Umberto II di Savoia
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Umberto II, nato Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria di Savoia (1904 – 1983), ultimo re d'Italia.
Citazioni di Umberto II
[modifica]- Con la libertà tutto è possibile, senza libertà tutto è perduto[1]
- Ogni giorno che passa, l'esilio mi è sempre più amaro. [2]
- [Al nipote Amedeo d'Aosta] Ricordati che nel 1946, quando lasciai la Patria, sollevai tutti dall'obbligo del giuramento: l'Italia innanzitutto, la forma istituzionale non importa. L'Italia esiste, quindi giura. [3]
- È stato il giorno peggiore della mia vita. Ho pianto, quando ho lasciato Roma.[4]
- Mai firmerei, anche a costo della rinuncia al Trono, un trattato di pace che comportasse la perdita di Trieste. [5]
- Di fronte alla comunicazione di dati provvisori e parziali fatta dalla Corte suprema; di fronte alla sua riserva di pronunciare entro il 18 giugno il giudizio sui reclami e di far conoscere il numero dei votanti e dei voti nulli; di fronte alla questione sollevata e non risolta sul modo di calcolare la maggioranza, io, ancora ieri, ho ripetuto che era mio diritto e dovere di re attendere che la Corte di cassazione facesse conoscere se la forma istituzionale repubblicana avesse raggiunto la maggioranza voluta. Improvvisamente questa notte, in spregio alle leggi e al potere indipendente e sovrano della magistratura, il governo ha compiuto un gesto rivoluzionario, assumendo, con atto unilaterale e arbitrario, poteri che non gli spettano, e mi ha posto nell'alternativa di provocare spargimento di sangue o di subire la violenza.[6]
- La mia partenza dall'Italia doveva essere una lontananza di qualche tempo in attesa che le passioni si placassero. Poi pensavo di poter tornare per dare anch'io, umilmente e senza avallare turbamenti dell'ordine pubblico, il mio apporto all'opera di pacificazione e di ricostruzione.[7]
- La repubblica si può reggere col cinquantun per cento; la monarchia no. [...] La monarchia non è mai un partito. È un istituto mistico, irrazionale, capace di suscitare negli uomini, sudditi e principi, incredibili volontà di sacrificio... Non deve essere costretta a difendersi giorno per giorno dalle insidie e dalle accuse. Deve essere un simbolo caro o non è nulla.[8]
- Mai si parlò di esilio, da parte di nessuno. Né mai, io almeno, ci avevo pensato.[9]
- Ripenso alle ultime ore a Roma, a quando mi fu detto che allontanandomi per poco dalla città tutto sarebbe stato più semplice e invece: quel "trucco" che non voglio qui definire in termini "appropriati"![10]
Attribuite
[modifica]Citazioni su Umberto II
[modifica]- Alle tre del pomeriggio del 13 giugno 1946 Umberto di Savoia dette l'ultimo addio all'Italia. Lasciò il Quirinale con tutti gli onori dovuti a un sovrano. Nel cortile passò in rivista tutti i cocchieri del palazzo. I servitori e i gentiluomini di camera singhiozzavano. Umberto era pallido e abbattuto ma teneva il capo eretto e di tanto in tanto riusciva ad abbozzare un sorriso. Portava un abito di flanella grigia, un cappello floscio e un bastone da passeggio. Sembrava stanco, nervoso e molto più vecchio dei suoi quarantuno anni. All'aeroporto di Ciampino, mentre sostava davanti all'aereo che l'avrebbe portato via, gli si avvicinò un carabiniere e gli disse: «Maestà, non la dimenticheremo mai!». (Robert Katz)
- Del principe ereditario Umberto di Savoia erano innamorate le ragazze di ogni ceto. Gli bastava comparire a qualche cerimonia o sfilata e se lo mangiavano con gli occhi. Era bello, bruno, alto, con sguardi romantici; purtroppo per lui, in un Paese dove viene esaltata nell'uomo soprattutto la virilità, si mormorava che gli piacessero poco le donne e che sua moglie Maria José fosse infelice. (Silvio Bertoldi)
- È facile apparire intelligenti, quando si è belli! (Vittorio Emanuele III di Savoia)
- È il primo re sabaudo che parla e pensa in italiano, e non in piemontese. (Carlo Sforza)
- Il principe [Umberto II, dopo essere stato nominato nel 1944 luogotenente del Regno[12] dal padre Vittorio Emanuele III] rivelò una personalità completamente diversa da quella del padre, molto meno autoritaria e molto più simpatica. Poco per volta la vita del Quirinale, che Umberto aveva trovato in condizioni di assoluta desolazione, prese un ritmo e uno stile mai più conosciuto da quando Umberto I aveva passeggiato su e giù per i saloni. Furono ripristinati i cavalli e le carrozze, i servitori in livrea, e i balli di corte per i nobili e la gente altolocata. (Robert Katz)
- In Portogallo papà aveva sempre una automobile Fiat a disposizione: un gesto gentile, perché non aveva mezzi. (Vittorio Emanuele di Savoia)
- Voleva dare all'Italia un progetto per lo sviluppo democratico: grazie a lui la donna votò per la prima volta. (Vittorio Emanuele di Savoia)
Note
[modifica]- ↑ Citato in un articolo di Marcello Marrocco, Il Tempo, Roma, 6 novembre 1974; citato in Luciano Regolo, Il Re Signore, Simonelli editore, 1998, p. 5.
- ↑ Citato in Amedeo di Savoia-Aosta In nome del Re, Milanostampa, Farigliano, 1986, p.57
- ↑ Citato in Amedeo di Savoia-Aosta In nome del Re, Milanostampa, Farigliano, 1986, p.63
- ↑ Citato in Italicus (Ezio Saini), Storia segreta di un mese di regno, Sestante, Roma, 1947, p. 23.
- ↑ Citato in Italicus (Ezio Saini), Storia segreta di un mese di regno, Sestante, Roma, 1947, p. 58.
- ↑ Dal proclama agli italiani del 13 giugno 1946.
- ↑ Da un'intervista con Edith Wieland; citato in Speroni, p. 316.
- ↑ Citato in Domenico Bartoli, Da Vittorio Emanuele a Gronchi, Longanesi, 1961. p. 61.
- ↑ Da un'intervista con Bruno Gatta; citato in Speroni, p. 316.
- ↑ Dalla lettera a Falcone Lucifero; citato in Speroni, p. 315.
- ↑ Attribuita da Luigi Barzini jr.. Citato in Indro Montanelli e Mario Cervi, L'Italia della Repubblica. 2 giugno 1946 - 18 aprile 1948, premessa di Sergio Romano, Rizzoli, Milano, p. 71.
- ↑ Cfr. voce su Wikipedia
Bibliografia
[modifica]- Gigi Speroni, Umberto II, il dramma segreto dell'ultimo re, Bompiani.
Voci correlate
[modifica]- Casa Savoia
- Vittorio Emanuele III di Savoia – padre
- Vittorio Emanuele di Savoia – figlio
Altri progetti
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