Giuseppe Baisi
Giuseppe Baisi | |
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Nascita | Napoli, 5 ottobre 1914 |
Morte | Kotowkj, 1 settembre 1942 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Corpo | Alpini |
Anni di servizio | 1938-1942 |
Grado | Tenente in servizio permanente effettivo |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna italiana di Grecia Campagna italiana di Russia |
Comandante di | 54ª Compagnia, Battaglione alpini "Vestone", 6º Reggimento, 2ª Divisione alpina "Tridentina" |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena |
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1] | |
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Giuseppe Baisi (Napoli, 5 ottobre 1914 – Kotowkj, 1º settembre 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Napoli il 5 ottobre 1914, figlio di Gioacchino e Maria Baldini.[2] Iscrittosi a frequentare la facoltà di chimica dell'università di Napoli, interruppe gli studi per intraprendere la carriera militare e, dopo avere frequentato la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, nell'ottobre 1938 fu nominato sottotenente in servizio permanente effettivo assegnato al 6º Reggimento alpini.[1] Dopo avere frequentato il corso di applicazione a Parma e quello di alpinismo di Aosta, all'atto della dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna nel giugno 1940 assunse il comando del plotone esploratori del reggimento.[1] Promosso tenente, venne ammesso a domanda alla Scuola paracadutisti di Tarquinia e nel dicembre raggiunse il reggimento in Albania, partecipando all'intera campagna militare contro la Grecia con la 54ª Compagnia del battaglione alpini "Monte Vestone".[1] Rientrato in Italia nel luglio 1941, e trasferito al 4º Reggimento alpini, un mese dopo partì col battaglione alpini sciatori "Monte Cervino", per il fronte russo. Rimasto ferito in combattimento una prima volta il 22 marzo 1942 e rientrato in Italia con un treno ospedale, sul finire del mese di luglio, rinunciò alla licenza di convalescenza, e ritornò in Russia presso il battaglione alpini "Monte Vestone" del 6º Reggimento, assumendo il comando della 54ª Compagnia.[2] Già insignito di due medaglie di bronzo al valor militare, cadde in combattimento a Kotowkj il 1 settembre 1942, e per il coraggio dimostrato in questo frangente venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto del Presidente della Repubblica 27 maggio 1952[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 335.
- ^ a b Combattenti Liberazione.
- ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p. 334.
- ^ Quirinale - scheda - visto 3 marzo 2016
- ^ Registrato alla Corte dei conti il 28 giugno 1952, Esercito registro 28, foglio 93.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
- Andrea Bianchi, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2012, ISBN 978-88-902153-2-2.
- Giulio Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, Milano, Ugo Mursia, 1994, ISBN 88-425-1746-1.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 80.
- Giovanni Messe, La guerra al fronte russo, Milano, Ugo Mursia Editore, 2005, ISBN 88-425-3348-3.
- Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, Torino, Einaudi Ragazzi, 2001, ISBN 88-7926-359-5.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Baisi, Giuseppe, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.