RobMcQuack’s review published on Letterboxd:
Raramente capita di imbattersi in film che sfuggono ai canoni con cui è possibile catalogarli in uno specifico genere; non mi riferisco certo ad una rivoluzione culturale quanto più alla saggia commistione di generi che porta alla nascita di un nuovo filone ibrido capace di sorprendere ed intrattenere il pubblico pescando il meglio da ogni linea; è quello che successe ormai diversi anni fa quando drama e comedy si fusero insieme dando vita all'apprezzatissimo -e ancor oggi sempre più diffuso- "dramedy." Questo cambio delle regole si manifesta principalmente con i cineasti emergenti, coloro che non essendosi ancora fatto un nome prediligono il rimescolamento delle carte e la sperimentaazione. Ne è un esempio Rudy Mancuso che chi vi scrive ha scoperto proprio grazie a questo film dove debutta alla regia, si occupa della sceneggiatura, compone la colonna sonora e recita anche come protagonista.
Rudy (Mancuso) è un sognatore che mira ad intrattenere mescolando musica e teatro non nel senso più teatrale del termine quanto più in un modo decisamente più popolare ed accessibile: l'impiego di burattini e musica latina. Questo sogno decisamente poco pratico ed in linea alle prospettive più pragmatiche e razionali della sua ragazza, Haley (Reale), insieme ad una forma piuttosto atipica di sinestesia (resa a schermo in modo fresco, vivace ed accattivante) lo portano a farsi lasciare. In un momento di smarrimento in cui si sente solo, con le spalle al muro ed incapace di concretizzare i suoi sogni, in una pescheria incontra Isabella (Mendes) che non solo lo rimette al mondo ma riesce a portare ordine nel suo caos offrendogli un'ispirazione creativa senza precedenti. Parallelamente a questa situazione però i corsi del college, le pressioni di una madre all'antica e i fantasmi dal passato potrebbero rendere il tutto molto più complesso di quanto si potrebbe immaginare. Com'è possibile immaginare il canovaccio di Música non brilla per originalità: abbiamo infatti il setting latino de In The Heights (qui con l'accezione per il Brasile anziché Cuba), l'approccio alla musicalità di Eli Stone e la voce della coscienza manifestato dall'avatar dei Muppets; però è l'esecuzione del tutto a fare la differenza: Mancuso gioca tantissimo con regia, montaggio, set, effetti visivi e sound design rendendo Newark terribilmente vivida, autentica e parte del film che continua ad oscillare tra musical... pur non introducendo pezzi originali, romcom... pur non pigiando il piede sul romanticismo, e pierce teatrale... pur restando fedele al registro della grande sala (sebbene curiosamente il titolo esca esclusivamente in streaming). Mancuso ama giocare sperimentando un linguaggio nuovo e sforando anche nella metanarrativa: la sinestesia affrontata nel lungometraggio esiste realmente, lui e la Mendes si frequentano sul serio, la madre di Rudy nel film è realmente sua madre... quindi nonostante la scrittura risulti acerba e trasognante dipingendosi di momenti che richiedono allo spettatore una certa sospensione dell'incredulità e alcuni momenti sembrino fini a se stessi, è indubbio che Música riesca nel compito di intrattenere, sorprendere e divertire gli spettatori dall'inizio alla fine.
Il margine di crescita di Mancuso è altissimo e mi auguro che le future produzioni che lo vedano coinvolto lo trovino più maturo, consapevole e solido nelle intenzioni; la speranza è che comunque nel processo creativo di arrivarvi non perda la voglia di giocare che ha dimostrato in Música, non ironicamente uno dei film più sorprendenti di questo inizio anno.