Vai al contenuto

Ordelaffi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Ordelaffi (disambigua).
Ordelaffi
Scudo dal mezzo in giù addogato, da indi in sù un mezzo leone verde in campo oro
Stato Signoria di Forlì
Sacro Romano Impero
Stato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio
Titoli
FondatoreLor de Laffia
Ultimo sovranoLudovico II Ordelaffi
Data di fondazioneIX secolo
Data di estinzione1504
Etniagermanica
Rami cadettiOrdelaffi di Venezia
Stemma di Casa Ordelaffi custodito nella casa di Dante a Firenze

Gli Ordelaffi erano le famiglie che tennero, con interruzioni, la signoria della città di Forlì tra la fine del secolo XIII e gli inizi del secolo XVI.

La famiglia è di probabile origine germanica o veneta. Nelle cronache cittadine un Ordelaffi viene citato per la prima volta alla metà del XII secolo, essendosi trasferito in città, nella contrada Santa Croce, dai propri possedimenti nel contado.

Si ha traccia di un Lor (o Alor, o Aloro) de Laffia, o dell'Affia, (da cui discenderà la famiglia degli Ordelaffi, signori di Forlì per circa due secoli) capitano di origine germanica, arruolato da Berengario[1] nell'889 per riconquistare a favore dell'impero alcune città. Si sa con certezza che in questo stesso anno, l'889, Lor de Laffia è governatore delle armi in una Forlì che, secondo le fonti, comincerà a reggersi (fatto fondamentale nella storia della città) a libero comune.

Nel 910 Lor de Laffia tentò di impadronirsi del potere a Forlì, ma, cacciato dal popolo, fu costretto a riparare prima a Ravenna e poi a Venezia. Secondo una leggenda, un ramo della famiglia discendente da Lor de Laffia avrebbe mutato il proprio nome, invertendone le lettere: da Ordelaf in Faledro o Faliero, famiglia che diede alcuni dogi; proprio uno di questi portava il nome di Ordelaffo Falier.[2]

Signori di Forlì

[modifica | modifica wikitesto]
Palazzo Ordelaffi a Forlì

La famiglia Ordelaffi, comunque, prese il potere nella città di Forlì, roccaforte ghibellina, alla fine del XIII secolo. La signoria, estesa a Castrocaro, a Forlimpopoli e a Cesena, restò nelle loro mani fino al 1359 e di nuovo tra il 1376 e il 1480, con un effimero ritorno nel 1503-1504.[3]

Nella Divina Commedia

[modifica | modifica wikitesto]
Dante e Scarpetta Ordelaffi di Pompeo Randi

Come Signori di Forlì sono citati:

«La terra che fé già la lunga prova / e di Franceschi sanguinoso mucchio, / sotto le branche verdi si ritrova.»

Nella citazione le "branche verdi" sono gli artigli del leone rampante dello stemma familiare degli Ordelaffi.

Linea di successione

[modifica | modifica wikitesto]

Palazzi e castelli

[modifica | modifica wikitesto]
Signori di Forlì
Ordelaffi

Scarpetta
Francesco I
Francesco II
Figli
Sinibaldo
Pino II
Figli
  • Giovanna
  • Giovanni
  • Giovanni
  • Luigi
Francesco III
Figli
Giorgio
Figli
Tebaldo
Antonio
Figli
Francesco IV
Figli
Pino III
Figli
  • Sinibaldo II (naturale)
  • Caterina (naturale)
  • Lucrezia (naturale)
Sinibaldo II
Antonio Maria
Ludovico II
Modifica

Ramo Ordelaffi di Venezia

[modifica | modifica wikitesto]
Stemma Falier

Altri discendenti di Lor de Laffia si trasferirono nella Repubblica di Venezia e cambiarono il loro cognome in Faliero o Faledro, la forma invertita di Ordelaf.[4] A Venezia divenne potente anche il ramo Falier, che ebbe due dogi all'inizio del XII secolo: Vitale Falier (1084–1095) e Ordelafo Falier (1102-1117).[5]

Nel 1211 i Faliero furono i primi coloni veneziani nel Ducato di Candia (oggi Creta), iniziando un proficuo commercio con gli altri stati mediterranei.

Il declino di questa famiglia iniziò nel 1355, quando il doge Marino Faliero tentò di organizzare un colpo di stato a Venezia e stabilire una monarchia, ma fallì e fu decapitato.[6] Sebbene vi fossero altri Faliero di rilievo, non raggiunsero mai più la carica di doge e alla fine del XIV secolo la famiglia scomparve.

  1. ^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, vol.2, A.Forni, 1886.
  2. ^ Pecci
  3. ^ Testa
  4. ^ Paolo Bonoli (1826), Storia del Friuli, Bordandini, p. 122.
  5. ^ Treccani.it. Vitale Falier.
  6. ^ Giuseppe Tassini (2009), Curiosità Veneziane, Filippi Editore, pp. 241-242.
  • Giuseppe Pecci, Gli Ordelaffi, Fratelli Lega Editori, Faenza 1974.
  • Sergio Spada, "Magnifico Signore - Pino III Ordelaffi, l'ultimo signore di Forlì", Ed. Balestra, Forlì 1999
  • Sergio Spada, "Gli Ordelaffi. Signori di Forlì e Cesena", Ed. Il Ponte Vecchio, Cesena 2011 ISBN 9788865411445
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia. Ordelaffi di Forlì, Torino, 1835, Tav. V.
  • Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, vol.2, A.Forni, 1886.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]