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Selvaggia Lucarelli

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Selvaggia Lucarelli nel 2015

Selvaggia Lucarelli (1974 – vivente), opinionista e scrittrice italiana.

Citazioni di Selvaggia Lucarelli

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Citazioni in ordine temporale.

  • Sentirmi desiderata a 40 anni da ragazzetti circondati da ventenni strafighe è una gran goduria, inutile nasconderlo. [...] Basta leggere le intercettazioni tra le babysquillo (che certo, sono un caso estremo) per capire quanta distanza emotiva ci sia tra le ragazzine di oggi e il sesso. Solo che loro hanno fame di crescere, non di sesso vero e proprio. Le donne adulte invece cercano il piacere, se lo prendono, lo danno. Sono rassicuranti per l'età ma conturbanti per l'esperienza. I ragazzi giovani impazziscono. La donna che li sa ascoltare e far godere allo stesso tempo è l'unica cosa che non possono trovare su youporn.[1]
  • Nelle relazioni sono per la flessibilità ben oltre i parametri di Maastricht. E poi sono abituata bene, ho tante possibilità, se una cosa non va, sposto la mia curiosità altrove. [...] Ho avuto qualche flirt con persone famose, di cui spesso neanche si è saputo. Mai con gente potente o in ruoli chiave. Eppure ho avuto proposte che poche avrebbero rifiutato, ma ho un problema col potere, mi ammoscia. Mi fa sentire sul banco del pesce, comprata.[1]
  • Paradossalmente ho avuto un'impennata di visibilità negli ultimi due anni, quelli in cui mi sono affrancata dai salotti televisivi: credo che la tv dia visibilità solo se fai cose che ti somigliano, altrimenti affossa.[2]
  • Michele Santoro: Sei famosa per essere stata tra quelli che diffusero quel famoso video hard di Belen. La diffusione è stata una forma di violenza eppure non hai avuto esitazioni nel parlarne. Che differenza c'è con il caso di Tiziana Cantone? – Selvaggia Lucarelli: Non c'è alcuna differenza. Sei anni fa ero stupida io, ero ignorante rispetto ai meccanismi della Rete. Avevo sottovalutato quello che era capitato a Belen. Venivamo dai video di Paris Hilton e Kim Kardashian. Sembrava tutto un grande gioco in cui non si capiva il confine tra la complicità di chi si faceva filmare e la popolarità che ne derivava. Ciò non toglie che io sei anni fa – è una colpa che sento di dovermi portare dietro – ho capito di aver fatto una violenza su Belen. Negli anni ho capito la violenza della rete.[3]
  • Ilenia Pastorelli è la faccenda meno casuale in cui ci si possa imbattere. Non le piovono le cose dal cielo. Lei, con i suoi anni di danza classica alle spalle, si alza sulle punte e si prende tutto quello che del cielo le piace. Con genuinità, certo, ma soprattutto con tenacia.[4]
  • [Su Fiorello] Potrebbe sedersi sul palco a braccia conserte e rispondere alle domande di Mollica per 148 ore ininterrotte e riuscire comunque a tenere sveglio il pubblico.[5]
  • [Su Pierfrancesco Favino nelle vesti di conduttore televisivo] Sul palco riesce essere il guitto che non è quando recita. Impostato, antico, formale, barocco, quasi quasi lo preferivo sul camion Scheggia per Barilla.[5]
  • Hoara Borselli ha iniziato come Miss Malizia e oggi è opinionista nei talk politici. I concorsi di bellezza fanno male, è evidente.[6]
  • Fiorello è considerato uno prudente, che sa ponderare le scelte lavorative da chi lo stima, uno con un'ansia da prestazione e una paura di sbagliare che lo divora da chi lo stima comunque ma ne riconosce i limiti. [...] Da anni, gli addetti ai lavori, sanno che Fiorello è meno semplice di quello che appare e che si prende enormemente sul serio, nonostante riesca a recitare egregiamente la parte di chi si lascia scivolare tutto addosso e "famose una risata". Da sempre, chi lo conosce, sa che c'è solo una cosa che Fiorello teme [...]. E quella cosa si chiama dissenso. Fiorello vuole piacere a tutti e se ciò non accade va in tilt. Non sa gestire emotivamente le critiche e fondamentalmente alle critiche non è neppure abituato, visto che nessuno osa mai scalfire la statua marmorea di Fiorello e per i giornalisti lo showman è pressoché intoccabile. [...] Per fare andare tutto bene, con Fiorello, bisogna fare come con i bambini suscettibili: dargli ragione. Sempre. Dirgli che è il migliore, il mattatore, il fuoriclasse. Allora è l'adorabile cazzone che conosciamo. Se qualcosa va storto, "io non vengo più".[7]
  • [Sul Festival di Sanremo 2020] Amadeus ha giocato di sponda e sperando che non gli capitasse nulla, che filasse tutto liscio, gli è capitato di tutto. Come quello che va a vedere la partita di pallone al campetto sotto casa, sta dietro gli spalti, si mette di fianco al cancello che deve andare via presto, e una pallonata che attraversa tutto il campo, le gradinate, il bar, gli arriva in fronte. Ecco, il Festival è una pallonata che è arrivata in fronte ad Amadeus, fortissima. E quando si è svegliato cinque giorni dopo, all'ospedale, il medico gli ha preso la mano, gli ha asciugato la fronte con un panno freddo e: "Ehi, hai fatto il 58 per cento!".[8]
  • [Su Silvia Romano] Si è convertita all'Islam, non dice mezza parola d’odio, sorride anzichè piangere. È una donna. Non glielo perdoneranno mai.[9]
  • Ma che poi rompete i coglioni perché Silvia Romano è tornata con un abito tipico dopo due anni in Somalia, quando dopo una settimana di vacanza in Messico arrivate in aeroporto col sombrero.[10]
  • Islamofobia, bodyshaming, razzismo, sessismo, bullismo. Dopo un anno e mezzo di inferno l'abbiamo accolta dando fondo al peggio, povera Silvia.[11]
  • [Sui Måneskin, vincitori del Festival di Sanremo 2021] Infine, la vittoria dei Maneskin. Quella che non si aspettava nessuno. Quella che incorona Damiano, anni 22, come il nuovo sex symbol per ragazzine e carampane. Ho letto dei commenti femminili sulle sue performance di una tale sboccataggine che neppure se si organizzasse la sfilata di Victoria's Secret al parcheggio dell'autogrill Brianza Sud. Una vittoria che rende tutti felici. A parte Orietta Berti, ovviamente, convinta che abbiano vinto i Naziskin[12] e da due giorni dorme nella sede dell'Anpi.[13]
  • Sono due decenni che si assiste allo scempio che le Iene fanno del giornalismo, che accettiamo le immagini di macchiette in giacca e cravatta all’inseguimento di persone per strada, sul proprio posto di lavoro, nelle proprie abitazioni private. A microfoni sbattuti sui denti per strappare manate e parolacce che serviranno a dimostrare chi è il cattivo, a errori grossolani, a giustizialismo spacciato per giustizia, a ghigliottina spacciata per giornalismo. La tv usata come manganello sui detrattori, da sempre. Le Iene sono un programma socialmente pericoloso.[14]
  • Il giornalismo che tratta di indiscrezioni televisive è il più inaffidabile e intriso di falsità, scoop inventati, dicerie create a tavolino, pizzini e mitomanie su carta. Tra chi (giornalista) inventa perché tanto se dici che uno fa un programma nessuno si offende, anzi, chi (personaggio) gira notizie finte su se stesso per sembrare un nome papabile, chi (personaggio) scrive direttamente articoli su se stesso da solo e li passa a siti online, chi fa tv (conduttori, autori) e si è creato il suo blog o il suo giro di giornalisti per infangare i competitor o chi non gli va a genio. Che tristezza. E che bravi i pochi onesti.[15]

