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Alexandre Dumas padre

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Alexandre Dumas padre

Alexandre Dumas, detto Alexandre Dumas padre per distinguerlo dal figlio omonimo (Villers-Cotterêts, 24 luglio 1802Neuville-lès-Dieppe, 5 dicembre 1870), è stato uno scrittore e drammaturgo francese.

Maestro del romanzo storico e del teatro romantico, ebbe un figlio omonimo, Alexandre Dumas, anch'egli scrittore. È famoso soprattutto per i capolavori Il conte di Montecristo e la trilogia dei moschettieri formata da I tre moschettieri, Vent'anni dopo e Il visconte di Bragelonne. Dai suoi libri sono stati tratti numerosi adattamenti cinematografici e televisivi. Le sue ceneri furono trasferite al Panthéon di Parigi il 30 novembre 2002.

Alexandre Dumas era figlio di un generale della Rivoluzione francese, il quale in seguito combatté al fianco di Napoleone: Thomas Alexandre Davy de La Pailleterie, noto in Francia come "generale Dumas". Il generale era di origini etniche miste, in quanto figlio di un marchese francese e di una schiava di etnia africana originaria di Haiti, detta la femme du mas ('la donna della masseria'); lo scrittore Dumas era quindi per un quarto di ascendenza afro-caraibica.[1] Il "Général Dumas", padre dello scrittore, era un uomo dal carattere fiero (per il suo coraggio in battaglia era soprannominato "il diavolo nero"), ed essendo in disaccordo con il proprio padre, il marchese, ne ripudiò il titolo nobiliare e il cognome e assunse il cognome, anzi il soprannome, della madre (Du-mas, appunto). Inoltre il generale Dumas, non approvando la politica imperialistica di Napoleone, glielo disse apertamente e fu di conseguenza imprigionato per insubordinazione. In seguito fu liberato, ma, catturato dal re di Napoli Ferdinando I, fu imprigionato, e scarcerato per le cattive condizioni di salute dopo ben due anni.

Il generale morì malato (soffriva di cancro) e povero, quando suo figlio, il futuro scrittore, aveva solo tre anni e mezzo:[2] Alexandre fu quindi allevato dalla madre, Marie-Louise Elisabeth Labouret, che gestiva un piccolo spaccio di tabacchi. I suoi studi non poterono essere molto approfonditi, data la penuria di denaro, ma molto presto il futuro scrittore manifestò uno spiccato interesse per la letteratura di ogni genere. A causa delle ristrettezze economiche, si mise a lavorare nell'albergo del nonno materno, Charles Labouret, che si trovava sulla strada per Soissons: qui Alexandre fu anche iniziato alla cucina. In seguito, nel 1823, si trasferì a Parigi, dove a 21 anni entrò al servizio di Luigi Filippo, duca di Orléans (che dopo divenne Re dei Francesi) come copista.

Una caricatura di Alexandre Dumas

Nel luglio del 1824, da una sua relazione con Catherine Labay (una sarta) (1793-1868), nacque il figlio omonimo Alexandre Dumas. Parallelamente Dumas iniziò a scrivere testi per il teatro e a proporli agli impresari e ai grandi attori dell'epoca. Il suo Henri III et sa cour (Enrico III e la sua corte), primo esempio di dramma romantico, fu rappresentato alla Comédie-Française nel 1829 e fu ampiamente acclamato dal pubblico; e lo stesso avvenne l'anno dopo con il dramma Christine. Dumas poté quindi abbandonare il suo impiego come copista e divenne uno scrittore a tempo pieno. Dumas fu un autore eccezionalmente prolifico e per tutta la sua carriera ottenne uno straordinario successo di pubblico, sia nel genere del dramma romantico sia in quello del romanzo storico, al quale si dedicò in seguito.

