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Al crepuscolo

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Al crepuscolo
Titolo originaleJust After Sunset
AutoreStephen King
1ª ed. originale2008
1ª ed. italiana2008
Genereraccolta di racconti
Sottogenerehorror
Lingua originaleinglese

Al crepuscolo (Just After Sunset) è l'ottava antologia di racconti di Stephen King, pubblicata in Italia il 21 ottobre 2008 in anteprima mondiale, negli Stati Uniti l'11 novembre 2008, a distanza di sei anni dalla precedente raccolta, Tutto è fatidico.

Contiene tredici racconti, dodici dei quali già pubblicati in precedenza su pubblicazioni periodiche (uno, Il gatto del diavolo, risalente addirittura al 1977, già inserito in antologie di autori vari, ma non in quelle di King) e un inedito (N.), preceduti da una breve introduzione sull'arte di scrivere racconti (datata 25 febbraio 2008) e seguiti da una sezione di commenti dell'autore ai racconti intitolata Note al crepuscolo (datata 8 marzo 2008).

Introduzione dell'autore

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King racconta di come all'inizio della carriera scrivesse racconti di getto, lasciandosi guidare dal puro istinto, con una totale fiducia in sé stesso, senza pensare che «scrivere racconti sia un'arte fragile, di quelle che, se non vengono esercitate con costanza, vengono presto dimenticate. (...) Molte cose nella vita sono come andare in bicicletta, ma scrivere racconti non è una di esse. Ci si può veramente dimenticare come si fa.»[1] Nel corso degli anni ottanta e novanta ha scritto sempre meno racconti, sia perché impegnato coi romanzi sia perché non più dotato della capacità degli inizi.[2] Quando Katrina Kenison gli ha proposto di essere l'editor del volume del 2006 di The Best American Short Stories, l'autore ha accettato, con la speranza che vagliando il meglio offerto dalle riviste letterarie americane nel campo della narrativa breve avrebbe potuto ritrovare la scioltezza di un tempo e così è stato.[3]

King chiude l'introduzione con un ringraziamento ai lettori: «Voglio ringraziarvi per esserci. Scriverei ancora se mi abbandonaste? La risposta è sì. Perché mi sento felice quando le parole si assommano e l'immagine si forma e le persone inventate fanno cose che mi deliziano. Però con te è meglio, Fedele Lettore. Sempre meglio con te.»[4]

Elenco racconti e precedenti pubblicazioni

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I 13 racconti che costituiscono la raccolta sono in parte inediti e in parte già pubblicati su diverse riviste e in varie edizioni e formati, in un arco di tempo dal 2003 al 2008 ed un racconto del 1977.

Titolo italiano Titolo originale Pubblicazione originale Data della pubblicazione originale
1 Willa Willa Playboy dicembre 2006
2 Torno a prenderti The Gingerbread Girl Esquire luglio 2007
3 Il sogno di Harvey Harvey's Dream The New Yorker 30 giugno 2003
4 Area di sosta Rest Stop Esquire dicembre 2003
5 Cyclette Stationary Bike Borderlands 5 2003
6 Le cose che hanno lasciato indietro The Things They Left Behind Transgressions: Volume Two 2005
7 Pomeriggio del diploma Graduation Afternoon Postscripts marzo 2007
8 N. N. inedito
9 Il gatto del diavolo The Cat from Hell Cavalier giugno 1977
10 Il «New York Times» in offerta speciale The New York Times at Special Bargain Rates The Magazine of Fantasy and Science Fiction ottobre/novembre 2008
11 Muto Mute Playboy dicembre 2007
12 Ayana Ayana The Paris Review autunno 2007
13 Alle strette A Very Tight Place McSweeney's maggio 2008

Opere contenute

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Pubblicato originariamente sulla rivista Playboy del dicembre 2006.

Un gruppo di viaggiatori attende in una piccola stazione ferroviaria, a Crowheart Springs, Wyoming, l'arrivo di un treno che sostituisca quello su cui viaggiavano, che ha avuto un guasto lasciandoli bloccati lì in mezzo al nulla.

