Regioni periferiche del Complesso di Orione
Fra le regioni nebulose periferiche del Complesso di Orione sono incluse tipicamente delle piccole nubi e addensamenti di polvere interstellare situate nei bordi più esterni del grande complesso nebuloso di cui fanno parte; la maggior parte di queste nubi sono situate nella parte occidentale del complesso e sono comprese fra le costellazioni di Orione ed Eridano.
Spesso si mostrano di aspetto "cometario" e allungato, a causa dell'impatto del vento stellare originato dalle stelle più luminose dell'Associazione Orion OB1, e non a caso mostrano una "coda" di gas in dissoluzione in direzione opposta rispetto ad esse; questo tipo di interazione in alcuni casi ha anche favorito i processi di formazione stellare.[1]
Caratteristiche generali
[modifica | modifica wikitesto]I piccoli addensamenti di gas e stelle in formazione appartenenti alle porzioni più esterne della regione di Orione sono dispersi su una superficie di oltre 600 gradi quadrati; la gran parte di questi bozzoli è invisibile sia ad occhio nudo sia con piccoli strumenti, mentre si rivela con più facilità nelle immagini a lunga posa, meglio se nella banda degli infrarossi. A modellare questi addensamenti è principalmente la radiazione ultravioletta proveniente dalle stelle massicce e di colore blu, dunque appartenenti alle classi spettrali O e B; quest'azione di modellamento è la causa della caratteristica forma "a cometa" delle nebulose esterne associate alle regioni H II;[1] simili fenomeni erosivi si osservano anche in altre nebulose, come i celebri Pilastri della Creazione all'interno della Nebulosa Aquila.[2] Nelle regioni esterne al grande complesso in Orione sono state catalogate 89 nubi associate a sorgenti infrarosse osservate dall'IRAS, distribuite a nord e a sud dell'equatore celeste e associate ad oggetti di Herbig-Haro.[3]
La distanza di queste nubi periferiche, paragonata con quella media delle nubi centrali del complesso, indica che esse sono protese verso la direzione del sistema solare rispetto al complesso stesso; in particolare, emerge che le nubi visivamente più prossime alle regioni centrali sono anche le più vicine al centro del complesso, mentre i frammenti situati alle alte latitudini galattiche e in interazione con bordo esterno della Bolla di Eridano si trovano più prossime a noi. La nube LDN 1634 ad esempio, con una distanza di 450 parsec, è la più vicina alla nube Orion A e alla celebre Nebulosa di Orione; le nebulose poste sul confine fra Toro ed Eridano, come la Nebulosa Testa di Strega, giacciono a circa 230 parsec, mentre quelle ancora più ad ovest arrivano fino a 150-200 parsec dal Sole.[1]
Regioni nebulose del bordo occidentale
[modifica | modifica wikitesto]LDN 1634
[modifica | modifica wikitesto]LDN 1634 è la più prossima alla regione di Orion A, trovandosi a circa 3° da essa; si tratta di una nube oscura di piccole dimensioni, che contiene alcune parti parzialmente illuminate, come LBN 960. Attorno a questa si disperdono altri piccoli frammenti illuminati, come LBN 956 e LBN 957.[4][5] Esistono due teorie sull'origine della nube: la prima afferma che potrebbe trattarsi di materiale espulso dalla pressione del vento delle stelle giovani e calde dell'associazione Orion OB1, mentre per la seconda si tratterebbe di un residuo della formazione delle stelle dell'associazione.[6]