Le sue tre opere letterarie più note, La regina Margot, I tre moschettieri e Il conte di Montecristo (anche se non si possono non citare almeno Vent'anni dopo e Il visconte di Bragelonne, continuazioni de I tre moschettieri), furono pubblicate a puntate sui giornali a partire dal 1844: la prima sulla rivista La Presse, la seconda sulla rivista Le Siècle, la terza sul Journal des débats. L'attesa dei lettori per l'uscita del capitolo successivo era febbrile, e Dumas, sapendolo, era abilissimo nel creare colpi di scena: indubbiamente Dumas si può considerare il padre del feuilleton. Aveva anche uno stuolo di collaboratori che lo aiutavano a scrivere, tra cui anche Gérard de Nerval.[3]. George Sand, sua amica, diceva di lui: Il lui a fallu des excès de vie pour renouveler cet énorme foyer de vie ('Ha avuto bisogno di eccessi di vita per rinnovare questo enorme focolaio di vita').[4]

Impressions de voyage, 1899. Da BEIC, Biblioteca digitale

Nel 1843 sposa Marguerite Ferrad in arte Ida Ferrier, un'attrice (1811-1859). I due vissero come separati in casa: ognuno faceva la propria vita. Nel 1844 Dumas acquistò un terreno a Marly-le-roi e vi fece costruire il suo "Castello di Montecristo", un edificio eclettico ispirato agli stili del Rinascimento, del barocco e del gotico, con annesso un padiglione neogotico, che egli chiamava "Château d'If", che fungeva da studio per l'artista. Tra il 1846 e il 1847 fece costruire e inaugurare un proprio teatro, che chiamò Théâtre-Historique ('Teatro Storico'). Questo spazio accolse le opere teatrali dei più grandi autori del passato: Shakespeare, Goethe, Calderón de la Barca, Schiller. Sfortunatamente, però, il teatro fallì nel 1850. Rovinato dai debiti, lo scrittore fu costretto a vendere all'asta il suo castello e nel 1851, inseguito da più di centocinquanta creditori, dovette riparare in Belgio. Da lì fece anche un viaggio attraverso i Paesi Bassi e la Germania. Nel 1854, risolti i problemi finanziari, ritornò a Parigi. Visitando le Eolie, tenne un diario di viaggio, in cui raccontava di cinque giorni in barca insieme all'amico pittore Louis Godefroy Jadin e al cane Milord.[5]

Da giugno 1858 a marzo 1859 viaggiò in Russia, da San Pietroburgo sino al Caucaso. Le vicissitudini di questo viaggio vennero raccontate nel volume Le Caucase che lo scrittore pubblicò nel 1859 e nel quale dedicò molto spazio al conflitto russo-ceceno. Nel 1860 decise di realizzare Il grande viaggio di Ulisse e iniziò una crociera nel Mediterraneo; saputo però che Giuseppe Garibaldi era partito per la Spedizione dei Mille, lo raggiunse per mare, fornendogli, con i soldi messi da parte per il suo viaggio, armi, munizioni e camicie rosse. Fu testimone oculare della battaglia di Calatafimi, che descrisse ne I garibaldini, pubblicato nel 1861.[6] Dumas, che era stato il contatto tra Garibaldi ed il ministro dell'interno del neocostituito governo liberale Liborio Romano, era al fianco di Garibaldi nel giorno del suo ingresso a Napoli: oltre che amico e ammiratore dello stesso Garibaldi, Dumas era come lui membro della massoneria,[7] essendo stato iniziato nel 1862 nella Loggia napoletana "Fede italica"[8] con Luigi Zuppetta.[9]

Dumas fu nominato da Garibaldi "Direttore degli scavi e dei musei", carica che mantenne per tre anni (1861-1864), sino a quando, a causa dei malumori dei napoletani, che mal digerivano che uno straniero occupasse un tale incarico, preferì dimettersi e rientrare a Parigi. Nello stesso periodo Garibaldi lo incaricò di fondare il giornale garibaldino L'Indipendente, che anche diresse; il giornale continuò a essere stampato fino al 1876, e curatore della redazione italiana fu Eugenio Torelli Viollier, futuro fondatore del Corriere della Sera. Dumas scrisse anche una monumentale storia de I Borboni di Napoli. Nel corso del suo soggiorno a Napoli, ebbe modo di conoscere bene la città e i suoi abitanti, che descrisse in modo mirabile in alcuni suoi libri quali Il Corricolo e La San-Felice, biografia romanzata di Luisa Sanfelice. Dal 1865 al 1867 lo scrittore viaggiò attraverso l'Austria, il Regno d'Ungheria, l'Italia e la Germania.

