Gallodoro
Gallodoro comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Città metropolitana | Messina |
Amministrazione | |
Sindaco | Filippo Alfio Currenti (lista civica) dall'8-5-2012 (3º mandato dal 13-6-2022) |
Territorio | |
Coordinate | 37°54′06″N 15°17′36″E |
Altitudine | 388 m s.l.m. |
Superficie | 6,91[1] km² |
Abitanti | 345[2] (30-6-2022) |
Densità | 49,93 ab./km² |
Comuni confinanti | Forza d'Agrò, Letojanni, Mongiuffi Melia |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 98030 |
Prefisso | 0942 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 083031 |
Cod. catastale | D885 |
Targa | ME |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Nome abitanti | gallodoresi |
Patrono | san Teodoro |
Giorno festivo | 9 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Gallodoro all'interno della città metropolitana di Messina | |
Sito istituzionale | |
Gallodoro (Caḍḍidoru in siciliano) è un comune italiano di 345 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Gallodoro trova antichissima origine in età greca, in un insediamento abitativo sito in prossimità delle contrade Margi e Sant'Anna, che secondo tradizione popolare veniva chiamato Bocena. I ritrovamenti di monete, cocci di brocche e vasellame vario oltre che di tombe, hanno fatto ipotizzare anche la possibile ubicazione della città di Kallipolis, fondata dai calcidesi della vicina Naxos, prima colonia greca di Sicilia.
L'attuale borgo di Gallodoro risale al periodo medioevale normanno, allorché si formò il primo nucleo abitativo intorno alla chiesa rurale di San Teodoro Martire. Ubicata in un luogo di passaggio tra la parte bassa e quella alta della cosiddetta Vallis Aurea, nome dato dai Romani alla valle (o per l'ubertosità del luogo o per l'esistenza di giacimenti d'oro) e da cui deriva l'odierna denominazione di Gallodoro, la chiesa divenne nel corso dei secolo il luogo di culto principale della comunità rurale di Gallodoro. Da questo polo insediativo si sviluppò, nel corso dei secoli, l'impianto urbano che si dispiega oggi in maniera tale da assumere la forma di cavea di teatro, con le edifici abitativi addossati l'uno all'altro, tra scorci suggestivi e di rara bellezza rurale.
Fino all'alba dell'età moderna, Gallodoro apparteneva al territorio della città demaniale di Taormina. Anche se, secondo Anzalone, signore di Gallodoro fu Nicola Crisafi, Maestro Razionale del Regno e Strategoto di Messina nel 1422, da questa data fino al 1634 troviamo Gallodoro con il suo territorio aggregato alla Secrezia di Taormina. Sotto il regno di Filippo IV, il territorio di Gallodoro fu smembrato da quello di Taormina e venduto dalla Regia Corte a Donna Francesca Porzio, moglie di Don Francesco Reitano, entrambi di Messina; e ciò per il prezzo di onze 13.240, con atto stipulato nell'ufficio di Luogotenente di Protonotaro, in data 23 febbraio del 1634. Qualche giorno dopo, inoltre, la neomarchesa di Gallodoro ottiene dal viceré Ferdinando Afan de Ribera, duca di Alcalà, la licentia populandi di Castellaci, aspro acrocoro nelle vicinanze del paese. Erede legittimo di Donna Francesca Porzio fu il figlio Don Antonio Reitano che, investito il 29 gennaio 1641, divenne marchese di Gallodoro. Questi prese parte attiva nella famosa rivoluzione di Messina (1673-1678) a favore della fazione dei Malvizzi seguace dei francesi contro il governo spagnolo. Nel momento in cui le armi spagnole ebbero il sopravvento e ripristinarono il loro potere, gli insorti ebbero la peggio tra arresti, esili e confische. Analoga sorte toccò ad Antonio e Placido Reitano, molto probabilmente padre e figlio, che dovettero subire l'onta dell'esilio e la confisca del loro patrimonio fra cui anche il Marchesato di Gallodoro, ed infine furono costretti ad abbandonare il proposito di costruire sul territorio di Gallodoro, il paese di Castillaci.
