Linea Rupnik
Linea Rupnik Rupnikova linija Рупникова линија | |
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Il Bunker Rupnikove nel comune di Škofja Loka | |
Localizzazione | |
Stato | Jugoslavia |
Stato attuale | Slovenia Croazia |
Informazioni generali | |
Tipo | Linea fortificata |
Costruzione | 1937-Lavori sospesi nel 1941 |
Materiale | Calcestruzzo, acciaio e ferro |
Condizione attuale | In stato di abbandono |
Informazioni militari | |
Utilizzatore | Jugoslavia |
Funzione strategica | Difesa dei confini nazionali con Regno d'Italia e Germania nazista |
Termine funzione strategica | 1945 |
Occupanti | Granicari |
Azioni di guerra | Occupazione della Jugoslavia |
Note | Dopo i trattati di Pace di Parigi e le modifiche dei confini italiani, parte delle opere della Linea Rupnik erano circondate da territorio solo jugoslavo, ora sloveno e croato. |
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La Linea Rupnik (in sloveno e croato Rupnikova linija, in serbo Рупникова линија Rupnikova linija) era una massiccia linea fortificata del Regno di Iugoslavia eretta lungo il confine terrestre occidentale e settentrionale, voluta dal generale sloveno Leon Rupnik. La costruzione della linea difensiva fu una misura di sicurezza adottata per contrastare il Vallo Alpino del Regno d'Italia, nonché contro il pericolo di un'invasione da parte della Germania nazista, in seguito all'Anschluss dell'Austria.
La Linea Rupnik della Jugoslavia fu ispirata da vari altri sistemi di fortificazione costruiti lungo i confini, principalmente dalla Francia (con la Linea Maginot), dalla Cecoslovacchia (con le proprie fortificazioni di confine) e dalla vicina Italia. Fu creata per fornire delle buone posizioni e per rafforzare il confine già esistente, in modo da respingere un'eventuale invasione.
Nonostante ci fossero circa 15.000 soldati che presidiavano le fortificazioni al suo apice, la linea poteva ospitare fino a circa 40.000 uomini, tuttavia non fu mai utilizzata al massimo delle sue potenzialità, in quanto era in gran parte impreparata e abbandonata, al momento dell'invasione della Jugoslavia nell'aprile del 1941.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Pianificazione e costruzione
[modifica | modifica wikitesto]L'idea di costruire delle fortificazioni lungo il confine con l'Italia emerse nel 1935 dal generale Rupnik, per contrastare la costruzione del Vallo Alpino in mezzo al progressivo peggioramento delle relazioni tra i due stati, visto che già nella seconda metà degli anni 1930, la volontà dell'Italia fascista di espandere i propri confini preoccupava le autorità jugoslave. Nel 1936, fu approvato ufficialmente un decreto per iniziare a progettare il nuovo sistema di fortificazione lungo il confine.
La costruzione ebbe inizio tra il 1937 e il 1938.[2][3] Un'operazione su larga scala come questa, ridusse significativamente gli effetti della crisi economica in corso nel paese, così come migliorò il tenore di vita, lo stato impiegò circa 15.000 lavoratori inizialmente nel 1937, il numero aumentò fino a 60.000 lavoratori di cui circa 40.000 erano riservisti dell'esercito nel 1941. Solo quando la linea si stava delineando, prese il nome Linea Rupnik. Circa 4.000 bunker furono completati o parzialmente costruiti prima dell'invasione da parte dell'Asse.[2]
In seguito all'Anschluss del 1938, la Iugoslavia si ritrovò a confinare anche con la Germania nazista, ed estese quindi le fortificazioni ai confini settentrionali.
Per difendere i confini vennero addestrate 72 compagnie, chiamate "granicari" (in serbo) o "granicarji" (in sloveno), organizzate in battaglioni. Furono mobilitati 50.000 uomini con 40 batterie, delle quali almeno un terzo al confine con l'Italia. I granicari erano divisi in sei settori con sei diversi quartieri generali.
Seconda guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]La linea non fu adeguatamente preparata per l'invasione dell'Asse che ebbe luogo nell'aprile 1941 durante la seconda guerra mondiale, dato che la sua costruzione avrebbe dovuto concludersi nel 1947. Il bilancio militare jugoslavo era in gran parte esaurito al momento dell'invasione, entrambe le forze attaccanti avevano una forza militare superiore. Di conseguenza, la linea fu scarsamente difesa e in gran parte abbandonata durante l'invasione di Italia e Germania. Parte del VI settore vicino a Dravograd riuscì a mantenere le posizioni per tre giorni prima di abbandonare gli avamposti.[4] Altri casi notevoli di resistenza si verificarono l'8 aprile sul monte Blegoš, Gozd Martuljek e a Castua vicino Fiume il 9 aprile. Alcune forze jugoslave riuscirono a respingere gli invasori a Circhina, ma alla fine furono costretti a ritirarsi.[1]
Molti degli oggetti nella zona annessa all'Italia (nota come provincia di Lubiana) furono distrutti per impedirne l'uso da parte dei partigiani jugoslavi e per raggiungere i metalli tanto necessari situati nelle mura di queste fortificazioni.[2]
Dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]Nel dopoguerra, tutte le fortificazioni rimasero nel territorio della Jugoslavia socialista. La maggior parte degli edifici furono abbandonati, tranne alcuni che invece furono utilizzati dalle forze armate. In seguito alla dissoluzione della Jugoslavia, la linea ottenne il pieno riconoscimento e fu creato un percorso tematico per i turisti, nonostante la zona sia ancora amministrata dal Ministero della difesa sloveno. Le fortificazioni di Goli Vrh e Hrast Hill sono attualmente in fase di ristrutturazione per i servizi turistici.[5][6]
Organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Il piano prevedeva la costruzione di due linee parallele di bunker, tutte interconnesse. Non ci fu alcuno sforzo per nascondere le posizioni ai nemici, al fine di migliorare potenzialmente l'effetto psicologico che potrebbe avere sullo schieramento opposto.
