Zdeněk Zeman
Aspetto
Zdeněk Zeman (1947 – vivente), allenatore di calcio ceco naturalizzato italiano.
Citazioni di Zdeněk Zeman
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Sempre detto: se la gente non si diverte, crolla tutto in un mare di tristezza. E io [...] sono per lo spettacolo, anche se a certi livelli riducono tutto al risultato. [«Beh, non è quello che conta?»] Sì, ma a volte basta un palo o un piede storto per perdere una partita. E allora è lo spettacolo che rimane, l'immagine che una squadra sa dare di sé.[fonte 1]
- [«Dia un giudizio sulle due facce del tifo di Roma»] È numeroso e passionale. Ma passionale, a volte, può anche non essere un vantaggio.[fonte 1]
- Le esplosioni muscolari di alcuni calciatori? È uno sbalordimento che comincia con Gianluca Vialli e arriva fino ad Alessandro Del Piero. Io che ho praticato diversi sport pensavo che certi risultati si potessero ottenere soltanto con il culturismo, dopo anni e anni di lavoro specifico. Sono convinto che il calcio sia tutto un altro tipo di attività, almeno il mio, che in una sola parola definirei positivo.[fonte 2]
- [A proposito del suo licenziamento dalla Roma] Io non ho divorziato da Sensi, è lui che ha divorziato da me.[fonte 3]
- Io alleno, ma non posso scendere in campo e giocare.[fonte 4]
- Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti. Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente.[fonte 4]
- [Nel 2004] Nel '98 Vialli mi diede del terrorista, ora ammette che le mie parole sono servite a qualcosa. Purtroppo non cambia niente, vedo che oggi al processo sul doping i giocatori della Juventus non sono sinceri.[fonte 5]
- Raramente mi capita di dire una bugia. Per questo mi sento solo. È un mondo, il nostro, in cui se ne dicono tante.[fonte 6]
- [Alla domanda, qual è l'allenatore moderno?] Si deve cercare di mantenere la passione dei tifosi e dare, cercare di giocare per i tifosi. Dare spettacolo. Io penso che non basta vincere 1 a 0 per essere felici e contenti se non si è dato niente alla gente. Penso che la gente debba tornare a casa contenta... Che ha visto qualche cosa, e si è divertita.[fonte 7]
- Non è giusto che, a pagare per l'eliminazione azzurra in Austria e Svizzera, sia Donadoni, ma evidentemente è questa la politica federale. La causa di questo insuccesso è da ricondurre al fatto che molti giocatori non si sono presentati in forma.[fonte 8]
- [Su Lecce-Parma 3-3, ultima giornata della Serie A 2004-2005] Ma queste partite io penso che, specialmente quell'annata dove erano invischiate nella retrocessione 8-9 squadre, penso che tutte le partite si sono giocate in questo modo. Nel senso per non farsi male.[fonte 9]
- Calciopoli era una cosa, un sistema dominante guidato dagli attuali imputati di Napoli. Gli altri hanno cercato solo di difendersi, ma lo hanno fatto in modo sbagliato.[fonte 10]
- [Rispondendo a "Chi sono i 5 migliori giocatori italiani?"] Totti, Totti, Totti, Totti e Totti.[fonte 11]
- [Su José Mourinho] Un fenomeno mediatico. Dopo tanti anni ha dato la Champions all'Inter, ma il modo in cui ha vinto non è piaciuto a tutti. Ci sono molti interisti che si vergognano. Non si tratta degli arbitri, ma dell'atteggiamento della squadra: un allenatore dovrebbe dare un gioco...[fonte 11]
- Il risultato è casuale, la prestazione no.[fonte 12]
- [Sugli effetti della creatina] Se un portiere di 28 anni dovette cambiare misura dei guanti perché gli erano cresciute le mani, vuol dire che c'era qualcosa che non era normale.[fonte 13]
- Alcuni giocatori si lamentano che faccio correre troppo? A Pescara vivo sul lungomare, e ogni mattina vedo un sacco di persone che corrono. E non li paga nessuno loro.[fonte 14]
- Siete voi giornalisti che le chiamate grandi e fate delle distinzioni che io invece non faccio. Rispetto al passato oggi a certe squadre non danno 20 rigori a stagione.[fonte 15]
- Modulo e sistemi di allenamento non li cambierò mai. Per coprire il campo non esiste un modulo migliore del 4-3-3.[fonte 16]
- Moggi è un nemico del calcio, è nemico di tutti quelli che non l'hanno seguito e non la pensano come lui. Me compreso quindi.[fonte 17]
- [Dopo le dichiarazioni di Gianluigi Buffon sul gol fantasma di Muntari, in Milan-Juventus 1-1 del 25 febbraio 2012] Di solito durante una partita nessuno direbbe se il pallone è entrato in porta o no, dopo la gara però si deve ammetterlo. E chi lo fa è solo onesto. Buffon è anche capitano e portiere della Nazionale: credo che debba dare l'esempio e dimostrare onestà.[fonte 18]
- [Sull'inclusione degli scudetti 2004-05 e 2005-06 nel palmarès della Juventus] Se gli juventini si sentono così, io di scudetti ne scriverei magari ventidue, ventitré. Ognuno si può mettere quello che vuole.[fonte 19]
- Capisco che il calcio possa anche essere fonte di stress. In alcune piazze ci sono pressioni. Io però non sono stressato. Il calcio sotto questo aspetto non mi ha mai dato problemi. Io alleno anche perché mi diverto. Se fosse per me continuerei ad allenare fino ad 80 anni, ma lo so che non sarebbe possibile e non me lo permetterebbero.[fonte 20]
- [Dopo i complimenti di Moggi sulla sua stagione a Pescara] Mi chiedete dei complimenti di Moggi? Io non mi voglio rovinare la giornata.[fonte 21]
- [Rispondendo a chi chiedeva se il suo atteggiamento difensivo fosse cambiato, alla luce dei pochi gol subiti dal Pescara] Mi sa che mi conviene dire che sono cambiato. Per me è uguale. È chiaro rischiare qualcosa, ma se fai 90 gol non ti preoccupi di quanti ne prendi. La fase difensiva si faceva sempre, penso che anche per i giocatori è più soddisfacente costruire piuttosto che distruggere. E per distruggere devi usare le maniere forti: e io sono un uomo di pace. In generale vorrei che la mia squadra riuscisse ad avvicinare la gente e dare delle emozioni. Queste ultime possono essere di due tipi, ma si tratta sempre di emozioni.[fonte 22]
- [Su Ciro Immobile] Penso che quell'anno a Pescara gli sia servito molto perché arrivava da esperienze non positive anche in B dove non giocava. Gli abbiamo dato l'opportunità di far vedere le sue doti e ha dimostrato di averne. Ha fatto bene ad andare in Germania perché è giovane e ha ancora tanto da imparare.[fonte 23]
- Per me Daniele non è un regista alla Pirlo, ma è un centro mediano che può dare equilibrio alla squadra. Poi che possa giocare in tutti i tre ruoli del centrocampo è un altro discorso, dipende sicuramente da quello che serve alla squadra.[fonte 24]