Uno di loro, David Sanderson, lascia la stazione per cercare la fidanzata Willa, che si è allontanata per raggiungere un paesino poco distante. La trova in un locale da ballo, lungo la Route 26, dove tutta la gente sembra ignorare completamente la loro presenza, e con l'aiuto della donna amata si rende conto infine di quello che ha in fondo sempre saputo, ma che aveva inconsciamente ignorato («C'erano un bel po' di cose a cui non aveva pensato, almeno finora. Quando era stata l'ultima volta»):[5] i viaggiatori, loro compresi, sono tutti morti in un deragliamento ferroviario e sono rimasti a infestare come fantasmi il luogo della tragedia.

L'acquisita consapevolezza gli consente di superare l'illusoria percezione soggettiva e intravedere la realtà concreta in tutti i dettagli finora ignorati: scopre così che sono passati addirittura vent'anni dalla loro morte, che la stazione ferroviaria è abbandonata, in rovina e prossima ad essere demolita. Tenta inutilmente di convincere gli altri viaggiatori a lasciare il loro rifugio prima che venga distrutto, ma accolgono le sue parole con ostilità, ben decisi a rimanere prigionieri dell'illusione. David si stabilisce, in compagnia di Willa, nel locale da ballo: un luogo di divertimento, pieno di vita ogni sera, non è il posto peggiore dove trascorrere l'eternità.

Note dell'autore

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A detta dello stesso autore, non è il miglior racconto della raccolta, ma King ci è affezionato perché ha segnato l'inizio di un suo nuovo periodo di creatività nella narrativa breve.[6] Lo accosta ad un altro racconto della raccolta, Il New York Times in offerta speciale, per come affronta il tema di cosa accada dopo la morte, a partire dall'idea fondamentale che in qualche modo vi si sopravviva e con la nostra anima anche l'amore. Trattando di amore e tristezza, per King la colonna sonora non può che essere country.[6]

Torno a prenderti (The Gingerbread Girl)

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Pubblicato originariamente sulla rivista Esquire del luglio 2007.

In Italia è stato pubblicato per la prima volta sia in appendice al romanzo Blaze (Sperling & Kupfer, 2007), sia come volume autonomo, nella collana Sperling & Kupfer Economica (giugno 2008) e solo successivamente riproposto nella presente antologia.

A distanza di sei mesi dall'improvvisa morte in culla di Amy, la figlia tanto desiderata, Emily Owensby è tormentata da terribili emicranie e comincia a correre ogni giorno, su una pista di atletica vicino a casa, sempre più forte, per esplorare i propri limiti di resistenza ed affrontare così il dolore della perdita. Quando l'insensibile marito Henry, invece di ricambiare il conforto che lei ha saputo offrirgli in quei penosi mesi, l'accusa di essere prigioniera di un'ossessione, Emily corre via anche dal matrimonio.

Alla ricerca di solitudine per riuscire a elaborare infine il lutto, si rifugia a Little Grass Shack, la modesta ma accogliente casa da pescatore del padre Rusty, sull'isola di Vermillion Key, in Florida. È piena estate e tutte le grandi ville dell'isola sono vuote, i proprietari non le occuperanno prima di ottobre, le uniche presenze sull'isola, oltre a Emily, sono gli immigrati sudamericani che si occupano della manutenzione delle tenute, e Deke Hollis, il vecchio addetto al ponte mobile fra l'isola e la terraferma.

Dopo alcune settimane in cui la sua vita si è ridotta a mangiare, dormire, leggere e correre, Emily comincia a credere di aver quasi ritrovato il suo equilibrio ed a pensare alla morte di Amy come al passato. Ma proprio allora incrocia la strada con un'altra persona interessata alla privacy offerta da Vermillion Key, Jim Pickering, giunto sull'isola con una delle sue "nipoti" stagionali. Hollis mette in guardia Emily di tenersi alla larga da quel tipo poco raccomandabile, ma quando lei passando davanti alla casa dell'uomo vede una testa bionda insanguinata sporgere dal bagagliaio di una vistosa Mercedes rossa, non può evitare di entrare a controllare. Ha solo il tempo di vedere una giovane donna dalla gola tagliata, prima di essere colpita alle spalle.

