Utente:TrameOscure
TrameOscure ha seri dubbi se valga la pena la pena di perdere tempo qua o se non sia meglio prendersi una luuuuunga wikipausa, tornando solo occasionalmente a far qualche catastrofico danno quà e là. In particolare attende scuse, correzioni e/o strikkature per fantasiose accuse campate in aria 🤨... |
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Il Palazzo o dell'ottimismo
[modifica | modifica wikitesto]C'era una volta un grande Palazzo, al centro di una vasta e colorata città.
Questo Palazzo, nell'intenzioni de'Costruttori, doveva essere il più splendido, grandioso, alto e vasto che si fosse mai visto in tutto il paese. Nella notte dei tempi dunque i Costruttori si riunirono in un Luogo e cominciarono con entusiasmo a costruire Stanze. Ciascuno lavorava in autonomia, o magari insieme ad altri: c'è chi faceva i muri, chi i pavimenti, chi metteva le finestre e chi realizzava gli arredi. Non tutti erano sempre dei Maestri in quello che realizzavano, ma nel complesso il Palazzo cresceva, e tanto bastava a soddisfare i Costruttori.
Sale, gallerie, atrii, scalinate, stanze... ognuno aggiungeva parti, o ne rifiniva altre, e terminato quel lavoro passava ad altro, senza troppo preoccuparsi di un Disegno generale: l'obiettivo era chiaro -costruire il Palazzo- e tutti secondo la propria interpretazione tendevano a quello. Alcune Sale erano grandiose, finemente cesellate e decorate con grande maestria; altre eran più spoglie, qualcuna non si capiva a cosa servisse o aveva pavimenti pericolanti e muri storti, ma talvolta erano finemente decorate anche quelle.
I Cittadini erano entusiasti del Palazzo e lo visitavano in gran numero ammirati dalla sua varietà e vastità. Qualcuno si rimboccava anche le maniche e si proponeva di dare una mano, anche solo ad impastare la malta o portare barattoli di vernice. Ma non sempre i Costruttori apprezzavano i Cittadini, vuoi perché erano maldestri, vuoi perché davano giudizi sul Palazzo o sulle Stanze, vuoi perché alcuni facevano davvero danni. Fu così che Cittadini e Costruttori cominciarono a non apprezzarsi a vicenda.
Purtroppo i Cittadini non avevano tutti i torti. Mancando un Disegno, l'entusiasmo per l'aggiunta di nuove Sale aveva presto preso il sopravvento, e Stanze sorgevano direttamente da terra dove qualcuno progettava giardini o fontane, altre erano costruite sopra esili balconcini, altre scavate sotto ampi Saloni, altre ancora davanti alle finestre di qualcun'altro. Qualcuno pensava di allargare la sua Stanza in alto, in basso, a destra e a sinistra, senza preoccuparsi che i Costruttori vicini vi stavano affrescando muri e soffitti, o intarsiavano pavimenti che sarebbero stati messi a rischio o persino distrutti da questi allargamenti.
Non che mancassero Regole, anzi. Tuttavia spesso si riducevano a definire il colore delle scarpe che i Costruttori dovevano tassativamente indossare, o il saluto che dovevano sempre scambiarsi quando (non molto spesso in realtà) si incontravano, oppure ancora la forma obbligatoria delle carriole per trasportare i mattoni e la pressione della loro gomma. Tutto il resto era Libero. Nonostante ciò, aspri e ferali conflitti si scatenarono su queste Regole, distraendo ahimè i Costruttori.
Ne approfittarono alcuni malvagi Cittadini i quali, vista la superba maestosità del Palazzo e le vaste folle ammirate che attraeva, pensarono di sfruttarlo per i loro loschi scopi. Ma nonostante tutto i Costruttori non erano affatto stupidi: le insegne, specie quelle luminose, venivano subito rimosse dalle facciate e dai terrazzi, con grande scorno di quei pochi Cittadini Malvagi. E nel mentre il Palazzo cresceva, cresceva...