- [Sullo scandalo del calcioscommesse del 2011] Questo discorso nasce da un problema di fondo nel senso che il calcio per molti è diventato solo un grande business. Di queste cose se ne è parlato a lungo, mi auguro che per una volta si decida di intervenire per fare un calcio diverso. Mi sorprende un po' che calciatori di primo piano si ritrovino in mezzo, perché capisco che il giocatore di Serie C, che non riceve da mesi lo stipendio, possa avere delle tentazioni... Sia chiaro non lo giustifico, anzi lo condanno, ma almeno lo capisco. Chi proprio non riesco a capire sono i giocatori famosi e ben pagati. Io ai ragazzi dico sempre "continuate a fare calcio per passione, anche ad alto livello, non mettendo sempre il guadagno in primo piano". È il mio modesto contributo per provare a cambiare la mentalità.[fonte 25]
- [Su Francesco Totti] Un esempio di giocatore che ha sempre vissuto il calcio allo stesso modo: quando era un giovane sconosciuto ed oggi che è il fuoriclasse che conosciamo.[fonte 25]
- Sull'idea di mettere la terza stella sulla maglia della Juventus ho gia' dato la mia opinione: per me gli scudetti sono tanti quanti sono stati assegnati. Certo, se mi leggo qualche dichiarazione e qualche libro, penso che gia' 28 siano troppi...[fonte 26]
- [Riguardo alla sua preparazione] Voi dite che stiamo facendo lavoro duro, ma per me sono sciocchezze. Per me sono solo lunghe passeggiate nei boschi. Ma per me la preparazione è essenziale: è la base su cui costruire la stagione. Siamo qua in ritiro per lavorare, per prepararci per la stagione, è normale che si fatica. Se fossimo andati in un villaggio Valtur sarebbe stato diverso.[fonte 27]
- [Rispondendo a Moggi, che lo aveva definito «un buon allenatore che purtroppo si distrae sempre e perde l'essenza del calcio»] Se l'essenza del calcio è il doping o il comprare gli arbitri allora io sono molto lontano da questo.[fonte 28]
- [Sulle squalifiche degli allenatori per lo scandalo del calcioscommesse del 2011] Anche un giocatore squalificato si può allenare, però penso che se c'è una squalifica lunga un allenatore non possa allenare. Quanto lunga? Sopra i tre mesi.[fonte 29]
- [Sulle quotazioni delle società di calcio in Borsa] Non dovrebbero essere quotate in Borsa. I risultati mi danno ragione. Il calcio deve stare fuori dalla finanza e dalla politica.[fonte 30]
- [Alla domanda su un'eventuale cena con un nemico; magari il presidente della FIGC, Giancarlo Abete] Perché no? Abete non è mio nemico ma nemico del calcio.[fonte 31]
- Vialli mi dà del paraculo perché combatto le battaglie che mi convengono? Sbaglia, pensavo avesse smesso con i farmaci. Io per le mie convinzioni sono rimasto fuori dal grande giro per più di dieci anni.[fonte 32]
- [Su Marco Verratti] Quando sono arrivato a Pescara doveva giocare mezzapunta, ma io l'ho trasformato in regista e mi ha dato grosse soddisfazioni. Il ragazzo è del '92 ha 20 anni con poca esperienza, può crescere tanto e diventare uno dei più grandi registi in Europa.[fonte 33]
- Stringere la mano a Ferrara? Io la stringo a tutti. Non devo chiudere nessuna polemica con lui, sono i tribunali che per 10 anni si sono occupati di quei problemi. Non sono fatti miei.[fonte 34]
- [Su Antonio Conte] [...] mi piaceva già da giocatore, tanto che lo volevo comprare ai tempi del Foggia, e mi piace adesso da allenatore, perché dove è andato è sempre riuscito a trasmettere una forte mentalità abbinata a una precisa cultura del gioco.[fonte 35]
- [Dopo la conferenza stampa previa all'incontro Juventus-Roma del 29 settembre 2012] Un pronostico per la partita? Non so, chiedetelo a Buffon: io vado solo in tabaccheria, è lui quello che passa in ricevitoria.[fonte 36][1]
- [Sulle dichiarazioni di Andrea Agnelli, che aveva auspicato una riforma strutturale del calcio italiano] Penso che abbia ragione, ci vogliono riforme e si deve migliorare. Lo dicono tutti, non solo lui. Però hanno avuto il calcio in mano per vent'anni, c'era tutto il tempo per fare le migliorie...[fonte 37]
- [Su Mario Balotelli] Il suo caso è strano, non se la prendono sempre con lui perché di colore diverso, è che con i suoi atteggiamenti attira qualcosa. [...] Il problema non è il razzismo, ma il comportamento, se uno si comporta bene non succede niente. [...] Purtroppo oggi si gioca sul colore della pelle, ma il problema sono i comportamenti dei giocatori.[fonte 38]
- Io non sono cieco, io non ce l'avrò mai con la Juventus visto che dormivo con la maglia della Juventus, visto che mio zio ha vinto due Scudetti.[fonte 39]
- A me non piace il tiki-taka perché ho un'altra visione sul calcio però non è detto che non renda. Guardiola, che reputo oggi il miglior allenatore al mondo, ha vinto tanto giocando in questo modo. Il problema è piuttosto chi lo vuole scimmiottare non avendo i giocatori che c'erano in quel Barcellona.[fonte 23]
- Ho vinto poco in carriera? La vittoria non è la cosa più importante, un tecnico deve migliorare i calciatori a propria disposizione. Mi interessa molto la loro salute, credo che ancora oggi nel calcio si faccia uso di sostanze dopanti e ci sono calciatori che sono morti per vincere solamente una partita in più. Chi è responsabile di questo non ha certo aiutato il calcio a crescere.[fonte 40]
- Se c'è un cambio di panchina di solito c'è una reazione positiva o negativa, io spero nella prima.[fonte 41]
- [Sul divario tra calcio maschile e femminile] Se è una questione di cultura? Anche, di solito in Italia le donne sono in cucina. Se è una cosa gravissima? Non lo so, certo anche gli uomini devono mangiare.[fonte 42]
Intervista di Stefano Petrucci, Corriere della Sera, 25 aprile 2001, p. 38.
- Il calcio deve uscire dalle farmacie, nel nostro ambiente girano troppi farmaci.
- Io senza calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant'anni, all'aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire.
- Quello che dovevo dire sul doping l'ho detto nel '98. E, tornassi indietro, lo rifarei. Non mi interessano rivincite, non mi fa né caldo né freddo sentirmi ripetere intorno "avevi ragione". Mi avvilisce, piuttosto, accorgermi di come tanti non abbiano capito, oggi come allora, che quello era un allarme lanciato per il bene di chi fa sport, per la salute di tanti giovani.