Emily riprende conoscenza in una grande cucina, legata ad una sedia con abbondante nastro adesivo. Pickering, dagli occhi folli, tenta di giustificarsi sostenendo che non voleva uccidere la ragazza, ma è evidente che quella è stata solo l'ultima di una serie di vittime. Emily è destinata ad essere la successiva, ma prima di violentarla e ucciderla l'uomo si allontana per eliminare l'unica persona al corrente della sua presenza, Hollis, e la donna ha quindici minuti al massimo per tentare di liberarsi. È sorprendentemente quasi riuscita a farlo, quando lui rientra. Al termine di una furiosa lotta, Pickering finisce a terra, stordito, ed Emily riesce a scappare, ma solo per rimanere intrappolata nella camera da letto, da cui può fuggire solo gettandosi dalla finestra ma, grazie agli insegnamenti ricevuti da bambina dal padre per cadere senza danni dagli alberi, riesce a non rompersi niente in una caduta di almeno tre metri e comincia a correre per la vita sulla spiaggia inseguita dall'uomo armato di cesoie da cucina, come se nelle ultime settimane si fosse allenata proprio per affrontare questo momento.

Durante la fuga Emily s'imbatte in un giardiniere, a cui chiede aiuto, ma Pickering approfitta della sua iniziale sorpresa per pugnalarlo a morte. Dopo una breve lotta corpo a corpo, Emily ricomincia a correre, ma è ostacolata da una dolorosa zoppia, perché l'assassino l'ha morsa ad un piede, non riesce più a tenere l'andatura precedente e mentre lui guadagna terreno tenta disperatamente di sfuggirgli dirigendosi verso l'acqua. Lottando nuovamente, stavolta nell'acqua, la reazione di Pickering rivela alla donna che non sa nuotare e lei non ha esitazione nel trascinare l'uomo terrorizzato nell'acqua profonda, sempre più al largo, fino a dove lui non abbia possibilità di tornare a riva senza aiuto. Dalla spiaggia, stanca e dolorante ma esaltata come non lo era da tanto tempo, Emily osserva svanire fra i flutti il maniaco.

Note dell'autore

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Il racconto nasce da un lato dalla frequentazione, da parte di King e della moglie, della Florida, nei pressi delle Keys del Golfo del Messico, e dal pensiero che molte grandi ville rimangano vuote per buona parte dell'anno, dall'altro da una premessa narrativa essenziale, «un cattivo che rincorre una ragazza su una spiaggia deserta»,[7] sviluppata nell'idea che la ragazza fosse già in fuga da qualcos'altro e che «presto o tardi anche i fuggitivi più veloci devono fermarsi e combattere».[7]

Il sogno di Harvey (Harvey's Dream)

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Pubblicato originariamente sulla rivista The New Yorker del giugno 2003.

In un tranquillo sabato mattina di fine giugno, nel Connecticut, il sessantenne Harvey Stevens racconta alla moglie Janet l'incubo terribilmente realistico che ha avuto quella notte. L'uomo comincia a descrivere una mattina proprio come quella e quando nel suo racconto inserisce dettagli che si riferiscono proprio a quel giorno stesso e non dovrebbe conoscere, essendosi appena alzato, Janet comincia a temere non si tratti di un incubo, ma di un sogno premonitore, e vorrebbe che lui si fermasse, perché l'incubo non si avveri.

Harvey racconta di aver sognato di aver ricevuto una telefonata da una delle loro tre figlie, Trisha, che gli riferisce di essere stata contattata dalla polizia per un incidente, e di aver immediatamente capito che una delle altre sue figlie è rimasta uccisa, ma si è svegliato urlando prima di sapere quale delle due.

Quando finisce di parlare, il telefono squilla.

Note dell'autore

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Il racconto è venuto in sogno a King, che l'ha composto di getto, limitandosi a trascrivere la storia raccontatagli dal suo inconscio.[8]

Area di sosta (Rest Stop)

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Pubblicato originariamente sulla rivista Esquire del dicembre 2003.

Durante il tragitto in auto verso casa lungo la Route 75, tra Jacksonville e Sarasota, di ritorno dal periodico incontro di scrittori gialli a cui ha partecipato, il professore di letteratura americana John Dykstra sta riflettendo sul proprio alter ego letterario Rick Hardin, pseudonimo con cui ha scritto una serie di romanzi d'azione di successo, chiedendosi quanto si tratti di puro espediente commerciale e quanto rispecchi invece un'effettiva scissione della sua personalità, quando le tre birre bevute quella sera lo costringono a fermarsi ad un'area di sosta, una decina di chilometri a sud di Ocala, per liberarsi la vescica.

