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Alessandra di Sassonia-Coburgo-Gotha

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Alessandra di Sassonia-Coburgo-Gotha
Principessa consorte di Hohenlohe-Langenburg
Stemma
Stemma
Nome completoAlexandra Louise Olga Victoria
TrattamentoAltezza reale
NascitaCastello di Rosenau, Coburgo, 1º settembre 1878
MorteSchwäbisch Hall, Germania, 16 aprile 1942
PadreAlfredo, duca di Sassonia-Coburgo-Gotha
MadreMaria Aleksandrovna di Russia
Consorte diErnesto II di Hohenlohe-Langenburg
FigliGoffredo, Principe di Hohenlohe-Langenburg
Maria Melita, Duchessa di Schleswig-Holstein
Principessa Alessandra di Hohenlohe-Langenburg
Principessa Irma di Hohenlohe-Langenburg
Principe Alfredo di Hohenlohe-Langenburg

Alessandra di Sassonia-Coburgo-Gotha (Alexandra Louise Olga Victoria; castello di Rosenau, 1º settembre 1878Schwäbisch Hall, 16 aprile 1942) era la quartogenita e terza figlia femmina di Alfredo, Duca di Edimburgo e della Granduchessa Marija Aleksandrovna di Russia. Era una nipote della Regina Vittoria del Regno Unito nonché dello Zar Alessandro II di Russia.

La Principessa Alessandra con le sue tre sorelle. Da sinistra a destra, la principessa Beatrice, la principessa Vittoria Melita, la principessa Alessandra e la principessa Maria

Alessandra nacque il 1º settembre 1878 al Castello di Rosenau a Coburgo.[1] Suo padre era il principe Alfredo, duca di Edimburgo, il secondo figlio maschio della regina Vittoria e del principe Alberto. Sua madre era la granduchessa Marija Aleksandrovna di Russia, una figlia di Alessandro II di Russia e Maria d'Assia e del Reno.[1]

La giovane Principessa fu battezzata il 2 ottobre 1878 al Palazzo di Edimburgo a Coburgo, presumibilmente dal cappellano di sua madre. I suoi padrini includevano lo zio materno il granduca AlAleksej Aleksandrovič di Russia.[2]

Soprannominata "Sandra" dalla famiglia, Alessandra trascorse la sua infanzia prima in Inghilterra e tra il 1886 e il 1889 a Malta, dove suo padre prestava servizio nella Royal Navy.[3] Nel 1889 la famiglia si trasferì a Coburgo, in Germania poiché suo padre, Alfredo, era erede apparente del ducato di Sassonia-Coburgo-Gotha.

Nel 1893, il suo prozio, Ernesto II, duca di Sassonia-Coburgo e Gotha (fratello di suo nonno paterno, il principe Alberto) morì senza eredi. Dal momento che Alberto era morto e suo zio, Alberto Edoardo, principe di Galles, aveva rinunciato ai suoi diritti sul trono ducale di Sassonia-Coburgo-Gotha, il ducato vacante passò al padre di Alessandra, il Duca di Edimburgo. Da quel momento la principessa Alessandra fu sia una principessa britannica sia una principessa di Sassonia-Coburgo-Gotha. Durante tutta la sua vita, Alessandra fu generalmente messa in ombra dalle sue due sorelle maggiori, Maria e Vittoria. Alessandra, meno bella e più sottomessa delle sue sorelle, era semplice, tranquilla e non così brillante.[1]

La principessa Alessandra e suo marito Ernesto II, principe di Hohenlohe-Langenburg.

Durante gli anni formativi di Alessandra, suo padre era impegnato con la sua carriera nella Marina Militare e successivamente come sovrano a Coburgo; prestava, quindi, poca attenzione alla sua famiglia. Fu la madre di Alessandra ad essere la presenza dominante nella vita dei loro figli. La Duchessa riteneva di far sposare le sue figlie da giovani, prima che cominciassero a pensare da sole.[4] Alla fine del 1895, combinò il fidanzamento di Alessandra con il principe Ernesto II di Hohenlohe-Langenburg (13 settembre 1863 – 11 dicembre 1950). La nonna di Alessandra, la regina Vittoria, si lamentò che fosse troppo giovane. Il padre di Alessandra contestò lo status del suo futuro genero.[4] Il Casato di Hohenlohe-Langenburg era mediatizzato - un'ex famiglia regnante che aveva ceduto i propri diritti sovrani ad altri sebbene (in teoria) si riteneva la loro nascita da eguali.[4] Non fu considerata una unione brillante, ma erano anche parenti. Ernesto era un nipote della principessa Fedora di Leiningen, sorellastra della regina Vittoria.[4]

Il matrimonio ebbe luogo il 20 aprile 1896 a Coburgo in Germania. Insieme, ebbero cinque figli.

