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Mani pulite

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Palazzo di Giustizia di Milano

Citazioni su Mani pulite e il periodo storico italiano ricordato come Tangentopoli.

Citazioni

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  • A vent'anni da Mani pulite, c'è chi non si rassegna all'evidenza nota a tutti: e cioè che Tangentopoli scoppiò perché c'erano le tangenti. (Marco Travaglio)
  • Ci furono decine di suicidi durante il biennio di Tangentopoli. Io feci anche uno studio in Parlamento. Credo che sia l'unico studio scientifico disponibile su quella vicenda. Il risultato è che i suicidi furono prodotti non tanto dalla detenzione in carcere, perché quasi tutti si uccisero fuori dal carcere, e molti anche dopo essere stati prosciolti. Era il clima dell'opinione pubblica che era insopportabile per chi avesse avuto comunque il marchio dell'indagine giudiziaria. Quindi, questo più che rinviare all'azione di magistrati, rinvia secondo me all'incapacità che in quel momento ebbero i giornali e l'opinione pubblica di mantenere un senso delle proporzioni. (Nando dalla Chiesa)
  • Dietro le luci della città, dietro la sua voglia d’Europa, dietro i trionfi dei suoi stilisti, dietro le sue strade super-eleganti, c’è una potente rete di tangenti e di corruzioni che non ha risparmiato niente e nessuno. Da almeno un decennio una sorta di mafia in doppiopetto ha imposto ovunque il sistema delle mazzette. (Giuseppe Turani)
  • Di Pietro rimane il simbolo di una stagione, quella di Mani pulite, che ha dato speranza a Milano e a tutta Italia. (Franca Rame)
  • Dopo Mani pulite, il vostro paese si è avviato verso profondi mutamenti. Secondo noi Silvio Berlusconi ha bloccato quel processo. (Bill Emmott)
  • È un infelice paragone quello della banda della Uno Bianca usato da Silvio Berlusconi per esprimere una sua personale valutazione sulla magistratura. Prescindendo dal fatto che Silvio Berlusconi sia imputato di corruzione in un processo attualmente in svolgimento proprio presso il Tribunale di Milano, è bene che Berlusconi mediti sul fatto che «complici» di questo «corpo deviato» dello Stato sono anche le centinaia di migliaia di milanesi che in questi anni hanno sostenuto moralmente l'attività dei magistrati di Mani pulite contro gli attacchi del regime di Roma al quale Berlusconi era legato anche sentimentalmente, dato che Craxi è stato suo testimone di nozze. Vuole paragonare la Procura milanese alla banda della Uno Bianca? È un'infamia che un sedicente candidato alla guida del Paese abbia in dispregio a tal punto le vittime della banda di criminali, tra le quali alcuni giovani carabinieri, da paragonare i suoi guai giudiziari e quelli degli 'amicì al sangue versato da chi ebbe l'unica colpa di fermare degli efferati assassini. Questi argomenti non sono campagna elettorale. Sono un insulto a tutti i cittadini. (Roberto Calderoli)
  • Finire invischiati in Mani pulite, in termini politici, vuol dire non aver saputo opporre al modello di sottosviluppo italiano alcuna alternativa praticabile. (Michele Serra)
  • Ha scritto Leonardo Sciascia: "Forse tutta l'Italia sta diventando la Sicilia". Penso a Tangentopoli, e al capitano Bellodi, il protagonista di Il giorno della civetta che ragiona su quello che si dovrebbe fare per battere la mafia: "Bisognerebbe, di colpo, piombare sulle banche: mettere mani esperte nelle contabilità, generalmente a doppio fondo, delle grandi e piccole aziende, revisionare i catasti". Come era intelligente Leonardo Sciascia, e come sapeva leggere la cronaca e anche prevederla. (Enzo Biagi)
  • Ho sempre notato che l'unica figura definita dal vangelo "iniqua" è quella di un giudice: e mi pareva una definizione azzeccata. Il fascismo era stato meno odioso di questa burocrazia togata che usava la violenza in nome della giustizia. Nella storia d'Italia, se la libertà avesse prevalso, come ormai mi sembra certo, i nomi dei magistrati di Milano, i Di Pietro, i Borrelli, i Davigo, le Boccassini sarebbero per sempre stati "signati nigro lapillo" come figure da ricordare con orrore, quelle del giudice iniquo. (Gianni Baget Bozzo)
  • I giudici di Mani pulite vanno arrestati, sono un'associazione a delinquere con licenza di uccidere che mira al sovvertimento dell'ordine democratico. (Vittorio Sgarbi)
  • Il caso Chiesa era un caso modestissimo. Fece da detonatore perché il momento era maturo per arrivare a Tangentopoli, che era dovuto a una cosa molto più complessa che era questa: che ci fosse la corruzione in Italia si è sempre saputo, la classe dominante promanava questo puzzo di fogna che tutti sentivano, il famoso «turarsi il naso». Soltanto che fin quando l'alternativa di questa classe politica allora al potere era un Partito comunista, che era un fac-simile di quello sovietico, basato sui carri armati, sulla polizia segreta, sulle delazioni, sui processi, [...] finché c'era questo spettro noi non potevamo prenderci il lusso di mettere sotto processo e mandare in galera la classe politica dirigente allora. Fu quando, col Muro di Berlino, crollò questo incubo che i tempi furono maturi perché questo avvenisse. (Indro Montanelli)
