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Saturo, Saturnino, Revocato e Secondino

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Santi Saturo, Saturnino, Revocato e Secondino
Saturo, Saturnino, Revocato, Secondino, Perpetua e Felicita subiscono il martirio (c. 1000)
 

Martiri

 
NascitaII secolo
MorteCartagine, 7 marzo 203
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenzacattolici, protestanti, evangelici e anglicani: 7 marzo;
Chiese ortodosse: 1º febbraio

Saturo, Saturnino, Revocato e Secondino (o Secondolo) (... – Cartagine, 7 marzo 203) furono quattro cristiani cartaginesi che subirono il martirio insieme a Perpetua e Felicita nel 203 d.C. I quattro sono venerati come santi dalla Chiesa cattolica e dalle Chiese orientali.

Dei quattro carteginesi, Saturo fu il primo a convertirsi al cristianesimo e, di conseguenza, educò alla fede cristiana Perpetua, Secondino, Saturnino, Revocato e Felicita.[1] Secondo alcune fonti, Revocato, Saturnino e Secondolo erano i servi di Perpetua, mentre per altri i tre erano rispettivamente un artigiano, un contadino e un sacerdote.

Saturo battezzò i cinque catecumeni poco prima del loro arresto. Dopo aver rifiutato di sacrificare all'imperatore, i sei furono condannati a morte. La loro prigionia e martirio è descritta nella passio nota come Atti di Perpetua e Felicita, di cui lo stesso Saturo avrebbe scritto (in greco o, più probabilmente, in latino) i capitoli 11, 12 e 13, raccontando le sue visioni.

Stando alla passio, Secondolo sarebbe morto in carcere, anche se non è chiaro se di stenti o trafitto da un soldato con una spada.[2] Il 7 marzo i prigioneri rimasti furono portati all'anfiteatro, dove Saturo, Revocato e Saturnino furono costretti a vestire gli abiti dei sacerdoti di Saturno. Il loro atteggiamento di sfida nei confronti del procuratore Ilariano li portò ad essere fustigati. Condannati ad bestias, Revocato e Saturnino furono sbranati da un leopardo e da un orso. A Saturo invece era stato destinato un cinghiale, che invece uccise la guardia romana; gli fu quindi aizzato contro un orso, che però si rifiutò di uscire dalla gabbia. Saturno fu infine azzannato da un leopardo, dissanguandosi a causa della ferita.[3]

  1. ^ Felicita viene descritta come "conserva" di Revocato negli Atti di Perpetua e Felicita, un sostantivo che alcuni (G. Chiarini) traducono come sposa, mentre altri (Marco Formisano, Herbert Musurillo, Jacqueline Amat) interpretano come "compagna di schiavitù".
  2. ^ AA.VV, La passione di Perpetua e Felicita, Bur, 24 giugno 2013, p. 113, ISBN 978-88-586-4889-6. URL consultato il 7 marzo 2024.
  3. ^ AA.VV, La passione di Perpetua e Felicita, Bur, 24 giugno 2013, pp. 119-23, ISBN 978-88-586-4889-6. URL consultato il 7 marzo 2024.

(IT) La passione di Perpetua e Felicita, traduzione di Marco Formisano, prefazione di Eva Cantarella, BUR, 2013, ISBN 9788858648896.

Collegamenti esterni

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