Riza (icona)
Per riza (in russo риза, "abito") o oklad (in russo оклад, "copertura") s'intende una protezione in metallo (in una lega di ottone, o in argento o in argento dorato) posta su una tavola dipinta con una immagine sacra, detta icona, ma che lascia scoperti volti e mani delle figure sacre ritratte. La riza è tipica delle icone venerate nella Chiesa greco-ortodossa: il vocabolo in lingua russa infatti è utilizzato anche per le coperture metalliche delle icone greco-bizantine. Una diversa riza, detta alla veneziana, è composta da perline di vetro, prodotte a Murano ed infilate all'interno di una struttura di sottili fili metallici. Quando il rivestimento è composto da elementi staccati, cioè da strisce applicate direttamente sull'icona, la riza è detta "basma".
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La "riza" è una sottile lamina in metallo che lascia scoperti i volti, le mani e a volte anche il busto degli effigiati, perché sia sempre riconoscibile l'identità dei personaggi, la scena in cui si muovono e il messaggio religioso che comunicano.
Opera d'arte in sé, frutto di tecniche orafe specifiche e raffinate, scultura devozionale caratteristica delle Chiese orientali, la riza veniva sbalzata, quindi cesellata e incisa, seguendo i contorni delle figure dipinte sulla sottostante tavola. A volte era impreziosita con smalti policromi, con filigrane, perfino con perle e con pietre dure e preziose. La lamina veniva poi ripiegata sui quattro lati e fissata con piccoli chiodi sullo spessore della tavola dipinta. Nell'Ottocento si produssero in Russia anche icone più semplici, a devozione in famiglia, che erano dipinte unicamente in corrispondenza delle fessure aperte nella riza, mentre il resto della tavola restava privo di pittura.
La riza è un omaggio all'immagine sacra e al messaggio che ne deriva, ma anche una protezione materiale dell'icona, per preservarla cioè dall'annerimento, prodotto dalla fuliggine delle lampade e dai fumi dell'incenso. Ancora oggi, in Russia, si realizzano icone con riza di metallo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel Medioevo le rare rize erano opera di monaci; nel XV secolo orafi laici si inserirono in questa produzione di oggetti dedicati al culto e nel XVIII secolo una riza accompagnava frequentemente un'icona. Nel XIX secolo, con l'espandersi e il perfezionarsi dell'arte orafa russa, grazie ad artisti come Hlebnikov, Oucinikov e Sazikov, la preziosità delle rize arrivò al culmine. Anche Fabergé ideò rize, ricche di smalti e di pietre preziose, che furono prodotte nei suoi laboratori orafi di Pietroburgo, di Mosca e di Odessa.
A volte la riza veniva realizzata posteriormente all'icona, anche dopo secoli. Se di metallo prezioso, l'identificazione dell'orafo, del luogo e dell'anno di produzione sono possibili attraverso i punzoni che in genere sono impressi ai bordi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Una immagine della Madre di Dio di Kazan', venerata come protettrice della famiglia, era donata agli sposi e messa nella carrozza che li portava a casa.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vladimir Nikolaevič Ivanov, Il grande libro delle icone russe, Cinisello Balsamo-Mosca, Edizioni Paoline-Patriarcato di Mosca, 1987, SBN IT\ICCU\RAV\0022468.
- Rodolfo Bellotto (a cura di), Icone russe dalla collezione Orler, XV-XIX secolo: San Samuele, Venezia, Noventa Padovana, Mediagraf, 2001, SBN IT\ICCU\PUV\0823716.
- Adalberto Mainardi (a cura di), Andrej Rublev e l'icona russa: atti del XIII Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa, sezione russa: Bose, 15-17 settembre 2005, Magnano, Comunità di Bose, 2006, SBN IT\ICCU\TO0\1534842.
- Gallerie degli Uffizi, La collezione delle icone russe agli Uffizi, Livorno, Sillabe, 2014, SBN IT\ICCU\CBR\0001994.
Altri progetti
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