Vai al contenuto

Zibello

Coordinate: 45°01′07.8″N 10°07′38.4″E
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Zibello
frazione
Zibello – Stemma
Zibello – Bandiera
Zibello – Veduta
Zibello – Veduta
Palazzo Pallavicino
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Polesine Zibello
Territorio
Coordinate45°01′07.8″N 10°07′38.4″E
Altitudine35 m s.l.m.
Superficie23,62 km²
Abitanti910 (2011)
Densità38,53 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale43016 (già 43010)
Prefisso0524
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT034048
Cod. catastaleM174
TargaPR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[1]
Cl. climaticazona E, 2 376 GG[2]
Nome abitantizibellini
Patronosan Carlo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Zibello
Zibello

Zibello (Zibèl in dialetto parmigiano[3][4]) è una frazione del comune sparso di Polesine Zibello, nella provincia di Parma in Emilia-Romagna.

Fino al 31 dicembre del 2015 costituì un comune autonomo, comprendente anche la frazione di Pieveottoville e parte di quella di Ardola, prima della fusione col comune di Polesine Parmense. A Zibello è situata la sede municipale dell'ente unificato.[5]

Il borgo è rinomato per la produzione del culatello di Zibello.

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]

Zibello sorge nella bassa parmense sulla riva destra del fiume Po, in adiacenza al suo argine maestro.[6]

Origini del nome

[modifica | modifica wikitesto]

La località era anticamente chiamata "Gibello",[7] che potrebbe aver origine da "gibbo", in riferimento alla posizione leggermente sopraelevata del borgo rispetto ai terreni limitrofi. Secondo altre ipotesi il toponimo potrebbe derivare da "zobello", dal latino iugum (ossia "giogo", "passaggio"), col significato di "argine di passaggio". Il nome potrebbe aver infine origine da "Ghibello", in riferimento ai suoi feudatari Pallavicino, di tradizione ghibellina.[6]

La zona di Zibello risultava abitata già in epoca preromana e romana, come testimoniato dal rinvenimento di alcuni reperti e dalla suddivisione territoriale che in parte ricalca ancora l'antica centuriazione;[8] secondo la tradizione Marco Bruto, pretore della provincia di Cremona, vi avrebbe fatto costruire una fortificazione difensiva, dotata di quattro torrioni.[9]

In epoca medievale Zibello era soggetta alla vicina corte regia di Cucullo,[8] assegnata intorno all'800 alla diocesi di Cremona dall'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno.[10]

Intorno alla metà del XII secolo il feudo di Zibello fu assegnato ai marchesi Cavalcabò, che già vi possedevano numerose terre alla pari dei Pallavicino[11] e dei Sommi;[12] risale forse a quell'epoca la costruzione del castello, citato per la prima volta nel 1194 in occasione del matrimonio della figlia del marchese Sopramonte Cavalcabò.[13]

Nel 1218 il possente maniero fu vittoriosamente difeso dalle truppe cremonesi e parmigiane in un'aspra battaglia contro le forze milanesi e piacentine.[14]

Nel 1249 l'imperatore Federico II di Svevia investì il suo condottiero Oberto II Pallavicino di numerose terre del Parmense, tra cui Zibello.[15] Tuttavia, nel 1268 le truppe cremonesi attaccarono e conquistarono il maniero, distruggendolo.[13]

Con la presa del potere da parte dei Visconti nel ducato di Milano, nel XIV secolo i Pallavicino rientrarono in possesso dei loro territori nell'Oltrepò cremonese.[16] Nel 1348 Donnino Pallavicino ereditò dal padre Manfredino, in seguito alla divisione col fratello Oberto, i feudi di Zibello, Ravarano, Casola, Monte Palerio, Sant'Ilario Baganza, Cella e Parola.[17]

Nel 1395 Niccolò Pallavicino ricevette conferma dell'investitura dal Re dei Romani Venceslao di Lussemburgo.[18]

Nel 1417 l'esercito del marchese di Ferrara Niccolò III d'Este, condotto da Uguccione dei Contrari con l'aiuto dei capitani Cabrino Fondulo, Bartolomeo Arcelli e Pier Maria I de' Rossi, pose l'assedio al castello di Zibello, che capitolò il 7 gennaio del 1418. Antonio e Donnino Pallavicini, con i figli, furono confinati a Parma,[19] ma riuscirono a fuggire e contrattaccarono, invano, il maniero; l'Estense decise quindi di assegnare il feudo a Cabrino Fondulo.[20]

