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Umanesimo cristiano

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Umanesimo cristiano indica quella particolare corrente umanista, diffusa nel XVI secolo soprattutto in Francia, Fiandre e Germania, che intendeva conciliare i principi base dell'umanesimo con il cristianesimo.

In tal senso questa corrente metteva l'uomo al centro della Chiesa, e quindi valorizzava il rapporto personale e individuale con Dio, inoltre favoriva lo studio filologico dei testi sacri, al fine di ricavare la lezione originale di tali testi, non condizionata da traduzioni o da adeguamenti. Anche nei monasteri si videro esempi di umanesimo cristiano, come nel caso di Ambrogio Traversari e di alcune monache umaniste, quale ad esempio Camilla da Varano. Tra i maggiori esponenti di questa corrente vi erano Niccolò Cusano, Niccolò V, Pio II, Pico della Mirandola, Tommaso Moro, e soprattutto Erasmo da Rotterdam.

Lo stesso argomento in dettaglio: Erasmismo.

La raffinata opera di Erasmo, la sua critica moderata e la sua idea di rinnovamento portarono ad una rapida diffusione di questo movimento all'interno della stessa Chiesa e anche in nazioni fortemente conservatrici dal punto di vista religioso, come la Spagna.

Tuttavia con il tempo la corrente umanista venne fortemente osteggiata all'interno delle gerarchie ecclesiastiche, soprattutto perché molti umanisti si avvicinarono sempre più alle idee riformatrici estremiste e alcuni di loro, come Ulrich Zwingli, osteggiarono apertamente la visione cattolica del cristianesimo.

  • Adriano Fabris, TeorEtica: filosofia della relazione, Morcelliana, Brescia 2010.

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