LDN 1634 contiene al suo interno due dei più noti e studiati oggetti di Herbig-Haro, HH 240 e HH 241: entrambi sono composti da un potente getto molto ben evidente, al punto che gli studi condotti hanno permesso una maggiore comprensione dei meccanismi caratteristici di questa categoria di oggetti;[7] nella banda dell'H2 si rivelano come dei potenti getti bipolari estesi in senso est-ovest che partono dalla sorgente infrarossa catalogata come IRAS 05173-0555, dall'aspetto nebuloso ed allungato e con una forte componente arrossata tipica degli oggetti HH.[8] Le dimensioni totali dei getti arrivano a 6', che a una distanza di 450 pc (1470 al) corrispondono a 0,8 pc (2,6 al); i punti più brillanti sono identificati con le lettere A, B, C e D[7] e i loro spettri sono caratterizzati da forti emissioni nelle linee del Fe II, che diminuisce allontanandosi dalla sorgente del getto, e dell'H2.[9]
Nella nube sono note pure diverse stelle con linee di emissione dell'Hα, in particolare sul lato orientale, dove dunque avrebbe luogo la formazione stellare; almeno tre di queste sono stelle T Tauri e coincidono con altrettante sorgenti IRAS o a raggi X.[10]
NGC 1788 e dintorni
[modifica | modifica wikitesto]NGC 1788 è una piccola nebulosa a riflessione situata circa 6° ad ovest delle regioni più dense del complesso, al confine fra le costellazioni di Orione ed Eridano e poco a nord della stella Cursa (β Eridani); si tratta di una piccola porzione illuminata di un sistema di gas e polveri noto come LDN 1616 e LDN 1615, esteso per poco meno di un grado e orientato in senso est-ovest, che dista circa 450 pc (1470 al) dal sistema solare. In particolare, la parte illuminata è quella più orientale, in direzione delle stelle del complesso, ed ospita al suo interno la stella HD 293815, una stella blu che la illumina.[1]
Le prove della presenza di fenomeni di formazione stellare sono fornite dalle sorgenti infrarosse individuate nel corso degli anni duemila, che coinciderebbero con delle protostelle di classe 0 (le più giovani), dalla più massiccia delle quali si origina un potente getto; la loro dislocazione nella nebulosa e la loro età suggerisce che questo ciclo di formazione sia stato provocato dall'impatto dell'onda d'urto del vento delle giovani stelle dell'associazione Orion OB1.[11]
Le componenti stellari e protostellari più brillanti della nebulosa a riflessione sono avvolte in piccole nubi che presentano delle emissioni nell'H2; di queste una sarebbe causata dalla forte radiazione ultravioletta della stella centrale, in questo caso la più massiccia, mentre le altre due paiono associate a dei bow shock. Gli ultimi due di fatto sarebbero oggetti HH, e come tali seguono infatti la numerazione assegnata a questo tipo di oggetti: HH 951-A e HH 951-B.[11]
Le stelle di pre-sequenza principale scoperte sono circa una sessantina, fra le quali è compresa la stessa HD 293815, più la stella Ae/Be di Herbig UX Orionis.[12] Quest'ultima in particolare si trova circa 45' ad ovest delle nubi ed è il prototipo di una particolare classe di stelle variabili note come variabili UX Orionis (UXor); si tratta di una stella bianca di classe spettrale A3 con un'età di 2 milioni di anni, che coincide con la sorgente IRAS 05020-0351.[13]
Nebulosa Testa di Strega
[modifica | modifica wikitesto]La Nebulosa Testa di Strega (IC 2118) è una nebulosa a riflessione piuttosto conosciuta situata nella parte nordorientale della costellazione di Eridano, poco a sud di Cursa e circa otto gradi ad ovest di Orion A; la fonte della luce che la nebulosa riflette sarebbe la brillante stella Rigel (β Orionis), situata circa due gradi ad est. La nube disterebbe circa 210 pc (685 al) da noi[14] e contiene alcune regioni più dense e luminose, che in alcuni cataloghi appaiono indicate separatamente, come nei cataloghi di Lynds, che riporta le sottostrutture LBN 968, LBN 959 e LBN 975.
