RobMcQuack’s review published on Letterboxd:
Mai come con MaXXXine sono rimasto tanto deluso da un film in questo 2024.
La trilogia di West era uno dei progetti più interessanti e freschi che ho avuto modo di vedere negli ultimi anni, X: A Sexy Horror Story e Pearl sono stati sorprendenti, coraggiosi, divertenti e pieni di omaggi e citazioni al mondo del cinema; hanno inoltre avuto il pregio di consacrare ad Hollywood Mia Goth, una vera e propria star dal talento versatile e promettente; quindi le aspettative nei confronti del terzo ed ultimo capitolo della sua storia erano davvero altissime... e purtroppo non sono state ripagate.
Ci troviamo negli anni "80, Maxxxine è famosa per essere diventata una grande star nel settore del cinema per adulti, ma sogna Hollywood. Quando in un provino la sua sfacciataggine e la sua preparazione colpiscono la regista, ottiene il ruolo da co-protagonista di un b-movie horror. Quando finalmente è sempre più vicina a realizzare il suo sogno un misterioso individuo inizia a ricattarla con segreti appartenenti al suo passato. La prima differenza è proprio nell'impostazione del film: lo spauracchio di un serial killer di attrici porno, un misterioso nemico... sono tutti elementi che richiamano maggiormente crime investigativi e thriller più che veri e propri horror. Certo, i due precedenti capitoli non erano horror duri e puri, quanto più film drammatici con sporadici momenti comici (persino sopra le righe), azione slasher e occasionali jump scare, eppure, avevano comunque un fil rouge che qui sembra essersi completamente perso. Lo sfondo in cui le vicende si muovono rimangono sempre affascinanti e di sicuro interesse: la Los Angeles degli anni "80 è piena di sporcizia, spregiudicatezza (ma anche contraddizioni) e viene rappresentata da una fantastica playlist e una fotografia dai colori bruciati, insegne al neon e scritte esagerate -sin dai titoli di testa-; così come i messaggi toccati da West (la sessualizzazione e la mercificazione del corpo femminile su tutte) ed anche le spassionate dichiarazioni d'amore al cinema... ma non bastano a salvare l'esperienza. Mia Goth che è sempre stata protagonista assoluta è adesso sembra quasi una comprimaria rispetto ai ruoli riservati a Debicki (fantastica) e Bacon (che ormai ha preso gusto ad interpretare un villain) decisamente più carismatici e meno macchiettistici. Piacevole vedere anche Esposito in un ruolo sempre mavalgio ma più scanzonato e leggero, sopra le righe, ma per qualche oscuro motivo nel terzo atto tutto precipita in modo clamoroso abbracciando inspiegabilmente una retorica forzata, telefonata e a tratti anche "cheesy" che tradisce non solo lo spirito della saga, ma anche i fondamenti su cui si appoggia il personaggio di Maxxxine.
Sia chiaro, sul fronte tecnico il film si difende bene: regia, performance attoriali, colonna sonora e soprattutto il grande livello del make-up prostetico rendono il film piacevole alla visione, ritmato e scorrevole; ma dopo i precedenti film la sensazione di una perdita generale nella struttura del racconto e la potenza della messa in scena resta palpabile fino alla fine per quella che di fatto è una conclusione fuori fuoco e fiacca rispetto al coraggio e alla provocazione che invece permevano i predecessori di Maxxxine. E se preso a se stante il film è sicuramente godibile, collocato all'interno di una trilogia come ultimo atto deve farci alzare e dire che "non possiamo accettare un finale che non sia degno dei primi due film."