Alla fine del 1420 Parma e il Parmense furono cedute al duca di Milano Filippo Maria Visconti,[21] che nel 1424 fece catturare il Fondulo, confiscando le sue terre.[22] Nel 1428 i contrasti tra i Rossi, i Pallavicino e altre famiglie insanguinarono il Parmense; al termine degli scontri, il duca Filippo Maria decise di restituire a vari ex-feudatari le terre perse negli anni precedenti; ad Antonio Pallavicino, marchese di Ravarano, fu riassegnato il feudo di Zibello,[23] ma l'anno seguente il cugino Rolando il Magnifico se ne impossessò.[24] Nel 1431 il Visconti riconobbe a Orlando il possesso delle sue terre, comprendenti anche il feudo di Zibello con Pieve Altavilla;[25] l'anno seguente Antonio alienò ufficialmente la metà da lui posseduta di Zibello a Rolando, ma il contratto fu formalizzato solo nel 1434.[26]

Nel 1441 Niccolò Piccinino convinse il duca Filippo Maria del tradimento da parte di Rolando il Magnifico e si fece incaricare di conquistarne lo Stato Pallavicino; attaccato su più fronti, il Pallavicino fu costretto alla fuga e tutti i suoi feudi furono incamerati dal Duca.[27] Nel 1445 il Marchese diede prova di lealtà al Visconti, che acconsentì alla restituzione di quasi tutte le terre confiscate, a eccezione di Monticelli d'Ongina e alcuni altri feudi donati al Piccinino.[28]

Alla morte di Rolando nel 1457 il marchesato di Zibello, unitamente a metà di Solignano, fu ereditato dal figlio Giovanfrancesco;[29] il Marchese, investito al termine della guerra dei Rossi del 1482 anche del feudo di Roccabianca,[30] trasformò il borgo di Zibello nella capitale del suo piccolo Stato, ricostruendo il castello[8] e avviando nel 1494 i lavori di edificazione del convento dei Domenicani.[31] L'anno seguente fu confermato nell'investitura feudale dal duca di Milano Ludovico il Moro,[32] ma nel 1497 morì, nominando suo successore a Zibello il figlio Federico e incaricandolo di completare la costruzione del convento e di edificare una chiesa da destinare a cappella gentilizia per la famiglia.[33]

Nel 1502 scomparve Federico, nominando eredi i figli Giovan Francesco II, Ippolita, Giacoma e Argentina e la moglie Clarice Malaspina; nel 1514 morì anche il marchese Giovan Francesco, testando a favore delle sorelle. Il marchese di Cortemaggiore Gian Lodovico II Pallavicino, marito di Ippolita, prese possesso del castello, senza considerare le quote sul feudo detenute dalle cognate e da Bernardino e Rolando, fratelli di Federico,[34][35] i quali nel 1515 strinsero d'assedio il maniero fino alla sua capitolazione dopo oltre due mesi.[36]

Nel 1526 Bernardino lasciò la sua metà di Zibello al figlio Uberto, che nel 1529 ereditò anche la quota dello zio Rolando; il Marchese fu però scomunicato dal papa Clemente VII e nel 1530 il marchese Ludovico Rangoni, genero di Rolando Pallavicino, con l'aiuto delle truppe pontificie espugnò il maniero dopo un assedio; Ludovico si impossessò così dei feudi di Zibello e Roccabianca, dando avvio alla lunghissima lite giudiziaria nota come Causa Parmensis Status.[35] Nel 1546 il nuovo duca di Parma e Piacenza Pier Luigi Farnese investì ufficialmente di entrambi i feudi Giulio e Pallavicino Rangoni, figli di Ludovico, che ne ricevettero conferma anche dal duca Ottavio.[37]

La lite giudiziaria tra i Pallavicino e i Rangoni si concluse soltanto nel 1630 con una transazione, trascritta in sentenza nel 1632; Zibello tornò ai primi, mentre Roccabianca fu assegnata ai secondi, con la clausola che se questi ultimi si fossero estinti anche quel feudo sarebbe tornato ai Pallavicino di Zibello, come effettivamente avvenne nel 1762.[38]

