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Heteromyias albispecularis

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Balia neoguineana cenerina
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordinePasserida
SuperfamigliaPetroicoidea
FamigliaPetroicidae
GenereHeteromyias
SpecieH. albispecularis
Nomenclatura binomiale
Heteromyias albispecularis
(Salvadori, 1876)

La balia neoguineana cenerina (Heteromyias albispecularis (Salvadori, 1876)) è un uccello della famiglia dei Petroicidi originario della Nuova Guinea[2].

È una delle due specie del genere Heteromyias. In passato era classificata in un'unica specie, nota anch'essa come Heteromyias albispecularis, assieme alla balia australiana frontegrigia dell'Australia. Da alcuni studiosi veniva posta anche nel genere Poecilodryas. Descritta dal naturalista italiano Tommaso Salvadori nel 1876, la petroica cenerina appartiene alla famiglia dei cosiddetti «pettirossi australasiatici», i Petroicidi. Gli studi sull'ibridazione del DNA condotti da Charles Sibley e Jon Ahlquist spinsero gli studiosi a classificare questo gruppo nel parvordine dei Corvida, che comprende molti Passeriformi tropicali e australiani, tra i quali i Pardalotidi, i Maluridi, i Melifagidi e i Corvidi[3]. Tuttavia, grazie a ricerche molecolari più recenti, è stato scoperto che i Petroicidi appartengono invece a uno dei rami più antichi dell'altro parvordine degli Oscini, i Passerida (o uccelli canori «avanzati»)[4].

Attualmente vengono riconosciute tre sottospecie[2]:

  • H. a. albispecularis (Salvadori, 1876) (Nuova Guinea nord-occidentale);
  • H. a. rothschildi Hartert, 1930 (Nuova Guinea centrale);
  • H. a. armiti De Vis, 1894 (Nuova Guinea orientale e sud-orientale).

Con una lunghezza di 15–18 cm, la balia neoguineana cenerina è un petroicide piuttosto grande e tarchiato. Ha la testa e le guance di colore nero fuligginoso, con una striscia bianca che si allunga verso l'indietro a partire dalla regione oculare. Il bianco della gola spicca tra il color camoscio delle regioni inferiori e il marrone-oliva di quelle superiori. Un'altra macchia bianca è presente sulle ali, costituite da penne di colore scuro. Il becco è grigio-nero, gli occhi sono marrone scuro e le zampe rosa chiaro[5].

Distribuzione e habitat

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La balia neoguineana cenerina vive lungo le catene montuose centrali che attraversano la Nuova Guinea (sia nel Papua Occidentale che nella Papua Nuova Guinea), tra i 1400 e i 2600 m di quota. All'interno delle foreste pluviali nelle quali abita si incontra da sola o, più raramente, in coppie, tra il sottobosco o sul terreno.

Alimentazione

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È insettivora, e spesso va in cerca di cibo al suolo. Cattura formiche, coleotteri, fasmidi, centopiedi e lombrichi[5].

Il nido è costituito da una sorta di coppa poco profonda fatta di corteccia, erbe, ramoscelli e foglie secche, fissati e legati assieme da tela di ragno. La struttura è posta generalmente a 1–3 m di altezza dal suolo. La femmina depone un unico uovo, di 24×20 mm, di color bianco-crema o bianco-oliva, punteggiato da macchioline color marrone chiaro o malva, generalmente concentrate attorno al polo maggiore[5].

  1. ^ (EN) BirdLife International 2009, Heteromyias albispecularis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Petroicidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 7 maggio 2014.
  3. ^ C. G. Sibley e J. E. Ahlquist, Phylogeny and Classification of Birds: A Study in Molecular Evolution, New Haven, CT, Yale University Press, 1990, pp. 603, 610-27, ISBN 0-300-04085-7.
  4. ^ F. Keith Barker, Alice Cibois, Peter A. Schikler, Julie Feinstein e Joel Cracraft, Phylogeny and diversification of the largest avian radiation (PDF), in PNAS, vol. 101, n. 30, 2004, pp. 11040-45, DOI:10.1073/pnas.0401892101, PMC 503738, PMID 15263073. URL consultato il 14 agosto 2008.
  5. ^ a b c Brian J. Coates, The Birds of Papua New Guinea, vol. 2, Queensland, Dove Publications, 1990, pp. 189-190, ISBN 978-0-9590257-1-2, OCLC 153651608.

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