  • Il consenso dell'opinione pubblica è stato un fattore essenziale del successo dell'operazione Mani pulite. (Gherardo Colombo)
  • Il finanziamento illecito c'è sempre stato. Malagodi prendeva soldi da Confindustria, Moro si alzò per difendere Gui. Solo che quelli avevano... gli attributi. Noi ci lasciammo sbranare, portare via l'immunità parlamentare. (Francesco De Lorenzo)
  • Il Pci prima, il Pds poi non hanno mai partecipato al sistema spartitorio dei partiti di governo. Ma questo non basta più a spiegare ciò che sta avvenendo. Forse non abbiamo saputo sottrarci del tutto al patto consociativo. La responsabilità politica collettiva riguarda tutti i dirigenti di quegli anni. (Sergio Chiamparino)
  • Il popolo si muove quando si sente toccato nel portafogli e urla quando può mandare al patibolo il potente. Lo ha dimostrato la Rivoluzione Francese. Ma anche il tremendo populismo e la cieca furia di Tangentopoli. (Tommaso Labranca)
  • [Sulle inchieste del programma televisivo Samarcanda] L'analisi che noi abbiamo fatto è vincente: il giudice Di Pietro ha dimostrato che era molto peggio di come ce lo immaginavamo. (Michele Santoro)
  • La corruzione in Italia è da sempre la vera emergenza, un fattore che condiziona la vita politica ed economica. Ma il circo di media e politica, passata la tempesta di Mani Pulite, ha finto che non esistesse più. Alimentando una fabbrica di chiacchiere generiche, appese alle nuvole e fondate sul nulla. La forza delle cose s'incarica poi di restituirci alla realtà. (Curzio Maltese)
  • La prima Repubblica non è stata uccisa dai giudici di Mani Pulite. Era già morta molto prima, quando si era chiusa in una difesa cieca della propria classe politica. Nel clima tempestoso di questi giorni una difesa assoluta e corporativa di tutto e di tutti ci metterà, prima o poi, in una situazione insostenibile nei confronti dell'opinione pubblica. (Pier Ferdinando Casini)
  • Mani pulite comincia come una semplice operazione di polizia in un caso di concussione. Per un concorso fortunato di circostanze e per l'intelligenza e l'accanimento del giudice Di Pietro si sviluppa fino ad investire un'intera classe politica. Il meccanismo che aveva protetto fino ad allora il sistema della corruzione aveva due pilastri. Il primo era la convinzione che così facessero tutti e che quindi le leggi fossero sostanzialmente cadute in desuetudine e che solo i fessi si sentissero ancora vincolati ad esse. Il secondo era la certezza che se per caso qualcuno fosse incappato nelle reti della legge amici potenti lo avrebbero protetto o, almeno, risarcito. A Di Pietro e ai suoi collaboratori è riuscito di sovvertire questi due pilastri. (Rocco Buttiglione)
  • Mani Pulite fu un regolamento di conti mafioso. Uccise il Psi, la Dc e gli altri partiti che avevano costruito la democrazia italiana; così vennero fuori l'Msi, la Lega e un partito costruito dagli impiegati di Publitalia. Il crollo culturale è evidente. (Giampiero Mughini)
  • Mani pulite mi pare una cosa a metà. I magistrati non hanno capito molto e poi non sono andati a fondo. La madre di tutte le tangenti non è Enimont ma il rapporto con la mafia siciliana. Di Pietro ci aveva messo le mani con Gardini: questo credo sia il suo segreto. (Enrico Deaglio)
  • Mani pulite nel '92 fu un colpo di Stato con il quale si distrusse una prima Repubblica fondata sui diritti sociali dei lavoratori e si aprì un ciclo delle organizzazioni liberiste che hanno distrutto la classe lavoratrice. (Diego Fusaro)
  • Mani pulite non l’ho scoperta io: nasce all’esito dell’inchiesta del maxi-processo di Palermo, quando Giovanni Falcone riceve, riservatamente, da Tommaso Buscetta la notizia che è stato fatto l’accordo tra il Gruppo Ferruzzi e la mafia. Là nasce. E Falcone dà l’incarico al Ros di fare quel che poi è divenuto il rapporto di 980 pagine: che doveva andare a Falcone, ma lui viene trasferito. (Antonio Di Pietro)
  • [Mani pulite è una conseguenza del crollo del Muro di Berlino.] Sotto le sue macerie non è rimasto solo il partito comunista ma, grazie ai ragazzi della via Pal della procura di Milano, anche i partiti che avevano vinto la battaglia della storia. Mani pulite fu voluta dalla borghesia azionista guidata da De Benedetti. Il quale pensava di essere la nuova testa del futuro governo del Paese, che avrebbe sommato l’élite finanziaria e industriale del salotto buono del capitalismo italiano al Pci di Achille Occhetto e Luciano Violante, ancora in possesso di una forte organizzazione territoriale. (Paolo Cirino Pomicino)
  • Mo' te spiego er becraun. Er becraun è questo: che noi qua avemo rubbato tutti. (Franco Evangelisti)