I Pallavicino mantennero l'investitura fino all'abolizione dei diritti feudali sancita da Napoleone nel 1806,[34] quando l'ultimo marchese Antonio Francesco fu costretto a ritirarsi a Firenze.[39] Zibello divenne quindi capoluogo di cantone, con giurisdizione anche sulla vicina Pieveottoville,[8] e con l'Unità d'Italia sede di comune autonomo.[40]

Nel 2010 furono aperte le consultazioni per fondere i due comuni di Polesine Parmense e Zibello in una singola entità;[41] l'11 ottobre del 2015 il referendum diede esito positivo alla costituzione del nuovo comune di Polesine Zibello, che nacque ufficialmente il 1º gennaio del 2016.[5]

Lo stemma di Zibello era stato riconosciuto con D.P.C.M. del 16 aprile 1953.[42]

«D'argento, all'aquila bicipite di nero, coronata con corona ducale d'oro, caricata in petto di uno scudetto scaccato d'argento e di rosso di dodici pezzi e di quattro tiri.»

Lo stemma riprendeva, con alcune varianti, quello della famiglia Pallavicino che era scaccato di 5 punti di rosso equipollenti e 4 d'argento; col capo d'oro, all'aquila coronata spiegata di nero.

Il gonfalone era stato concesso con D.P.R. del 13 febbraio 1954.[42]

«Drappo partito di bianco e di rosso…[43]»

La bandiera del comune era stata concessa con D.P.R. del 12 gennaio 2007.[44]

«Drappo di bianco con la bordatura di rosso…»

Monumenti e luoghi d'interesse

[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose

[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

[modifica | modifica wikitesto]
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

Edificata a partire dalla prima metà del XVI secolo per volere del marchese Uberto Pallavicino, la chiesa tardo-gotica fu completata intorno al 1580; consacrata nel 1620, fu arricchita del campanile nel 1677; la facciata in mattoni rossi è decorata con lesene, pinnacoli, statue e, sul contorno del rosone e delle monofore, formelle in terracotta realizzate da Jacopo de Stavolis intorno al 1484; all'interno le cappelle del battistero e di san Carlo sono ornate con affreschi ottocenteschi eseguiti da Girolamo Magnani, mentre quella del Sacro Cuore è arricchita da affreschi novecenteschi dipinti da Giuseppe Moroni, autore anche delle vetrate della zona absidale; il presbiterio conserva infine una tela del 1723 raffigurante Maria Immacolata, Maria Maddalena, santa Caterina d'Alessandria e vari santi domenicani dell'artista Ignaz Stern.[45][33]

Chiesetta della Beata Vergine delle Grazie

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesetta della Beata Vergine delle Grazie.
Chiesetta della Beata Vergine delle Grazie

Edificata probabilmente nel XIV secolo in stile gotico, la chiesetta, originariamente dedicata ai santi Gervasio e Protasio, fu intitolata alla Vergine delle Grazie in seguito alla costruzione della nuova chiesa cinquecentesca; modificata internamente nel XVII secolo in forme barocche, fu dotata di campanile nel 1866; restaurata nel corso del XX secolo, fu interamente riportata alla sua veste gotica, riscoprendo gli antichi affreschi nascosti dagli intonaci seicenteschi; la facciata in mattoni rossi è decorata con lesene, bifore, archi ogivali e fregi; gli interni conservano numerose tracce degli affreschi realizzati fra il XIV e il XV secolo.[46][47]

Convento dei Domenicani

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Convento dei Domenicani (Polesine Zibello).
Chiostro del convento dei Domenicani
Ala sud-est e facciata posteriore del convento dei Domenicani

Costruito a partire dal 1494 per volere di Gianfrancesco I Pallavicino, il convento rinascimentale fu completato verso il 1510 dalla nuora Clarice Malaspina; sopraelevato nel XVII secolo dai domenicani, fu arricchito della facciata orientale neoclassica nel XVIII secolo; espropriato nel 1769 per effetto delle leggi ducali, fu riacquistato dai frati nel 1777, allontanati definitivamente nel 1805 in base ai decreti napoleonici; parzialmente abbattuto, il complesso fu trasformato nel 1822 in ospedale per volere della duchessa Maria Luigia e dotato di una nuova ala; alienato nel 1972 al Comune di Zibello, fu adibito a scuola e successivamente, al piano terreno, a sede del museo della civiltà contadina "Giuseppe Riccardi" e del museo "Il cinematografo".[31]

Architetture militari

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Zibello.

