Comunicazione: intervista Ferragni, efficace o no?

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Oggi torniamo a parlare (inevitabilmente) di comunicazione. E’ il mondo di eXtrapola dopotutto. E lo facciamo tornando nuovamente su uno degli eventi comunicativi più rilevanti degli ultimi mesi: l’intervista di Chiara Ferragni durante la trasmissione di Fabio Fazio “Che Tempo Che Fa”.

Degli errori comunicativi di una delle influencer (o meglio, imprenditrici digitali) più rilevanti al mondo ne avevamo già parlato in passato. In questo articolo proveremo ad analizzare frame per frame (o quasi) l’efficacia comunicativa di questa intervista e se, a livello mediatico, si sia trattato di una comunicazione efficace o meno.

Comunicazione efficace o no?

L’impressione percepita è stata quella di un batti e ribatti tra intervistatore ed intervistata, volto ad una benedizione della stessa, con quest’ultima che, attraverso dichiarazioni ed espressioni facciali e gestuali, ha comunicato un vittimismo viscerale. Quasi a voler dire, sono io la vittima non voi. Siete voi che avete capito male, non io.

A conferma di ciò l’utilizzo di parole chiave, più e più volte ripetute quali: “fraintesa”, “fraintendimento”. Mentre la parola “Scusa” è stata utilizzata una sola volta nell’arco dei 24 minuti della durata dell’intervista.

Il conduttore poi ha paragonato la “creatura” dell’imprenditrice digitale alla bomba atomica di Oppenheimer. Una “creatura” in grado di portare estremi benefici, ma anche di distruggere tutto in pochi attimi. Un paragone azzardato, evocativo e contemporaneo (visto l’enorme successo del colossal americano). Un chiaro escamotage nel tentativo di portare l’ascoltatore a prendere atto del fatto che entrambi sono stati e sono dei fenomeni della storia dell’umanità, seppur ovviamente in settori diametralmente differenti. Uno del mondo che fu, ed una del mondo che è (e sarà?).

Una comunicazione autocelebrativa

Un’altra impressione avuta è stata quella dell’autocelebrazione dell’intervistata, e scarsa autocritica. Ammette di aver sbagliato a comunicare, ma di essere stata solo fraintesa. Peccato che le accuse siano diverse, in quanto tra fraintendimento e fraudolento il margine è piuttosto ampio. Ma di questo saranno i tribunali ad occuparsene. Tuttavia l’ascoltatore non ha mai percepito effettivamente il fatto che ci possa essere stata una vera e propria potenziale (fino a che non sarà una sentenza a decretarlo non è così) condotta fraudolenta nella nota vicenda del pandoro. Ma anzi, si sono sentiti vittime di aver compreso loro male la campagna di beneficenza. Il che può anche esser vero, ma di certo non sono gli acquirenti a doversi sentire imputati e con il dito puntato sul loro volto.

Conclusioni

Attenzione, sia chiaro che in questo articolo nessuno vuol accusare nessuno. Né tantomeno schierarsi dall’una o dall’altra parte. Tant’è che relativamente alla parte relativa alle vicende personali dell’imprenditrice digitale neanche proveremo ad entrarci. Ad ognuno l’ardua sentenza se si tratti di strategia per distogliere l’attenzione o ad una reale crisi coniugale. Ma di certo da questa intervista l’imprenditrice digitale ne esce nuovamente con le ossa rotte. L’ascoltatore che era dalla sua parte è rimasto tale, altresì ha fatto chi era dalla parte opposta. Pertanto, una comunicazione che non sposta le masse dalla propria parte può definirsi efficace? la domanda è ovviamente retorica.

E voi che ne pensate di questa strategia comunicativa? fatecelo sapere commentando l’articolo sui nostri social Facebook, X e Linkedin.

Giovanni Saracino
Giovanni Saracino
Redattore di Rassegna Stampa per eXtrapola srl Social Media Manager per eXtrapola srlLaureato in Lettere Moderne presso Università Guglielmo Marconi Master in Media Relations e Comunicazione Digitale presso Professional DataGest
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