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Tolleranza (fisiologia)

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La tolleranza è la perdita di risposta ad un farmaco.

Considerando la curva di un grafico dose-risposta alla somministrazione di un farmaco, all'aumentare della dose di farmaco, aumenta l'effetto; con l'uso ripetuto la curva si sposta verso destra (tolleranza) ed è quindi richiesta una dose maggiore per produrre lo stesso effetto precedentemente ottenuto alla dose inferiore. Esistono molte forme di tolleranza che si basano su molteplici meccanismi.

La tolleranza può essere selettiva e svilupparsi ad alcuni effetti di un farmaco molto più rapidamente rispetto ad altri. Per esempio, la tolleranza all'euforia prodotta da oppioidi quali l'eroina si sviluppa rapidamente, mentre la tolleranza agli effetti su funzioni vitali, quali la respirazione e la pressione arteriosa si sviluppa più lentamente. Quindi un tossicodipendente tende ad aumentare la dose per mantenere la funzione euforizzante, ma va così incontro a blocco respiratorio.

Tolleranza innata o congenita

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La tolleranza innata è una sensibilità (o mancanza di sensibilità), determinata geneticamente, a un farmaco, che è osservabile sin dalla prima volta che il farmaco viene assunto. La tolleranza innata è una variabile individuale che influenza lo sviluppo dell'abuso o della tossicodipendenza.

Tolleranza acquisita

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La tolleranza acquisita può essere suddivisa in tre tipi: farmacocinetica, farmacodinamica e tolleranza appresa, comprendente una forma di tolleranza comportamentale riferita come tolleranza condizionata.

Tolleranza farmacocinetica

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La tolleranza farmacocinetica è determinata da cambiamenti nella distribuzione o nel metabolismo del farmaco dopo somministrazione ripetuta di modo che concentrazioni ridotte siano presenti nel sangue e, di conseguenza, anche nei siti di azione. Tutto ciò si manifesta con la diminuzione dei livelli plasmatici e quindi degli effetti terapeutici.

Tolleranza farmacodinamica

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La tolleranza farmacodinamica è determinata da cambiamenti adattativi che si sono verificati nell'ambito di sistemi modificati dal farmaco, tali che la risposta a una data concentrazione di farmaco si riduce. I meccanismi più importanti sono la riduzione della densità recettoriale o dell'efficienza dell'accoppiamento del recettore al proprio sistema di trasduzione del segnale.

Tolleranza appresa

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La tolleranza appresa è determinata da meccanismi di compensazione che vengono appresi.

Un tipo di tolleranza appresa viene definita tolleranza comportamentale. Questo termine descrive le strategie attraverso cui l'individuo consapevole di un proprio deficit impara a mantenere la funzione deficitaria tramite tentativi ripetuti. Un esempio è imparare a camminare lungo una linea retta, nonostante l'incoordinazione motoria prodotta dall'intossicazione da alcol.

Un caso a parte di tolleranza comportamentale viene definita come tolleranza condizionata. La tolleranza condizionata (tolleranza specifica per una determinata situazione) è un meccanismo di apprendimento che si sviluppa quando un farmaco viene sempre assunto in presenza di dati riferimenti ambientali (odore associato al farmaco, visione della siringa), questi possono anticipare la presenza del farmaco e dare origine a fenomeni di adattamento ancora prima che il farmaco raggiunga il sito d'azione.

Sensibilizzazione o tolleranza inversa

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La sensibilizzazione o tolleranza inversa è l'aumento della risposta con la ripetizione della stessa dose di farmaco (spostamento verso sinistra della curva dose-risposta) ed è tipica di cocaina ed anfetamine.

Tolleranza crociata

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La tolleranza crociata è una tolleranza a farmaci dotati di struttura e meccanismo d'azione simili al farmaco di cui si fa uso ripetuto, ma che non sia stato necessariamente già a contatto con l'organismo prima della somministrazione e dell'assorbimento del suddetto. Un esempio è quello che riguarda benzodiazepine e barbiturici, entrambi agonisti indiretti sui recettori GABAa del SNC.

  1. ^ Nestler EJ, Cellular basis of memory for addiction, in Dialogues Clin. Neurosci., vol. 15, n. 4, dicembre 2013, pp. 431–443, PMC 3898681, PMID 24459410.
    «Despite the importance of numerous psychosocial factors, at its core, drug addiction involves a biological process: the ability of repeated exposure to a drug of abuse to induce changes in a vulnerable brain that drive the compulsive seeking and taking of drugs, and loss of control over drug use, that define a state of addiction. ... A large body of literature has demonstrated that such ΔFosB induction in D1-type [nucleus accumbens] neurons increases an animal's sensitivity to drug as well as natural rewards and promotes drug self-administration, presumably through a process of positive reinforcement ... Another ΔFosB target is cFos: as ΔFosB accumulates with repeated drug exposure it represses c-Fos and contributes to the molecular switch whereby ΔFosB is selectively induced in the chronic drug-treated state.41. ... Moreover, there is increasing evidence that, despite a range of genetic risks for addiction across the population, exposure to sufficiently high doses of a drug for long periods of time can transform someone who has relatively lower genetic loading into an addict.»
  2. ^ Malenka RC, Nestler EJ, Hyman SE, Chapter 15: Reinforcement and Addictive Disorders, in Molecular Neuropharmacology: A Foundation for Clinical Neuroscience, 2nd, New York, McGraw-Hill Medical, 2009, pp. 364–375, ISBN 978-0-07-148127-4.
  3. ^ Glossary of Terms, su Mount Sinai School of Medicine, Department of Neuroscience. URL consultato il 9 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2019).
  4. ^ Volkow ND, Koob GF, McLellan AT, Neurobiologic Advances from the Brain Disease Model of Addiction, in N. Engl. J. Med., vol. 374, n. 4, gennaio 2016, pp. 363–371, DOI:10.1056/NEJMra1511480, PMID 26816013.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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