Intervista di Martina Pennisi, corriere.it, 20 novembre 2022.

  • [...] i familiari di persone che soffrono di Alzheimer sono in qualche modo preparati. Non che si possa essere mai davvero preparati a perdere qualcuno, ma il momento in cui svanisce l'essenza della persona per quello che è stata, per come tu te la ricordi, è un altro.
  • [...] siamo così abituati alla strumentalizzazione del dolore trasformato in pochi secondi in rivendicazioni, posizionamenti e fertilizzante per il proprio brand che se uno osa lasciarlo in una stanza, senza esibirlo e sventolarlo, viene additato come cinico.
  • [...] si dà per scontato che la morte di un genitore debba voler dire sofferenza, dolore, che ci si debba chiudere in casa. Io rifiuto questi cliché sulla sofferenza dovuta.
  • [Su Enrico Montesano e la maglietta della Decima Mas indossata nella trasmissione "Ballando con le stelle"] Non ci si poteva aspettare una crocifissione pubblica, anche perché lui ha negato di avere simpatie per il fascismo e per qualsiasi tipo di regime. Per me ha fatto una cosa molto grave perché sapeva molto bene il significato di quella maglietta, poi non penso sia fascista, ma che si sia fatto un po' contagiare dai no vax di estrema destra che frequenta nelle chat su Telegram.
  • Che dire del Codacons... ci ha abituato a grandissime perdite di tempo e al narcisismo compulsivo del suo presidente.

ilfattoquotidiano.it, 12 febbraio 2024.