L'intera linea era stata divisa in sei settori, quelli numerati più bassi avevano una maggiore importanza;[1][2]
Settore | Sede comando | Ruolo |
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I | Vrhnika | Impedire l'invasione di Lubiana. |
II | Kamenjak | Impedire l'invasione di Zagabria da Fiume. |
III | Škofja Loka | Difesa della zona tra Škofja Loka e Vrhnika. |
IV | Železniki | Difesa attorno a Železniki e dell'alta valle della Sava. |
V | Circonio | Difesa attorno al caposaldo di Cerknica. |
VI | Maribor | Difesa tra Maribor e Ptuj e di tutto il Caravanche. |
Linee parallele difensive
[modifica | modifica wikitesto]Le posizioni furono ulteriormente divise in due linee primarie di difesa;
- 1ª linea di difesa: essendo di fatto la parte anteriore del complesso difensivo, è costituita da bunker di varie forme e dimensioni con montate delle mitragliatrici, la forma più spesso costruita era una torre.
- Linea d'artiglieria: questa linea era formata da cannoni anticarro, barriere, fossati e casematte. Le fortificazioni erano tra le più grandi, in quanto alcune erano state progettate per consentire il passaggio attraverso i corridoi principali della fanteria motorizzata.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) RUPNIKOVA LINIJA (The Rupnik Line) and VALLO ALPINO Archiviato il 15 aprile 2013 in Internet Archive.
- ^ a b c d e (SL) Anka Rudolf, Rupnikova linija, su Gore Ljudje, 13 settembre 2012. URL consultato il 10 novembre 2022.
- ^ (SL) Rupnikova linija, su www.pd-zelezniki.com. URL consultato il 10 novembre 2022.
- ^ Stanko Mihev, Od kje so bunkerji? Rupnikova linija na Koroškem, su Bajta, 14 ottobre 2010. URL consultato il 10 novembre 2022 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2018).
- ^ (SL) Marijana Hanc Trip, Rupnikova linija: poročna dvorana v nesojeni bojni utrdbi?, su Delo, 1º giugno 2011. URL consultato il 10 novembre 2022.
- ^ (HR) Linda Draškić, Zavirili smo u bunker izgrađen za vrijeme Kraljevine Jugoslavije, su Večernji list, 19 dicembre 2014. URL consultato il 10 novembre 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Vladimir Tonic e Aleksander Potocnik, Fortifying Europe's Soft Underbelly: The Rupnik Line, the Vallo Alpino and Other Fortifications of the Ljubljana Gap, CreateSpace Independent Publishing Platform, 4 aprile 2012, ISBN 978-1-4751-4097-2.
- (EN) Sectoral Division of Rapallo Border Defence Systems and Discovering the Extent of the Rupnik Line Fortification System (PDF), su iu-cg.org, University of Ljubljana, 2018.
- (SL) Aleksander Jankovič Potočnik, Rupnikova linija: odkrivanje utrdb ob rapalski meji, Ad Pirum, 2009, ISBN 978-961-92665-3-3.
- (SL) Aleksander Jankovič Potočnik, Slovenian fortifications: a guide to fortifications in Slovenia and surrounds, Ad Pirum, 2008, ISBN 978-961-91721-6-2.
- (SL) Aleksander Jankovič Potočnik, Rupnikova linija in Alpski zid: utrjevanje Rapalske meje med letoma 1932 in 1941, Galerija 2, 2004, ISBN 978-961-6115-28-5.
- (SL) Miloš Habrnál, Ladislav Čermák e Oldřich Gregar, Rupnikova črta in druge jugoslovanske utrdbe iz obdobja 1926-1941, J. Škoda - Fortprint, 2005, ISBN 978-80-86011-28-8.
- (FR) Jean-Pierre Legendre, Les vestiges d’une frontière oubliée : Le Vallo Alpino dans les Alpes françaises, in In Situ. Revue des patrimoines, n. 38, 12 febbraio 2019.
- (FR) Boris Mlakar, L'occupation de la Slovénie pendant la Seconde Guerre mondiale, in Guerres mondiales et conflits contemporains, vol. 234, n. 2, 10 luglio 2009, pp. 77–96.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Linea Rupnik
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Carta della Linea Rupnik (JPG), su elektronik.si.
- Park vojaške zgodovine / Utrdbe / Rupnikova linija, su web.archive.org, 22 dicembre 2007. URL consultato il 10 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2007).
- Ad Pirum - utrdbe na slovenskem, su web.archive.org, 14 aprile 2013. URL consultato il 10 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2013).
- Rupnikova linija | Poljanski portal, su web.archive.org, 22 maggio 2010. URL consultato il 10 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2010).
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