Ci sono dei giorni in cui tento di aggrapparmi con le grinfie della memoria a quei pomeriggi dove, seduti al tavolo della cucina, io e mio nonno eravamo soliti mangiare duecento fette di salame e raccontarci qualche storia.
Lui non poteva saperlo ma in quel momento mi stava regalando un qualcosa di inestimabile che, se messo all’asta, avrebbe fatto alzare tutti i presenti e reso nullo l’evento: non si può comprare, quantificare, esprimere in qualsiasi valuta monetaria esistente sul pianeta.
Ci sono delle storie che ricordo vividamente, come se lo spazio ed il tempo non potessero intaccarle per antonomasia.
Ci sono dei dettagli che ho lasciato in un angolo di cui mi sembra di non avere più la chiave o racconti che ho la sensazione di aver trasformato a mio piacimento.
Per questo motivo, quando ho incontrato i libri di Sergio, ho dovuto parlarvene perché se faccio un sunto anche solo della mia settimana, di cose pure ne ho viste poche.
Vi meritate cose pure, come questa.
Ciao Sergio! Cosa vorresti che le persone sapessero di te?
Mi chiamo Sergio, sugnu catanisi e sono un cancerino ascendente vergine: le caratteristiche di questi due segni zodiacali mi descrivono perfettamente.
Lunatico, passionale, creativo, di cuore, con la famiglia sopra ogni cosa tipicamente Cancro.
Inoltre preciso, puntiglioso e stacanovista come ogni Vergine che si rispetti: sono anche permaloso, caratteristica di entrambi i segni!
Ci siamo incrociati per una serie di diari che hai pubblicato “Parlami di te”. Di cosa si tratta?
Sono dei libri illustrati dedicati a figure che appartengono alla nostra vita: il nonno, la nonna, la mamma e il papà.
Mi piace definirli diari in quanto, la persona che li riceverà, avrà modo di rispondere ad una serie di domande che ripercorreranno la storia dell’esistenza di quella persona, dall’infanzia ai giorni nostri.
L’esigenza è nata dal fatto che i miei genitori mi raccontano aneddoti del loro passato e spesso tendo a dimenticarli: in questo modo, nero su bianco, i ricordi dei nostri cari rimarrà indelebile.
Per essere letto nel tempo, per essere raccontato, per essere ricordato. Per sempre.
Il motivo principale che mi ha spinto a contattarti riguarda la collana dedicata ai nonni, tematica che mi sta molto a cuore. Che cosa significa per un nipote compilare un diario del genere con i propri nonni?
Sarebbe più semplice risponderti se avessi avuto questa fortuna ma purtroppo i miei nonni, le querce della mia famiglia, non ci sono più.
Il nipote avrà il privilegio di trascorrere del tempo con i nonni, impegnandosi in un’attività creativa ed in secondo luogo avrà l’opportunità di conoscere le sue radici.
Mi piace immaginare i nonni come delle querce: noi siamo rami di un albero maestoso che ha avuto un passato, un passato di esperienze che l’ha condotto ad una crescita che a sua volta ha portato grandezza e nuove nascite.
Il regalo vero non riguarda la persona a cui regali il libro, ma a chi poi avrà modo di leggerlo in quanto sarà un ricordo di epoche probabilmente lontane, una specie di testamento del vissuto dei propri cari.
Ci sono delle canzoni che assoceresti a questi diari e che ti hanno accompagnato durante la scrittura?
Mi piace lavorare avvolto nel silenzio, riesco a concentrarmi meglio.
Leggendo questa bella domanda, la prima canzone che mi è venuta in mente è “Avrai” di Claudio Baglioni.
Ogni nonno, ogni genitore tende ad augurare il meglio per la nostra vita e questo testo è una bellissima e potente dichiarazione d’amore, di esperienze e vita da vivere.
Per conoscere ancora meglio Sergio e tutti i suoi progetti, vi invito a visitare il suo profilo Instagram!