SportWeek, La Gazzetta dello Sport, 13 novembre 2004.
- Il calcio, oggi, è sempre più un'industria e sempre meno un gioco.
- La grande popolarità che ha il calcio nel mondo non è dovuta alle farmacie o agli uffici finanziari, bensì al fatto che in ogni piazza, in ogni angolo del mondo, c'è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi.
- Non c'è nulla di disonorevole nell'essere ultimi. Meglio ultimi che senza dignità.
- Non è vero che non mi piace vincere: mi piace vincere rispettando le regole.
- Non importa quanto corri, ma dove corri e perché corri.
Citato in gazzetta.it, 3 dicembre 2008.
- Mourinho come me? Lui è uno dei pochi che dice quello che pensa e io ho sempre cercato di dire quello che pensavo. Forse poi lui se lo può permettere, e io no: ma questo è un discorso diverso.
- A parte il fatto che a voi dell'Inter io piaccio perché contro di voi ho sempre fatto pochissimi risultati, credo che Mourinho sia uno dei pochi che dice quello che pensa. Sul piano tattico non credo che abbia portato grosse novità, sicuramente ha a disposizione una rosa di calciatori molto importante, e quindi ha grande scelta. Poi, per quanto riguarda la gestione del gruppo, credo che la sappia fare con grande personalità. Certo, usa il bastone per quelli che segnano e la carota per quelli che non fanno gol e, a volte, si potrebbe anche fare il contrario.
- [Su Francesco Totti] Su di lui non si può fare un discorso di discesa e salita di rendimento. Totti è uno dei più grandi talenti del calcio, ma è normale che si possano avere dei periodi negativi. Nel suo caso però dipendono solo dagli infortuni. Un giocatore come lui non si può mettere in discussione.
- [Su Alessandro Del Piero] Sono tanti 250 gol con la maglia della Juventus, anche se sono tanti anni che gioca a Torino. Sicuramente anche lui è un grande talento del calcio italiano.
- [Su Cristiano Ronaldo] Per quanto fatto nella passata stagione credo che sia stato giusto dare il Pallone d'oro a lui. Ha fatto un gradissimo campionato col Manchester e ha fatto bene anche con la nazionale. E poi, visto che è giovane, penso ne vincerà anche altri.
Citato in Franco Fiocchini, Corriere della Sera, 8 agosto 2010, pp. 44-45.
- Dicono di me: parla, parla, ma non ha mai vinto niente. Me l'ha ripetuto pure uno degli avvocati della difesa al processo di Napoli. Bene: cosa hanno vinto, a parte Benitez, quelli che allenano in A in questa stagione? Ho valorizzato e mandato in nazionale più di 20 giocatori: quanti allenatori possono dire la stessa cosa?
- Da noi conta solo vincere, non importa come. Gli allenatori sono schiavi dei presidenti: io non l'ho mai fatto, e non lo farò mai.
- [Parlando dei presidenti] Li vedo stressati, ricattati dagli ultrà: non hanno progetti né idee. Quasi tutti hanno in mente solo il business che, però, ha altre regole rispetto allo sport. Ora vogliono stadi nuovi e di proprietà dei club per riempirli di centri commerciali e ristoranti, che non hanno niente a che fare col calcio. I tifosi rinunciano ad andare allo stadio perché manca lo spettacolo e non si divertono più. Gli ultrà si accontentano del risultato, gli sportivi si divertono solo se vedono giocar bene le squadre. Sbaglia chi è convinto che la gente non vada più alle partite perché i nostri stadi sono obsoleti.
- [Su José Mourinho] Solo uno da prima pagina. Dicono sia stato bravo a convincere Eto'o a fare il terzino, ma è normale che un allenatore faccia fare ai giocatori in campo quello che vuole lui. Anche se ha vinto tutto non mi piace il suo modo di affrontare le partite: a Barcellona ha fatto catenaccio peggio di Nereo Rocco. La mentalità a una squadra la dà sempre l'allenatore: non se la scelgono i giocatori.
- [Rispondendo a "Quanto ha pagato per quella sua denuncia del 1998?"] Niente... Mi hanno sempre pagato per fare calcio. Certo la mia carriera sarebbe stata diversa. Allenavo la Roma e nel febbraio del '99 mi cercarono prima il Real Madrid, poi il Barcellona. Ne parlai subito con Franco Sensi che mi disse: poche storie, tu da qui non ti muovi. A maggio intimarono al presidente: o cacci Zeman o non vincerai mai lo scudetto. E lui fu costretto a esonerarmi.
Citato in gazzetta.it, 12 luglio 2011.
- [Riferendosi al titolo di campione d'Italia 2005-06 assegnato all'Internazionale] Credo che sia giusto revocarlo. Sono i fatti a dirlo. Io non conosco le ultime intercettazioni, ma credo che questo passo andrebbe fatto, anche perché secondo me diverse società avrebbero titolo a rivendicarlo.
- Che ci sia un rapporto fra i dirigenti e i designatori non sarebbe un problema di per sé. Bisognerebbe però capire e vedere che tipo di rapporto c'è stato e c'è ancora. Sapere cosa si dicono i designatori e i dirigenti.
- [Su Giacinto Facchetti] È stata una grande figura del calcio italiano. Ci sono però alcune intercettazioni che ho letto sui giornali che dicono che probabilmente qualcosa c'è stato. Non sono io a dover giudicare, ma probabilmente sarebbe giusto per il bene del calcio e dei diretti protagonisti fare chiarezza una volta per tutte.
- Io oggi passo per nemico dei bianconeri, ma 30 anni fa ero tifoso della Juventus. Per me quella bianconera è una formazione storica del campionato italiano. Il problema è che qualche volta con la Juve hanno lavorato dirigenti che hanno fatto fare brutte figure alla società.
- [Su Luciano Moggi] Io oggi ufficialmente sono un allenatore di calcio. Lui invece ufficialmente è fuori dal calcio. Il suo nome lo leggo solo sui giornali e qualche volta lo vedo solo nelle trasmissioni televisive, non sui campi di calcio.
Citato in gazzetta.it, 28 settembre 2012.
- Qualche Juventus-Roma l'ho già fatto. Sono due squadre che fanno sempre incontri importanti che richiamano sempre tanta attenzione. È una gara stimolante per entrambe: loro stanno rendendo bene, noi vogliamo dimostrare di poterli mettere in difficoltà. È come il derby, ci sono tre punti e voglio giocare per quelli.
- Calcio e politica attirano disaffezione, ma c'è crisi su tutti i campi e si riflette anche nel calci.
