Coordinate: 40°55′15.94″N 14°01′48.46″E

Liternum

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Liternum
Resti del capitolium nel foro di Liternum
CiviltàRomana
UtilizzoCittà
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneGiugliano in Campania
Dimensioni
Superficie85 000 
Amministrazione
EnteParco archeologico dei Campi Flegrei
Sito webwww.pafleg.it/it/4388/localita/59/parco-archeologico-di-liternum
Mappa di localizzazione
Map

Liternum era una città romana della Campania antica, sita presso l'attuale Lago Patria, frazione del comune di Giugliano in Campania (NA). La città si trovava sulla sponda sud del Lago di Patria (in latino Literna Palus) presso la foce del fiume Clanio (Clanis) e la Silva Gallinaria.

Dista 8 km dal comune di Villa Literno[1] (CE), con il quale non ha nessun legame rilevante.[2]

La zona era abitata già in epoca preistorica e successivamente da popolazioni di stirpe osca.

Nel 194 a.C. vi fu dedotta una colonia romana,[3] verosimilmente di veterani della seconda guerra punica appartenenti all'esercito di Scipione l'Africano, che qui si rifugiò esule nel 187 a.C.[4] e vi morì nel 183 a.C.[5] Già gli antichi erano in dubbio se Scipione fosse stato sepolto a Liternum oppure nella tomba di famiglia a Roma, poiché in entrambe si trovava un suo monumento funebre con statua.[6] Quella di Liternum avrebbe recato l'epitaffio: "Ingrata patria, ne ossa quidem mea habes". Successivamente, secondo la tradizione, fra le rovine della città si trovò un frammento della suddetta epigrafe, in cui si leggeva solo "... ta Patria ne..." e perciò tutto il luogo prese il nome di Patria, e parimenti il lago fu detto di Patria.[7] Quasi un secolo dopo Livio, la villa e la tomba furono descritte da Seneca.[8]

La città ebbe notevole sviluppo in età augustea, ma soprattutto tra la fine del I ed il II secolo d.C., grazie alla realizzazione della via Domiziana che, partendo da Sinuessa (nel territorio dell'odierna Mondragone), la collegava con i centri della costa campana e in particolare con il porto di Puteoli, l'odierna Pozzuoli, dove la strada terminava. Fonti di reddito erano la pesca e, probabilmente, l’utilizzo della sabbia del suo litorale, particolarmente fine e bianca, per la produzione del vetro.[9] C’erano, inoltre, botteghe, laboratori artigianali, profumieri e diverse produzioni ceramiche.[10]

In epoca cristiana la città fu anche sede vescovile dell’ecclesia Liternina o Patriensis,[11] fino a quando si effettuò la traslazione, da Liternum a Napoli delle reliquie di Santa Fortunata.[12] A partire dalla tarda età imperiale subì un progressivo abbandono. Dopo il IV secolo, a seguito di alluvioni e invasioni barbariche, la popolazione superstite migrò verso il centro storico dell'attuale Giugliano.[13] Nel Medioevo la pianura intorno a Liternum divenne luogo di insediamento da parte dei monaci benedettini.

Verso la fine dell’Ottocento vennero rinvenute alcune lapidi.[14] Nel 1930 il soprintendente Amedeo Maiuri affidò all’ispettore onorario Giacomo Chianese gli scavi per tentare di trovare la villa e la tomba di Scipione.[15] Nel 1932 sono stati portati alla luce alcuni resti dell'antica città relativi al Foro, il Capitolium, la Basilica e il Teatro.[16] Nel periodo degli scavi fu realizzata un'ara votiva a Scipione l'Africano, collocata nel parco il 15 settembre 1936[17]. Al di fuori delle mura cittadine sono stati individuati residui dell'anfiteatro (di dimensioni calcolabili in m. 85/90 x 65/70[18]) e la necropoli con la maggior parte delle sepolture di epoca imperiale.

Una parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi sono conservati presso una sala dedicata nel Museo archeologico dei Campi Flegrei.[19]

Il Parco Archeologico

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Nell'agosto del 2006, grazie all'interessamento del comune di Giugliano, e con sovvenzioni ottenute tramite la Soprintendenza di Napoli, vennero avviati[20] una serie di interventi finalizzati alla realizzazione del Parco e museo archeologico di Liternum. [21] Il Parco Archeologico di Liternum fu ultimato nell'aprile 2009 dal Comune di Giugliano, che per un certo periodo di tempo assegnò la custodia, manutenzione, gestione e promozione del sito alla Pro Loco Litorale Domitio, ente di promozione turistica, culturale e sociale del territorio costiero della città.[22] Dopodiché, l'area venne affidata per un breve periodo alla sezione di Giugliano dell'Associazione Nazionale Carabinieri.[21]

Dal 2016 il parco e l'anfiteatro di Liternum sono entrati nel circuito del "Parco archeologico dei Campi Flegrei".[23]

A settembre 2023 iniziarono i lavori per la riqualificazione del parco naturalistico, adiacente agli scavi archeologi del Foro, con il ripristino della pavimentazione e delle opere accessorie[24], l'area venne inaugurata il 5 maggio 2024[25][26].

