RobMcQuack’s review published on Letterboxd:
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Se negli anni "90 eravate dei bimbi ricorderete bene la tendenza Disney dell'epoca di prendere grandi classici d'animazione che hanno sbancato al box office per spremerli come limoni tramite film dedicati al mercato homevideo o serie per il piccolo schermo, il cui scopo fosse esclusivamente vendere nuovo merchandise ispirato alla licenza originale. Questi progetti di norma erano noti principalmente per due motivi: il primo era il drastico calo qualitativo (dovuto alla riduzione del budget per la diversa distribuzione), il secondo era l'idea di espandere la mitologia ben oltre la storia originale introducendo nuovi personaggi che potessero offrire trame collaterali ad ampio respiro ma spesso molto meno impattanti dei titoli originali. Ecco, Moana 2 è vittima dello stesso processo contestualizzato però all'epoca moderna: quindi ecco avere un cast corale talmente poco approfondito da essere persino celato in corso di campagna marketing ed una storia televisiva con delle sottotrame che non grida solo "ehi, sono una serie TV!" ma sfacciatamente rincara la dose aggiungendo "E sono solo una prima stagione!" Fortunatamente sul fronte tecnico il discorso cambia drasticamente con un glowup letteralmente a qualsiasi aspetto (meno quello musicale, ma ci ritorneremo) al punto da risultare forse il più bel e curato film Disney da qualche anno a questa parte, in grado di rivaleggiare con la sorella Pixar. La vera domanda è: sarà sufficiente a salvare il tutto?
Oceania 2 riprende da dove si era concluso il primo film, con Vaiana ora navigatrice esperta e prossima ad assumere un incarico importante. Proprio durante la cerimonia di iniziazione la ragazza ha la visione di una profezia futura... una missione da compiere che la porterà sostanzialmente a fare esattamente la stessa cosa che ha fatto nel primo film: lasciare la sua terra natia per imbarcarsi in un viaggio che la vedrà ricongiungersi -per nostra fortuna- col Semidio Maui, qui più serio, eroico e con un indole da mentore in grado di restituire un grande senso di forza senza snaturare la componente comedy e umana, decisamente più riuscita. Ovviamente questo è solo l'incipit di un viaggio, che, esattamente come con il precedente rivelerà non poche sorprese, ma anche in questo caso molte delle tappe sono le medesime: l'incontro/scontro con i pirati, peripezie nella navigazione, posti pericolosi da esplorare alla ricerca di qualcuno/qualcosa, il naufragio che porta a incontri e rivelazioni... in cui salta immediatamente all'occhio la natura televisiva alla base della storia. Infatti ogni circa 20/25 minuti abbiamo un cliffhanger con uno stacco e il cambio di obiettivo e location, con tanto di posizionamento strategico delle canzoni e dei numeri musicali con la media di uno a puntata; evidenziando una palese struttura episodica. A differenza del primo film dove Vaiana è sempre a schermo salvo sporadici momenti in cui Maui parla con i suoi tatuaggi, in questo sequel ci sono momenti dedicati ai comprimari e alcuni brevi salti temporali tra una scena e l'altra come a volersi dedicare al nuovo "roster" di protagonisti. Lo spettatore più grandicello però non è stupido: il primo film aveva una chiosa netta e definitiva, ma sin dalle prime battute a suon di retcon capiamo invece che ci si trovi di fronte ad un mondo ripensato che reinventa la sua mitologia, la geografia e anche la stessa protagonista, che, per continuare con future storie -che sono ovviamente previste, telefonate- è stata costretta a diventare qualcun altro, altrimenti avrebbe sempre sfigurato dinnanzi a Maui, che ancora una volta si conferma il VERO mattatore del franchise.
Character design e animazioni conservano la riconoscibilità del primo film ma migliorano tutto ciò che è migliorabile: io stesso in corso di campagna marketing avevo evidenziato una pelle fin troppo "gommosa" rispetto alla bellezza che circondava i personaggi sotto ogni aspetto, cosa che in tutta onestà nel film non ho ritrovato. La vera bellezza stavolta non è da cercarsi in costumi esotici e tatuaggi: pori, ricrescita della barba, rughe, occhiaie e persino venature decorano i nostri personaggi con fisica dei capelli, rendering di piante, spiagge e rocce mai così vivide, luminose e colorate. Incredibili le onde e la resa dell'acqua, da lasciare a bocca aperta tanto sembri realistico e quanto risulti risonante in un film in cui l'oceano giochi un ruolo così importante. Musicalmente salvo una canzone invece il film è clamorosamente sottotono e poco ispirato, e devono essersene resi conto visto che nel film viene usata ben tre volte compresi i titoli di coda. La regia di Miller, Hand e Derrick Jr. è meno solida di quella di Musker e Clements ma se non altro è più contemporanea riuscendo nel compito di essere meno dispersivo -il sequel inizia decisamente prima rispetto il suo predecessore- e con un ritmo più bilanciato e sostenuto anche nella gestione delle atmosfere comedy ed action. Però se avevo avvertito il primo film inutilmente lungo, in questo secondo si percepisce qualcosa sia stato tagliato con l'accetta per adattarsi dal minutaggio televisivo allo screentime della sala: dal ruolo del villain (non pervenuto) al viaggio di maturazione dei comprimari che a un certo punto senza alcun coinvolgimento a schermo supera un brutto momento perché sì.
Se Moana 2 fosse stata la prima stagione di una serie animata su Disney+ alla luce di questa realizzazione tecnica sarebbe potuta diventare anche una delle più belle sorprese della stagione, ma, siccome arriva come un film per il cinema quasi una decade dopo l'originale viene percepito come l'inizio del "Vaiana Cinematic Universe"... e no, chi vi scrive non ne sentiva proprio il bisogno.
Meglio di Wish, ma proprio non ci siamo.