  • Nell'ultimo paio d'anni pur ricevendo del denaro, non ho più provveduto a versarne parte ad altri politici, in quanto avevo ormai acquisito all'interno del Psi milanese un'autorevole e autonoma posizione che mi consentiva di non rispondere ad altri se non, politicamente, direttamente al segretario nazionale del partito Bettino Craxi. (Mario Chiesa)
  • Non c'è dubbio che ci sono state delle esagerazioni. Ma il crollo della Dc e del Psi è stata una vicenda politica, non giudiziaria. Dei partiti sani non sarebbero stati travolti. (Sergio D'Antoni)
  • Non conosce la dolcezza del vivere chi non ha vissuto prima di Tangentopoli. (Camillo Langone)
  • Non direi che vi è una situazione mediamente preoccupante. Abbiamo istituito tali e tanti controlli sulla nostra spesa. Però ci possono essere zone grigie che prima o poi vengono fuori. Parlerò fuori dai denti: qualora qualche fogna scoppiasse, la si reprimerà in maniera esemplare. (Salvo Andò)
  • [Nel 1993] Non si può e non di deve uscire da Tangentopoli né con colpi di spugna né con linciaggi di piazza o intransigenze esasperate. (Giovanni Conso)
  • Quando la legge, per le evidenti disparità di trattamento, contrasta con i sentimenti di giustizia e di equità, diviene molto difficile compiere il proprio dovere senza sentirsi strumento di ingiustizia. Abbiamo pertanto informato il procuratore della Repubblica della nostra determinazione di chiedere al più presto l'assegnazione ad altro e diverso incarico, nel cui espletamento non sia stridente il contrasto tra ciò che la coscienza avverte e ciò che la legge impone. Firmato Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Gherardo Colombo.
  • Quel che mi fa paura e mi preoccupa è la lentezza dei procedimenti giudiziari di fronte a un intreccio perverso tra politica e affari che sempre più ha assunto la configurazione di un sistema vasto, diffuso, ramificato. (Nilde Iotti)
  • Questa rete si smaglia con l'arrivo delle inchieste del febbraio 1992. Si cancella una immunità parlamentare di cui si era abusato. La magistratura, che aveva assicurato protezione, ritrova il suo ruolo di garante della legalità. Questo provoca sconcerto, e per qualche tempo si spera che un tempo nuovo sia davvero cominciato. Ma le vecchie resistenze erano tutt'altro che sconfitte, come subito dimostrarono le difficoltà nel riformare la legge sugli appalti. Una nuova strategia era alle porte, e trovò nel berlusconismo il clima propizio. (Stefano Rodotà)
  • Questi sono giorni di grandi travolgimenti. Dobbiamo riflettere tutti su quello che sta succedendo. La sacrosanta sete di giustizia non può essere placata calpestando impunemente la dignità delle persone. (Giovanni Goria)
  • Ripercorrendo Mani pulite si coglie, così almeno a me è successo, che se si vuole ottenere un risultato non si può delegare l'impegno ad altri. Invece in Italia è stato, e tuttora è, a mio parere, come se gli altri poteri avessero detto alla magistratura "Pensateci voi", invece di impegnarsi direttamente per il bene comune. (Gherardo Colombo)
  • Se avessi potuto immaginare come sarebbe stata distrutta la vecchia classe politica italiana - che meritava la distruzione, sia chiaro - se avessi potuto immaginare che la distruzione della vecchia classe politica italiana, in gran parte marcia, avrebbe dischiuso una situazione come quella attuale e che la vecchia legge proporzionale sarebbe stata sostituita dall'attuale legge maggioritaria così come è stata compilata, io avrei forse difeso la vecchia classe. Per lo meno non mi sarei battuto con tanta asprezza e con tanto vigore contro quella classe politica, che meritava di finire, ma a cui si stanno dando dei successori che, ricordatevelo bene, ci faranno rimpiangere quella vecchia. È il peggio che si può dire. Ma io lo dico. Perché non riesco proprio a vedere cosa sta venendo fuori da questo rimescolio di carte. (Indro Montanelli)
  • Se Craxi fosse diventato Presidente del Consiglio avrebbe fatto delle scelte in grado di contrastare fortemente l'emergente strapotere della magistratura. (Gennaro Acquaviva)
  • Se voi mi chiedete se il Pci stava nel sistema delle tangenti, io rispondo di no. Ma se voi mi chiedete se il Pci di tangenti ne ha prese, io dico di sì. (Fabio Mussi)
  • Signor giudice Di Pietro, le scrivo non solo per augurarle un buon proseguimento di lavoro nelle indagini sulle tangenti e la corruzione, specialmente ora che qualcuno vorrebbe cancellare e insabbiare tutto. Le scrivo per segnalare anche a lei, oltre che agli ascoltatori, un'inchiesta che appare oggi sul Corriere della sera, e che potrebbe essere intitolata: dove sono adesso? I protagonisti sono tutte persone passate a suo tempo nel suo ufficio, dottor Di Pietro: e cioè gli inquisiti, gli indiziati, gli accusati dell'inchiesta Mani pulite. (Andrea Barbato)