Dykstra sta per entrare nella toilette degli uomini quando sente, fuori dalla sua vista, voci e rumori di un violento litigio tra una donna spaventata e un uomo chiaramente ubriaco. Nell'area di sosta non c'è nessun altro, sa che non può andarsene ignorando quanto sta accadendo, con il rischio che la violenza dell'uomo sfoci in tragedia, ma in quell'occasione un inoffensivo professore non è la persona più adatta per intervenire, quanto invece il risoluto Rick Hardin.

È in questa veste che riesce a prendere di sorpresa l'uomo che sta picchiando la compagna, per di più incinta, ad atterrarlo alle spalle senza nemmeno farsi vedere e ad impedire che reagisca, assestandogli qualche calcio e bluffando sulla propria determinazione ad usare una leva per cerchioni per spaccargli qualche osso e magari la testa. Solo quando è riuscito a costringere la recalcitrante donna abusata, preoccupata malgrado tutto per la sorte del compagno, ad andarsene dall'area di sosta, Hardin si allontana a sua volta. Tornato in sé, Dykstra vomita per lo shock dell'esperienza, ma poi riprende tranquillo il viaggio verso casa.

Note dell'autore

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Il racconto è ispirato ad un'esperienza personale di King. Durante il tragitto di ritorno da una conferenza in un college di St. Petersburg, fermatosi in un'area di sosta della Florida Turnpike per andare alla toilette, assistendo al litigio tra un uomo e una donna ebbe il pensiero che al suo posto avrebbe dovuto esserci Richard Bachman (lo pseudonimo con cui ha firmato alcuni romanzi), un alter ego interiore più adatto ad affrontare una situazione del genere.[9]

Cyclette (Stationary Bike)

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Pubblicato originariamente nell'antologia Borderlands 5 (2004).

Richard Sifkitz, un artista freelance specializzato nel creare disegni pubblicitari, ha un problema di peso. A seguito di un esame medico, vede il valore del suo colesterolo segnato in rosso, 226. Il suo medico gli spiega come il suo metabolismo possa essere considerato come una squadra di lavoratori che incessantemente ripuliscono le strade del suo organismo dagli eccessi della sua dieta. Tornato a casa, Richard decide di darsi da fare, compra una cyclette, la posiziona di fronte ad un muro nello scantinato e inizia ad utilizzarla con costanza. Gli viene poi un'idea: sulla parete disegna una strada, con tanto di alberi ai lati, in modo da poter fantasticare di percorrerla durante le sue pedalate. Presto però accade qualcosa di strano: il dipinto sulla parete cambia, si aggiungono particolari, cambia la scena e Richard sempre più spesso cade in una sorta di trance che lo catapulta nella strada da lui disegnata. È contento che questo accada e la cyclette diventa per lui come una droga, finché un giorno non sente qualcosa che lo insegue su quella strada, un furgoncino e Richard sa chi c'è alla guida: la sua squadra da lavoro metabolica, per niente contenta del nuovo tenore di vita dell'uomo.

Note dell'autore

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Il racconto nasce dal «rapporto di odio/odio»[9] di King verso tutte le cyclette, i tapis-roulant e gli attrezzi vari utilizzati nel tentativo di instaurare un regime di attività fisica quotidiana.

Le cose che hanno lasciato indietro (The Things They Left Behind)

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Pubblicato originariamente nell'antologia Transgressions (2005).

È stato pubblicato con il titolo Le voci delle cose in Deviazioni - Volume 4 (2006).

Scott Staley è un assicuratore, o meglio lo era, ora sta solo cercando di dimenticare quella parte della sua vita. Questo perché Scott è un sopravvissuto: il suo ufficio si trovava al centodecimo piano di una delle torri gemelle e fu solo per un caso fortuito che l'11 settembre non si recò al lavoro. Un giorno però Scott trova in casa sua alcuni oggetti, oggetti a lui familiari perché appartenuti a suoi colleghi deceduti durante quel terribile giorno. Sotto shock, tenta di disfarsi di questi oggetti in tutti i modi, ma tutto è vano, tornano sempre e durante la notte, quando il sonno stenta ad arrivare, gli parlano. Riuscirà a liberarsi di loro dandoli ai famigliari dei colleghi deceduti.