Questi malvagi Cittadini non si arresero, e trovarono un altro modo più efficace per la loro propaganda: infiltrandosi fra i Costruttori e con i giusti consigli dati a questo e quello, col tempo riuscirono mimetizzarsi completamente fra loro, ed a modellare il Palazzo nelle forme volute. I Costruttori, concentrati sulle decorazioni, sui fregi e sugli stucchi delle loro singole Stanze, non si accorsero che talvolta -subdolamente- le Stanze stesse, i Padiglioni o persino la planimetria del Palazzo assumevano forme particolari, ad immagine e somiglianza dei Malvagi Cittadini. A nulla serviva che qualche Costruttore più accorto o qualche Cittadino Onesto indicasse l'abuso o facesse anche solo presente la stranezza della cosa: i Costruttori erano troppo preoccupati di salvaguardare i loro decori per accorgersi che un certo Disegno in realtà sotto sotto qua e là emergeva... Anzi, queste preoccupazioni su cose che loro non percepivano, erano ritenute enormemente fastidiose, veramente -queste sì- dannose per il Progetto del Palazzo.
Non era però questo il vero problema, si sarebbe potuto risolvere. Piuttosto, in questa foga costruttivista, nessuno s'era mai molto curato di pensare -e men che meno costruire- Fondamenta adeguate a regger tal multiforme e straripante Palazzo, a contenere le folle, ad accogliere i Cittadini e le loro osservazioni. Ancor meno a nessuno interessava veramente mettere un Tetto a protezione delle intemperie del Tempo e della Propaganda, perché avrebbe ostacolato la creazione, l'ampliamento, la decorazione delle Stanze. Non si vedeva alcuna necessità di queste cose, che avrebbero solo distratto dal fine ultimo.
Fatto stà ed è, che alcune Sale cominciarono a mostrare infiltrazioni o cedimenti dei muri, vuoi per la pioggia, il vento e la neve, vuoi perché le Fondamenta erano traballanti. Crepe, muffe e scrostature affliggevano tutto il Palazzo, e i Costruttori si davano un gran daffare stendendo tonnellate di stucco ogni giorno per puntellare i soffitti o per chiudere le fessure nei muri, per poi coprirle con una bella mano di vernice o un pregevole dipinto. Il risultato era gradevole alla vista, ma vacillante.
Alcuni buoni e nobili Costruttori coglievano poi l'occasione per ristrutturare queste Stanze, ma non sempre erano all'altezza; tanti -per vari motivi che non discuteremo- abbandonavano l'opera a metà: sempre più Sale quindi avevano muri di colori diversi, un affresco o una boiserie a fianco di piastrelle bianche da toilet, soffitti a cassettoni e pavimenti in cemento, arredo barocco e finestre di alluminio anodizzato, lampadari modernissimi e rugginosi tubi dell'acqua a vista, tende di broccato e tappeti dozzinali, anche per coprire gli onnipresenti pavimenti dissestati.
Ma di questo a tantissimi illustri Costruttori poco interessava: ognuno si occupava della sua stupenda Sala, o della sua Ala, o del suo Padiglione. Qualcuno era davvero bravo e il suo lavoro pregevole, degnissimo e preclaro.
Alcune Sale poi, abbandonate da chi le aveva create e curate, divenivan polverose. E se prendevano poco sole, se nessuno le spolverava e faceva manutenzione, o ancora se erano molto esposte all'intemperie, cominciavano a essere invase dalla vegetazione, a diventare umide e malsane, a sgretolarsi. Gli atrii muscosi ed i fori cadenti si moltiplicavano, pur vicino ad arse fucine stridenti in cui i lavori fervevano. Ma guai a chi avesse osato puntare un dito o sollevare un dubbio! Il Palazzo comunque cresceva, la facciata era sempre curata e bellissima, così come diverse Stanze.
I buoni Cittadini cominciarono però a notare queste anomalie: certe Sale non erano così belle come pria, e altre avean forme strane, subliminali, inquietanti... Qualcuna era splendida, armonica, proporzionata e perfetta, ma trovarla in quel bailamme era davvero difficile. Le porte "portavano", le Stanze "stanziavano", c'era qualcosa di davvero strano in quel Palazzo, di incomprensibile nel suo linguaggio ed in quello dei Costruttori.
E mentre il Palazzo continuava a crescere in altezza e larghezza, in ogni direzione, senza Disegno o con disegni non chiari, senza discussioni su Fondamenta e Tetto, il gelo imperversava e la pioggia batteva,
batteva,
batteva...»