  • Sì, quegli anni sono stati degli anni terribili. Io facevo il direttore dell'Unità e penso di poter dire che abbiamo tenuto fuori il giornale dall'impazzimento giustizialista che c'era, andando contro anche all'arresto del fratello di Berlusconi; questo perché faccio fatica ad accettare la dilatazione della carcerazione preventiva per chi non ha compiuto atti contro altre persone. Sono convinto che vanno condannate in maniera forte la corruzione e l'utilizzo spregiudicato del potere: perché sì, in quegli anni i giudici sono andati oltre i loro confini, però poi c'è stata contro i magistrati una campagna inaccettabile; e per questo quella è una stagione che non andrebbe ripetuta, nel senso dell'uso di strumenti giudiziari (secondo me sproporzionati rispetto alla situazione data) e nel senso che non va neanche ripetuta quella soluzione di corruzione spaventosa che questo paese ha conosciuto e ha vissuto e che non so neanche dire se sia del tutto finito. (Walter Veltroni)
  • So bene che una "verità" giudiziaria non esonera dall'obbligo di andare oltre. Ma sembra quasi che, attraverso quelle spiegazioni, si cerchi di essere liberati dall'onere di analizzare fatti precisi e responsabilità personali. Riaffiora un vecchio vizio della nostra cultura politica: parlar di cose generali per eludere quelle concrete. Proprio come faceva la critica dell'extrasinistra, tutto viene attribuito alla dinamica, a suo modo invincibile, del "sistema". Il risultato è una grande condanna o una grande assoluzione: conclusioni apparentemente antitetiche, ma nella sostanza coincidenti; che incarnano una volontà politica, perfino comprensibile, di voltar pagina e di avviare un'epoca nuova, ma che possono divenire un ostacolo a un lavoro di scavo, di analisi puntuale. Molte tra le tesi ricordate assomigliano assai più a un alibi che a una spiegazione. Alcune, tra l'altro, non reggono neppure a una banale prova basata sul principio di non contraddizione. Si ricorda, ad esempio, che era impossibile per il PCI aver ingresso nel governo. E poi si imputa al PCI di non aver reso possibile quell'alternanza che avrebbe immunizzato il sistema dal virus della corruzione. Poiché i sostenitori di tesi del genere non sono stupidi (o, almeno, non sempre lo sono), è evidente che il loro obiettivo è soltanto quello di impedire che si possa distinguere o graduare le responsabilità, accomunando in un'unica condanna partiti di governo e di opposizione. (Stefano Rodotà)
  • Sta emergendo un intreccio perverso tra economia e politica, che mette a rischio la stessa democrazia. Di fronte a questo pericolo la nostra diversità politica non può essere solo proclamata, ma praticata e dimostrata nel comportamenti. (Sergio Chiamparino)
  • Tangentopoli ebbe due esiti politici perversi. Salvò un comunismo italiano in ridicola agonia, che aveva da rispondere dei suoi tradimenti, dei suoi omicidi e del male fatto ai cuori umili. E salvò le regioni. Esse erano un esperimento che ormai anche i suoi fautori avevano riconosciuto fallito: selva di burocrati e d'amanti inutili. (Geminello Alvi)
  • [Sulla richiesta di una nuova Assemblea Costituente durante Tangentopoli] Un'assemblea costituente si convoca quando c'è una tale rottura all'interno del Paese, come avvenne dopo la guerra e dopo la caduta del fascismo, e ciò fu indispensabile. Pur in presenza di fatti gravissimi, di una degenerazione del sistema politico pericolosissima, non siamo nella situazione del dopoguerra, e ricorrere ad una costituente mi pare davvero eccessivo. (Nilde Iotti)
  • Una commissione parlamentare di inchiesta su Tangentopoli sarebbe davvero un banco di prova non solo per la maggioranza ma per l'intero Paese. Così si smetterebbe di pensare in termine di contrapposizione tra perseguitati e persecutori e probabilmente si scoprirebbe che ci sono tanti imbroglioni. (Luciano Violante)
  • Una magistratura che deve essere tenuta al riparo da ogni tentativo di delegittimizzazione, per mantenere la prerogativa di istituzione impegnata nel recupero della legalità. (Giuseppe Ayala)

Antonio Di Pietro

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  • Ci stiamo allenando ai canti di chiesa. Ma Chiesa non canta per ora.
  • La gente guarda Milano e pensa: il lavoro, la moda, la Bocconi. Io qua vedo solo soldi sporchi. So' i soldi sporchi che tengono insieme i mattoni di questa città. 'na mazzetta e 'na mano a tia. È un virus, capisci?
  • Qua facciamo la storia e abbiamo bisogno di uomini con le palle. Signori, rock 'n' roll!
  • Sveglia, ragazzi, stiamo rompendo il cazzo agli uomini più ricchi d'Italia! Secondo voi quanto ci mettono a comprarsi qualcuno? Ve lo dico io: niente! Io non mi fido più di nessuno, neanche di voi!

Leonardo Notte

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  • È questo che vuole la gente: sbattere tutti in cella. Guardi, sono su tutte le bancarelle di Milano. [mostra una t-shirt stampata e del merchandising] "Di Pietro come Che Guevara", "Milano ladrona, Di Pietro non perdona", saponi "Mani pulite", le spille, i gadget... Il gioco di Tangentopoli l'ha visto? Vogliono le manette, vogliono gridare "in galera" a chi li ha governati, godono nel vedere ricchi industriali che dormono su un materasso duro e lercio dietro le sbarre di San Vittore. È una pulsione morbosa, meravigliosa, irrefrenabile.