Note dell'autore

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L'idea per il racconto è venuta un mese dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. «Profondamente e fondamentalmente colpito dall'11 settembre»,[10] King come molti altri scrittori statunitensi era riluttante a scrivere su un evento così cruciale della storia americana, ma l'ha fatto memore della propria risposta, ben venticinque anni prima, alle obiezioni di un editor ebreo, riguardo alla novella Un ragazzo sveglio, che contestava il suo diritto, come non ebreo, di scrivere di campi di concentramento: «scrivere è un atto di conoscenza ricercata».[10] Questo racconto vuole essere lo sforzo di King nel cercare di «capire sia l'evento sia le ferite che un evento come quello inevitabilmente avrebbe lasciato dietro di sé».[10]

Pomeriggio del diploma (Graduation Afternoon)

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Pubblicato originariamente sulla rivista Postscripts del marzo 2007.

Janice è una bellissima ragazza diciottenne. È nella grande villa del suo ragazzo Buddy, figlio di una famiglia tanto ricca quanto snob. La sera, i ragazzi andranno a festeggiare il diploma di Buddy, mentre durante quel pomeriggio Janice gioca a tennis nel campo privato della villa. Le piace giocare lì, perché dai campi può godere di un meraviglioso panorama di New York. Ma mentre la ragazza si dirige verso casa, un lampo accecante proveniente dalla città la immobilizza. Osserva un fungo di fumo e fuoco alzarsi lì dove poco prima c'era la città di New York.

Note dell'autore

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Come Il sogno di Harvey, è «più una trascrizione che un'invenzione»,[11] frutto di un sogno dominato dall'immagine di un fungo atomico sopra la città di New York, avuto nel novembre 2006, durante la promozione a Londra del romanzo La storia di Lisey, nella settimana successiva alla sospensione improvvisa dell'assunzione dell'antidepressivo Doxepin, preso per anni, dopo il grave incidente avuto nel 1999, per l'effetto benefico sul dolore cronico.[10]

Si tratta dell'unico racconto inedito dell'intera raccolta.

Una donna chiamata Sheila scrive una lettera a Charlie, un vecchio amico suo e del fratello Johnny, psichiatra di professione. Johnny si è recentemente suicidato a seguito di alcune sedute con un certo paziente denominato "N.", che con la sua storia fatta di ossessioni e premonizioni porterà il Dottor Johnny, e non solo lui, sull'orlo della pazzia.

Note dell'autore

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Con questo racconto, fortemente influenzato dal romanzo Il grande dio Pan di Arthur Machen,[11] King ha voluto coniugare un tema classico del genere horror, lo sconfinato e mostruoso universo al di là della sottile realtà normalmente percepita dagli uomini, con il concetto psicologico del disturbo ossessivo-compulsivo.[12]

Riferimenti ad altre opere

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Malgrado l'ispirazione dichiarata, il tema è anche tipicamente lovecraftiano e il nome dell'entità mostruosa, Cthun, richiama in modo evidente Cthulhu.

Alla fine del racconto, viene riportato un articolo di giornale tratto dal Democrat di Chester's Mill e firmato da Julia Shumway, uno dei personaggi principali del romanzo The Dome ideato molto prima di "Al Crepuscolo" ma dato alle stampe soltanto nell'anno seguente, il 2009.

Il gatto del diavolo (The Cat from Hell)

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Pubblicato originariamente sulla rivista Cavalier del giugno 1977. L'editor della rivista Nye Willden chiese a King di scrivere, a partire dalla foto di un gatto che soffia, le prime cinquecento parole per un racconto che i lettori avrebbero dovuto completare per un concorso, ma King fu abbastanza interessato da completare a sua volta la storia.[13]

È stato pubblicato con il titolo Il gatto che venne dall'inferno nella raccolta a tema Gatti da brivido (1998).

