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Frans Eemil Sillanpää

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Frans Eemil Sillanpää
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la letteratura (1939)

Frans Eemil Sillanpää (1888 – 1964), scrittore finlandese.

Santa miseria

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  • [...] niente mette tanto a dura prova la capacità di resistenza psichica, quanto il guardare negli occhi di un demente, poiché quel particolare modo di ridere sembra mostrare una piena consapevolezza di tutto quello che l'uomo non vuole assolutamente riconoscere di se stesso. (pp. 5-6)
  • L'essere umano dovrebbe pur riuscire a capire di non dover aspirare piú a nulla. (p. 17)
  • La ricchezza è la più notevole forma di felicità terrena e felicità significa anche prova per se stessi. Sei tu uomo da sopportare la tua felicità? Questo è il quesito. (p. 93)
  • Non è certo possibile riconoscere dal volto quanto denaro un uomo ha in tasca. (p. 135)
  • Nelle fauci del lupo nessuno ama il suo prossimo. (p. 138)
  • [...] tutti i vizi hanno qualcosa in comune, per cui al momento decisivo permettono agli uomini di dimenticare le conseguenze già subíte precedentemente; esattamente così ci si comporta con quel brutto vizio che è l'amore per la libertà. (p. 139)
  • La capacità introspettiva dell'ubriachezza rivela la natura segreta di tutta l'esistenza, ma per un attimo brevissimo e fuggevole [...]. (p. 142)
  • [La vita] Essa è come una sostanza amara o scipita, che viene offerta all'uomo in quantità molto più grandi di quanto egli sia in grado di contenere, così grandi, che lo rendono svigorito e sempre sul punto di rimaner soffocato. È come trovarsi solo in un immenso fienile, tanto immenso da non poter vederne i confini, nel quale, incessantemente, venga trasportato fieno da dieci coppie di cavalli in pieno galoppo... finché, alla fine, si muore. (p. 185)
  • La grande natura delle solitudini, nel cui cuore si nasconde il nido degli uomini, immerge nel suo calore, nella sua luce e nel suo profumo le loro piccole miserie, così che esse non prevalgano con il proprio odore. Ma la natura non si toglie mai il manto di tristezza. Fino a metà estate vaga su tutta la terra come una speranza, ma, prima ancora che venga soddisfatta, si trasforma in una vibrazione di ricordo. (p. 189)
  • Molto spesso il matrimonio è stato per tutti e due un viaggio penoso, a volte senza saperlo. In questo caso la morte di uno dei due significa la liberazione da un peso e, se il superstite è una creatura semplice, non riesce a dissimularlo. Ma qualcuno, oltre alla gioia, sente una dolorosa mancanza, il cuore è malinconico e felice insieme. Istintivamente un uomo tenta sempre di incatenare i figli ai vuoti delle radici strappate. Quando essi incominciano ad inserirsi con le loro radici, questo non porta con sé nessun senso di peso, è solamente una sostituzione più leggera e più pura. (p. 202)

Bibliografia

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  • Frans Eemil Sillanpää, Santa miseria, traduzione di Silvia Fischer, editore dall'Oglio, Milano, 1968.

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Opere

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