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Ostenda

Coordinate: 51°13′N 2°54′E
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Ostenda
comune
(NL) Oostende
(FR) Ostende
Ostenda – Stemma
Ostenda – Bandiera
Ostenda – Veduta
Ostenda – Veduta
Veduta
Localizzazione
StatoBelgio (bandiera) Belgio
Regione Fiandre
Provincia Fiandre Occidentali
ArrondissementOstenda
Amministrazione
SindacoBart Tommelein (Open VLD)
Territorio
Coordinate51°13′N 2°54′E
Superficie37,7 km²
Abitanti70 600 (01-01-2016)
Densità1 872,68 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale8400
Prefisso059
Fuso orarioUTC+1
Codice Statbel35013
Cartografia
Mappa di localizzazione: Belgio
Ostenda
Ostenda
Ostenda – Mappa
Ostenda – Mappa
Sito istituzionale

Ostenda[1] (in olandese Oostende; in francese Ostende) è una città portuale belga di 70.274 abitanti, situata nella provincia fiamminga delle Fiandre Occidentali e affacciata sul Mare del Nord. Il territorio comunale comprende la città vera e propria e tre città minori, annesse successivamente all'istituzione del comune: Mariakerke, Stene e Zandvoorde.

Il lungomare tra il 1890 e il 1900.

Ostenda è la città principale sulla costa belga. In tempi antichi non era altro che un piccolo villaggio di pescatori costruito sulla sponda orientale (in olandese: oost-einde) di un'isola (chiamata Testerep), posta fra il Mare del Nord e un lago costiero. Benché piccolo, il villaggio guadagnò lo status di 'città' intorno al 1265, quando agli abitanti fu permesso di tenere un regolare mercato.

La principale fonte di introiti era naturalmente la pesca. La costa del mare del Nord è sempre stata abbastanza instabile e nel 1395 gli abitanti decisero di costruire una nuova Ostenda alle spalle di grandi dighe e lontana dalla minaccia del mare. La posizione strategica sul Mare del Nord ha dato un grande vantaggio a Ostenda, come porto, ma si è anche rivelata fonte di problemi. La città venne spesso presa, distrutta e saccheggiata dalle armate conquistatrici. Dopo quest'epoca Ostenda si tramutò in un porto di una certa importanza. Nel 1722 gli olandesi chiusero l'entrata del porto di Anversa, e di conseguenza Ostenda crebbe in importanza perché forniva un accesso alternativo al mare.

I Paesi Bassi Meridionali (l'odierno Belgio) erano diventati parte della Monarchia Asburgica. L'imperatore Carlo VI d'Asburgo concesse alla città il monopolio del commercio con l'Africa e l'Estremo Oriente. All'Oostendse Compagnie (la compagnia commerciale di Ostenda) venne permesso di fondare colonie oltremare. Comunque, nel 1727 la Oostendse Compagnie venne costretta a cessare le sue attività a causa della pressione olandese e britannica. I Paesi Bassi e la Gran Bretagna non permettevano ai concorrenti di agire a livello dei traffici internazionali, ma le nazioni consideravano il commercio internazionale come loro privilegio.

La nave-museo Mercator.

In tempi successivi il porto di Ostenda continuò ad espandersi grazie al miglioramento della struttura portuale e dei collegamenti con l'interno. Nel 1838 venne costruito un collegamento ferroviario con Bruxelles. Ostenda divenne un porto di transito per l'Inghilterra nel 1846, quando il primo traghetto salpò per Dover. Non svolge più questo ruolo oggi, eccetto per le merci, come punto alternativo di attraversamento della Manica, rispetto a Calais, in Francia. Molto importante per l'immagine della città fu l'attenzione che ricevette dai re belgi Leopoldo I e Leopoldo II. Entrambi amavano passare le vacanze a Ostenda. Importanti monumenti e ville vennero costruiti per compiacere la famiglia reale. Il resto dell'aristocrazia belga li imitò subito e Ostenda divenne nota come «la regina delle località di mare belghe».

Panoramica della spiaggia e del lungomare.
La Peperbusse, nome locale del vecchio campanile di una chiesa bruciata.

Luoghi di interesse sono il Casinò e il Forte Napoleone. La città è gemellata con Banjul.

Infrastrutture e trasporti

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La città di Ostenda è servita dall'Aeroporto di Ostenda, che viene servito principalmente da compagnie aeree low-cost e cargo.

Tipici abiti da pescatori dei primi del XX secolo.

La bandiera della città ha i colori rosso (sopra) e giallo (sotto).

Società sportive

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  1. ^ Sandro Toniolo, Principali esonimi italiani di elementi geografici europei (PDF), su igmi.org, 21 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 novembre 2014).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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