per i problemi dei suoi tre figli, si reca in chiesa ogni sera. I figli sviati sono affidati alla Madòna 'd don Bòsch, nella memoria del santo sacerdote che si dedicò all'apostolato fra i giovinastri di Torino, ma per altri versi le richieste della madre sono concrete e ispirate più alla virtù laiche dell'operosità e ad una tranquilla onestà che non a doni celesti.[18]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Sezione Santuario-basilica di Maria Ausiliatrice sul sito ufficiale della casa madre dei salesiani - Torino www.donbosco-torino.it Archiviato il 16 aprile 2010 in Internet Archive. (ultimo accesso il 31 marzo 2010)
- ^ a b c d e Virtual tour of Basilica Mary Help of Christians with Fr Mike, su youtube.com. URL consultato il 31 maggio 2025.
- ^ (EN) Santuario di Maria Ausiliatrice, su GCatholic.org.
- ^ a b Basilica di Maria Ausiliatrice, scheda su www.museotorino.it
- ^ Sezione Cappella Pinardi sul sito ufficiale della casa madre dei salesiani - Torino www.donbosco-torino.it Archiviato il 15 aprile 2010 in Internet Archive. (ultimo accesso il 31 marzo 2010)
- ^ Mila Levi Pistoi, Le chiese di Don Bosco nel contesto dell'architettura torinese dell'Ottocento, in AA.VV., Torino e Don Bosco parte prima, a cura di Giuseppe Bracco, Torino, Archivio Storico della Città di Torino, 1989.
- ^ Basilica Maria Ausiliatrice (PDF), su torino2024.equipes-notre-dame.com.
- ^ Caterina Thellung, Due chiese e tre pittori: Don Bosco e l'arte figurativa a Torino, in AA.VV., Torino e Don Bosco parte prima, a cura di Giuseppe Bracco, Torino, Archivio Storico della città di Torino, 1989.
- ^ Rosanna Maggio Serra, La cultura artistica nella seconda metà dell’Ottocento, in AA.VV., Storia di Torino. Da capitale politica a capitale industriale 1864-1915, a cura di Umberto Levra, vol. 7, Torino, Einaudi, 2001, ISBN 88-06-15771-X.
- ^ L. Chiesa, Torino e le sue glorie religiose, Torino, Tipografia E. Schioppo, 1930.
- ^ Non ci sono comunque fonti attendibili. Cenni ai tre personaggi e ai luoghi del martirio sono in una predica del vescovo di Torino, San Massimo (IV secolo) e in una Passio del V secolo. Vedasi nota successiva.
- ^ Sant'Ottavio, su santiebeati.it. URL consultato il 2 giugno 2025.
- ^ Giuliana Donati Petténi, Lo scultore Gianni Remuzzi, in Michela Valotti, Gianni Remuzzi (1894-1951) l'onestà della scultura, Bergamo-Bione, Ateneo di Scienze Lettere ed Arti di Bergamo - Edizioni Valle Sabbia, 2019, pp. 139, 142, ISBN 88-420-5380-5.
- ^ Natale Maffioli, CARLO CUSSETTI: Un pittore per la Basilica di Maria Ausiliatrice, su donbosco-torino.it. URL consultato il 1º febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Studi piemontesi, Volume 18, Centro studi piemontesi, 1989, vedi Google books (ultimo accesso: 26 settembre 2015)
- ^ San Giovanni Bosco Sacerdote, scheda di Cristina Siccardi su www.santiebeati.it (ultimo accesso: 26 settembre 2015)
- ^ 24 MAGGIO - MARIA AUSILIATRICE, pagina web su www.preghiereperlafamiglia.it (ultimo accesso: 26 settembre 2015)
- ^ Nino Costa, Fruta madura in Poesie piemontesi, Torino, Cenacolo, 1958, p. 455
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo a canne
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla basilica di Maria Ausiliatrice a Torino
Wikivoyage contiene informazioni turistiche sulla Principali monumenti religiosi del Piemonte
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su basilicamariaausiliatrice.it.
- Santuario di Maria Ausiliatrice, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Breve storia del santuario, su donbosco-torino.it. URL consultato il 22 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2015).
- Basilica di Maria Ausiliatrice su Museotorino.it*
- https://www.youtube.com/watch?v=Y6dEQVF4E1k Video in inglese con una analisi interessante sull'apparato decorativo esterno e interno della Chiesa, pubblicaso sul canale Youtube di Salesian Mission