Menzionato per la prima volta nel 1194 quale possedimento dei Cavalcabò, il possente castello subì un violento attacco nel 1218, ma resistette; assegnato nel 1249 a Oberto II Pallavicino, fu distrutto nel 1268 dalle truppe cremonesi; ricostruito dai Pallavicino nel XIV secolo, fu assediato nel 1417 dall'esercito del marchese di Ferrara Niccolò III d'Este e destinato l'anno seguente a Cabrino Fondulo; confiscato nel 1424 dal duca di Milano Filippo Maria Visconti, fu restituito nel 1428 ad Antonio Pallavicino, che l'anno seguente fu costretto a cederlo al cugino Rolando il Magnifico; riedificato alla fine del XV secolo dal primo marchese di Zibello Gianfrancesco I Pallavicino, fu occupato nel 1530 da Ludovico Rangoni e reso ai Pallavicino soltanto un secolo dopo, al termine di un'aspra lite giudiziaria; abbandonato in seguito, fu completamente demolito nel 1844 per riutilizzarne i materiali da costruzione.[13]

Architetture civili

[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Pallavicino

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Pallavicino (Polesine Zibello).
Ala nord del Palazzo Pallavicino
Ala ovest del Palazzo Pallavicino

Edificato a partire dal corpo a nord-est nella seconda metà del XV secolo durante il marchesato di Gianfrancesco I Pallavicino, il palazzo gotico fiorito fu completato nei primi anni del XVI secolo, all'epoca della reggenza della nuora Clarice Malaspina; modificato internamente nel 1804 con la costruzione del neoclassico Teatro Pallavicino commissionato dal marchese Antonio Francesco Pallavicino, l'edificio fu in parte restaurato nei primi anni del XXI secolo, recuperando alcune tracce delle antiche decorazioni; la facciata in mattoni rossi è caratterizzata dal lungo porticato ad archi ogivali retti da pilastri ottagonali coronati da capitelli a cubo scantonato; le finestre del piano superiore sono delimitate da archi a sesto acuto realizzati con formelle in cotto della bottega di Rinaldo de Stavoli.[48][49]

Teatro Pallavicino

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Teatro Pallavicino.
Interno del Teatro Pallavicino

Edificato al primo piano della porzione sud-ovest del palazzo Pallavicino per volere del marchese Antonio Francesco Pallavicino, il piccolo teatro neoclassico fu completato nel 1804; decorato e ampliato nel 1827, fu sopraelevato nel 1872 con la seconda fila di palchi; acquistato nel 1905 dal Comune di Zibello, fu ristrutturato tra il 1910 e il 1913 aggiungendo il loggione ligneo ed eliminando molte delle decorazioni ottocentesche; adibito a sala cinematografica nel 1930, fu chiuso nel 1963; sottoposto a più riprese a lavori di restauro tra il 1978 e il 2003, fu riaperto al pubblico al termine dei lavori.[49]

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]

Sono qui riportati gli abitanti del comune autonomo di Zibello dal 1861 al 2011, che comprendeva oltre al capoluogo anche le frazioni di Ardola e Pieveottoville.

Abitanti censiti[50]

Museo della civiltà contadina "Giuseppe Riccardi"

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Convento dei Domenicani (Polesine Zibello).
Museo della civiltà contadina "Giuseppe Riccardi"

Allestito nel 1985 da Giuseppe Riccardi al piano terra del convento dei Domenicani, il museo raccoglie numerosi oggetti e attrezzi legati al lavoro nei campi e alla vita contadina, provenienti dal territorio comunale e dalle zone limitrofe.[51]

Museo "Il cinematografo"

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Convento dei Domenicani (Polesine Zibello).