Fu amico di Giuseppe Garibaldi e libero muratore.[10][11]

Nel settembre del 1870, dopo una malattia vascolare che lo lasciò semiparalizzato, si trasferì nella villa di suo figlio Alexandre (l'autore de La signora delle camelie) a Puys, frazione di Neuville-lès-Dieppe (dal 1980 quartiere del comune di Dieppe), dove morì il 5 dicembre. Prima di morire nel 1870 iniziò a scrivere un ultimo grande romanzo, che, ambientato in età napoleonica, doveva chiudere il ciclo dei romanzi storici iniziato con La regina Margot e I tre moschettieri: Il cavaliere di Sainte-Hermine.

I suoi resti sono stati trasferiti al Panthéon di Parigi nel 2002, senza rispettare le sue ultime volontà, di "rientrare nella notte dell'avvenire nello stesso luogo dal quale sono uscito dalla vita del passato, in quell'affascinante cimitero (di Villers-Cotterêts) che ha più l'aria di un'aiuola fiorita dove fare giocare i bambini che di un posto per far dormire i cadaveri".

Alexandre Dumas ritratto da Étinne Carjat

Gli scritti di Alexandre Dumas padre occupano 257 volumi, cui vanno aggiunti i venti volumi delle sue memorie.

Sovraccoperta del romanzo storico Atte - La favorita di Nerone di Dumas, collana I romanzi dell'800, Mondadori, 1934[12]

Ciclo dei moschettieri

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Ciclo degli ultimi Valois

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Ciclo della Repubblica Partenopea

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Ciclo di Maria Antonietta e della Rivoluzione

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Ciclo di Sainte-Hermine

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I testi segnati con (libro elettronico) sono disponibili in versione libera:

Opere teatrali

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Anche se oggi è più conosciuto come romanziere, Dumas ottenne il primo grande successo come drammaturgo. Il suo Enrico III e la sua corte (1829) fu il primo dei grandi drammi storici romantici, precedendo il più noto Hernani di Victor Hugo del 1830. Messo in scena alla prestigiosa Comédie-Française e interpretato da Mademoiselle Mars, un'attrice all'epoca molto famosa, il dramma di Dumas ottenne un successo enorme, costituendo una vera e propria svolta nella sua carriera di autore; e l'anno successivo ebbe 50 rappresentazioni, un numero straordinario per l'epoca.

Vi furono altri grandi successi per il Dumas drammaturgo: Antony (1831), un dramma con un protagonista byroniano contemporaneo, considerato il primo dramma non storico romantico. Fu interpretato dalla grande rivale di Mademoiselle Mars, l'altrettanto famosa Marie Dorval e dall'attore Bocage. Seguirono La torre di Nesle (1832), un altro melodramma storico; e soprattutto Kean (Kean, ou Désorde et Génie, 1836), basato sulla vita del celebre attore inglese Edmund Kean e interpretato per la prima volta dall'attore francese Frédérick Lemaître. Quest'ultimo dramma è tuttora nel repertorio di molti primi attori teatrali; Vittorio Gassman ne fornì una memorabile interpretazione.