- [Su Alessandro Del Piero dopo la scadenza del suo contratto con la Juventus] Non so è la prima sfida Juve-Roma senza di lui, forse qualche volta era infortunato. Se manca, manca alla Juve, non a me.
- L'ultima volta a casa della Juve l'accoglienza non era stata molto carina, l'ho segnalato anche, perché dopo 90' di offese non è successo niente, ma se uno fa 'buuu' è razzismo. I danni alla Juve non li ho fatti io, i tifosi se la dovrebbero prendere con qualcun altro.
- Carrera ha declinato la conferenza pre Juve e ci ha mandato l'allenatore dei portieri, Filippi? Questione di stile: credo che la gente voglia sempre sentire qualcuno direttamente interessato. E sarebbe stato meglio anche per voi giornalisti.
Dal convegno "Oltre l'Ego - L'etica della moltitudine: dalla squadra all'orchestra"; citato in gazzetta.it, 26 ottobre 2012.
- Cosa porterei dal mondo del calcio a quello della politica? Comincerei col portare le regole, noi in campo le abbiamo e le dobbiamo rispettare. E poi bisognerebbe trovare persone che non dicono "vorrei ma non posso'" ma che invece dicono "io voglio e lo faccio".
- Come allenatore ho la responsabilità per quello che si fa in campo ma anche fuori, per questo cerco di conquistarmi il ruolo di leader, per farmi seguire. Si dice che io incuta timore, ma per imporsi non ci sono spartiti precisi, bisogna cercare di farsi seguire, col buon esempio, attraverso il comportamento personale.
- Si vorrebbero sempre ragazzi bravi, belli, forti, ma non sempre ci si riesce. Ma a me piace lavorare più con quelli con cui c'è da fare, da discutere. Con questi si comincia con le buone, poi si finisce con le cattive, magari con qualche esclusione dalla squadra ma a me piace la gente che bisogna motivare, cui bisogna insegnare qualcosa.
- Il talento conta tantissimo, è più facile, si è avvantaggiati, ma anche senza si riesce ad andare avanti. Chi tratta meglio il pallone si chiama artista, ma non è detto che 11 artisti battano 11 artigiani. Bisogna formare una miscela tra queste due categorie. E poi chi ha talento non deve accontentarsi, adagiarsi su quello che gli ha dato madre natura, ma lavorare ogni giorno per migliorarsi.
Intervista di Aldo Cazzullo, corriere.it, 13 novembre 2022.
- [Su Roma] È una splendida città antica, e una metropoli moderna piena di problemi che nessuno affronta. [Perchè?] Perché gli italiani rimandano sempre tutto a domani.
- [La Juventus] Era la squadra di mio zio Cestmir Vycpálek: il più grande talento del calcio cecoslovacco prima di Pavel Nedved, che portai in Italia. La differenza è che Nedved, lavoratore maniacale, voleva allenarsi pure il giorno di Natale; mio zio invece amava le gioie della vita. Era stato a Dachau, e il lager l'aveva segnato. Ma mi dicono fosse birichino anche prima.
- Pesavo i giocatori ogni mattina. Più si allenavano, più la partita diventava un divertimento. A fine stagione le altre squadre erano stanche; le mie correvano più di prima.
- [Pasquale Casillo finì in carcere] E io andai all'uscita ad aspettarlo. Sapevo che era innocente. L'hanno riconosciuto dopo tredici anni.
- [Al Foggia] Avevamo un terzino sinistro velocissimo, Codispoti, che al momento del cross combinava di tutto, con i piedi che aveva. Allora Casillo gli mise centomila lire nella scarpa: se non sbagliava poteva tenersele.
- [Come fu l'esordio in serie A?] Pareggiammo 1 a 1 a San Siro con l'Inter. Dissi a Matrecano, che avevo preso dalla Turris, C2, per 25 milioni di lire: "Tu marchi Klinsmann". Klinsmann non toccò palla. Quando tornammo a San Siro con il Milan, dissi a Matrecano: "Tu marchi Van Basten". Van Basten fece tre gol.
- La Lazio mi aveva esonerato. Suona il telefono: “Sono il presidente Sensi”. Buttai giù: “E io sono Napoleone”. Era Sensi per davvero».
- Scoppiò lo scandalo del nandrolone. Giocatori trovati positivi inventarono scuse puerili. Couto del Parma, che era un capellone, diede la colpa a uno shampoo. Un altro, che era stempiato, a una lozione contro la caduta. Bucchi e Monaco del Perugia alla carne di cinghiale. Ci finirono dentro pure Davids e Guardiola. E io pagai un prezzo altissimo [per aver denunciato]
- Il campionato 1998-1999 fu un calvario di torti arbitrali, che costarono alla mia Roma almeno 21 punti. A Udine ci inventarono un rigore contro. Avevamo un attaccante, Fabio Junior, immeritatamente detto l'Uragano blu, che non segnava mai; quando finalmente fece un gol, glielo annullarono, non si è mai capito perché. Episodi assurdi. I calciatori videro che i loro sforzi erano inutili, e qualcuno mollò. La quartultima giornata perdemmo 4 a 5 con l'Inter all'Olimpico. Si disse che l'Inter avesse contattato tre dei miei in vista dell'anno successivo. Ebbi l'impressione che alcuni fossero distratti, c'erano difensori che facevano i centravanti... Così con Sensi decidemmo di fare nuovi acquisti
- Immobile aveva fame. Insigne aveva talento. Verratti aveva bisogno di trovare la posizione giusta. Faceva il trequartista o la mezzala; lo impostai da regista davanti alla difesa. Dove gioca ancora adesso, nel Psg e in Nazionale
- [Il giocatore più forte che ha mai avuto?] Totti. Pareva avesse quattro occhi, due davanti e due dietro. Gli ho visto fare cose che sorprendevano tutti, anche me dalla panchina. Un'intelligenza calcistica prodigiosa. L'ho allenato due volte, quando aveva ventun anni e quando ne aveva trentasei, al mio ritorno alla Roma. Mi ha sempre seguito. E non abbiamo mai litigato
- Sono amico di Alessandro Di Battista. Mi ha anche proposto un seggio al Senato; ma la politica non fa per me, e forse neanche per lui.
- L'Olimpiade è nella migliore delle ipotesi uno spreco, nella peggiore un'occasione per rubare. Come lo fu Italia '90. Come temo saranno i Giochi invernali di Milano e Cortina.