  • I tedeschi hanno un termine: "schadenfreude". È l'eccitazione che si prova di fronte alle disgrazie altrui. In questo momento l'Italia è attraversata da un'onda inarrestabile di schadenfreude.
  • Lo so, ma lei può far capire a RTI, ai TG, ai giornali che è questo che vuole la pancia del paese, che se parlano continuamente di Di Pietro moltiplicano gli ascolti e le vendite. E noi gli ascolti pubblicitari.
  • 25 anni dopo le inchieste di Mani pulite l'Italia resta un paese ad altissimo tasso di corruzione. E dei politici e degli imprenditori coinvolti nello scandalo se ne sono andati solo quelli che sono usciti di scena per ragioni anagrafiche.
  • Dal '92 in poi si è affermata una narrazione di quel periodo che è falsa. È stato detto di tutto: che c'è stato un utilizzo smodato della custodia cautelare, che li torturavano per parlare, che è stata un'operazione politica per fare crollare la Prima Repubblica o addirittura un grande complotto della Cia. Questo ci impedisce di fare i conti con quel sistema di corruzione. La speranza di una politica pulita che c'era 25 anni fa oggi è più debole di allora.
  • È stata un'occasione persa per la politica che non ha colto l'occasione per rinnovare davvero le regole del gioco e gli uomini che lo conducono.
  • Il sistema dei partiti è apparentemente crollato perché c'è stato solo un ricambio di facciata, che ha riciclato fin troppi protagonisti nella cosiddetta seconda repubblica. Soprattutto non sono cambiati i metodi e gli stili di lavoro.
  • Mani pulite scatena ancora oggi l'odio e l'amore, divide i detrattori dai sostenitori. Segno che quel che c'era dentro, la corruzione, i rapporti tra politica e affari, gli scontri tra politica e magistratura, è ancora un problema che scotta.
  • Tangentopoli è un sistema di finanziamento dei partiti, ma è, contemporaneamente: per le imprese un sistema di accordi di cartello che azzera il mercato e la libera concorrenza, dilatando i costi delle opere pubbliche; per i partiti un sistema di formazione del consenso che usa il denaro pubblico senza badare né all'utilità delle opere realizzate, né all'efficienza dei servizi prestati, né alla compatibilità con i conti dello Stato.
  • È stata una grande, ma ordinaria indagine giudiziaria, Mani pulite, non un'operazione politica.
  • La crisi economica, che aveva assottigliato il denaro pubblico da destinare agli appalti e dunque i margini per le mazzette, rese gli imprenditori più disponibili a denunciare i politici che chiedevano loro tangenti in cambio di vantaggi sempre meno lucrosi.
  • Furono non i giudici nei processi, ma gli elettori nelle urne, a far saltare il sistema dei partiti della Prima Repubblica, ormai screditati, e a costringere la stessa classe dirigente a cambiare, almeno in apparenza, il quadro politico.
  • Le indagini ricostruirono un sistema in cui i partiti di governo partecipavano direttamente alla spartizione delle tangenti, mentre il Pci-Pds era finanziato attraverso una quota degli appalti pubblici assegnati alle cooperative rosse che poi finanziavano, perlopiù legalmente, il partito.
  • Craxi si rivelò l'unico segretario di partito che rubava anche per sé e senza alcuna precauzione.
  • Di Pietro, è stato indagato in lungo e in largo, decine di volte, senza che sia stato trovato un solo elemento di rilievo penale a suo carico.
  • Quando il vento cambiò, Di Pietro divenne un villico illetterato, arruffone e spregiudicato. Tutti particolari che non inficiano minimamente il suo meritorio lavoro di magistrato né riducono di un centesimo la colpevolezza degli inquisiti che Di Pietro ha scoperto e fatto condannare.
  • [Su Bettino Craxi] Aveva trasformato il Psi in un'organizzazione in cui la forza politica dei leader locali e nazionali era misurata sulla loro capacità di raccogliere finanziamenti illeciti e mazzette.
  • Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave.
  • Allora la connessione tra affarismo e politica, per torbida che fosse, non smentiva l'obiettivo fondamentale del mondo dell'impresa, che è quello di produrre ricchezza.
  • Nessuno poteva illudersi che cinque, o anche dieci anni di lotta alla corruzione cambiassero lo spirito dell'italiano medio, la sua diffidenza per le regole e le istituzioni. I costumi di questo Paese sono purtroppo inamovibili.
  • Quando quelli che ci osannavano hanno cominciato ad avvertire che il ripristino della legalità non si fermava al livello della Montedison o di Palazzo Chigi, ma scendeva in prossimità della vita quotidiana, hanno cominciato a manifestare fastidio e stanchezza.
  • Craxi e Martinazzoli avrebbero dovuto riconoscere che la DC e il PSI sono i soci fondatori di Tangentopoli.
  • Da noi tutti finanziano tutti. Per non scontentare nessuno. Tipico dell'Italia.