Traduzioni italiane

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Non è semplice fornire un elenco dettagliato delle opere del Dumas padre, dal momento che i suoi romanzi cominciarono a circolare in Italia nel corso del XIX secolo e queste ultime sono state presentate, spesso con criteri filologicamente poco corretti, in forme più o meno integrali dagli editori nostrani.[16]

Di seguito un breve elenco delle traduzioni italiane integrali delle opere di Dumas:

  • I Tre Moschettieri, traduzione di A. Fabietti, Milano 1928, Barìon;
  • I Tre Moschettieri, traduzione di G. Aventi, Milano 1935, Rizzoli;
  • I Tre Moschettieri, traduzione di L. Premi, Roma 1953, Casini;
  • I Tre Moschettieri, traduzione di F. Malle Gallia 1954, Torino, UTET;
  • Vent’anni dopo, traduzione di G. Di Belsito, Sesto San Giovanni 1933, Barìon;
  • Vent’anni dopo, traduzione di G. Aventi, Milano 1935, Rizzoli;
  • Vent’anni dopo, traduzione di L. Premi, Roma 1956, Casini;
  • Il Visconte di Bragelonne, traduzione di T. Monicelli, Milano 1937-1938, Rizzoli;
  • Il Visconte di Bragelonne, traduzione di C. Siniscalchi, Milano 1978, Lucchi;
  • Il Conte di Montecristo, traduzione di E. Franceschini, Milano 1984, Mondadori; in seguito 1998, BUR, con un saggio di U. Eco;
  • Il corricolo, traduzione di G. Doria, Napoli 1950, Ricciardi;
  • Kean ovvero genio e sregolatezza, traduzione di G. Petriccione, Milano 1955, Rizzoli.
  • Viaggio in Calabria, traduzione di A. Coltellaro, Soveria Mannelli 2006, Rubbettino.

Valore letterario

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Dumas in un ritratto del 1878 di C. Bellay

Spesso Alexandre Dumas padre è considerato uno scrittore di secondo ordine[17], nonostante sia fra i più grandi scrittori francesi di tutti i tempi. Se è vero che lo stile della sua prosa non è sempre di prim'ordine (periodi lunghissimi e ridondanti, frequenti ripetizioni), è pur vero che questo non ne ha compromesso la scorrevolezza dei testi. Peraltro, personaggi come d'Artagnan o Edmond Dantès hanno dimostrato di possedere una immediata capacità di penetrazione nell'immaginario, caratteristica, questa, che nella storia della letteratura può essere associata a pochi altri scrittori. Inoltre, Dumas è in assoluto lo scrittore le cui opere hanno ispirato il maggior numero di riduzioni cinematografiche e televisive: rientrano nell'ordine delle centinaia. E, infine, il genere nel quale eccelleva – quello del romanzo d'appendice (o feuilleton), pubblicato a puntate sui giornali – è da considerare il precursore del racconto popolare a puntate per radio o televisione.

I moderni teleromanzi e le "soap opere" sono ampiamente debitori al feuilleton per quanto riguarda le tecniche atte a creare, nel lettore/spettatore, l'attesa impaziente della puntata successiva. Dumas si avvaleva spesso di collaboratori per la scrittura delle sue opere. Il principale, Auguste Maquet, è stato spesso utilizzato dai detrattori del romanziere per sostenere una tesi secondo la quale Dumas non scriveva i suoi libri. Maquet ha senz'altro giocato un ruolo importante nella redazione dei principali capolavori di Dumas, dalla serie dei Moschettieri fino a quella della regina Margot, passando per il conte di Montecristo, che però, com'è stato spesso precisato sia in Francia (Eugène de Mirecourt), sia in Italia (Francesco de Sanctis), deve essere almeno in parte attribuito a Pier Angelo Fiorentino[18], un altro collaboratore del romanziere francese.

D'altra parte, i compiti di Maquet erano circoscritti: dopo un'elaborazione congiunta del piano dell'opera, egli si occupava delle ricerche storiche necessarie e redigeva una prima bozza, a partire dalla quale Dumas scriveva i testi che si conoscono. Dopo anni di collaborazione fruttuosa, la relazione tra i due uomini si guastò per via di un processo in ragione di alcune somme di denaro che Dumas doveva a Maquet. Le opere autonome di quest'ultimo non sono passate alla storia[19].