Citazioni non datate
[modifica]- Gli altri lavorano in base ai soldi, noi in base alle idee.[fonte 43]
- Non conto mai le sigarette che fumo ogni giorno, altrimenti mi innervosirei e fumerei di più.[fonte 44]
- Sensi? Bravissimo ma non ho capito perché mi ha rinnovato il contratto.[fonte 45]
Citazioni su Zdeněk Zeman
[modifica]- Chiacchierato, odiato o amato senza via di mezzo: questo è Zdenek Zeman, l'allenatore che ha fatto discutere molto per alcune esternazioni extracalcistiche. Zeman non sfugge alla regola: o lo accetti, in tutto e per tutto, oppure lo detesti senza pensarci su un attimo. (Alfredo Pedullà)
- Ci sono solo due cose che non tollera: che qualcuno passi la palla indietro o che vada verso la bandierina del calcio d'angolo. Guarda che la porta è dall'altra parte, ti segnala calmo. (Giuseppe Signori)
- Come il comunismo, Zeman vuole il riscatto dei perdenti e dei (presunti) derelitti, sempre demagogicamente considerati la parte buona da contrapporre a quella, ignobile, dei vincenti. Come il comunismo, Zeman ha il suo nemico giurato, la Juventus (identificata con il grande capitale e le sue losche manovre), che è anche un poderoso alibi per giustificare le sconfitte, il comodo bersaglio grosso da colpire ogni volta che gli eventi prendono una brutta piega. (Giuseppe Pollicelli)
- Da Zeman non sono mai stato allenato anche se a Roma mi scelse, le sue idee possono essere discutibili, ma spesso si rivelano anche efficaci. (Vincenzo Montella)
- Dopo le panchine di Salerno, Napoli e Avellino ti rimane solo quella del lungomare.[2] (striscione)
- [nel 1998] [Zeman] è il nipote di Vycpalek. Vycpalek noi l'abbiamo salvato dalla Cecoslovacchia comunista e l'abbiamo riportato in Italia. Quindi anche il nipote ci dovrebbe avere la gratitudine. Zeman? No [lo prenderebbe come allenatore], perché non mi piace il suo modo di allenare la squadra. (Gianni Agnelli)
- È l'uomo del calcio pulito, del calcio in cui vince chi gioca meglio e non chi usa altri mezzi. Suscita tanto interesse proprio per questo. Celentano con le sue uscite fa tanto clamore un po' come Zeman. Non so chi dei due abbia preso dall'altro! Comunque sì, sono due personaggi che si possono accostare, due persone fuori dal coro, difficili da imitare e da eguagliare. Mi fa piacere il ritorno di Zeman in Serie A, fa un bel calcio: pensare che qualche anno fa lo volevano anche per la panchina del Bologna, poi però non se ne fece nulla. (Gianni Morandi)
- È semplicemente il miglior allenatore che abbia avuto nella mia carriera. Con lui feci 3 anni importantissimi, tirò fuori il meglio di me, insegnandomi tanto sia a livello calcistico che tattico. (Pierluigi Casiraghi)
- È senz'altro un grande allenatore, ma posso avere una buona considerazione di lui come tecnico, non certo come persona visto che è un piccolo uomo. Mi danno fastidio i suoi attacchi alla Juve per partito preso e non dimentico nemmeno che nel 1994, prima che arrivassi a Torino con Moggi, non mi volle alla Lazio. (Ciro Ferrara)
- È un allenatore straordinario e credo che ogni giocatore debba sperare di essere allenato da lui perché ti migliora; lui insegna il calcio e credo che sia il più bravo in questo. (Alessandro Nesta)
- È una persona che vuole dimostrare di essere diverso. (Claudio Lotito)
- Fra Zeman e Eriksson, scelgo quest'ultimo: umanamente vince dieci a zero. [...] Il mister giallorosso non mi piace, ha infangato giocatori di grande valore come Ferrara e Vialli senza averne le prove. E poi, scusatemi, lui non vive di calcio? E allora perché sputare nel piatto dove mangi? (Diego Armando Maradona)
- Grande allenatore ma anche un impagabile cabarettista quando si tratta di lanciare veleno anti-Juve. (Giampiero Mughini)
- Il suo modo di vedere il calcio mi ha molto aiutato. Con Zeman, nonostante le grandi fatiche del ritiro, mi sono divertito soprattutto per la mentalità offensiva. Poi ho cercato di integrare ai suoi insegnamenti anche l'importanza della fase difensiva. Resta comunque l'allenatore che mi ha ispirato più di tutti. (Eusebio Di Francesco)
- [Riferendosi alle polemiche di Zeman] Io non ho mai vinto una partita chiacchierando, e penso che Zeman non abbia più niente da dire. Non so se ha un debito con la Juve, ma ormai è maggiorenne e potrebbe smetterla. Le polemiche caricano di più la Juventus, perché ultimamente gliene stanno facendo talmente tante... diciamo che più rompono le palle e più la Juventus diventa forte. (Stefano Tacconi)
- In questo calcio avvolto da continui misteri c'è ancora bisogno di uomini veri! Forza Zeman.[3](striscione)
- Io non ho nulla contro Zeman, anzi, se devo essere sincero, lo stimo. Fa un gioco offensivo ideale per gli attaccanti. Un giorno mi piacerebbe essere allenato da lui. Nella vita mai dire mai. (Fabio Quagliarella)
- Io ricordo anche un episodio avvenuto nel maggio 2005 durante un Lecce-Parma 3-3, quando Zeman abbandonò la panchina della sua squadra a 10' dalla fine e non si è mai capito il perché. Magari dovrebbe darci spiegazioni di questo e non su cose che non lo riguardano. (Giuseppe Marotta)
- La cosa interessante è che [Massimo] Carrera in una partita ha vinto più di Zeman in tutta la sua carriera. (John Elkann)
- [Nel 1999] Le dichiarazioni di Zeman sul doping? Coglionate di un terrorista. (Gianluca Vialli)
- Lui è un grande. Simpaticissimo: durante gli allenamenti cantava sempre. Anche inventandosi le parole. L'ho risentito recentemente. È un maestro. (Ciro Immobile)
- Non è Zeman che fa le battaglie. È Zeman a essere cercato perché possa dire qualcosa che somigli a un grido di battaglia. (Franco Baldini)
- [Riferendosi agli abusi di farmaci nel calcio degli anni novanta del XX secolo] Non voglio attribuire a Zeman più meriti di quanti possa avere, ma certo è stato lui a stimolare questa inchiesta. (Ugo Longo)
- Per me è stato un po' maestro e un po' papà. Mi ha dato fiducia e consapevolezza dei miei mezzi, mi ha dato il ritmo e i tempi del gioco. Poi è uno che ti fa lavorare in maniera pazzesca: durante il primo ritiro non riuscivo neanche a salire le scale, alla sera. Ci faceva mangiare per tre o quattro giorni le patate, per depurarci, e in allenamento dovevi fare dieci chilometri, con l'ultimo che lui chiamava quello del carattere. Ma tutto questo lavoro aveva uno scopo e tu, da giocatore, lo capivi: molti teorizzano la sofferenza, per far crescere, ma con Zeman tutto questo aveva anche un obiettivo. Soffrivi e soffrivi, ma poi quando finalmente la squadra riusciva a giocare come lui insegnava, beh, allora, era un piacere. E ti divertivi. Il suo calcio è uno sballo, se fai la punta. (Giuseppe Signori)