Da un punto di vista evolutivo, questa nebulosa e i banchi di gas ad essa associati sarebbero classificabili come un residuo di una nube molecolare;[15] i fenomeni di formazione stellare sono testimoniati dalla presenza di alcune sorgenti infrarosse, come IRAS 04591-0856 e IRAS 05050-0614, che possiedono delle intensità di flusso all'infrarosso tipiche degli oggetti stellari giovani. Alcune delle sottostrutture della nube mostrano inoltre una forma a cometa con la coda rivolta in direzione opposta alle stelle dell'associazione Orion OB1, indice che i gas della nube sono soggetti all'azione fotoevaporante delle sue stelle più massicce.[16]
La nube contiene cinque stelle T Tauri, di cui tre sono state catalogate anche come sorgenti infrarosse. Tramite uno studio comparativo delle loro tracce evolutive (Hayashi + Henyey), è stata stimata la loro età, che si aggirerebbe sui 2,5 milioni di anni; secondo lo stesso studio, queste stelle sarebbero in relazione fra loro e si sarebbero formate assieme a seguito dell'onda d'urto della pressione di radiazione e del vento delle stelle dell'associazione Orion OB1.[17] A queste si aggiungono altre tre stelle giovani, due delle quali potrebbero avere le caratteristiche delle T Tauri a causa delle forti variazioni del loro spettro; le due candidate coincidono con altrettante sorgenti IRAS.[17] Sempre alla stessa classe appartengono altre quattro stelle sparse nei dintorni della nube, ma che potrebbero essere non fisicamente legate ad essa e mostrarsi nella sua direzione solo per un effetto prospettico.[18]
Regioni minori e ultraperiferiche
[modifica | modifica wikitesto]Molte delle nubi più periferiche e remote del Complesso di Orione si estendono alle alte latitudini galattiche, lontane dunque dal piano galattico, e sono visibili prevalentemente nella costellazione di Eridano e sul bordo più occidentale di Orione.
LDN 1642
[modifica | modifica wikitesto]LDN 1642 è fra le nubi più conosciute tra quelle poste lontano dalla scia della Via Lattea; si tratta di una nebulosa oscura relativamente fredda e tranquilla situata al centro della parte settentrionale di Eridano, quasi completamente priva di dinamiche vigorose e composta da idrogeno molecolare neutro (regione H I), estesa per oltre quattro gradi e dall'aspetto cometario. La sua coda si estende per più di cinque gradi in direzione nordest, perpendicolare al piano galattico, e sfuma in direzione delle regioni centrali del complesso; la nube si sovrappone visivamente al bordo più esterno della Bolla di Eridano, con cui sembrerebbe in interazione.[19] La sua notorietà è dovuta al fatto che si tratta di una delle due sole nubi ad alte latitudini galattiche ad ospitare, seppur in scala molto ridotta, dei fenomeni di formazione stellare.[20]
La struttura della nebulosa è divisibile in tre regioni a densità maggiore collegate fra loro da un mezzo interstellare più rarefatto;[19] dal centro partono due filamenti di polveri che si dirigono in direzione nordest ed est. Studiando la densità delle varie sottostrutture della nube si è ipotizzato che soltanto le parti più dense possano essere considerate gravitativamente legate, mentre le altre strutture non sarebbero vincolate.[19] Nei pressi della regione con la più alta densità si trovano due piccole stelle di pre-sequenza principale poco appariscenti e circondate da nebulosità, individuate anche agli infrarossi: la prima è catalogata come L 1642-1 (o, secondo la nomenclatura delle stelle variabili tradizionale, EW Eridani), la seconda L 1642-2.[21] Quest'ultima è anche la responsabile del vento stellare che sospinge i getti di gas dell'oggetto HH 123, scoperto all'inizio degli anni novanta; possiede una forma allungata e priva di una forma ben definita, con indizi nella sua struttura che farebbero pensare alla presenza di due bow shock diretti in direzioni opposte fra loro.[22]
Altre nubi
[modifica | modifica wikitesto]La parte più meridionale del complesso, a sud di Rigel, è costituita dalla nube LBN 991; si trova circa otto gradi a sudovest di Orion A e contiene al suo interno una sorgente di raggi X, RX J0513.4-1244. Questa nube, situata entro i confini della costellazione della Lepre, è catalogata come nebulosa diffusa brillante, sebbene sia molto poco appariscente.[1] La presenza di una stella T Tauri, coincidente con la sorgente a raggi X, indica che nella nube sono stati in atto dei fenomeni di formazione stellare, seppur in scala molto ridotta.[23]
LBN 906 e LBN 917 sono due piccole nubi dall'aspetto cometario situate nella costellazione di Eridano; si trovano relativamente vicine fra loro e sarebbero delle piccole porzioni di gas molecolare espulse dalla regione di Orione, o in alternativa, dei bozzoli aggregati dall'interazione con la superbolla in espansione che circonda il Complesso di Orione, dunque connesse direttamente alla Bolla di Eridano.[24] Nei pressi delle due nebulose è nota una sorgente IRAS, catalogata come IRAS 04451-0539, che coincide con una stella T Tauri; è stata riconosciuta come tale in base all'analisi delle sue emissioni H e al forte assorbimento del Li.