[Sul Festival di Sanremo 2024]

  • Diciamoci la verità, se 5 anni fa ci avessero detto che avremmo visto sullo stesso palco Ghali e i Ricchi e Poveri avremmo ritenuto più plausibile vedere La Russa sdraiato sull'asfalto con Ultima generazione. E invece.
  • [...] l'ultima edizione di Amadeus ha avuto ascolti record ma forse non è stata la più memorabile, credo neppure per il conduttore. Trenta canzoni sul palco hanno annacquato la partecipazione di troppi giovani con talento e poco conosciuti che avevano delle belle canzoni e che hanno finito per sparire inghiottiti da una staffetta sfibrante, durata sempre fino a notte fonda. Non è un caso che nella cinquina finale non sia finito neppure un outsider ma cantanti già famosi e record di vendite (Geolier, Annalisa, Angelina, Irama, Ghali) e che fino all'ultima sera io abbia continuato a chiamare La Sad "quelli con quello con la cresta". Ma in fondo sono sparite anche belle canzoni come quella di Fiorella Mannoia, inghiottita pure lei dalla legge dello streaming, il che in fondo racconta bene la parabola del Festival targato Amadeus: il Festival dei vecchi è diventato il Festival dei giovani. I "vecchi" servono solo a tenere vivo il marchio, un po' come Algida che tiene dentro il cornetto classico ma poi ormai vende altri 50 nuovi gelati. Servono per tenere incollato mio padre novantenne alla tv che dopo avermi chiesto 56 volte come si chiama "quella alta con i capelli azzurri?" "Rose Villain!" "Perchè villana?" poi ha visto la brunetta dei Ricchi e Poveri e si è sentito ancora in questo secolo.
  • [...] molto materiale per le radio che hanno mangime di buona qualità per i prossimi mesi, ma la gara è stata un discreto macello. Il caso "Geolier" ne è la prova. Un pezzo di sala stampa (e cioè gente che vota e decide il vincitore più che il pubblico da casa) non sapeva neppure chi fosse. Chiedi al giornalista medio frequentatore di Sanremo indirizzo e numero civico del ristorante con i migliori fusilli al pesto e lo sa, chiedigli chi è il cantante italiano più ascoltato su Spotify e ti risponde (è accaduto) che di SpotiFIVE sa pochissimo. Non sto dicendo che TUTTI i giornalisti sono così, sto dicendo che non esiste una giuria selezionata. E questo non era un problema finché a Sanremo ci andavano Al Bano e Nek, diventa un problema quando la musica si sposta sullo streaming, su Spotify e TikTok.
  • Angelina sembra partorita sul palcoscenico eppure, quando parla di sé, ha un candore così slegato dal suo successo che viene da chiedersi se è autentica o paracula.
  • [...] qualche considerazione sullo spettacolo. Che oltre la musica, dispiace dirlo, ha offerto ben poco. Le co-conduttrici non hanno lasciato il segno, gli ospiti non hanno regalato momenti indimenticabili. Quando Amadeus ha detto piccato che si era parlato troppo del ballo del qua qua di Travolta [...] stava raccontando, in fondo, la debolezza di questa edizione. Se quella passata è stata cannibalizzata dai Ferragnez, questa è stata masticata con pigrizia, le gag erano tra lo scialbo e l'innocuo, non c'era ambizione di dire nulla se non in parentesi retoriche che boh, a quel punto meglio i monologhi stracciapalle. In fondo, il ballo del qua qua è stato l'unico fuori programma del festival, è stato il "pensati libera" che diventa "John renditi ridicolo".

Citazioni su Selvaggia Lucarelli

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  • C'è chi si rifà la reputazione e chi si rifà le tette. Selvaggia Lucarelli non è in grado di rifarsi la prima perché non l'ha mai avuta, le tette se le è già rifatte con risultati mediocri. Sul suo cervello non mi esprimo, non l'ho scovato. (Vittorio Feltri)

Note

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  1. a b Dall'intervista di Alberto Dandolo, Intervista senza peli sulla lingua (e se li ha non sono i suoi) a Selvaggia Lucarelli, dagospia.com, 1º ottobre 2014.
  2. Dall'intervista di Edoardo Tarsi, Selvaggia Lucarelli: «Influencer è una delle poche etichette che sono felice di portare assieme a milf», gqitalia.it, 20 marzo 2015.
  3. Dall'intervista di Michele Santoro a Italia, 5 ottobre 2016.
  4. Da Ilenia Pastorelli: "Il David mi fa abuso psicologico", rollingstone.it, 15 gennaio 2018.
  5. a b Da I 13 momenti trash di Sanremo, rollingstone.it, 7 febbraio 2018.
  6. Citato in Paola Francioni, "Da Miss Malizia ai talk politici", l'affondo di Selvaggia Lucarelli a Hoara Borselli, ilgiornale.it, 30 novembre 2019.
  7. Da Fiorello, l'amico permaloso che si porta via il pallone, tpi.it, 7 febbraio 2020.
  8. Da Sanremo 2020, le pagelle di Selvaggia Lucarelli, tpi.it, 9 febbraio 2020.
  9. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 10 maggio 2020.
  10. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 11 maggio 2020.
  11. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 12 maggio 2020.
  12. Il riferimento è alla gaffe Måneskin/Naziskin occorsa alla Berti durante un'intervista.
  13. Da Sanremo: parole e musiche da arresto, ma con lieto fine, il Fatto Quotidiano, 8 marzo 2021.
  14. Da Le Iene sono pericolose, chi sarà la prossima vittima del loro manganello televisivo?, editorialedomani.it, 7 novembre 2022.
  15. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 16 maggio 2023.

Film

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Altri progetti

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