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Vetta

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Vetta del Cervino

Citazioni sulla vetta.

  • Arrampicati solo un poco sulla montagna, per vedere se è una montagna. Dalla cima, non potresti vedere se è davvero una montagna. (Frank Herbert)
  • Chi striscia sulla terra non è esposto a cadere tanto facilmente come chi sale sulle cime delle montagne. (Søren Kierkegaard)
  • Con l'ultimo passo di salita toccava l'estremità dove la terra smette inizia il cielo. Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l'immenso. Lì arrivava alla massima distanza dal punto di partenza. Non è traguardo una cima, è sbarramento. Lì sperimentava la vertigine, che in lui non era il risucchio del vuoto verso il basso, ma affacciarsi sul vuoto dell'insù. Lì sulla cima percepiva la divinità che si accostava. Lassù si avvolgeva di vento. Una sommità senza urto di masse d'aria addosso è spaventosa. Perché l'immenso sta trattenendo il fiato. (Erri De Luca)
  • Dalla vetta non si va in nessun posto, si può solo scendere. (Mauro Corona)
  • Il fiore senza profumo sulla cima delle montagne non cederebbe il suo posto e la sua felicità alla rosa del giardino. (proverbio armeno)
  • In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso. (Stanisław Jerzy Lec)
  • In montagna, devi salire fino alla vetta solo se sei capace di scendere. (Kílian Jornet i Burgada)
  • Le croci sulle cime? Quelle esistenti lasciamole. Ma non installiamone altre. Sulle cime solo gli ometti di sassi e nient'altro. Le vette delle montagne non devono essere sfruttate per dei messaggi. (Reinhold Messner)
  • Non calcolare mai l'altezza della montagna prima di averne raggiunto la cima. Solo allora capirai quanto era bassa. (Dag Hammarskjöld)
  • Siamo in vetta. [...] Il giorno è divenuto superbo, splendente. E ora, dopo l'azione, la contemplazione.
    È l'ora delle cime e delle altezze, qui dove lo sguardo si fa ciclico e solare; dove, come larva di febbre, svanisce il ricordo delle piccole preoccupazioni, dei piccoli uomini, delle piccole lotte della vita delle «pianure»; dove non esiste che cielo, e nude libere forze che rispecchiano e fissano l'immensità nel coro titanico delle vette. «Molti metri sopra il mare, molti più sopra l'umano» – fu già scritto da Federico Nietzsche. (Julius Evola)
  • Sulle vette è più caldo di quanto non si immagini nelle valli, soprattutto in inverno. Il pensatore conosce il significato di questa similitudine. (Friedrich Nietzsche)
  • Cime raggiunte e ridiscese: sono il punto più lontano da casa. Da lassù guardo il giro di orizzonte e mi fermo un poco di più verso il punto cardinale da cui provengo. Resisto al desiderio di sbracciarmi e agitare un fazzoletto come fanno i naufraghi verso navi che passano lontano. In cima mi piglia nostalgia di casa. A casa penso al giorno della cima, ma posso ricordare bene lo sforzo di uscire dalla tenda, l'affanno di respirare a ottomila metri, non il piccolo spazio della cima. Le cime se ne fuggono dal ricordo, non si lasciano più visitare.
  • Quando arrivo in cima [...] io so di provare qualcosa che nessun maschio può. [...] Lassù io sono la montagna, sono Nives la pietra, Nives la neve, sono madre natura che visita l'ultimo gradino sotto il cielo. [...] Lassù so che il mondo è di genere femminile, è forza, luce, aria. Perciò sono l'apostrofo davanti al nome di alpinista. Per i maschi una cima è un desiderio esaudito, per me è il punto di congiunzione con tutto il femminile di natura.
  • Quando vedi dove finisce il viaggio, quei passi li ami, li aggiungi con il tocco di grazia con cui metti dei fiori a tavola in un giorno di festa.
    I passi che portano in cima sono stremati e però leggeri, sei al punto di massima usura del corpo, del massimo di perdita di peso, muscoli e cellule cerebrali, sei al ronzio di alveare nel tuo corpo, un rumore di fibre che si afferrano tra loro, compattano i tessuti: la cima finalmente. È il più certo dei limiti sul quale metti i piedi. Non so cos'è per un prigioniero il giorno di fine pena, cos'è per un malato l'arrivo dell'alba, cos'è per uno scrittore l'ultima parola del suo libro, ma deve somigliare alla cima, la promessa mantenuta al ragazzino che strepita in ognuno di noi.

Voci correlate

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