Un killer professionista viene assunto da un anziano magnate dell'industria farmaceutica per eliminare un insolito obiettivo, un gatto. Pur sentendo una particolare sintonia con i felini, l'assassino non ha alcuna esitazione ad accettare l'ingaggio di dodicimila dollari per un compito privo di alcuna difficoltà. Per quanto l'anziano lo metta in guardia sul fatto che l'animale sia stato il diretto responsabile della morte, apparentemente accidentale, di tre abitanti della casa (la sorella, l'amante di un tempo e il domestico) ed è per questo che vuole liberarsene prima di essere ucciso a sua volta (nel suo caso, si tratterebbe di una meritata vendetta, visto che la sua azienda ha ucciso migliaia di gatti per testare il suo prodotto più importante), il professionista non crede che possa avere capacità sovrannaturali, ma ha modo di pentirsene amaramente: mentre si reca verso il luogo dove dovrebbe svolgere il "lavoro", rimane vittima di un incidente d'auto, causato proprio dal gatto, inspiegabilmente libero dal contenitore in cui era stato accuratamente imprigionato, e, bloccato tra i rottami, si ritrova indifeso in balia delle unghie del diabolico animale.

Note dell'autore

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Il racconto è l'equivalente di una bonus track o una ghost track di un album musicale.[12] È stata l'assistente Marsha DeFilippo a far scoprire a King che questo racconto, pur essendo stato pubblicato in antologie di autori vari, non era presente in nessuna delle sue quattro raccolte precedenti.[13]

Il «New York Times» in offerta speciale (The New York Times at Special Bargain Rates)

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Pubblicato originariamente sulla rivista The Magazine of Fantasy and Science Fiction dell'ottobre-novembre 2008.

Una vedova risponde ad una telefonata da suo marito, che è morto due giorni prima in un incidente aereo. Egli è probabilmente in una vita ultraterrena. Il marito prevede due tragedie che poi si avverano e aiuta a evitare la morte della moglie stessa.

Note dell'autore

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Il racconto è stato scritto a Brisbane, in Australia, quando King si era trovato ben sveglio e senza nulla da fare in piena notte dopo ventun ore di volo intercontinentale da San Francisco senza dormire e dieci ore filate di sonno diurno una volta giunto a destinazione. La conclusione è che «un racconto dovrebbe intrattenere anche chi lo scrive».[14]

Pubblicato originariamente sulla rivista Playboy del dicembre 2007.

Note dell'autore

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Quando King ha letto su un quotidiano locale l'episodio di cronaca di una segretaria di liceo che aveva sottratto sessantacinquemila dollari per giocare alla lotteria, ha pensato subito alla storia dalla prospettiva del marito della protagonista.[14]

Pubblicato originariamente sulla rivista The Paris Review dell'autunno 2007.

Note dell'autore

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I temi della morte e della guarigione, in relazione all'esistenza di Dio («perché certe persone vivono e certe persone muoiono; perché certe persone guariscono e certe altre no»)[15] sono argomenti adatti per la narrativa fantastica. Con questo racconto King vuole suggerire l'idea che i miracoli possano essere un peso oltre che una benedizione,[15] per chi li compie e per chi li riceve.

Alle strette (A Very Tight Place)

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Pubblicato originariamente sulla rivista McSweeney's del maggio 2008.

Note dell'autore

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Nell'utilizzare le toilette prefabbricate, King ha sempre pensato al racconto Sepolto vivo di Edgar Allan Poe e all'orribile possibilità di rimanervi bloccato dentro, senza poter chiedere l'aiuto di nessuno.[16] Ha scritto questo racconto per condividere con il Fedele Lettore questa sgradevole paura, trovando anche un certo infantile divertimento nel farlo e provocando persino in sé stesso un po' di disgusto.[16]

Il gatto del diavolo è alla base di uno degli episodi del film I delitti del gatto nero (1990).

  1. ^ Stephen King, Al crepuscolo, Sperling & Kupfer, 2008. ISBN 9788820046019. pp. XI-XII
  2. ^ Stephen King., op. cit., p. XII
  3. ^ Stephen King., op. cit., p. XIII
  4. ^ Stephen King., op. cit., p. XIV
  5. ^ Stephen King, op. cit., p. 16
  6. ^ a b Stephen King, op. cit., p. 518
  7. ^ a b Stephen King, op. cit., p. 519
  8. ^ Stephen King, p. cit. p. 519
  9. ^ a b Stephen King, p. cit. p. 520
  10. ^ a b c d Stephen King, p. cit. p. 521
  11. ^ a b Stephen King, p. cit. p. 522
  12. ^ a b Stephen King, p. cit. p. 523
  13. ^ a b Stephen King, p. cit. p. 524
  14. ^ a b Stephen King, p. cit. p. 525
  15. ^ a b Stephen King, p. cit. p. 526
  16. ^ a b Stephen King, p. cit. p. 527

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