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Alta Valle del Tevere

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L'Alta Valle del Tevere o Altotevere o Valtiberina è il primo tratto della valle del fiume Tevere, che si estende fisicamente dalle sorgenti del fiume sul Monte Fumaiolo fino all'abitato di Montecastelli, nel comune di Umbertide, a cavallo tra la Toscana e l'Umbria, con una piccola parte in Romagna.

Orograficamente il territorio è delimitato dalla catena collinare del preappennino (che include l'Alpe di Poti) a ovest, dall'Alpe di Catenaia a nord-ovest e dall'Alpe della Luna a nord-est. Tre importanti valichi mettono in comunicazione il fondovalle con la vicina area adriatica: Viamaggio verso Rimini, Bocca Trabaria verso Urbino e Bocca Serriola verso Fano. Sul fondovalle convergono le valli degli affluenti laterali del Tevere; i principali sono i torrenti Ancione, Singerna, Afra, Sovara, Cerfone, Nèstore e Niccone. I maggiori centri della valle sono, da Nord verso Sud, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro e Anghiari, nella parte toscana, San Giustino, Città di Castello e Umbertide, nella parte umbra.

Alta valle del Tevere vista da Citerna.

Amministrativamente divisa tra una piccola parte in Emilia-Romagna e la parte principale in Toscana ed Umbria, l'Alta Valle del Tevere costituisce, dal punto di vista geografico, sociale ed economico, un unico bacino nel quale vivono circa 109.000 abitanti, di cui 31.000 nella parte toscana e 78.000 in quella umbra. Amministrativamente l'Alta Valle del Tevere comprende anche i comuni di Badia Tedalda (in Valmarecchia), Sestino (nella Valle del Foglia) e Umbertide (nella Media Valle del Tevere). Attraversata longitudinalmente dal fiume Tevere, la valle è solcata nella stessa direttrice dalla strada di grande comunicazione E45 e da una linea della Ferrovia Centrale Umbra, la Sansepolcro-Terni.

Solitamente si distingue tra Valtiberina toscana e Altotevere umbro, a motivo della divisione venutasi a creare nel fondovalle in età medievale tra 1385 e 1441: nel 1385 i castelli di Anghiari, Monterchi, Caprese Michelangelo, Pieve Santo Stefano e Badia Tedalda passarono alla repubblica fiorentina insieme a tutto il contado aretino; nel 1441 papa Eugenio IV cedette a Firenze la città di Sansepolcro. Inoltre, nel XVI secolo, entrò a far parte del territorio fiorentino, e quindi della Valtiberina toscana, il territorio di Sestino, geograficamente parte della Valle del Foglia.

Valtiberina toscana

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Per Valtiberina toscana si intende quella parte di territorio della Regione Toscana situata all'interno dei comuni di:

I comuni tiberini toscani fanno parte della Unione montana dei comuni della Valtiberina Toscana, il cui territorio si estende per una superficie di 673,13 km² (pari al 3% della superficie della regione Toscana). La Valtiberina toscana è caratterizzata da una grande presenza di zone rurali e montane. Il territorio è classificato per il 62,78% come montagna interna (Badia Tedalda, Caprese Michelangelo, Pieve Santo Stefano e Sestino, per complessivi 422,57 km²) e per il 37,22% come collina interna (Anghiari, Monterchi e Sansepolcro, per un totale di 250,56 km²). Piuttosto basso il livello di urbanizzazione: l'area urbanizzata rappresenta solamente il 16% del totale del territorio, mentre il restante 84% è suddiviso fra boschi (39%), coltivi (39%) e altro (6%)[1].

L'area è geograficamente ben delimitata, dal momento che in massima parte corrisponde al primo percorso del fiume Tevere e di alcuni suoi affluenti (tra i principali, l'Ancione nel comune di Pieve Santo Stefano; il Singerna nei comuni di Pieve Santo Stefano e Caprese Michelangelo; il Sovara nel comune di Anghiari; il Cerfone nel comune di Monterchi e l'Afra nel comune di Sansepolcro). Il Tevere scorre al centro dell'area per una trentina di chilometri, attraversando le pendici della catena appenninica e poi il fondovalle pianeggiante. La restante parte si sviluppa nel versante adriatico dell'Appennino - che attraversa a nord-est l'area per un tratto di circa 8 chilometri - comprendendo l'Alta Valle del Marecchia (il fiume di Rimini) e l'Alta Valle del Foglia (il fiume di Pesaro). I centri principali di queste due zone sono rispettivamente Badia Tedalda e Sestino. La Valtiberina Toscana è separata dal basso Casentino a ovest dall'Alpe di Catenaia (altezza massima Monte Castello, 1.414 m s.l.m.) e dall'Alpe di Poti, fra Anghiari e Arezzo (altezza massima 864 m s.l.m.)[2].

