RobMcQuack’s review published on Letterboxd:
Gurada la recensione su YouTube: ilgladiatore2.openinapp.co/recensione
Sono trascorsi 24 anni dall'uscita del primo storico film de Il Gladiatore, che già all'epoca venne percepito un kolossal ricco d'azione, epica e una vera e propria masterclass attoriale. Un film talmente riuscito e completo che nessuno nell'arco di oltre due decadi ha mai sentito bisogno di un sequel, quindi l'idea di tornare in questo mondo oggi può legittimamente portare a dubbi, perplessità e perché no, una certa paura.
Ma com'è noto, Scott se ne frega delle nostre paure e fa comunque ciò che gli riesce meglio: raccontare storie. E quella a cui assisterete una volta in sala è la storia così come il regista desidera reinterpretarla, premessa doverosa perché uno dei punti di forza del film è rappresentato proprio dalla spettacolarità e la messa in scena di alcune situazioni decisamente lontane dalla realtà storica e fin troppo romanzate, al punto che alcuni potrebbero percepirle "tamarre" e "trash", ma che, senza se e senza ma, fanno anche gioco forza sul fronte del divertimento duro e puro complici un cast stellare, costumi di scena molto curati e set enormi ricchi di VERE comparse e non copia e incolla in CGI. Ma andiamo con ordine: la storia riprende circa 20 anni dopo gli eventi del primo film e i sogni che Marco Aurelio aveva per Roma possono definirsi solo un lontano ricordo, in Numidia -oggi dovrebbe essere quella zona del NordAfrica che comprende Marocco e parte della Tunisia… ? Chiedo scusa alla mia maestra di geografia- le centurie di Marcio Acacio (Pascal) reclamano il territorio rivendicando i suoi abitanti come schiavi, ed è qui che inizia la storia di Lucio (Mescal) che verrà impiegato nei giochi come gladiatore nella scuderia di Macrino (Washington), entrambi mirano… per motivi diversi, a rovesciare la tirannia degli Imperatori Gemelli Geta e Caracalla (Quinn e Hechinger).
Ovviamente in corso di visione ci saranno rivelazioni, ribaltamenti di prospettiva e colpi di scena che non voglio assolutamente anticiparvi qui, quello su cui vorrei concentrarmi è rispondere ad una domanda: "ma Il Gladiatore 2, com'è?" Paramount e Ridley Scott hanno innegabilmente fatto le cose in grande: Il Gladiatore 2 è un'opera maestosa come chi ama il cinema kolossal salvo grandi eccezioni (Dune, Avatar...) probabilmente non è più abituato a trovare in sala. Set enormi tanto nelle arene quanto nelle città, così come nella campagna. Le navi, le armature e le armi, gli abiti… tutto nel film grida "opulenza e potere", Roma sembra veramente ai vertici del mondo. I giochi trasudano epicità complici l'allestimento di banchetti sontuosi ed esotici, installazioni sceniche e teatrali, l'impiego di migliaia di comparse, spettacolari battaglie navali nelle naumachie e lo scontro con la potenza del mondo animale rappresentato da scimmie, leoni e persino rinoceronti e squali. Ciliegina sulla torta l'inquietante aspetto che makeup e parrucco donano agli Imperatori Gemelli capaci di fare percepire il tutto come un circo distopico dell'orrore e del massacro, restituendo anche quanto poco peso venisse dato alla vita dei gladiatori. Questa sensazione che, almeno per quanto mi riguarda è l'aspetto più riuscito del film, non va sbilanciando la componente intimista dei suoi protagonisti che per onestà intellettuale è bene dirvi, salvo un paio non si andrà mai oltre al bidimensionale: però non mancano momenti di confronto tra i vari personaggi che permettono da una parte di approfondire il racconto storico e le dinamiche relazionali per chi non avesse visto il primo film (per inciso, se non avete visto il primo riuscirete comunque a muovervi all'interno di queste dinamiche); dall'altra invece riescono ad anticipare, definire e costruire meglio le intenzioni dietro le azioni che vedremo poi, anche se, in alcuni momenti risultano inesorabilmente sopra le righe… e qui ci avviciniamo a quello che secondo me è il vero problema del film: l'assenza di equilibrio nella sceneggiatura.
La storia scritta da Scarpa ha dei dislivelli particolari in pressoché ogni aspetto: passa dallo scrivere dei momenti intrisi di dramma a scene ben più che caricaturiali -non parlo ovviamente di momenti genuinamente divertenti e ben inseriti nella storia che hanno lo scopo di stemperare la tensione- che trascendono il grottesco; e ancora, momenti di grande azione e coreografia nel corpo a corpo con sequenze molto più caciarone e surreali che dipingono i Gladiatori quasi come l'incarnazione di divinità anziché esseri umani. Che nell'ottica quasi 'distopica' di "opulenza e potenza" di cui parlavo prima può anche starci, se non fosse che in alcuni momenti topici all'interno del film creano disarmonia in relazione alla risoluzione di alcuni scontri e conflitti decisamente "umani" nel loro realismo. Alcune battaglie e morti nel film infatti mancano di gravitas e avvengono in modo piuttosto sbrigativo ed anticlimatico… ho anche pensato che, se succede è perché il regista voglia ricordarci quanto dietro le quinte dello show imperatori, nobili e schiavi alla fine siano solo umani. E lo capisco, ma fa strano pensando a quanto Scott spesso e volentieri decida di esagerare e sacrificare l'attinenza storica in fruizione dello spettacolo abbia avvallato queste scelte. Quindi perché non studiare in modo più attento la grandezza di certi momenti?
Un ritmo ballerino quello de Il Gladiatore II che intervalla lunghissime sequenze d'azione ad altre più lente, verbose e discorsive che trattano politica, insurrezione, giochi di potere e quotidianità; momenti esaltanti ad altri più terra terra, combattimenti epici ad altri ben più modesti. Se nelle sequenze d'azione Mescal brilla, su quelle più lente ed espressive, il carisma del Massimo Decimo Meridio di Russell Crowe ha ancora oggi pochi rivali; molto bene Washington penalizzato però da un accento marcatamente newyorkese che mina di tanto in tanto l'immersione, ma questo è un problema che registra chi lo ha guardato in lingua originale, come me, il doppiaggio come s'evince dai trailer sfugge a queste dinamiche.
Insomma, con tutte le ingenuità di sorta Il Gladiatore II è un blockbuster atipico rispetto a quelli a cui siamo abituati: l'importanza del budget di 300 milioni si sente tutta dall'inizio alla fine (ogni tanto la CGI scricchiola e cede il passo sugli animali e qualche greenscreen), il cast è incredibile (anche se spesso impiegato male), il ritmo per quanto squilibrato è sostenuto e lo spettacolo è garantito. Il minutaggio generoso di 150 minuti, due ore e mezza, salvo la parte centrale scorre abbastanza veloce e sicuramente questo film si mette in lizza per la corsa a qualche statuetta ai prossimi Oscar... sul fronte degli incassi non so se il pubblico sarà così generoso e recettivo da garantire un rientro per Paramount, ma personalmente è quello che spero perché la visione in sala è stata molto piacevole e lo stesso Scott ha già l'idea pronta per Il Gladiatore III... quindi per qualche tempo, per quanto lontanissimo dei fasti della pelliccia originale, penserò a questo film come "il mio Impero Romano."