- Rigido negli schemi, ma faceva anche tante battute, persino troppe, al punto che a volte mi giravano le scatole. Il primo anno io ero un po' spaesato e trovo due insegnanti fantastici per conoscere Roma: Aron Winter e Roberto Di Matteo. Che serate, ragazzi. Solo che al mattino Zeman ci sottoponeva al rito del peso, e per me erano guai. Winter e Di Matteo salivano prima sulla bilancia, raccontavano al mister le nostre avventure della sera prima e insomma, per così dire, mi sputtanavano... così arrivavo io, la lancetta segnava qualche etto di troppo e Zeman, subito: "Che ti sei mangiato insieme a tuoi amici, pietre?". Io ribattevo che non poteva sgridare solo me, ma anche loro, e lui: "Loro possono, perché giocano nazionale... tu non giochi nazionale e non puoi mangiare così". (Guerino Gottardi)
- Sarei un mediocre? Rispetto le opinioni di tutti, anche quelle di Zeman. Scusi, ma dove gioca questo Zeman? Ah, è un allenatore; della Roma. Non lo sapevo... Ora che sono in vacanza ho un sacco di tempo libero, mi informerò su Google cosa ha fatto e cosa ha vinto... (José Mourinho)
- Se avete problemi a prendere sonno vi consiglio la conferenza stampa di Zeman in versione integrale. (Valentino Rossi)
- Se penso alla persona, ironia e senso dell'umorismo. Se penso all'allenatore, ho ricordi molto positivi. Nella concezione del suo calcio, gli attaccanti trovano spessissimo la via del gol. E poi i tagli che chiedeva, a me riuscivano bene. Grazie a lui, chiusi per due anni in doppia cifra e mi affermai in Nazionale. (Pierluigi Casiraghi)
- Segnai, presi una traversa e creai qualche altra occasione. I giornali elogiarono la mia prestazione. Tutti parlarono bene di me, tranne uno... [«Chi?»] Zeman, il mio allenatore. Mi prese da parte e mi disse che non era contento della prova, nonostante avessi fatto gol. Mi invitò a partecipare di più al gioco di squadra e ad entrare maggiormente nei suoi schemi offensivi. Io ero un attaccante di movimento, dribblavo, non davo punti di riferimento. Il sistema, invece, prevedeva meno tocchi e più profondità. Avessi trovato maggior sintonia con lui... (Gustavo Bartelt)
- Sono quattro anni che ti amo | e non ti ho mai | parlato di Zeman | così ti sei scordata che giochiamo | con la palla | e non con la catena. (Lo Stato Sociale)
- Sono un partigiano di Zeman. La sua è una figura che divide, di forte personalità, uno che ama il bel calcio. (Massimo D'Alema)
- [Sul venire allenato da Zeman] Ti divertivi come un matto, per lui esisteva solo la fase offensiva. Tu preoccupati solo di attaccare, mi diceva. [...] [Mi consigliava] di giocare come se fossi in strada e di divertirmi. Tattica con lui, zero... Ci preoccupavamo solo di attaccare. (Lorenzo Insigne)
- Tu sei unico ed inimitabile, semplicemente tu sei il calcio. (Francesco Totti)
- Un allenatore molto simpatico e di compagnia, sembrava burbero ma è tutt'altro. Ricordo Di Biagio che ci scherzava, era il suo figlioccio. Lui stava allo scherzo, era molto divertente. Sul lavoro era molto esigente, faceva provare e riprovare gli schemi, poi c'era quella dose di lavoro atletico che ti levava la voglia di fare altro. (Marco Delvecchio)
- Zdenek Zeman, quando si poteva ancora, vestiva di fumo in panchina. Nuvole come fumetti di un grande pensatore che ha ridisegnato le linee di gioco in campo, con attaccanti che correvano come nei cartoni animati, ma fumo anche come metafora dell'inconsistenza delle sue difese che troppo spesso si squagliavano nell'aria. (Luigi Garlando)
- Zeman? Dice cose che tutti pensano, ma pochi hanno il coraggio di dire. (Gianni Petrucci)
- Zeman è un allenatore di calcio quindi dovrebbe occuparsi di campo più che di altre cose. Il boemo è comunque un paraculo che si è parato poco, per cui credo vada stimato. Sicuramente ha pagato per le battaglie che ha fatto. (Urbano Cairo)
- Zeman è un allenatore speciale, uno che crea entusiasmo. Ha un gioco aperto, veloce e vuole del buon calcio. (Marco Tronchetti Provera)
- Zeman è una fede. Ma gli atei, calcisticamente parlando, sono in aumento. (Filippo Grassia)
- Zeman è una persona molto intelligente ma è anche un grandissimo paraculo, combatte le battaglie che gli convengono e le altre se le dimentica. Io, tra l'altro, non l'ho mai perdonato quando ha gettato un'ombra sulla carriera mia e di Del Piero e non mi ha ancora chiesto scusa. (Gianluca Vialli)
- Zeman è Zeman. È un precursore di un modo di fare calcio. Lo ammiro tantissimo. Lui, comunque, non si può imitare. Perché è lui. Propone un suo calcio, è "integralista" ed è convinto del suo gioco e del suo credo. (Andrea Stramaccioni)
- Zeman mi sembra che sia un po' deconcentrato, inseguendo sempre le polemiche. Non lo fischierei come ha detto Vucinic, ma per partito preso non fischio nessuno. Rispetto l'allenatore Zeman ma non ho nessuna simpatia per lui. (Giovanni Cobolli Gigli)
- Zeman sarebbe perfetto come preparatore atletico del Catania. Bravissimo nella preparazione fisica, ottimo intenditore di calcio, non riesce mai a trasformare la sua teoria in pratica. I calciatori, sempre più esasperati dai suoi metodi, non lo seguono e per i presidenti è diventata una scommessa troppo pericolosa. Le società sono aziende e affidarle a Zeman significa rischiare il fallimento. (Michele Criscitiello)
- Zeman se si avventura su campi diversi rischia di andare in fuorigioco. (Maurizio Paniz)
Citazioni in ordine temporale.
- Zeman, il mio Zeman, è un paradosso, un ossimoro: banale trasgressione, trasgressiva banalità. Da presidente, non gli affiderei la mai la mia squadra. Da spettatore, correrei sempre a vedere le sue. Mi manca la sua "follia", censurabile ma ribalda, ripetitiva ma effervescente. Viceversa, non mi manca quel suo voler indossare sempre lo stesso saio tattico, che non è coerenza ma stravaganza. Capace di scalare l'Everest e di scivolare da un gradino. Piromane e pompiere. Papa e anti-Cristo. Fedele, nei secoli, a un progetto che, strada facendo, è diventato moda, routine, gabbia. Ha vinto partite che sembravano perse. Ha perso partite che sembravano vinte. Si piace così, Zeman. Nel timore di peggiorarsi, non è mai migliorato. Si è chiuso in se stesso, ha cavalcato l'ippogrifo dell'utopia, ha costruito, nel bene e nel male, un demagogico termine di paragone.
