Enrique Bernoldi
Enrique Bernoldi | |||||||||||
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Nazionalità | Brasile | ||||||||||
Automobilismo | |||||||||||
Categoria | Formula 1, IRL | ||||||||||
Carriera | |||||||||||
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Enrique Bernoldi, nome completo Enrique Antônio Langue de Silvério e Bernoldi (Curitiba, 19 ottobre 1978), è un ex pilota automobilistico brasiliano.
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Le formule minori
[modifica | modifica wikitesto]Bernoldi cominciò a guidare kart a nove anni, nel 1987, conquistando molti titoli regionali. Per due anni consecutivi, il 1990 e il 1991, riuscì a vincere il titolo nazionale brasiliano,[1] per poi entrare nel mondo dell'automobilismo a 17 anni, nel 1995.
Dopo essere giunto al quarto posto in Formula Alfa Boxer, campionato disputato in Italia, passò alla Formula Renault, vincendo il titolo al primo tentativo con nove vittorie. Visti i buoni risultati il pilota brasiliano si dedicò alla F3 inglese, con la conquista di un quinto posto in classifica piloti. Lo stesso anno fu, però, vittima anche di un incidente stradale che lo fece cadere in coma per quattro giorni, costringendolo ad una lunga convalescenza.[1] Nel 1998 continuò la carriera in Formula 3, terminando secondo in campionato. L'anno seguente Bernoldi andò disputare gare nella Formula 3000 e l'anno successivo sostenne anche un test con la Sauber per la stagione 2001; la scuderia elvetica gli preferì però Kimi Räikkönen.
Formula 1
[modifica | modifica wikitesto]Nonostante il rifiuto della Sauber Bernoldi riuscì a esordire in Formula Uno al Gran Premio d'Australia 2001, al volante della Arrows-Asiatech, grazie anche all'appoggio finanziario della Red Bull.[1] Nel suo primo anno di attività il brasiliano non giunse mai in zona punti e la stagione fu costellata di ritiri; tuttavia nel Gran Premio di Monaco si mise in luce per essersi tenuto dietro David Coulthard, allora pilota della McLaren ed in lotta per il Campionato, per oltre metà gara, fino alla sosta ai box.[2] A fine gara lo scozzese lo definì un idiota per non averlo fatto passare.[3] L'annata successiva non fu migliore della precedente e i problemi economici del team inglese, che a 5 gare dalla fine della stagione si ritirò, lasciarono sia Bernoldi che il compagno di squadra Frentzen senza un volante. A questo punto il pilota passò in World Series by Nissan, dove rimase anche per il 2003 e per il 2004, ottenendo quattro vittorie, tornando in Formula 1 a fine stagione come tester per la BAR e per la Honda.
Risultati completi in Formula 1
[modifica | modifica wikitesto]2001 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Arrows | A22 | Rit | Rit | Rit | 10 | Rit | Rit | 9 | Rit | Rit | Rit | 14 | 8 | Rit | 12 | Rit | 13 | 14 | 0 | 21º |
2002 | Scuderia | Vettura | Punti | Pos. | |||||||||||||||||
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Arrows | A23 | SQ | Rit | Rit | Rit | Rit | Rit | 12 | Rit | 10 | Rit | NQ | Rit | 0 | 22º |
Legenda | 1º posto | 2º posto | 3º posto | A punti | Senza punti/Non class. | Grassetto – Pole position Corsivo – Giro più veloce |
Squalificato | Ritirato | Non partito | Non qualificato | Solo prove/Terzo pilota |
Dopo la Formula 1
[modifica | modifica wikitesto]Conclusa la carriera in Formula 1, il pilota brasiliano nel 2007 ha preso parte al campionato Stock Cars brasiliano e nel 2008 ha iniziato a disputare gare in Indy Racing League e nelle tre corse a cui ha partecipato è giunto per due volte tra i primi cinque.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Paolo Bombara, Il colore dei Bernoldi, in Autosprint, n. 6, Conti, 6 febbraio 2001, p. 35.
- ^ Monte-Carlo, Bernoldi docet: “Se non rallenti non ti passa nessuno”, su f1web.it. URL consultato il 6 gennaio 2012.
- ^ Nigel Mansell (ed), 2001 Formula One Annual, European Press Ltd (2001)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Enrique Bernoldi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su enriquebernoldi.com.br.
- (EN) Enrique Bernoldi, su racing-reference.info, NASCAR Digital Media LLC.
- (EN) Enrique Bernoldi, su driverdb.com, DriverDB AB.
- (EN) Intervista aprile 2005, su motorsport.com (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2007).