Stato di Jin (Corea)
Stato di Jin | |
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Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | 辰國 |
Lingue parlate | Proto-coreano |
Capitale | Non specificata |
Politica | |
Forma di governo | Unione |
Capo di Stato | Jin dello Stato di Jin |
Nascita | IV secolo a.C. |
Fine | II secolo a.C. |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Penisola coreana |
Religione e società | |
Religioni preminenti | Sciamanesimo coreano |
Evoluzione storica | |
Succeduto da | Samhan |
Ora parte di | Corea del Sud |
Stato di Jin | |
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Nome coreano | |
Hangŭl | 진국 |
Hanja | 辰國 |
Latinizzazione riveduta | Jin-guk |
McCune-Reischauer | Chin'guk |
Lo Stato di Jin fu uno Stato dell'età del ferro che occupava la parte meridionale della Corea durante il II ed il III secolo a.C. Confinava a nord con il regno di Gojoseon. La capitale era a sud del fiume Han. Questo Stato precedette le confederazioni Samhan, ognuna delle quali rivendicava per sé la successione dallo Stato di Jin[1].
Nome
[modifica | modifica wikitesto]"Jin" è la romanizzazione riveduta del coreano 진, originariamente scritto 辰 in caratteri cinesi coreani (hanja). La pronuncia di tale carattere in cinese antico è stato ricostruita come /*[d]ər/[2] e in origine si riferiva al quinto ramo terrestre degli zodiaci cinese e coreano, una divisione dell'orbita di Giove identificato col drago. Questo a sua volta era connesso a una rotta navale di 120° (fra ESE e SE) ma anche a un periodo di due ore fra le 7 e le 9 del mattino, portandolo ad essere associato all'alba e alla direzione a est.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Non è chiaro quanto fosse organizzato lo Stato di Jin; probabilmente era una federazione di staterelli come Samhan in epoca successiva. Essendo in grado di competere con Wiman Joseon e di inviare ambasciate alla corte cinese della dinastia Han, c'era probabilmente una qualche forma di autorità centrale stabile. Lo storico Lee Ki-baek, in A new history of Korea del 1984, suggerisce che il tentativo dello Stato di aprire contatti diretti indichi "un forte desiderio da parte di Chin [Jin] di beneficiare della cultura cinese dei metalli." Tuttavia, Wiman Joseon impedì per molto tempo contatti diretti tra Jin e la Cina[3].
È riportato che re Jun di Gojoseon scappò a Jin dopo che re Wiman si impossessò del trono e fondò Wiman Joseon. Taluni credono che le menzioni cinesi a Gaeguk o Gaemaguk (蓋馬國, Regno dei cavalli corazzati) si riferisca a Jin; Goguryeo avrebbe inoltre conquistato "Gaemaguk" nel 26, ma potrebbe riferirsi ad una tribù diversa nella Corea settentrionale.
Le fonti sono contraddittorie sulla caduta di Jin: sarebbe diventato la confederazione Jinhan, oppure sarebbe stato inglobato in Samhan. Reperti archeologici sono stati invece ritrovati nel territorio della successiva confederazione Mahan[1].
Lo storico e politico nazionalista Shin Chaeho, nel suo trattato Joseon Sanggosa, scritto nel 1931, sostiene tuttavia che lo Stato di Jin corrisponda ai Tre stati confederati di Gojoseon, ovvero una delle confederazioni storicamente riconosciute dello Stato di Gojoseon.
Archeologia
[modifica | modifica wikitesto]Archeologicamente, Jin viene comunemente identificato con la cultura coreana dei pugnali di bronzo, sviluppatasi nel tardo primo millennio a.C.[1] I reperti più abbondanti di questa cultura sono stati ritrovati nella Corea sudoccidentale, nelle regioni di Chungcheong e Jeolla, ma anche in tutta la Corea meridionale e nel Kyūshū, dove i manufatti furono esportati al popolo Yayoi[4].
Eredità
[modifica | modifica wikitesto]Jin fu seguito dalla confederazione Samhan: Mahan, Jinhan e Byeonhan. Il testo storico cinese Cronache dei Tre Regni scrive che Jinhan fu l'erede dello Stato di Jin[5], mentre il Libro degli Han posteriori sostiene che i tre stati facessero parte di Jin insieme ad altri, per un totale di 78[6].
Il nome "Jin" continuò ad essere usato nel nome di Jinhan e in quello di "Byeonjin", altro nome di Byeonhan. Inoltre, per alcuni tempi il capo di Mahan continuò a chiamarsi "re Jin", affermando la propria supremazia nominale su tutte le tribù di Samhan.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Lee Injae, Owen Miller, Park Jinhoon, Yi Hyun-hae, Korean History in Maps, 2014, pp. 18-20.
- ^ Baxter-Sagart.
- ^ Libro degli Han, "傳子至孫右渠 … 眞番 辰國 欲上書見天子 又雍閼弗通", vol.〈朝鮮〉
- ^ (EN) Kenneth B. Lee, Korea and East Asia: The Story of a Phoenix, Greenwood Publishing, 1997, pp. 23-25.
- ^ "辰韓者古之辰國也". 〈韓〉,《三國志》
- ^ "韓有三種 一曰馬韓 二曰辰韓 三曰弁辰 … 凡七十八國 … 皆古之辰國也"〈韓〉,《後漢書》
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Lee, C.-k. (1996), "The bronze dagger culture of Liaoning province and the Korean peninsula" in Korea Journal 36 (4), 17-27.
- Lee Ki-baek (1984), A new history of Korea. Tradotto da E.W. Wagner e E.J. Schulz, basato sulla revisione del 1979. Seul, Ilchogak. ISBN 89-337-0204-0.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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