La Regia Corte vendette la terra di Gallodoro a Stefano Oneto e il titolo di Marchese di Gallodoro ad Agesilao Bonanno, ma il re non approvò tali vendite come risulta da una sua ordinanza emessa a Madrid il 24 novembre 1677, resa esecutoria nel Regno a partire dal 27 giugno 1678. Da fonti storiche apprendiamo che lo Stato e la terra di Gallodoro fu comprato nel 1679 da Don Giuseppe Vigo, da questo momento in poi, per tutto il Settecento e fino agli inizi del successivo, Marchesi di Gallodoro furono esponenti dell'illustre famiglia Vigo di Acireale.
Tra la fine del Settecento e nel corso dell'Ottocento in seno al territorio di Gallodoro si sviluppò, dal punto di vista socio-economico, la frazione costiera di Letojanni. Con il trasferimento nel paese di marina delle più importanti famiglie di Gallodoro, che costruirono i loro rispettivi palazzi, Letojanni rivendicò e ottenne nel 1880 il trasferimento della sede municipale e la modifica di denominazione del comune in Letojanni-Gallodoro, con conseguente ridimensionamento dell'importanza del centro collinare. Solo dopo decenni di lunghe battaglie, la comunità di Gallodoro riuscì a ottenere l'istituzione del nuovo comune di Gallodoro, sancita dalla legge regionale n. 52 del 26 novembre del 1952. Contestualmente Letojanni-Gallodoro mutò denominazione in Letojanni.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 20 ottobre 1990.
«Interzato in palo: nel primo, d'oro, a due bande di verde, alla bordura di azzurro, caricata da sette plinti d'oro, forati, posti due in capo, quattro nei fianchi, due e due, uno in punta, il tutto sotto il capo di argento, caricato da quattro gigli di azzurro, posti uno, due, uno; nel secondo, di verde, ai tre gigli d'oro, due, uno, con la semirotella di nero, posta con il diametro coincidente con il lembo superiore e caricata da tre gigli d'oro, due, uno, il tutto sotto il capo partito: nel I, di verde, al guerriero in profilo, armato di tutto punto, d'argento; nel II, d'oro, all'aquila di nero; nel III, d'oro, alle sei palle poste in orlatura, una, due, due, una, la palla in capo, più grande, di azzurro, le altre, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di azzurro.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[4]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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14 giugno 1988 | 7 giugno 1993 | Salvatore Melita | - | Sindaco | [5] |
7 giugno 1993 | 27 marzo 1995 | Carlo Andò | - | Sindaco | [5] |
20 novembre 1995 | 1º dicembre 1997 | Domenico Lo Turco | lista civica | Sindaco | [5] |
1º dicembre 1997 | 28 maggio 2002 | Domenico Lo Turco | lista civica | Sindaco | [5] |
28 maggio 2002 | 15 novembre 2006 | Domenico Lo Turco | centro-destra | Sindaco | [5] |
15 novembre 2006 | 15 maggio 2007 | Salvatore Di Franco | Comm. regionale | [5] | |
14 maggio 2007 | 8 maggio 2012 | Domenico Lo Monaco | lista civica | Sindaco | [5] |
8 maggio 2012 | in carica | Filippo Alfio Currenti | Sindaco | [5] |
Altre informazioni amministrative
[modifica | modifica wikitesto]Il comune di Gallodoro fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n. 6 (Montagna litoranea dei Peloritani)[6].
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Calcio a 5
[modifica | modifica wikitesto]ASD Gallodoro-squadra di calcio a 5 che disputa il campionato di Serie D siciliano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 20 settembre 2022.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ a b c d e f g h Copia archiviata, su amministratori.interno.it. URL consultato il 12 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
- ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2014).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gallodoro
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Approfondimenti e notizie su Gallodoro, su comune.gallodoro.me.gov.it. URL consultato il 6 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2015).
- Webcam Live [collegamento interrotto], su mycampage.com.
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