  • [Su un'analogia tra il periodo di Mani pulite e il Campionato del Mondo di calcio del 2006] Dopo le famiglie distrutte da mani pulite senza nessun contributo alla moralizzazione del Paese, ora con gli stessi attori non avremo grazie a calciopoli nessuna moralizzazione: o se la danno i club o non sarà certamente Borrelli a darla loro. E corriamo il rischio di avere un'altra sequela di suicidi, tentati suicidi e famiglie distrutte. I ragazzi della nazionale stanno reggendo a questa persecuzione psicologica ed hanno retto anche al dolore per la vicenda di Pessotto. Per questo dico loro bravi.
  • I magistrati di Mani Pulite hanno e avranno il mio appoggio.
  • Nel 1993 in Italia c'è stata una rivoluzione inutile, anzi un colpo di Stato....Purtroppo la DC non capì o sottovalutò la situazione, impegnata com'era a dare giudizi sul mio presunto stato mentale....Oggi direi che Di Pietro potrebbe essere un bravo dirigente di squadra mobile, uno di quelli a cui si perdonano certi eccessi....Quanto alla morale, se io alla sua età, quando ero sottosegretario alla Difesa, avessi accettato denaro da amici... cosa mi sarebbe successo?
  • Hanno creato un clima infame.
  • In questa vicenda [l'arresto di Mario Chiesa], purtroppo, una delle vittime sono proprio io. Mi preoccupo di creare le condizioni perché il Paese abbia un Governo che affronti gli anni difficili che abbiamo davanti e mi trovo un mariuolo che getta un'ombra su tutta l'immagine di un partito che a Milano in cinquant'anni, nell'amministrazione del Comune di Milano, nell'amministrazione degli enti cittadini – non in cinque anni, in cinquanta – non ha mai avuto un amministratore condannato per reati gravi commessi contro la pubblica amministrazione.
  • La magistratura deve andare fino in fondo in tutta Italia. Si capirà così che Milano è la città più pulita d'Italia.
  • Mario Chiesa è un mascalzone. Idiota, poi, a farsi prendere con le mani nel sacco.
  • Non si credano che tutti i mesi possono far scoppiare un caso Chiesa.
  • [Sul pool dell'indagine] È un dato di fatto inconfutabile che abbiano la propensione ad includere la privazione della libertà personale tra gli strumenti di indagine.
  • Ho avuto modo di constatare che se di virtù ce ne era poca in quello che ora viene liquidato come "vecchio sistema", altrettanto poca ce ne è in quello che oggi viene esaltato come "nuovo sistema". Non è affatto virtuoso fingere meraviglia per gli eccessi di interventismo della finanza nel mondo della produzione privata o di mano pubblica.
  • Non è neppure tanto virtuoso scoprire all’improvviso che la "politica dei potenti" ha sempre avuto un suo prezzo ed è sempre stata oggetto di trattative e di affari, spesso di cattivi affari. Bisognava criticare allora quella politica in sé e non tanto quegli affari. Altrimenti muterà solo il genere di affari ma non la politica.
  • Un sistema di legalità è necessario. Se il garantismo non è di moda, riflettiamo sul fatto che una volta svuotato il pozzo, prima che torni a piovere rischiamo tutti di morire di sete.
  • Ci hanno dipinto come toghe rosse. A parte la fatica che faccio nel vedermi come una toga rossa, rispondo ricorrendo al catechismo: i sacramenti sono validi anche se il celebrante è indegno, la messa vale anche se il prete ha la fidanzata.
  • Dicono che Mani pulite sia stata un complotto della Cia. E contemporaneamente che ha salvato i comunisti: ma allora la Cia ha salvato i comunisti?
  • In passato sono stato rimproverato per aver detto a una delegazione di magistrati francesi che con Mani pulite abbiamo selezionato la specie dei corrotti, come i leoni che prendono le gazzelle più lente, come gli antibiotici che creano i ceppi resistenti agli antibiotici. È andata così. Se si interrompe la cura a metà, questi sono i risultati. E noi purtroppo abbiamo dovuto interrompere la cura a metà.
  • Ma come mai il passante ferroviario di Milano costa il doppio di quello di Zurigo e dopo vent'anni non è ancora finito? [...] E come mai dopo gli arresti i successivi appalti sono stati assegnati con un ribasso su base d'asta del 40% rispetto a prima? Dicevano che costava di più perché c'era la falda freatica alta… Si vede che gli arresti fanno abbassare la falda freatica!
  • C'era qualcuno più arrogante degli altri ma tutto poi è stato molto forzato. Si potrebbero fare degli studi sociologici sul modo in cui sono state montate e usate certe cose, non solo sui socialisti.
  • Certi comportamenti la gente li accettava perché voleva evitare che i Cosacchi arrivassero a San Pietro. Ma quando fu chiaro che i Cosacchi non c'erano più, noi avremmo dovuto adeguarci. Io pensai che in un paio di anni avremmo potuto correggere tante cose. Invece non ci fu il tempo perché tutto precipitò molto più rapidamente. L'ombra di Yalta si proiettò oltre Yalta e i postcomunisti ne approfittarono. Visto che non erano capaci di mandarci via col dissenso che i nostri comportamenti avrebbero dovuto o potuto creare, ci fecero fuori un po' prima e con altri sistemi.
  • Sono passato dal pregiudizio negativo al pregiudizio positivo. Passava uno in motoretta e gridava: "Ladro! Ladro!". Oggi la gente mi ferma per strada e mi dice: "Perché non tornate?".