Il parco archeologico e naturalistico rientra nel perimetro della Riserva naturale Foce Volturno-Costa di Licola.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Fino al 1927 Vico di Pantano.
  2. ^ Parco Archeologico di Liternum, su museionline.info.
  3. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri 34, 45.
  4. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri 38, 52.
  5. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita libri 38, 53.
  6. ^ Tito Livio, Ab urbe condita libri 38, 56.
  7. ^ AA. VV., A new guide of Naples, its environs, Procida, Ischia and Capri, Napoli, 1826, p. 387.
  8. ^ Seneca, Epistulae morales ad Lucilium 86.
  9. ^ Giuseppe Camodeca, Liternum, in Supplementa Italica 25,, Roma, 2010, p. 22.
  10. ^ Gennaro Di Fraia, Liternum. Una storia da riscrivere, in "Sibilla Cumana", 2, luglio 2012, Napoli, pp. 23-24.
  11. ^ Raffaele Calvino, Diocesi scomparse in Campania : Cumae, Misenum, Liternum, Vicus Feniculensis, Volturnum, Napoli, 1969, pp. 71-74.
  12. ^ Raffaele Calvino, Diocesi scomparse in Campania : Cumae, Misenum, Liternum, Vicus Feniculensis, Volturnum, Napoli, 1969, pp. 111-118.
  13. ^ AA. VV., I centri storici della provincia di Napoli, Napoli, 2009, p. 140.
  14. ^ A. Avena, Literno. Rapporto sopra scoperte avvenute in Torre di Patria, comune di Giugliano, ritenuta la sede dell’antica città, in Notizie degli scavi di antichità, 1885, pp. 79-82, Roma.
  15. ^ Giuseppe Camodeca, Liternum, in Supplementa Italica 25, Roma, 2010, p. 27.
  16. ^ Parco Archeologico di Liternum, su pafleg.it.
  17. ^ Domenico Chianese, Liternum, Napoli, Athena Mediterranea, 1978, p. 15.
  18. ^ Giuseppe Camodeca, Liternum, in Supplementa Italica 25, Roma, 2010, p. 17.
  19. ^ archeoFlegrei, La sala di Liternum al museo dei Campi Flegrei, su archeoFlegrei, 24 settembre 2017. URL consultato il 13 agosto 2021.
  20. ^ Il primo lotto dei lavori fu avviato.
  21. ^ a b Giugliano, il parco archeologico di Liternum chiuso e incustodito. Dentro erbacce e abitazioni abusive, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 28 luglio 2018.
  22. ^ Archeologia, a Liternum parco chiuso. Ma con gli abusivi dentro, su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 28 luglio 2018.
  23. ^ Sito del Parco archeologico dei Campi Flegrei, su parcoarcheologicocampiflegrei.beniculturali.it. URL consultato il 28 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2018).
  24. ^ Al via la riqualificazione del parco di Liternum, su cronachedellacampania.it.
  25. ^ Giugliano, Liternum e il suo lago: ecco il grande parco, su ilmattino.it.
  26. ^ Giugliano, il parco archeologico di Liternum torna alla città: taglio del nastro con il sindaco Pirozzi e il governatore De Luca, su Il Meridiano News, 5 maggio 2024. URL consultato il 6 maggio 2024.
  • Giuseppe Camodeca, Liternum, in Supplementa Italica 25, 2010, pp. 11-70, Roma.
  • Gennaro Di Fraia, Liternum. Una storia da riscrivere, in "Sibilla Cumana", 2, luglio 2012, pp. 19-31, Napoli.
  • Giacomo Chianese, Paesaggi liternini (ms. inedito presso famiglia Chianese, Villaricca), 1936.
  • Domenico Chianese, Liternum, Napoli, Athena Mediterranea, 1978.
  • Amedeo Maiuri, Sulle vie antiche della Campania: "Liternum", in Pan: rassegna di lettere, arte e musica / diretta da Ugo Ojetti, 1934, n. 6 (giu.), pp. 161-172.
  • Amedeo Maiuri, Passeggiate Campane, 3 ed., Firenze, 1957, pp. 89-103.
  • Amedeo Maiuri, I Campi Flegrei, 4 ed., Roma, 1963, pp. 160-163.
  • Mario Pagano, La basilica di S. Fortunata a Liternum, in Rivista di archeologia cristiana Anno XLV, 1989, pp. 179-188, Roma.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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