La regione di Lambda Orionis
[modifica | modifica wikitesto]Nella parte più settentrionale del complesso, a nord del grande quadrilatero di stelle che costituisce l'ossatura della costellazione di Orione, si trova una piccola associazione OB relativamente brillante, catalogata come Cr 69 e nota come Associazione di Lambda Orionis; la sua stella dominante, λ Orionis (Heka), è ben visibile ad occhio nudo e domina il gruppo composto da una dozzina di stelle azzurre di classe spettrale B. Le componenti dell'associazione sono tutte ben visibili anche con un binocolo.[25] La distanza dell'associazione è stimata sui 400 pc, che corrispondono a un diametro reale di circa 55 pc per la nebulosa ad essa associata.[26]
Secondo i modelli evolutivi l'associazione sarebbe in uno stadio relativamente avanzato, essendo le sue componenti gravitazionalmente poco legate fra loro; l'età media delle sue stelle si aggira sui 6 milioni di anni.[27]
λ1 Orionis è una stella di classe O 8 III (una gigante blu) ed è la principale ionizzatrice di un grande sistema di gas ionizzato dalla forma grosso modo simmetrica e ben visibile agli infrarossi, dal diametro di circa otto gradi e leggermente più luminosa nel lato occidentale; al suo interno sono noti circa un'ottantina di oggetti, di cui la gran parte è costituita da stelle Ae/Be di Herbig e giovani stelle T Tauri, indice questo che la nube ospita fenomeni di formazione stellare di stelle di massa intermedia o piccola.[25] La nube è catalogata come Sh2-264 e la parte più interna, vicina alle stelle eccitatrici, mostra segni di espansione; si sospetta che questa espansione sia stata causata dall'esplosione di una supernova di tipo II avvenuta circa 300.000 anni fa o poco più, alterando quella che in origine era una nube relativamente piatta. Secondo la stessa ipotesi, che considera anche il moto proprio della stella λ Orionis, questa supernova sarebbe stata originata da una compagna della stessa λ Orionis, evolutasi più velocemente a causa della sua massa maggiore e quindi concludendo prima il suo ciclo vitale.[28] Attorno alla nube principale sono presenti alcune nubi angolarmente distanti ma facenti parte dello stesso complesso, come Sh2-262 e Sh2-265, visibili a sudovest.
Note
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Libri
[modifica | modifica wikitesto]Opere generali
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: Hidden Treasures, Cambridge University Press, 2007, ISBN 0-521-83704-9.
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Sull'evoluzione stellare
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Carte celesti
[modifica | modifica wikitesto]- Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.
- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume I - The Northern Hemisphere to -6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-14-X.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0, 2ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
- Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Argomenti generali
[modifica | modifica wikitesto]Argomenti specifici
[modifica | modifica wikitesto]- Anello di Barnard
- Bolla di Eridano
- Braccio di Orione
- Complesso nebuloso molecolare di Orione
- Nebulosa di Orione
- Oggetti non stellari nella costellazione di Orione
Fenomeni e oggetti correlati
[modifica | modifica wikitesto]- Associazione OB
- Formazione stellare
- Nube molecolare gigante
- Regione H II
- Stella gigante blu
- Stella supergigante blu
- Superbolla
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Il complesso di Orione, su daviddarling.info.
- (EN) SEDS website, su seds.org.
- (EN) Tavola interattiva del Catalogo di Messier, su space-and-telescope.com. URL consultato il 10 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2014).
- (EN) Immagini di Orione, su space-and-telescope.com. URL consultato il 10 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2014).