  • (FR) Alexandre Dumas, Comte de Monte-Cristo. 1, Paris, Calmann Levy : Ancienne Maison Michel Levy frères, 1889. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Comte de Monte-Cristo. 2, Paris, Calmann Levy : Ancienne Maison Michel Levy frères, 1889. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Comte de Monte-Cristo. 3, Paris, Calmann Levy : Ancienne Maison Michel Levy frères, 1890. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Comte de Monte-Cristo. 4, Paris, Calmann Levy : Ancienne Maison Michel Levy frères, 1890. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Comte de Monte-Cristo. 5, Paris, Calmann Levy : Ancienne Maison Michel Levy frères, 1890. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Comte de Monte-Cristo. 6, Paris, Calmann Levy : Ancienne Maison Michel Levy frères, 1889. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Impressions de voyage. La Villa Palmieri, Paris, Calmann Lévy, 1899. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Trois mousquetaires, Paris, Dufour, Boulanger et Legrand, 1863. URL consultato il 23 maggio 2016.
  • (FR) Alexandre Dumas, Vingt ans après, Paris, MM. J.-B. Fellens et L. P. Dufour, 1846. URL consultato il 23 maggio 2016.

Opere di fantasia

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Nel 2009 Edizioni Piemme ha pubblicato il romanzo La strana giornata di Alexandre Dumas, di Rita Charbonnier, nel quale lo scrittore trascorre una giornata intera in compagnia di un'anziana signora intenzionata a fargli scrivere un feuilleton su di lei. Sulla relazione professionale tra Alexandre Dumas padre e Auguste Maquet, il suo principale collaboratore alla stesura dei testi, i drammaturghi francesi Cyril Gély ed Eric Rouquette hanno scritto un dramma, più volte rappresentato in Francia: Signé Dumas (Firmato Dumas)[20]. Dal testo teatrale è stato tratto un film, L'autre Dumas (L'altro Dumas), con Gérard Depardieu nel ruolo di Dumas, uscito in Francia nel mese di febbraio 2010[21]. Il film è stato fortemente criticato per la scelta dell'attore protagonista, un bianco, mentre Dumas era per un quarto di ascendenza "africana": «il film è sintomatico della discriminazione di cui sono vittime le persone uscite dalla diversità e delle difficoltà delle élite di riconoscerlo».[22]

Nel romanzo di Umberto Eco, Il cimitero di Praga, viene attribuita ad Alexandre Dumas una denuncia silenziosa e occulta tra le pieghe delle sue opere, del gesuitismo come nemico della monarchia francese che sfocerà successivamente nella massoneria, la quale, già ne Il pendolo di Foucault, è ritenuta a capo di ogni complotto per il controllo del mondo. Nel film Django Unchained di Quentin Tarantino, Alexandre Dumas viene preso ad esempio come geniale uomo di colore dal dottor King Schultz, per contrastare il negriero Calvin Candie, il quale sosteneva che i neri non posseggono geneticamente la creatività o l'intelligenza degli uomini bianchi.