- Non è stato scomodo. Al contrario, comodissimo: sai che coraggio, in un Paese come il nostro, gettare fango contro la Juventus. Lo fanno tutti, un rigore sì e un rigore no.
- Ha vinto, Zeman, per l'insistenza con la quale, in assenza di successi plausibili, parliamo di lui, per quell'aureola di santità che lo scorta. [...] La sua forza era (è) il suo limite, i suoi limiti erano (sono) la sua forza. Ha perso, Zeman, per la cocciutaggine che lo ha bloccato e impantanato a metà del guado, impedendogli di correggere la rotta; un atteggiamento, questo, troppo ordinario per trovare cittadinanza nella testa, e nell'anima, di un assemblatore che ha confuso la flessibilità e l'eclettismo con il più perverso dei vizi: l'incoerenza. E così, le sue squadre sono sempre andate incontro allo stesso destino: memorabili impennate, madornali sbandate. [...] dubito che sia stato il Palazzo a impedirgli di ascendere al trono di un club grande come Juventus, Inter o Milan. Lo ha frenato quel suo modo, smaccatamente manicheo, di vivere il calcio. Per non vendersi, si è venduto sin troppo bene, sempre, però, al prezzo, esagerato, di schemi goderecci ma scolpiti nel marmo e, di conseguenza, ossessivi e ossessionanti.
- [...] ci ha stregati e spappolati, ignorando che non si può vivere di una rivoluzione al giorno, ma che la gente, una volta "liberata" dal giogo del calcio all'italiana, ammesso che fosse un giogo, e non un gioco, aveva, e ha, bisogno di supporti tradizionali come la luce, l'acqua, un buon frigorifero: fuor di metafora, non è umano, e neppure consigliabile, prendere gli avversari sempre di petto, qualche volta è sufficiente, e più fruttifero, attenderli al varco. Non si vive di solo caviale. Ogni tanto, si ha voglia di pane e salame. Dicono: non sarebbe stato Zeman. Dico: sarebbe stato uno Zeman ancora più completo e brillante. [...] Zeman è questo, mai si piegherà al compromesso, termine vago e infido. Lo facesse, tradirebbe coloro che si cibano di luoghi comuni spacciati per verità supreme, inscindibili. Sin dall'epopea del Licata, ha precorso i tempi, salvo venirne imprigionato. Lascia un'impronta, lascia una coda di duellanti in suo onore; Cervantes ne avrebbe tratto un Don Chisciotte ancora più romanzesco dell'originale: e i mulini a vento?
- Sono pochi i vinti che riescono a tenere alta l'audience. Zeman è uno di questi. Ma per carità, non evochiamo sinistri complotti e stupide congiure. Così ha voluto, così ha deciso, e non certo per un tozzo di pane. ha sempre calcolato tutto, entrate ed uscite. Ha preferito la tana (il 4-3-3, comunque e contro chiunque) all'avventura. [...] Avanti tutta, sia che in campo scendano i titolari sia che ci vadano le riserve. [...] Non ha mai lottato per lo scudetto, non si è mai nascosto, non si è mai aggiornato. Attacchi scoppiettanti, difese inguardabili, ecco il suo marchio.
- "Zemaniano" è entrato nel lessico del Nuovo testamento, si dice di una partita gonfia di gol e di scarabocchi, quasi fosse il rimorchio di un Tir senza freni. Divertente, per usare un aggettivo di largo consumo. Senonché divertire non basta, a volte, per far quadrare i bilanci e realizzare i sogni.
- Mi auguro di vedere Zeman nei panni del vincitore: perché è sicuramente un allenatore capace, un tecnico impegnato, uno studioso di calcio, un appassionato del campo, e la sua fatica – vera – meriterebbe di essere premiata. Tuttavia, certe manie tattiche – fra l'altro superate – lo rendono perdente: i suoi metodi di lavoro, accettati con spirito professionale dai calciatori, sono da questi sopportabili quando sfociano in risultati positivi; nelle sconfitte, creano malumori e spaccature violente nella squadra, soprattutto fra "italiani" e "brasiliani". [...] difesa alta e fuorigioco al novantunesimo, gol in contropiede, roba da esami di riparazione.
- Molto presente nella Cronaca, assente dalla Storia.
- Probabilmente l'allenatore boemo non si è accorto che alcuni giornalisti lo aiutano a diventare la nuova "suocera del regime" che tutto commenta, tutto sa, tutto critica. Non era un gran simpaticone prima, sta diventando decisamente antipatico. [...] quando non serve, taccia. E goda, se può.
- Da quando ha iniziato fino ad oggi ha sempre visto il calcio alla stessa maniera, lui è uno che va avanti, trovare gente così è una cosa che fa molto bene al calcio.
- Lui ha già allenato grandi squadre come la Roma, mi sembra un allenatore preparatissimo, non lo conosco personalmente ma magari in futuro avrò la fortuna di scambiare qualche opinione con lui. Tutti i giocatori che l'hanno avuto parlano in maniera eccezionale di Zeman e questa è una cosa importantissima.
- Stiamo parlando di una persona che ha grande coraggio, uno che ha denunciato le cose che non andavano bene nel calcio italiano. Ha ancora grande entusiasmo, le sue squadre sono belle da vedere, attaccano contro tutti, senza pensare a chi è l'avversario, corrono come matti, sono un suo grande ammiratore.
Note
[modifica]- ↑ Non si fa attendere la risposta dell'ex presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli: «Sono dell'idea che le persone quando arrivano a una certa età diventano vecchie, e i vecchi devono uscire dalla scena, ritirarsi, chiacchierando con gli amici del bar dello sport, fumandosi una sigaretta o un sigaro come faccio io. Evitando di fare un mestiere, l'allenatore, che non è per vecchi».
- ↑ Striscione dei tifosi salernitani esposto in un Salernitana-Avellino della stagione 2003-04. Lo striscione è rivolto a Zeman, a quel tempo allenatore avellinese ma già tecnico del Napoli e della Salernitana in passato.
- ↑ Striscione esposto dalla tifoseria della Cavese nel corso della gara di Serie D contro il Trastevere del 25 febbraio 2024 e dedicato al tecnico boemo, che aveva da poco lasciato la guida tecnica del Pescara per motivi di salute.
Fonti
[modifica]- ↑ a b Dall'intervista di Matteo Dalla Vite, Siamo i più forti, Guerin Sportivo n. 31 (1157), 31 luglio – 6 agosto 1997, pp. 22-23.
- ↑ Citato in Zeman: "Il calcio è in mano ai farmacisti", repubblica.it, 6 agosto 1998.