Fondato da Luciano Narducci al piano terra del convento dei Domenicani, il museo raccoglie circa 600 oggetti relativi al mondo della cinematografia.[52]

Culatelli in stagionatura

La località è nota per la produzione del culatello di Zibello, salume a denominazione di origine protetta catalogato tra i Presidi di Slow Food dell'Emilia-Romagna.[53]

Benché prodotto probabilmente fin dal Medioevo, il culatello fu citato per la prima volta solo nel 1735, in un documento del Comune di Parma.[54]

Festa del culatello

[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1986 il centro di Zibello è sede tra i mesi di maggio e giugno della festa del Culatello, sagra dedicata al salume zibellino, accompagnata da musiche, stand gastronomici e mostre.[55]

November Porc

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: November Porc.
Il convento dei Domenicani durante il November Porc del 2007

Dal 2002 a Zibello è sede nel mese di novembre di una tappa della manifestazione November Porc, nata con l'iniziativa "Ti vendiamo un maiale". Nel corso dell'edizione del 2003 uno strolghino della lunghezza di 500 m consentì a Rino Parenti e ai suoi collaboratori di entrare nel Guinness dei primati.[56]

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]

Posta lungo la strada provinciale 10, fra il 1893 e il 1939 Zibello era servita da una stazione della tranvia Parma-San Secondo-Busseto, esercita a vapore, che percorreva tale direttrice stradale.[57]

Il collegamento pubblico con Parma è da allora svolto mediante autoservizi gestiti da TEP.

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]
Palazzo municipale di Polesine Zibello
Posizione dell'ex comune di Zibello nella provincia di Parma

Insieme a Polesine Parmense, Zibello costituiva l'unione civica Terre del Po. Sulla scia di questa unione, nel mese di aprile del 2010 furono aperte le consultazioni per fondere i due comuni all'interno di una singola entità.[41] Tuttavia, l'unione civica si sciolse, con il recesso di entrambi i comuni, nel mese di novembre del 2012.[58]