Romanzi apocrifi

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  • Albert Blanquet, Les amours de d'Artagnan, Éd. Le passe-temps, 1858; trad. Napoli: Morelli, 1860
  • Eugène D'Auriac, D'Artagnan il moschettiere, Trieste: Coen, 1860
  • Frantz Beauvallet e Léon Beauvallet, M.lle D'Artagnan, Éd L. Boulanger, 1893
  • Paul Féval, Il segreto della bastiglia D'Artagnan contro Cyrano Di Bergerac, trad. di Ugo Ferrara di Bertavilla, Torino: Cosmopolita, 1926; Firenze: Nerbini, 1940
  1. ^ .Il «nero» Dumas interpretato dal bianco Depardieu, polemiche in Francia - Corriere della Sera
  2. ^ L'association des Amis du Général Alexandre, su general-dumas.com. URL consultato il 4 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2013).
  3. ^ È appena uscita la traduzione italiana de La Regina di Saba, a cura di Giovanni Mariotti - Piccola Biblioteca Adelphi, 2013
  4. ^ Georges Sand: Correspondances 1812-1876 - Colmann Lévy - 1883
  5. ^ Viaggio nelle Eolie - Ed. Pungitopo - 1996
  6. ^ Garibaldi e Dumas, la spedizione dei Mille e il brigantaggio, di Rinaldo Longo.
  7. ^ (FR) Christian Doumergue, Franc-Maçonnerie & histoire de France, Ed. de l'Opportun, Paris, 2016, p. 213.
  8. ^ Loggia fondata il 18 agosto 1861 e demolita il 23 luglio 1877 dal Grande Oriente d'Italia (cf. Clara Miccinelli e Carlo Animato, Il conte di Montecristo, favola alchemica e massonica vendetta, ediz. Mediterranee, Roma, 1991, p.40)
  9. ^ G. Leti, Carboneria e massoneria nel Risorgimento italiano : saggio di critica storica, 1925, ried. A. Forni, 1966, p. 249.
  10. ^ 150 anni fa moriva Alexandr Dumas, amico di Garibaldi e libero muratore, su grandeoriente.it (archiviato il 30 dicembre 2023).
  11. ^ Ricordando il fratello Alexander Dumas, maestro del romanzo storico, su grandeoriente.it, 28 agosto 2020 (archiviato il 30 dicembre 2023).
  12. ^ Atte - Catalogo storico Mondadori, su catalogostorico.fondazionemondadori.it. URL consultato il 10 gennaio 2019.
  13. ^ Daria Galateria, Se Dumas copia Poe che copia Dumas, La Repubblica, 14 febbraio 2013, pag. 59
  14. ^ Biblioteca nazionale di Napoli, su bnnonline.it.
  15. ^ http://www.ilgiornale.it/news/cultura/alexandre-dumas-lingordigia-dun-narratore-enorme-1063861.html
  16. ^ A. Dumas, Il conte di Montecristo, Newton Compton Editore, collana I Mammut 2009.
  17. ^ YouTube: due scrittrici, una giornalista francese e la direttrice di una nota casa editrice discutono di quanto Dumas sia considerato uno scrittore di second'ordine.
  18. ^ Sulla storia dell'attribuzione, ricordata da ultimo nell'articolo di L. Croci, La vera storia del Conte di Montecristo, in «Il Giornale» del 9 luglio 2010 Archiviato il 12 luglio 2010 in Internet Archive., si vedano B. Croce, Alessandro Dumas a Napoli, in Uomini e cose della vecchia Italia, s. II, Laterza, Bari 1927, specie pp. 360-362 e la prefazione di C. Schopp a A. Dumas, Il conte di Montecristo, a cura di G. Panfili, Donzelli, Roma 2010, p. XV, n. 8
  19. ^ Auguste Maquet, il principale collaboratore di Dumas – dal sito della società ufficiale francese per la tutela e la promozione dell'opera di Dumas.
  20. ^ Signé Dumas: Dumas è il vero autore dei suoi libri?.
  21. ^ Sito ufficiale del film.
  22. ^ La Stampa, 16/2/2010 (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2010).
Biografie
  • (FR) J. Lucas Dubreton, La vie d'Alexandre Dumas père (Gallimard, 1928). Di questo testo esiste una traduzione in inglese on line.
  • (FR) André Maurois, Les Trois Dumas (Hachette, 1957)
  • (FR) Christian Biet, Jean-Paul Brighelli e Jean-Luc Rispail, Alexandre Dumas ou les Aventures d'un romancier (Gallimard, 1986)
  • (FR) Daniel Zimmermann, Alexandre Dumas le Grand (Phébus, 2002)
  • (FR) Henri Troyat, Alexandre Dumas. Le cinquième mosquetaire (Grasset, 2005)
Critica
Articoli e pubblicazioni su Alexandre Dumas

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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