  • Ci volevano fermare. Si sono messi in azione appena hanno capito che stavamo per arrivare ai piani alti del potere. Mani pulite è stata fermata, anche perché mentre stavamo indagando sui bauscia del Nord, siamo andati a toccare quelli che avevano contatti con la mafia al Sud.
  • Da allora a oggi, l'unica cosa che è cambiata è che adesso c'è desolazione da parte dell'opinione pubblica.
  • Dalla fine della Prima Repubblica sarebbero dovute emergere nuove idee e persone che le portassero avanti. Invece da quell'inchiesta è nato un grande vuoto e sono comparsi personaggi rimasti sulla scena politica più per se stessi che per altro, a cominciare da me. Penso a Berlusconi, a Bossi, a Salvini, a Renzi.
  • Due anni per fare Mani pulite e quattro per difendermi dalle conseguenze.
  • Io capisco che rode accettare una cosa semplice semplice; che un magistrato, pubblico ministero ci azzecca una volta tanto e scopre una serie di reati facendo un'inchiesta coi fiocchi.
  • L'inchiesta Mani pulite io pure leggo sui giornali che fu un'inchiesta sulla corruzione; sai che non è vero? È un'inchiesta sul falso in bilancio.
  • Mani Pulite ha prodotto un vuoto: è da lì che sono cominciati i partiti personali a cominciare da me. Ma sono partiti che durano lo spazio di un mattino, io ne sono la prova vivente.
  • Noi abbiamo fatto quello che fa un qualsiasi medico radiologo quando vai a fare i raggi per vedere se hai una malattia; abbiamo scoperto che il nostro Paese era malato di corruzione endemica.
  • Non è un giorno di festa 25 anni dopo. Sono 25 anni passati ma mi pare che aprendo il giornale ogni mattina sia tutto uguale a prima.
  • Più che di corruzione o di concussione, si deve parlare di "dazione ambientale", ovvero di una situazione oggettiva in cui chi deve dare il denaro non aspetta più nemmeno che gli venga richiesto; egli, ormai, sa che in quel determinato ambiente si usa dare la mazzetta o il pizzo e quindi si adegua.
  • Prima di andarmene vorrei mettere tutto in Rete affinché qualcuno un giorno possa leggere, per vedere quella diversa verità rispetto a quel che è stato raccontato.
  • Prima, nel reato di corruzione, si puntava a indagare sul corrotto, sul politico. Io mettevo con le spalle al muro i corruttori, gli imprenditori. Gli imprenditori non erano i più deboli, ma i più opportunisti: quelli che avevano più convenienza a parlare.
  • Siamo andati a fare una perquisizione alle Botteghe Oscure. Dovevamo capire che fine aveva fatto un miliardo di lire: Cusani racconta che Gardini l'ha portato a Botteghe Oscure. Piaccia o non piaccia, quel miliardo lì è entrato, anche se non siamo mai riusciti a sapere a chi è arrivato.
  • Sono una vergogna per il Paese i ladri, i corrotti, gli evasori fiscali, i mafiosi o chi – come me – li ha scoperti con l'inchiesta Mani Pulite?
  • Ammesso e non concesso che un magistrato abbia sbagliato, ecceduto, ciò non deve autorizzare i ladri e i tifosi dei ladri... gli avvoltoi del garantismo... a gettare anche la più piccola ombra sulla lodevole e mai sufficientemente applaudita attività dei Borrelli e dei Di Pietro.
  • Craxi ha commesso l'errore di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti:.. è una menzogna, onorevole. Che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche.
  • Mai provvedimento giudiziario fu più popolare, più atteso, quasi liberatorio di questo firmato contro Craxi [il primo avviso di garanzia] [...] Di Pietro non si è lasciato intimidire dalle critiche, dalle minacce di mezzo mondo politico (diciamo pure del regime putrido di cui l'appesantito Bettino è campione suonato) e ha colpito in basso e in alto, perfino lassù dove non osano nemmeno le aquile. Ha colpito senza fretta, nessuna impazienza di finire sui giornali per raccogliere altra gloria. Craxi ha commesso l'errore… di spacciare i compagni suicidi (per la vergogna di essere stati colti con le mani nel sacco) come vittime di complotti antisocialisti… È una menzogna, onorevole: che cosa vuole che importi a Di Pietro delle finalità politiche… I giudici lavorano tranquilli, in assoluta serenità: sanno che i cittadini, ritrovata dignità e capacità critica, sono dalla loro parte. Come noi dell'Indipendente, sempre.
  • Non ho mai scritto che Di Pietro e colleghi hanno graziato il Pds: che prove avrei per affermare una cosa simile?
  • Quegli onorevoli che oggi si stracciano il doppiopetto (pagato verosimilmente con le mazzette) perché molti politici finiscono in galera sino a che non dicono la verità, sbagliando a prendersela con Borrelli e compagnia bellissima. I magistrati fanno solo il loro dovere. E noi siamo con loro... [...] La cella è il luogo migliore per servire la giustizia, per riflettere e ricordare.