- ↑ Da un'intervista, Zeman.org, 28 marzo 2000.
- ↑ a b Citato in Daniela D'Antonio, Www.zeman.org 'Il verbo è 433', la Repubblica, 24 ottobre 2000.
- ↑ Citato in Corrado Zunino, Dopo Galeone parla Agroppi "Negli anni '60, calcio e pasticche", repubblica.it, 11 gennaio 2004.
- ↑ Citato in Roberto Perrone, C'è ancora l'ostacolo Zeman sulla strada della Juve in fuga, Corriere della Sera, 14 novembre 2004.
- ↑ Dall'intervista a V-ictory, LA7, 7 aprile 2008.
- ↑ Citato in Aldo Cangemi, Zeman: "Donadoni? Sbagliato esonerarlo", gazzetta.it, 25 giugno 2008.
- ↑ Dalla deposizione di Zeman davanti al Tribunale di Napoli nel corso del processo Calciopoli, 20 novembre 2009; citato in Giovanni Capuano, Quando Zeman disse: "A fine stagione non ci si fa male". E voltò le spalle a Lecce-Parma, panorama.it, 14 agosto 2012.
- ↑ Citato in Calciopoli, Zeman torna all'attacco: sistema gestito da imputati di Napoli, lastampa.it, 14 aprile 2010.
- ↑ a b Citato in Zeman: "Totti è ancora il numero 1. Ranieri? È nato difensore… Mourinho? Qualche interista si è vergognato…", asromalive.com, 25 luglio 2010.
- ↑ Da un'intervista a Report, Rai 3, 21 novembre 2010; video disponibile su report.rai.it.
- ↑ Citato in Tancredi Palmeri, Il blob della settimana: Balotelli, i razzisti e Cassano, gazzetta.it, 22 novembre 2010.
- ↑ Dall'intervista di Fabio Fazio a Che tempo che fa, Rai 3, 23 ottobre 2011; video disponibile su youtube.com.
- ↑ Citato in Zeman: «Rigori alla Juve? C'era solo su Giovinco», corrieredellosport.it, 17 febbraio 2012.
- ↑ Citato in Zeman ritorna a Lecce, in B Già in festa i tifosi giallorossi, repubblica.it, 21 giugno 2006.
- ↑ Citato in Zeman vs Moggi: la sfida infinita! Il boemo tira l'ennesima frecciata allo juventino: "Lui è un nemico del calcio", goal.com, 22 febbraio 2012.
- ↑ Citato in Nicchi-Buffon, lite sul gol non visto «Brutto esempio» «Retorica stucchevole», corriere.it, 27 febbraio 2012.
- ↑ Citato in «Gli scudetti della Juve? Al massimo sono 23», corriere.it, 11 maggio 2012.
- ↑ Citato in Zeman, ma quale stress "Allenerei fino a 80 anni", gazzetta.it, 14 maggio 2012.
- ↑ Citato in Zeman vs Moggi, sono ancora scintille, eurosport.yahoo.com, 23 maggio 2012.
- ↑ Citato in Zeman: "Voglio emozionare. Avevo promesso di tornare", gazzetta.it, 5 giugno 2012.
- ↑ a b Da un'intervista a Tuttosport; citato in Zeman ne ha per tutti: "Garcia mi annoia, Thohir all'Inter per soldi. E che errore la Juventus con Immobile... ", goal.com, 1º novembre 2014.
- ↑ Citato in Zeman: "Totti il più forte", gazzetta.it, 8 giugno 2012.
- ↑ a b Da un'intervista a France Football; citato in Zeman critica Di Matteo e Mourinho "Non mi piace chi distrugge gioco", gazzetta.it, 19 giugno 2012.
- ↑ Citato in Zeman, scudetti Juve? Troppi già 28..., corrieredellosport.it, 7 luglio 2012.
- ↑ Citato in Zeman, ma quale stress Zeman: "Competere per il massimo Scudetti Juve? Troppi anche 28", gazzetta.it, 7 luglio 2012.
- ↑ Citato in Moggi vs Zeman, il boemo risponde: il suo calcio era doping e comprare arbitri, ilmessaggero.it, 13 luglio 2012.
- ↑ Citato in Zeman: Conte squalificato? Non dovrebbe allenare, repubblica.it, 12 agosto 2012.
- ↑ Citato in Zeman attacca Abete: «È nemico del calcio», tuttosport.com, 12 settembre 2012.
- ↑ Citato in Zeman: "Abete è nemico del calcio", sportmediaset.mediaset.it, 12 settembre 2012.
- ↑ Citato in Zeman: "Vialli? Pensavo avesse smesso di prendere farmaci...", lastampa.it, 16 settembre 2012.
- ↑ Citato in "«Zeman: Verratti? Tra i migliori registi in Europa»", tuttosport.com, 22 settembre 2012.
- ↑ Citato in Zeman: "Ferrara? Stringo la mano a tutti. Di certe cose si occupano i tribunali", gazzetta.it, 25 settembre 2012.
- ↑ Citato in Zeman, un assist a Conte "Mi piaceva già da giocatore", lastampa.it, 29 settembre 2012.
- ↑ Citato in Manuela Mangione, Juve - Roma: ecco l'anticipo della 6^ giornata di campionato, retestadio.it, 29 settembre 2012
- ↑ Citato in Zeman stuzzica Agnelli Recupera Totti e chiama Dodò, gazzetta.it, 27 ottobre 2012.
- ↑ Citato in Balotelli, Zeman: "Il problema non è il razzismo, la colpa è sua", sportmediaset.mediaset.it, 16 maggio 2013.
- ↑ Citato in Zeman alla DS: "Dormivo con la maglia bianconera. Juve un esempio nel mondo, ma bisogna essere ciechi per negare i farmaci e calciopoli", tuttojuve.com, 29 settembre 2014.
- ↑ Citato in Zeman: "Il Barcellona mi cercò. Il doping? Esiste ancora", tuttojuve.com, 5 novembre 2014.
- ↑ Catato in Pescara, riecco Zeman: "Salvezza difficile, ma non voglio fare figuracce", ilsole24ore.com, 17 febbraio 2017.
- ↑ Da un'intervista a margine della cerimonia di premiazione della Panchina d'oro; citato in Zeman sul calcio femminile: "Di solito in Italia le donne stanno in cucina", goal.com, 3 febbraio 2020.
- ↑ Citato in Marco Sappino (a cura di), Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2112. ISBN 8880898620
- ↑ Da un'intervista; citato in Aiello Stefano, Zdenek Zeman: un allenatore senza frontiere e nel suo sito ufficiale.
- ↑ Citato in Marco Sappino (a cura di), Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2116 p. 2116. ISBN 8880898620
Voci correlate
[modifica]- Čestmír Vycpálek – zio
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Zdeněk Zeman
- Commons contiene immagini o altri file su Zdeněk Zeman