La vita è meravigliosa, tanto quanto questo film.

Sicuramente uno di quei classici natalizi che maggiormente risaltavano nella mia lista di mancanze, una lacuna che oggi ho deciso in via definitiva di colmare, in comune accordo con la mia famiglia, mettendo su un dvd acquistato ormai molti anni orsono in un negozio di elettronica intento a svendere gli ultimi articoli rimasti (in particolare quelli legati ai reparti "home video"), in coppia con un altro di Django Unchained.
Ho deciso, essenzialmente, di rispolverarlo dallo scaffale di camera mia dandogli finalmente un senso d'esistere: ed è così che mi sono trovato dinanzi ad una delle pellicole più significative, emozionanti e anche piuttosto divertenti che mi sia mai capitato di vedere.

Tante sono le qualità che vanno dal lato contenutistico (chiaramente promotore di diversi messaggi esemplari emanati in modo forte e genuinamente efficace, soprattutto nel corso dell'intero terzo atto) a quello formale, che presenta degli stratagemmi visivi, primi piani e geometrie tra gli sfondi e i soggetti non indifferenti, così come dei contrasti tra luci e ombre che rendono certe inquadrature talmente concrete, palpabili, vive da dare l'impressione che siano state fatte nel 2020 filtrandole in scala di grigio.

Questo è un esempio chiave che dimostra quanto il cinema possa far bene al cuore, quanto possa cambiare il modo di vedere e vivere la vita inducendo a riflettere sulla stessa, dandogli più valore.
Perché se è vero che i problemi ci sono e ci saranno sempre, non devono condizionarci a tal punto da oscurare quelle piccole grandi luci che per noi sono tanto importanti, che ci danno conforto, protezione e donano arricchimento ai nostri giorni, riempiendoli di colori e rendendo straordinarie anche le piccole cose apparentemente insignificanti.
Pellicole come quella di Frank Capra ce lo ricordano molto bene.

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Ps: volendo si potrebbero fare anche dei parallellismi con "Home Alone" (che ho rivisto qualche giorno fa e ho dunque fresco di memoria), in quanto alla base il meccanismo e la conseguente risoluzione in cui si ritrova coinvolto Kevin McCallister non appaiono così tanto diversi da quelli inerenti George Bailey, pur con le dovute eccezioni.