  • Dopo una prima fase genuina l'inchiesta assunse dimensioni tali che la situazione sfuggì di mano. E successe una cosa strana. Come se fossimo alla vigilia dell'arresto di Dio. Le segreterie di partito prima di riunirsi si informavano sugli ultimi arresti. Le aziende erano ferme aspettando l’arrivo della Guardia di Finanza. Il Paese era sotto ipnosi. Le diplomazie del mondo si chiedevano: cosa succederà in Italia? Dc e Psi si davano già per persi. Ma i comunisti se la sarebbero cavata. A questo punto Berlusconi scese in campo, benedetto da Gelli. Gli imprenditori parlavano a valanga. Più gente veniva chiamata in causa meglio era. Tutto purché il Paese non finisse in mano ai comunisti.
  • Facendo di me un eroe si avvalorava la tesi che il Pci era coinvolto come tutti gli altri. È una strumentalizzazione della destra.
  • In inchieste come Mani pulite c'è sempre il rischio che un innocente rimanga coinvolto. Ho accettato la mia sorte perché l'inchiesta arrivasse in fondo. Sostengo lo Stato di diritto anche quando lo Stato di diritto sbaglia.
  • Sostengo i giudici, sostengo l'inchiesta di Mani pulite. Ho scontato la mia pena fino in fondo. Ho rifiutato perfino l'indulto.
  • Quando, poche settimane prima che scoppiasse Mani pulite, scrissi un fondo denunciando "i camorristi di Palazzo Marino", Silvio Berlusconi mi telefonò irritatissimo, spiegandomi che ero arrivato a Milano, non a Napoli.
  • Il 21 febbraio, quattro giorni dopo l'arresto di Chiesa, viene a farmi visita Ugo Finetti, vicepresidente della Regione Lombardia, magna pars del socialismo milanese. Lo accompagna Paolo Berlusconi, che non è ancora l'editore del Giornale (lo diventerà il 16 luglio: e per questo Montanelli fin dal 20 gennaio aveva scritto a Silvio informandolo che il preannunciato passaggio di proprietà non avrebbe potuto modificare le intese sull'indipendenza del Giornale e del suo direttore, a suo tempo intercorse con Silvio e «sempre rispettate»). Finetti era pallido, Paolo aveva l'aria di essere seccato per il fatto che i vari appelli rivolti a me da esponenti della Fininvest, affinché il Giornale non turbasse i rapporti del gruppo con il Psi, continuassero a cadere nel vuoto. Finetti ha una cartella con articoli della nostra cronaca milanese, sottolineati con evidenziatore color verde pisello. Me li consegna affinché io possa contestarli ai colleghi cronisti. «I giudici della Procura – mi spiega Finetti – fanno i fascicoli con i ritagli dei giornali, proprio come questo: poi, quando succede qualcosa, si trovano una documentazione già abbondante e vanno a scavarvi quello che vogliono.» Paolo Berlusconi taglia corto: «Con le istituzioni, Regione, Comune, Fiera, noi dobbiamo lavorare, perciò dobbiamo poter mantenere buoni rapporti».
  • In quegli stessi mesi (gennaio-febbraio 1992) al capocronista Giuliano Molossi, e in sua assenza al vice Ario Gervasutti, arriva una telefonata di Bobo Craxi, capogruppo in consiglio comunale. È furioso per «insinuazioni» sui legami di Mario Chiesa con il Psi milanese, raccontati dai nostri cronisti. E minaccia: «Dopo le elezioni del 5 aprile, ci sarà un repulisti, molte teste cadranno al Giornale [...]. Prima di parlare col vostro padrone, vi ripeto che dovete smetterla di rompere i coglioni. Siete il solito giornale veterofascista, leghista, filodemocristiano». Il 29 telefona Fedele Confalonieri, braccio destro di Berlusconi: è incavolato perché in cronaca è stata pubblicata una foto di Bettino Craxi con Chiesa. Mi chiede, fuori dal suo stile sempre equilibrato: «È un sabotaggio a Berlusconi? Ma se per mantenere Il Giornale dobbiamo inimicarci Craxi, meglio rinunciare al Giornale».
  • Il sistema di corruzione e finanziamenti illeciti della Prima Repubblica è finito con Mani pulite.
  • In quegli anni era in corso una grande trasformazione sociale e politica. Declinavano la Dc, il Psi, il Pri, il Psdi, il Pli. Il Pci stava cambiando nome e natura. Era nata la Lega, poi arrivò con il suo partito Silvio Berlusconi. Non fu Mani pulite a provocare tutto ciò, Mani pulite fu al massimo l'ostetrica, l'assistente al parto.
  • Mani pulite è cresciuta enormemente tutta sulle confessioni degli indagati. Non è una buona inchiesta, quella che si fonda non sulle indagini, ma sulle confessioni.
  • Mani pulite era così: un'inchiesta contenitore, da cui erano via via aperti, a piacimento del Trio Lescano [Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Pier Camillo Davigo], i vari processi.
  • Mani pulite si è in gran parte giocata con le confessioni e i patteggiamenti, l'unico vero processo è stato il processo Cusani, con Di Pietro che esibiva mezzi ultramoderni, mai visti prima d'allora in un'aula giudiziaria, come le proiezioni di schemi dal computer. Ma poi concludeva con frasi come "Ma che c'azzecca?". E conquistava il pubblico tv.

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