Tutti i comuni della Valtiberina toscana sono compresi nella Provincia di Arezzo e nella Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro (fino al 30 settembre 1986 il territorio era diviso tra le due diocesi distinte di Sansepolcro e, in piccolissima parte, di Arezzo).

Dal punto di vista demografico la Valtiberina toscana ha conosciuto un vistoso spopolamento tra gli anni Cinquanta e Novanta del secolo scorso, fenomeno arrestatosi nel corso del primo decennio del secolo e solo in parte bilanciato dall'aumento degli abitanti di Sansepolcro: nel 1951 gli abitanti erano 40.260, nel 1961 ammontavano a 37.799, nel 1971 erano scesi a 33.635 e ancora a 32.182 nel 1981; calati ancora a 31.364 nel 1991, scendono nel 2001 fino a 31.044, toccando il minimo storico da quando, nel 1938, la Valtiberina Toscana ha acquistato il suo assetto amministrativo attuale. Successivamente, grazie al fenomeno immigratorio, si ha un aumento fino ai 31.429 abitanti del settembre 2010. Attualmente il comune più popoloso è quello di Sansepolcro. Questa la situazione demografica alla data del 30 settembre 2010: Sansepolcro, 16.392 abitanti (15.486 nel 1981); Anghiari, 5.821 abitanti (6.078 nel 1981); Pieve Santo Stefano, 3.233 abitanti (3.578 nel 1981); Monterchi, 1.859 abitanti (1.919 nel 1981); Caprese Michelangelo, 1.555 abitanti (1.846 nel 1981); Sestino, 1.441 abitanti (1.711 nel 1981); Badia Tedalda, 1.128 abitanti[3].

Il capoluogo della Valtiberina toscana è Sansepolcro, dove hanno sede la Unione montana dei comuni della Valtiberina Toscana e la Compagnia dei Carabinieri e dove si trovano servizi sanitari (ospedale), sociali (residenza sociale assistita, case di riposo, distretto sociosanitario, dipartimento di igiene mentale, servizio tossicodipendenze), scolastici (dall'infanzia alla secondaria di secondo grado), amministrativi (INPS), fiscali e tributari (Agenzia delle Entrate) e di pubblica sicurezza (Polizia di Stato, Carabinieri, Carabinieri Forestali, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco) di riferimento per l'intero territorio. Di recente questa funzione è stata però limitata: il 13 settembre 2013, nell'ambito della generale riorganizzazione dell'amministrazione giudiziaria, ha cessato di esistere la sezione distaccata di Sansepolcro del Tribunale di Arezzo; poco dopo ha cessato di esistere anche l'Ufficio del Giudice di Pace.

Altotevere umbro

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Per Altotevere umbro si intende quella parte di territorio della Provincia di Perugia situata all'interno dei comuni di:

L'Altotevere umbro è compreso nella Provincia di Perugia e nella diocesi di Città di Castello.

Il capoluogo dell'Altotevere umbro è Città di Castello, dove hanno sede l'Azienda Sanitaria Locale 1, una sezione staccata del tribunale di Perugia e dove si trovano servizi sanitari (ospedale, distretto sociosanitario), sociali (residenza sociale assistita, case di riposo, dipartimento di igiene mentale, servizio tossicodipendenze), scolastici (dall'infanzia alla secondaria di secondo grado), amministrativi (INPS, INAIL), fiscali e tributari (Agenzia delle Entrate) e di pubblica sicurezza (Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Stradale, Guardia di Finanza, Guardia Forestale, Vigili del Fuoco) di riferimento per l'intero territorio. Città di Castello è anche sede dell'omonima diocesi, documentata dall'anno 465. Attualmente, dopo le decurtazioni subite a più riprese tra 1325 e 1984, il territorio diocesano comprende quasi tutto l'Altotevere umbro, con l'esclusione di parte del territorio comunale di Umbertide.

