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Vincenzo Malenchini

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Vincenzo Malenchini

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato6 giugno 1876 –
21 febbraio 1881
Legislaturadalla XII (nomina 28 febbraio 1876) alla XIV
Tipo nominaCategoria: 3
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato18 febbraio 1861 –
28 febbraio 1876
LegislaturaVIII, IX, X, XI, XII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioLivorno II
Incarichi parlamentari
VIII legislatura
  • Membro della Commissione di inchiesta parlamentare sulle condizioni della marina militare e mercantile (11 maggio 1863–21 maggio 1863);
  • Membro della Commissione d'inchiesta sulla marina (11 maggio 1863–7 settembre 1865);
  • Membro della Commissione d'inchiesta intorno ai fatti relativi alla società delle ferrovie meridionali (21 maggio 1864–7 settembre 1865);
  • Membro della Commissione d'inchiesta sui fatti avvenuti in Torino il 21 e 22 settembre 1864 (24 ottobre 1864–7 settembre 1865);

X legislatura

  • Questore (18 novembre 1869–2 novembre 1870);
  • Questore della Commissione per la biblioteca della Camera (23 novembre 1869–2 novembre 1870);

XI legislatura

  • Questore (5 dicembre 1870–27 novembre 1871)
  • Questore della Commissione permanente per la biblioteca della Camera (12 dicembre 1870–5 novembre 1871).
Sito istituzionale

Deputato del Regno di Sardegna
Durata mandato2 aprile 1860 –
17 dicembre 1860
LegislaturaVII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioLivorno III
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Pisa
ProfessioneMilitare di carriera (Esercito)

Vincenzo Malenchini (Livorno, 8 agosto 1813Collesalvetti, 21 febbraio 1881) è stato un militare e politico italiano.

È stato un militare e politico italiano. nato a Livorno l'8/8/1813 compì i suoi studi presso il collegio ducale di Lucca e successivamente all'Università di Pisa, dove ottenne la laurea in giurisprudenza. Fin dalla giovinezza, mostrò un forte impegno politico e liberalismo, distinguendosi nell'assistenza ai profughi dallo Stato pontificio e nella diffusione di volantini a favore della costituzione e della libertà dei popoli.

Si avvicinò alla Giovine Italia e strinse un'amicizia con Mazzini durante un soggiorno a Londra nel 1843. Le sue frequentazioni liberali, tra cui incontri con M. Amari e A. Vannucci a Parigi, e con E. Mayer e P. Bastogi a Livorno, attirarono l'attenzione della polizia, portando al suo arresto a Roma nell'aprile 1844. Successivamente viaggiò per l'Europa, entrando in contatto con esponenti come V. Gioberti in Belgio. Nel 1846 e nel 1847, partecipò a incontri di élite a Livorno con personaggi come M. d'Azeglio e R. Cobden. Nel 1847, accolse favorevolmente le riforme di Leopoldo II e prese il comando di una compagnia della guardia civica. Nel marzo 1848, allo scoppio della guerra d'indipendenza, si arruolò come volontario e si distinse nella battaglia di Curtatone nel maggio 1848. Poco dopo, fu eletto deputato di Livorno al Parlamento toscano.

In seguito, si unì come soldato semplice all'esercito piemontese, distinguendosi nella battaglia di Novara. Restò fedele ai principi liberali anche dopo la restaurazione lorenese, rifiutando la croce di cavaliere conferitagli da Leopoldo II. Nei successivi anni, si allontanò gradualmente dall'ala più radicale del movimento patriottico, ma mantenne contatti almeno fino al moto mazziniano del 1857. Fu un esponente di spicco della Società nazionale italiana e partecipò attivamente alla rivoluzione del 27/4/1859, che pose fine alla dinastia lorenese in Toscana.

Entrò a far parte del governo provvisorio toscano e successivamente si arruolò come volontario nell'esercito piemontese durante la guerra del 1859. Nel 1860, contribuì alla raccolta di fondi per sostenere l'impresa dei Mille e organizzò una seconda spedizione di volontari guidata da G. Medici.

Combatté con coraggio sotto il comando di Bixio e si distinse nella presa di Milazzo. Nel 1861, fu eletto deputato nel collegio di Livorno II e iniziò la sua carriera parlamentare. Votò a favore dell'annessione al Piemonte e, successivamente, partecipò alla guerra del 1866 per la liberazione del Veneto. Nel 1870, assistette alla presa di Roma e ricevette diverse onorificenze per il suo valore militare. Nel 1876, fu nominato senatore. Mantenne una certa distanza dai legami di partito, mostrando insofferenza per la politica stretta e votando talvolta contro il governo. Nel corso degli anni, fu vicino ad A. Mordini e G. Lanza, nonché critico nei confronti della deputazione toscana di parte moderata. Malenchini si ritirò progressivamente dagli impegni pubblici, non partecipando attivamente ai lavori del Senato a causa dell'età avanzata. Morì nella sua villa di Collesalvetti il 21/2/1881.

Onorificenze italiane

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Onorificenze straniere

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  1. ^ a b c d e Vincenzo Malenchini, su Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica - senato.it. Modifica su Wikidata
  • Antonio Panella, «MALENCHINI, Vincenzo» la voce nella Enciclopedia Italiana, Volume 22, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934.
  • Fulvio Conti, «MALENCHINI, Vincenzo» in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 68, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2007.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN90208025 · ISNI (EN0000 0000 6210 1481 · SBN CUBV096877 · GND (DE1137279893