Ultimi anni e morte

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Alessandra visse per il resto della sua vita in Germania. Alla morte di suo padre nel 1900, il marito di Alessandra fu nominato reggente del Ducato di Sassonia-Coburgo durante la minore età del nuovo Duca. Alfredo, l'unico fratello di Alessandra, era morto nel 1899.[4] Durante la I Guerra Mondiale, lavorò come infermiera per la croce rossa. Nel febbraio 1916 sua figlia maggiore sposò a Coburgo il principe Federico di Glucksburg e diventò nonna quando il primo figlio della coppia, il principe Hans di Glucksburg nacque nel maggio 1917.[5] Al suo trentacinquesimo anniversario di nozze nel mese di aprile 1931, suo figlio Goffredo sposò la principessa Margherita di Grecia e Danimarca.[5] Negli anni precedenti II Guerra Mondiale, Alessandra fu uno dei primi sostenitori del Partito Nazista, a cui aderì il 1º maggio 1937, insieme a diversi dei suoi figli.[6] Morì a Schwäbisch Hall nel Baden-Württemberg in Germania nel 1942.

Suo figlio maggiore, Goffredo, VIII principe di Hohenlohe-Langenburg, fu nominato in modo sgradevole come parte convenuta per la tutela di Gloria Vanderbilt ("Little Gloria") tra la madre Gloria Laura Mercedes Morgan (1904–1965) e la zia della bambina, Gertrude Vanderbilt Whitney.[7]

La principessa Alessandra ed Ernesto II, principe di Hohenlohe-Langenburg ebbero cinque figli:

Titoli, trattamento, onorificenze e stemma

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Titoli e trattamento

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  • 1º settembre 1878 – 23 agosto 1893: Sua Altezza Reale, la principessa Alessandra di Edimburgo, principessa del Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda, principessa di Sassonia-Coburgo e Gotha, duchessa di Sassonia
  • 23 agosto 1893 - 20 aprile 1896: Sua Altezza Reale, la principessa Alessandra di Sassonia-Coburgo e Gotha
  • 20 aprile 1896 – 9 marzo 1913: Sua Altezza Reale, la Principessa ereditaria di Hohenlohe-Langenburg
  • 9 marzo 1913 – 16 aprile 1942: Sua Altezza Reale, la Principessa di Hohenlohe-Langenburg

Lo stemma personale di Alessandra era quello del Regno Unito, con uno scudo interno per la Sassonia, il tutto differenziato, in quanto nipote in linea maschile di un monarca, con un nastro d'argento a cinque punte, quella centrale con una croce rossa, il paio centrale con ancore azzurre e le restanti esterne con fiordalisi azzurri. Nel 1917, con decreto reale di Giorgio V, lo scudo centrale venne rimosso.[8]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gotha Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld  
 
Augusta di Reuss-Ebersdorf  
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha  
Luisa di Sassonia-Gotha-Altenburg Augusto di Sassonia-Gotha-Altenburg  
 
Luisa Carlotta di Meclemburgo-Schwerin  
Alfredo di Sassonia-Coburgo-Gotha  
Edoardo Augusto di Hannover Giorgio III del Regno Unito  
 
Carlotta di Meclemburgo-Strelitz  
Vittoria del Regno Unito  
Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld  
 
Augusta di Reuss-Ebersdorf  
Alessandra di Sassonia-Coburgo-Gotha  
Nicola I di Russia Paolo I di Russia  
 
Sofia Dorotea di Württemberg  
Alessandro II di Russia  
Carlotta di Prussia Federico Guglielmo III di Prussia  
 
Luisa di Meclemburgo-Strelitz  
Marija Aleksandrovna Romanova  
Luigi II d'Assia Luigi I d'Assia  
 
Luisa d'Assia-Darmstadt  
Maria Massimiliana d'Assia-Darmstadt  
Guglielmina di Baden Carlo Luigi di Baden  
 
Amalia d'Assia-Darmstadt  
 
  1. ^ a b c Zeepvat, p. 258
  2. ^ Yvonne's Royalty Home Page — Royal Christenings, su users.uniserve.com. URL consultato il 16 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2011).
  3. ^ Zeepvat, p. 259
  4. ^ a b c d e Zeepvat, p. 260
  5. ^ a b Zeepvat, p. 261
  6. ^ (EN) Jonathan Petropoulos, Royals and the Reich: The Princes von Hessen in Nazi Germany (New York: Oxford University Press, 2006), 382.
  7. ^ (EN) Mrs. Whitney Ritzes Prince In Grand Way, su news.google.com, The Pittsburgh Press, 16 ottobre 1934. URL consultato il 13 agosto 2010.
  8. ^ Marks of Cadency in the British Royal Family
  • Petropoulos, Jonathan, Royals and the Reich, Oxford University Press, New York, 2006, ISBN 0-19-516133-5
  • Zeepvat, Charlotte, "The other one: Alexandra of Hohenlohe- langeburg", in Royalty History Digest.

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Collegamenti esterni

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