L'11 ottobre del 2015 si svolse un referendum per la fusione tra i due comuni, che fu approvata dal 51% dei votanti; il 1º gennaio del 2016 il sindaco fu sostituito dal commissario prefettizio, incaricato dell'amministrazione fino alle elezioni del 5 giugno dello stesso anno.[5]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
10 luglio 1985 26 maggio 1990 Luciano Panelli Democrazia Cristiana Sindaco [59]
31 maggio 1990 24 aprile 1995 Gaetano Mistura Democrazia Cristiana Sindaco [59]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Giorgio Quarantelli CDU-Centristi Sindaco [59]
14 giugno 1999 3 giugno 2004 Giorgio Quarantelli CDU-Centristi Sindaco [59]
3 giugno 2004 14 giugno 2004 Attilio Ubaldi Comm. pref. [59]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Manuela Amadei Forza Italia - Casa delle Libertà Sindaco [59]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Manuela Amadei Forza Italia - Popolo della Libertà Sindaco [59]
26 maggio 2014 31 dicembre 2015 Andrea Censi lista civica: "Zibello! Il futuro con noi" - Partito Democratico Sindaco [59]
  1. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  3. ^ Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, p. 719.
  4. ^ Capacchi, pp. 895ss.
  5. ^ a b c Fusione fra Polesine e Zibello: vince il sì, in www.gazzettadiparma.it, 12 ottobre 2015. URL consultato l'8 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2018).
  6. ^ a b Zuccagni-Orlandini, pp. 404-406.
  7. ^ Molossi, p. 598.
  8. ^ a b c d Storia e Cultura, su comune.zibello.pr.it:80. URL consultato l'8 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2003).
  9. ^ Molossi, p. 600.
  10. ^ Chiesa di San Giovanni Battista "Pieveottoville, Zibello", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 9 marzo 2018.
  11. ^ Andenna, p. 215.
  12. ^ Dragoni, p. 155.
  13. ^ a b c Castello Zibello, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 9 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2018).
  14. ^ Affò, p. 96.
  15. ^ Affò, p. 219.
  16. ^ Il Palazzo delle Due Torri (PDF), su altissimoceto.net. URL consultato il 9 marzo 2018.
  17. ^ Pezzana, 1837, pp. 14-15.
  18. ^ Pezzana, 1837, p. 241.
  19. ^ Pezzana, 1842, p. 176.
  20. ^ Pezzana, 1842, p. 177.
  21. ^ Pezzana, 1842, pp. 189-190.
  22. ^ Pezzana, 1842, p. 238.
  23. ^ Pezzana, 1842, pp. 293-294.
  24. ^ Pezzana, 1842, p. 299.
  25. ^ Pezzana, 1842, pp. Appendice 33-34.
  26. ^ Pezzana, 1842, p. 354.
  27. ^ Pezzana, 1842, pp. 446-448.
  28. ^ Pezzana, 1842, pp. 498-499.
  29. ^ Pezzana, 1847, p. 157.
  30. ^ Pezzana, 1852, p. 328.
  31. ^ a b Ex Convento, su comune.zibello.pr.it. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2015).
  32. ^ Pezzana, 1859, p. 269.
  33. ^ a b Parrocchia Zibello, su webdiocesi.chiesacattolica.it. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2015).
  34. ^ a b Molossi, pp. 600-601.
  35. ^ a b Litta, Tavola XXVI.
  36. ^ Castello Zibello, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 10 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2018).
  37. ^ Padovani, p. 55.
  38. ^ Padovani, p. 68.
  39. ^ Litta, Tavola XXVII.
  40. ^ Storia dei Comuni, su elesh.it. URL consultato il 10 marzo 2018.
  41. ^ a b Paolo Panni, Polesine e Zibello, fusione nell'aria, in www.gazzettadiparma.it, 25 aprile 2010. URL consultato l'8 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2018).
  42. ^ a b Zibello, su Archivio Centrale dello Stato.
  43. ^ Bozzetti di stemma e gonfalone del Comune di Zibello, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 23 settembre 2024.
  44. ^ Emblema del Comune di Zibello (Parma), su Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2007. URL consultato il 7 febbraio 2021.
  45. ^ Chiesa Parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso, su comune.zibello.pr.it. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2015).
  46. ^ Chiesetta della B.V. delle Grazie, su comune.zibello.pr.it. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2015).
  47. ^ Zibello: oratorio di Maria SS. delle Grazie, su vacanze.itinerarionline.it. URL consultato l'11 marzo 2018.
  48. ^ Palazzo Pallavicino o Palazzo Vecchio, su comune.zibello.pr.it. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2015).
  49. ^ a b Zibello, Il teatro, su lacasadellamusica.it. URL consultato l'11 marzo 2018.
  50. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  51. ^ Zibello: Museo Della Civiltà Contadina, su vacanze.itinerarionline.it. URL consultato l'11 marzo 2018.
  52. ^ La magia del cinematografo di Luciano Narducci, su zerocinque23.com. URL consultato l'11 marzo 2018.
  53. ^ Culatello di Zibello, su fondazioneslowfood.com. URL consultato l'11 marzo 2018.
  54. ^ Culatello di Zibello, cuore tipico della Bassa Parmense, su turismo.it. URL consultato l'11 marzo 2018.
  55. ^ Festa del culatello, su turismo.comune.parma.it. URL consultato l'11 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2018).
  56. ^ November Porc... un po' di storia, su novemberporc.it. URL consultato l'11 marzo 2018.
  57. ^ Ogliari, Sapi.
  58. ^ Paolo Panni, Zibello e Polesine: L'Unione Terre del Po ha finito di esistere, in www.gazzettadiparma.it, 28 novembre 2012. URL consultato l'8 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2018).
  59. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
  • Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996.
  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo terzo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
  • Giancarlo Andenna, Storia d'Italia, Volume 6, Torino, UTET, 1998, ISBN 9788802052915.
  • Guglielmo Capacchi, Dizionario Italiano-Parmigiano, Tomo II M-Z, Parma, Artegrafica Silva.
  • Antonio Dragoni, Sulla Chiesa cremonese e sull'antica ecclesiastica disciplina universale cenni storici, Cremona, Tipografia di Giuseppe Feraboli, 1840.
  • Pompeo Litta, Famiglie celebri d'Italia, Palalvicino, Torino, 1835.
  • Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
  • Francesco Ogliari, Franco Sapi, Ritmi di ruote. Storia dei trasporti italiani, volume 10° - Emilia-Romagna, Milano, a cura degli autori, 1966.
  • Giorgia Padovani, Guido III Rangoni: gusto e committenza nella Parma farnesiana del Seicento, Firenze, Giorgia Padovani, 2012, ISBN 9788863698060.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo primo, Parma, Ducale Tipografia, 1837.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo terzo, Parma, Ducale Tipografia, 1847.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quarto, Parma, Reale Tipografia, 1852.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quinto, Parma, Reale Tipografia, 1859.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, Italia superiore o settentrionale Parte VI, Firenze, presso gli Editori, 1839.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN241230050 · GND (DE4739784-6
  Portale Parma: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Parma