La flora della Alta Valle del Tevere è molto ricca e varia a seconda dell'altitudine e delle zone. Nella pianura, a fondovalle, è presente una vegetazione tipicamente fluviale con varie specie di Populus, Salix, Quercus, Acer, Cornus mas, Robinia pseudoacacia, Sambucus nigra, Corylus avellana, Alnus glutinosa, Prunus avium, Ulmus minor con un sottobosco spesso molto ricco di arbusti di Cratageus monogyna (biancospino), Prunus spinosa (prugnolo) intricati con edera, rovo e vitalba.

Le zone collinari prediligono altre specie oltre alle già citate come Castanea sativa, il castagno, molto coltivato nella valle, Sorbus domestica, Mespilus germanica, Fraxinus ornus, Carpinus betulus, Ostrya carpinifolia, Tilia cordata, Pinus nigra. Nelle stazioni collinari più calde e rade, nonché nelle praterie si rinvengono alberi e arbusti più resistenti alla siccità: Quercus robur, Pinus nigra, Genista, Spartium junceum, Rosa canina, Pinus sylvestris, Juniperis communis e varie specie di orchidee selvatiche nei terreni calcarei, altrimenti in terreni a pH più acido troviamo, oltre alle già citate essenze, Erica arborea, Pinus pinaster, Cytisus scoparius. Molto rare sono nelle zone collinari a livello spontaneo Laurus nobilis, Arbutus unedo e Quercus ilex poiché soffrono molto le gelate. D'altra parte nelle zone più fresche delle colline si possono trovare Quercus cerris, Tilia cordata, Abies alba, Castanea sativa, Ostrya carpinifolia, Acer opalus, Acer campestre e molto raramente Calluna vulgaris.

Nelle montagne circostanti, la vegetazione può cambiare, anche drasticamente, in favore di Fagus sylvatica che forma estese foreste alto collinari e montane, lasciando poco spazio ad altre specie. A volte alla vegetazione arborea del faggio subentrano le conifere come: l'Abies alba (abete bianco), e più di rado il Pinus nigra, Pinus sylvestris con alcune rare coltivazioni di origine antropica di Picea abies e Pseudotsuga menziesii. Il sottobosco montano oltre ad essere ricco di piccoli alberi di faggio e abete, può ospitare Taxus baccata, Rubus idaeus (lampone), Rubus ulmifolius e Fragaria vesca.

Soprattutto nei rilievi sono presenti numerose specie di muschi e felci, tra le quali spicca Pteridium aquilinum che forma grandi colonie in pascoli, rive di specchi d'acqua e castagnete. Nelle zone umide vegeta anche Equisetum arvense.

Personalità storiche, della cultura, dell'arte e dello spettacolo nate in Alta Valle del Tevere

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Tra le personalità storiche dell'Alta Valle del Tevere in epoca medievale risaltano i capitani di ventura Braccio da Montone e Baldaccio d'Anghiari. Da Sansepolcro, provengono i pittori rinascimentali Piero della Francesca e Matteo di Giovanni, così come il matematico e inventore della ragioneria Luca Pacioli. Nacque a Caprese Michelangelo Buonarroti. Nel corso del Cinquecento, Sansepolcro diede i natali ai pittori Raffaellino Del Colle e Santi di Tito, nonché all'incisore Cherubino Alberti. È di Pieve Santo Stefano il celebre collezionista d'arte Stefano Bardini, così come lo statista Amintore Fanfani. A Città di Castello sono nati l'artista visivo e pittore Alberto Burri e, in tempi più recenti la modella e attrice Monica Bellucci, mentre è nata a Umbertide, ma è cresciuta a Sansepolcro l'attrice Valentina Lodovini.

Principali eventi e istituzioni culturali

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Principali musei

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Attrazioni naturalistiche

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  1. ^ Valtiberina in numeri. Annuario statistico 2009, Sansepolcro 2010, p. 15
  2. ^ Regione Toscana, Piano di indirizzo territoriale della Toscana – 3. Quadro conoscitivo ALLEGATO al TESTO n. 1, su regione.toscana.it, 4 dicembre 2006. URL consultato il 30 gennaio 2021.
  3. ^ http://www.valtiberinaonline.it/notizie/leggi/143090, URL consultato il 13/02/2011
  4. ^ 'https://www.visittuscany.com/it/attrazioni/riserva-naturale-alta-valle-del-tevere-monte-nero/'

Voci correlate

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